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- non serve la partita iva per adsense
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Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).
Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.
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Hai ragione
Il mio era uno sfogo per la complessità del tutto. La legge è indietro rispetto alla realtà e i risultati sono due e in entrambi i casi lo stato ci perde:- O non si genera ricchezza (ho adsense, guadagno poco, ma per paura del fisco e visto che se mi metto in regola non ci guadagno nulla o ci perdo, lascio stare)
- O si evade
La comunità ci perde in ogni caso.
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@Phate said:
Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).
Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.
si, ma come per me e il mio sito se ne guadagnano 200 euro in 2 anni (che servono per coprire le spese) è ancora maggiormente un'ingiustizia. Anche perchè ho un lavoro dipendente e non mi serve lucrare con il mio sito.
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@eXoduS90s said:
in questo caso credo li si possa denunciare..comunque io ho incassato almeno 4-5 pagamenti di 200-350$ da adsense senza avere partita iva..rischio molto?
Non puoi denunciare nessuno. La legge non ammette ignoranza e paghi tu anche se a darti il consiglio è il tuo commercialista.
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Ravvivo il thread per postare la risposta che ho ricevuto io dall'agenzia delle entrate.
Ho chiesto se per l'utilizzo di Adsense fosse necessaria obbligatoriamente la p.IVA o se c'era una soglia sotto la quale non era da considerarsi necessaria.Ecco la risposta.
**Gentile Contribuente,
il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.**In pratica... non si sa.
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Che bella risposta....
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mettiamo che per i guadagni adsense servisse la partita iva.....
come mi inquadro come partita iva? (intendo il codice ateco x chi è del mestiere) e soprattutto se sono inquadrato come professionista, non iscritto ad albo...posso ricevere pagamenti da google adsense?
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@rev said:
Ecco la risposta.
**Gentile Contribuente,
il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.
**A me sembra più seria questa risposta delle altre...
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@444523 said:
A me sembra più seria questa risposta delle altre...
Probabilmente hai ragione.
Però che una situazione piuttosto semplice diventi un inferno da comprendere per mancanza di regole specifiche e soprattutto adatte alla situazione è assurdo.
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@i2m4y said:
Sarebbe davvero interessante capire attraverso quale percorso di analisi tecnica e normativa siano giunti a quella (a mio giudizio erronea) conclusione non curandosi ad esempio di una nota sentenza della Corte di Giustizia UE, immediatamente applicabile in Italia.
Mi riferisco in particolare a questo: Corte di Giustizia CEE decisione n. 68/92 del 17 novembre 1993 ha affermato come nelle "prestazioni pubblicitarie" debba intendersi ricompresa ogni attività indirizzata alla trasmissione di un messaggio promozionale, relativo a beni e servizi, purché le prestazioni rese siano riconducibili ad un "unicum", rappresentato dalla prestazione principale(e prevalente), qualificabile come attività pubblicitaria.?
Secondo me, tu dai di questa sentenza un'interpretazione aberrante.
Mi spiego con due esempi concreti:
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volantinaggio, regolato come "collaborazione saltuaria", o "lavoro a chiamata": il singolo (studente, extracomunitario o altro) distribuisce volantini, incassa un corrispettivo, gli viene detratta una ritenuta d'acconto.
Secondo la tua lettura, ciò è impossibile. Essendo la distribuzione di volantini indubbiamente attività pubblicitaria, per farlo diventa indispensabile la partita IVA. caro il mio Abdul, corri all'ADE con la tua bicicletta ad aprirti la partita IVA, e solo dopo potrai distribuire volantini. -
un mio anziano ex-vicino di casa, fortunato proprietario di un ente immobiliare anomalo: una ex-portineria come la potevano inventare solo negli 'anni 30, costituita da una sorta di corridoio largo un metro e lungo 10. 10 metri che, per qestioni architettoniche, hanno tre ampie finestre. In pieno centro.
Quanto valgono tre vetrine in centro?
Ed infatti lui ha affittato i locali ad una società, che vende quegli spazi pubblicitari: allestendo vetrine, o appiccicando semplici manifesti. A loro gradimento.
Proprio come adsense, solo che la cosa avviene nel ondo reale e non virtuale.
Il tipo ha affittato una parte di casa sua ad un'azienda, e questa azienda (quando gli pare, ad ogni ora del giorno e della notte, secondo criteri solo a lei noti) ci mette la pubblicità di terzi che più le aggrada.
Ovviamente c'è un normalissimo contratto di affitto registrato.
Ed altrettanto ovviamente il mio ex-vicino denuncia il relativo reddito come semplice reddito da immobile, senza partita IVA o altro.
Ah, ovviamente le cifre di cui si parla sono confrontabili a quelle di un buon stipendio annuo per un dipendente, e di molto superiori alla sua magra pensione di ex-artigiano.
Secondo te, dovrebbe immediatamente aprirsi partita IVA?
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Un modo per ottenere definitiva chiarezza dall'ADE c'è, e si chiama "interpello":
www1.agenziaentrate.it/documentazione/comunicatistampa/decreti/index.htm
Quindi, non telefonate, email, chiacchiere da bar: si prende carta e penna, e si scrive una bella raccomandatina:
"Cara ADE, cosa devo fare per mettere annunci adsense ed essere in regola? Secondo me non occorre fare una mazza, e quello che incasso lo inserirò tra gli altri redditi nel 730. Se non mi rispondi in tempo, così mi comporterò e sarò in una botte di ferro."
Unico neo: la risposta all'interpello non vale, strettamente, per tutti ma solo ed esclusivamente per il singolo che lo ha eseguito.
C'è da dire però che, in una certa misura, fanno comunque giurisprudenza, ed un funzionario dell'ADE è sempre restio a disapplicare una risposta ad interpello formulata da altri... e l'unico modo efficace per scardinare una risposta all'interpello è attraverso una risoluzione ufficiale, che nel caso lo smentisca.
Da notarsi che però anche in quel caso, per chi l'interpello lo ha presentato ed ha in mano la risposta (o il silenzio assenso), comunque non si applica neppure la eventuale successiva risoluzione...
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@ForumDonne said:
E si, SERVE LA PARTITA IVA PER ESPORRE ADSENSE, in quanto i banner sono un "lavoro continuativo".
Il fatto che un'attività sia continuativa non è assolutamente sufficiente per configurare la necessità di partita IVA.
Potrei sommergerti sotto montagne di esempi di attività "continuative" per le quali non serve partita IVA: dalla locazione di immobili, alla levata di protesti, alla cessione di brevetti, alla registrazione di atti da parte dei segretari comunali, il prestito di garanzie, l'attività sportiva dilettantistica.Viceversa, ad esempio la partita IVA è necessaria quando un'attività di servizio viene svolta per una pluralità di soggetti diversi e distinti: se io lo stesso servizio lo presto per UN SOLO soggetto, la partita IVA non serve... ed esistono altre forme per rendere comunque il rapporto regolarissimo ed alla luce del sole.
Ed adesso rispondi alla domanda: Google è uno o una pluralità?
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Guarda Archimede, io non sono preparato come te sul piano fiscale, ma ti posso tranquillamente dire che secondo TUTTI i commercialisti che ho interpellalto (ci sono andato di persona, non sto parlando di quelli che scrivono nei forum) mi hanno detto che ospitare banner 24 ore su 24 sul sito è considerata un'attività continuativa, ed è considerata attività d'impresa per la quale è necessaria la partita iva.
Alcuni commercialisti non conoscendo bene la materia si sono informati all'agenzia delle entrate, e la risposta è sempra stata in linea con quello che ho scritto sopra (se cerchi in questo forum troverai risposte simili dell' A.E. che non hanno valore legale certo, ma significano sempre qualcosa).
E' ovvio che se uno guadagna poco dica che non è giusto, che non conviene, che non ne vale la pena, ma c'è poco da fare, se si vuole essere in regola bisogna aprire partita iva. E' ovvio che uno cerca di trovare mille scappatoie ed esempi, ma non ci si scappa, se l'A.E. ritiene che sia indispensabile p.iva e tu non ce l'hai, ad un eventuale controllo verrai sanzionato.
Ripeto, io non sono un esperto, ma se 4 commercialisti mi hanno detto la stessa cosa, se la stessa agenzia delle entrate mi ha detto la stessa cosa, un motivo ci sarà no?
Gli esempi che hai citato di attività continuative, anche se sono continuative non costituiscono "attività d'impresa" mentre invece la vendita di banner pubblicitari (o di link nel caso di AdSense) lo è.
Come hai già detto tu, l'unica strada certa sarebbe l'interpello, che però secondo me non è così semplice da fare, e probabilmente richiede la consulenza di un commercialista.
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@Archimede2007 said:
Un modo per ottenere definitiva chiarezza dall'ADE c'è, e si chiama "interpello":
www1.agenziaentrate.it/documentazione/comunicatistampa/decreti/index.htm
Quindi, non telefonate, email, chiacchiere da bar: si prende carta e penna, e si scrive una bella raccomandatina:
"Cara ADE, cosa devo fare per mettere annunci adsense ed essere in regola? Secondo me non occorre fare una mazza, e quello che incasso lo inserirò tra gli altri redditi nel 730. Se non mi rispondi in tempo, così mi comporterò e sarò in una botte di ferro."
Unico neo: la risposta all'interpello non vale, strettamente, per tutti ma solo ed esclusivamente per il singolo che lo ha eseguito.
C'è da dire però che, in una certa misura, fanno comunque giurisprudenza, ed un funzionario dell'ADE è sempre restio a disapplicare una risposta ad interpello formulata da altri... e l'unico modo efficace per scardinare una risposta all'interpello è attraverso una risoluzione ufficiale, che nel caso lo smentisca.
Da notarsi che però anche in quel caso, per chi l'interpello lo ha presentato ed ha in mano la risposta (o il silenzio assenso), comunque non si applica neppure la eventuale successiva risoluzione...
Confermo questa cosa, che mi è stata suggerita addirittura da un impiegato dell'agenzia delle entrate.
Hanno l'obbligo di rispondere entro 90 giorni dal ricevimento della raccomandata, se non lo fanno, o non lo fanno per tempo, vale la possibile "soluzione" che noi abbiamo suggerito loro.
Rimane di fatto una cosa; si sa che è necessario avere partita Iva.... quindi questa soluzione può essere utile solo per chi non la vuole aprire, ed è disposto a rinunciare al 40% delle entrate.... (- 20% ritenuta d'acconto, -20% tasse nella dichiarazione dei redditi)....
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@ForumDonne said:
Rimane di fatto una cosa; si sa che è necessario avere partita Iva.... quindi questa soluzione può essere utile solo per chi non la vuole aprire, ed è disposto a rinunciare al 40% delle entrate.... (- 20% ritenuta d'acconto, -20% tasse nella dichiarazione dei redditi)....
:?:?:?:?:?:?
Scusa ma:- le tariffe adsense sono al netto di IVA, ed in ogni caso l'IVA per un soggetto IVA è una partita di giro: quindi, che tu abbia o meno la partita IVA, non cambia nulla su quanto ti viene in tasca
- Google non ti versa la ritenuta d'acconto, in quanto azienda estera (ed anche se fosse italiana, sarebbe tutto da vedere se questo tipo di prestazione è soggetta a ritenuta d'acconto).
- comunque, la ritenuta è appunto un acconto: se poi non dovevi pagarci le imposte (ad esempio perchè il tuo imponibile è minimo), in fase di dichiarazione annuale dei redditi (730 o Unico) recupererai questo importo; se invece devi pagarci le imposte, in realtà saranno probabilmente un po' più alte e tu, sempre in fase di dichiarazione, andrai a pagare la differenza.
Nota che io sostengo che non è indispensabile avere la partita IVA, non che non bisogna pagare le imposte!!!!!!
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@infoman said:
Guarda Archimede, io non sono preparato come te sul piano fiscale, ma ti posso tranquillamente dire che secondo TUTTI i commercialisti che ho interpellalto (ci sono andato di persona, non sto parlando di quelli che scrivono nei forum) mi hanno detto che ospitare banner 24 ore su 24 sul sito è considerata un'attività continuativa, ed è considerata attività d'impresa per la quale è necessaria la partita iva.
Ed è proprio qui che, secondo me, casca l'asino!
Su cosa sia "attività d'impresa" sono stati spesi fiumi di inchiostro; e secondo questi fiumi:- un'attività non organizzata, personale, per un sito amatoriale che ospita pubblicità adsense NON è attività d'impresa
- mentre invece un'attività coordinata, organizzata, stabile, condivisa magari tra più persone ovviamente lo è.
Precisamente, l'attività d'impresa è definita dal C.C. come "un'attività economica organizzata, al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi".
Quindi una attività "d'impresa" deve rispettare tutti i seguenti punti:a) deve essere svolta in modo professionale, continuativo e abituale;
b) con un fine economico;
c) attraverso un'organizzazione dei fattori produttivi impiegati;
d) orientata al mercato attraverso lo scambio di beni o servizi.Adesso: il privato che si gestisce un blog, magari su una piattaforma gratuita, aggiornandolo quando gli capita, inserendoci quello che ha voglia e quando ne ha voglia e se ne ha voglia, anche se ci mette la publicità adsense non rispetta almeno 3 dei 4 punti sopra citati.
Quindi, solo un funzionario ubriaco oserà avanzare l'ardita ipotesi che si tratti di "attività d'impresa".Come hai già detto tu, l'unica strada certa sarebbe l'interpello, che però secondo me non è così semplice da fare, e probabilmente richiede la consulenza di un commercialista.
No, l'interpello è facile (almeno, relativamente facile) e non serve il commercialista. Sul link che ho postato trovi tutte le istruzioni.
Anzi, quasi quasi appena ho dieci minuti presento personalmente un interpello a questo proposito e poi vediamo cosa rispondono.
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Io personalmente concordo con Archimede2007 su quanto dice e aggiungo che sarebbe davvero PREOCCUPANTE se l'AdE si occupasse dei guadagni realizzati da un blog amatoriale di uno studente....
Quindi concordo che il codice civile, la legislazione fiscale, il buon senso e mere considerazioni sull'attività di controllo dell'AdE e della GdF (mi conviene sprecare tempo e risorse per dimostrare che quella persona che dichiara 2/3 mila euro all'anno doveva aprire partita IVA??) portano a pensare che effettivamente per questo tipo di attività non sia necessaria la partita IVA.
Ma badate bene: ciò comunque non vuol dire non pagare le tasse!!!
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@Archimede2007 said:
Adesso: il privato che si gestisce un blog, magari su una piattaforma gratuita, aggiornandolo quando gli capita, inserendoci quello che ha voglia e quando ne ha voglia e se ne ha voglia, anche se ci mette la publicità adsense non rispetta almeno 3 dei 4 punti sopra citati.
Quindi, solo un funzionario ubriaco oserà avanzare l'ardita ipotesi che si tratti di "attività d'impresa".Si, in questo particolare caso potrei anche essere d'accordo (blog su spazio gratuito). Però già quando si acquista un dominio, si installa un CMS, si inseriscono contenuti che rimangono online 24 ore su 24 assieme ai banner, questa può già essere considerata un'attività organizzata e continuativa.
Organizzata perchè per mettere in piedi il blog il webaster ha compiuto una serie precisa di azioni che richiedono competenze tecniche volte a realizzare il sito che poi gli produrra del guadagno (non importa se 1 centesimo al giorno).
Continuativa perchè anche se non scrive tutti i giorni, i contenuti sono online 24 ore su 24 e soprattutto lo sono i banner, che possono portare un guadagno 24 ore su 24, ancora una volta, non importa quanto si guadagna. Se io metto su un blog, scrivo 10 articoli e lo abbandono per 1 anno, ma però con AdSense duadagno 1 euro al giorno è un'attività che mi porta un guadagno continuativo.
E c'è pure lo scambio di servizi, in quanto viene offerto un servizio pubblicitario a pagamento, chi si fà pubblicità paga Google, poi Google paga il Webmaster.
@Archimede2007 said:
No, l'interpello è facile (almeno, relativamente facile) e non serve il commercialista. Sul link che ho postato trovi tutte le istruzioni.
Anzi, quasi quasi appena ho dieci minuti presento personalmente un interpello a questo proposito e poi vediamo cosa rispondono.Mah, per me sarebbe difficile spiegare in modo chiaro e in linguaggio "fiscalese" come funziona AdSense, ricorda che dall'altra parte probabilmente c'è uno che sa a malapena che cos'è Google, e se non capisce bene è probabile che nel dubbio ti dica che devi aprire P.Iva.
Se lo fai e rendi pubblica la risposta fai un grande favore a molti webmaster (anche se l'interpello avrà validità solo nei tuoi confronti).
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Io di preciso non conosco le leggi "fiscali", in quanto al momento non ho esperienza nel settore....
Però vi dico questo: STATE MOLTO ATTENTI...
Un amico finanziere mi ha avvisato che sono partiti con i controlli dei siti che hanno banner pubblicitari e NON hanno la partita iva esposta nel loro sito....
Si rischia una multa che va dai 160? ai 2000?....
Inoltre si rischia una "denuncia" o segnalazione (o come si chiama) per evasore totale....
Quindi fate voi...
Io l'iva l'ho aperta subito...
In pochi giorni sono stati controllati oltre 600 siti.... da una sola persona.... Quidi direi che è solo una questione di tempo...
Possiamo stare qua a discutere all'infinito.... Ma dubito che quando verrete contattati le vostre ragioni basteranno per evitare una multa...
Uomo avvisato.... mezzo salvato.....
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@Phate said:
Io personalmente concordo con Archimede2007 su quanto dice e aggiungo che sarebbe davvero PREOCCUPANTE se l'AdE si occupasse dei guadagni realizzati da un blog amatoriale di uno studente....
Guarda, tu hai ragione, e te lo dice uno studente!
Però, per cortesia non iniziamo a fare i classici discorsi del tipo "la guardia di finanza ha ben altro a cui pensare" "se lo fanno gli altri significa che si può fare", Come se chi guadagna poco fosse in qualche modo "giustificato a non essere in regola"
Questi ragionamenti non portano da nessuna parte, basti pensare a quello che sta succedendo su Ebay, tutti quelli che vendevano regolarmente senza avere partita iva erano soliti usare quelle espressioni, ora c'è il panico, questi personaggi sono spariti, e moltissimi hanno tolto tutti gli articoli che avevano in vendita in quanto Ebay gli ha comunicato di aver consegnato i loro dati alla guardia di finanza su richiesta di quest'ultima.
Ma questo è un'altro discorso e non voglio andare off topic, per ulteriori info si veda: