• User Attivo

    Certamente hai ragione archeoita.
    Il paletto reddito massimo può essere di 2-3 mila euro, ovviamente basso, diciamo adatto a:

    • iniziare/provare un'attività;
    • tenere un'attività che produce un reddito basso.
      Una tassazione forfettaria del 10-15 va benissimo, ma anche 20%, ma logicamente non puoi far pagare 3mila euro di inps, come altri dicevano l'unico vero problema è l'inps.

    Comunque credo che faremo prima a viaggiare nel tempo prima che i nostri politici facciano una cosa del genere.

    Secondo me, se nasce una cosa del genere moltissimi lo farebbero e cosi non evaderebbero più...logico che poi per attività corpose o attività che iniziano a fruttare si passa ai regimi normali.


  • Beh se consideriamo che ad OGGI l'Agenzia delle Entrate non ha ancora inquadrato chi fa questo tipo di attività con uno studio di settore specifico, semplicemente per l'AdE italiana, questo settore NON ESISTE.

    Del resto l'Italia è il paese che è trattato alla stregua della Nigeria per quanto riguarda l'affidabilità del suo servizio postale nel commercio elettronico internazionale (sorvoliamo sulle tariffe)

    Poveri noi :rollo:


  • User Attivo

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  • User Attivo

    Quello è un campo minato... c'è chi ci vede addirittura l'attività di agenzia, con tutte le conseguenze del caso... 😞


  • User Attivo

    Mi intrometto in questa bellissima discussione giusto per chiedere a voi, esperti più o meno del caso, se ci sono delle guide molto semplificate per chi è meno esperto.
    Un semplice diagrammino di flusso dove ci sono freccette del tipo: fai questo apri partita iva, fai quello non apri partita iva, guadagni tanto allora paghi tanto, guadagni di meno allora paghi di meno..

    Grazie 😄


  • User Attivo

    Secondo me, il problema più grande sta nel fatto che i nostri politici sanno ZERO sul mondo informatico e perciò sparano cose che non stanno ne in cielo ne in terra (ci ricordiamo tutti di quando volevano creare un registro nazionale di tutti i blog/blogger perché lo vedevano come qualcosa di giornalistico, ma tutti noi sappiamo che un giornale e un blog sono due cose distinte, oppure di quando il ministro Bondi voleva che tutti gli utenti avessero un ip statico personale ecc.).

    Gli stessi giudici devono, a volte, interpretare leggi che non centrano con Internet perché c'è un buco normativo.

    Attualmente c'è la possibilità che studenti, disocuppati ecc, possano guadagnare qualcosa con Internet tenendo semplicemente aperto un sito, per legalizzarlo dovrebbero avere delle spese, la più ingente è l'INPS, quindi loro spendono 100, ma guadagno 20. E' logico che evadono le tasse.

    Provate ad immaginarvi se fosse possibile quello che avevo accennato nell'altro mio post, chiamiamola "partita iva baby". A mio avviso l'erario avrebbe un boom di entrate, perché a quel punto si, io guadagno 50? al mese col mio sito, do la tassa forfettaria di tot, e sono in regola e non mi converebbe più evadere.

    Ma ovviamente siamo in Italia, e tutto questo può essere solo un miraggio...

    Integrazione: rileggendo la maggior parte dei post è chiaro che qui noi abbiamo le idee chiare, e anche la soluzione (variano un po' i tetti massimi ecc), ma la soluzione c'è. Perché i nostri politici non ce l'hanno? Beh mi riaggancio a quello che ho già detto: di informatica, web e Internet sanno poco o nulla!!!


  • Forse sarebbe sufficiente una circolare dell'AdE che dicesse espressamente che questo tipo di attività entro tot euro (un limite basso) può essere fatta anche da privati cittadini senza partita IVA, con l'obbligo però di inserirlo in dichiarazione nei redditi diversi.
    Ad oggi, non c'è nulla che faccia pensare che questo comportamento sia legale, anche se ho letto di commercialisti che fanno spallucce e dicono di fare così (con la solita frase: tanto chi vuoi mai che ti venga a controllare...).
    Comunque hai fatto bene a sottolineare: studenti e pensionati.
    Perché già oggi un lavoratore dipendente ha gli strumenti per fare quello che diciamo, basta aprire una partita iva con il regime dei minimi, e il gioco è fatto: viene meno anche il balzello dell'INPS dato che vale la posizione già aperta come dipendente (che è la prevalente); in questo caso non ci sarebbero i costi del commercialista, non ci sarebbero gli studi di settore e si potrebbe operare fino ad un fatturato di 30.000 annui (fatturato e non reddito), l'unica cosa è che si potrebbero perdere delle detrazioni come dipendente (quindi occorre valutare molto bene).


  • User Attivo

    In questo post

    http :// www . giorgiotave.it/forum/problemi-fiscali-del-web/115468-interpello-adsense.html

    è stata inserita la risposta dell'Agenzia delle Entrate ad un interpello relativo alla tassazione dei compensi di Adsense.


  • User Newbie

    @alexandr1 said:

    Perfavore scrivetemi qualcosa.. oggi stesso ho aderito al programma (in realtà devo ancora terminare la procedura), quindi a seconda di cosa mi dite tengo "parcheggiato" il mio account, che userò soltanto in un eventuale futuro (con piu visite e/o PI)

    @Archimede2007 said:

    Attivalo tranquillamente, comincia ad accumulare crediti... e magari lasciali lì, sospendendo i pagamenti in attesa di avere prima o poi delle certezze. Quel che è certo è che fino a quando adsense non ti bonifica i soldi, fiscalmente quel guadagno non esiste.

    :ciauz:

    @i2m4y said:

    Come ripetuto più e più volte in centinaia di topic, sospendere i pagamenti non serve a nulla per qualificare la tipologia di reddito e la necessità o meno di partita Iva.

    Quindi non si può neanche cominciare ad accumulare crediti e tenerli in sospeso -(in attesa di verificare se conviene aprire la partita iva) ? 😞


  • User

    Il punto, per quanto mi riguarda, è: qualcuno sprovvisto di PI è mai stato oggetto di accertamento fiscale? Ad oggi ho accumulato 10 euro, rischio qualcosa in pratica?


  • User Attivo

    @alexandr1 said:

    qualcuno sprovvisto di PI è mai stato oggetto di accertamento fiscale?

    Forse si o forse no, non credo che centri molto il fatto "non fanno accertamenti fiscali e quindi anche se non ho PI chi se ne frega procedo con il mio adsense". Come detti da qualcuno, basterebbe una semplice circolare dell'agenzia delle entrate che dica che per importi modesti si può dichiarare gli introiti di adsense come "redditi diversi".


  • Super User

    @alexandr1 said:

    Il punto, per quanto mi riguarda, è: qualcuno sprovvisto di PI è mai stato oggetto di accertamento fiscale? Ad oggi ho accumulato 10 euro, rischio qualcosa in pratica?

    Non funziona così, i controlli non vengono fatti a caso. Come è successo per ebay l'anno scorso, si fanno dare l'elenco di tutti quelli che hanno ricevuto dei compensi rilevanti nel corso di tutto l'anno e dopo procedono.
    Figurati se sprecano il tempo di una pattuglia di finanzieri per controllare chi ha beccato 10 euro.
    Per ebay, se ricordo bene, erano 1000 euro annui.


  • User Newbie

    Ciao a tutti, seguivo questa conversazione molto interessante, anche io ho un piccolo Blog, ma i ricavi dagli annunci adsense non giustificano l'apertura di una partita IVA, inoltre essendo un lavoratore dipendente non potrei neanche farlo (non sono daccordo su questo) cmq la mia domanda è questa, posso cedere i miei spazi pubblicitati a titolo gratuito ad un mio parente che possiede regolarmente partita iva e relativo account adsense?

    Mio cugino possiede già un network di siti intestati al suo studio, io come privato posso cedere gratuitamente 🙂 i miei spazi e farci mettere il codice adsense del suo account?

    E' necessario un accordo scritto? per me sarebbe una soluzione, naturalmente non chiederi certo soldi a mio cugino, non sarebbe regolare pero sicuramente mio cugino a natale potrebbe farmi un regalo di egual valore alle revenue ottenute dal mio blog 🙂


  • User Attivo

    @dgcreations said:

    inoltre essendo un lavoratore dipendente non potrei neanche farlo (non sono daccordo su questo)

    Perchè non potresti? Lavori già in campo informatico come dipendente?


  • User Newbie

    @444523 said:

    [***]

    No! Lavoro come dipendente pubblico e per quanto ne so io non posso svolgere altra attività, naturalmente questa è un'ingiustizia, perche sono condannato a campare con lo stipendio che mi danno, mentre permettendomi di fare impresa potrei ad un certo punto lasciare il lavoro da dipendente e dedicarmi all'attività in proprio e lasciare libero il mio posto ad altri.


  • Super User

    Ho conosciuto diversi dipendenti pubblici con P. IVA, possono esercitare la libera professione soltanto in regime di rapporto part-time. In pratica lavori meno ore per lo Stato e prendi circa il 30-40% in meno di stipendio, non so di preciso.
    Casomai informati con chi di dovere.


  • User

    Dopo essermi letto da cima a fondo questo thread,sto seriamente pensando di eliminare ad sense dal mio blog!

    Certo che è una vergogna la situazione in Italia,mai una cosa chiara!

    Anche io,come alcuni che hanno partecipato alla discussione,sono uno studente universitario,tra l'altro fuori sede, e a carico dei genitori.
    Gestisco un blog su un argomento che mi appassiona e da meno di un mese ho aperto un account AdSense e ho pubblicato qualche inserzione.
    Al momento il mio saldo è di 35 centesimi,ma davvero non riesco a capire come dovrei muovermi per regolarizzarmi.

    Non ho una dichiarazione dei redditi,non ho un lavoro nulla!
    non è che posso aprire la partita iva per così poco.
    Certo,magari col tempo le entrate aumenteranno,ma probabilmente comunque saranno cifre irrisorie.

    Ma volendo regolarizzarmi,mi sembra di capire che non c'è modo per chi è nella mia situazione!
    O sbaglio?


  • User

    @lord_frankye said:

    Quindi non si può neanche cominciare ad accumulare crediti e tenerli in sospeso -(in attesa di verificare se conviene aprire la partita iva) ? 😞

    Leggendo l' interpello all' Agenzia delle entrate (link nei messaggi precedenti) mi è sembrato di capire che anche loro non hanno le idee molto chiare.
    Ma mi è anche sembrato di capire che fino a quando non inizi a risquotere *(comunicando i tuoi dati fiscali a Google) *non dovresti avere problemi: come puoi pagare le tasse su dei soldi che non hai ancora guadagnato?

    Per chi invece già risquote credo sia possibile aprire la partita iva come libero professionista *(web domainer) *anzichè come impresa: in questo caso non sarebbe prevista l' iscrizione alle Camere di Commercio e i contributi Inps sarebbero calcolati in percentuale al reddito (credo 26%).
    Questo è quanto ho appreso recentemente leggendo altre discussioni, chiaramente è tutto da verificare...


  • User Attivo

    dunque signori, vediamo di riassumere, in maniera pratica ed essenziale, i punti CHIARI:

    1)l'applicazione della norma, come suggerisce il commercialista del thread, non lascia spazi a dubbi: aprire un account adsense comporta, allo stato attuale, attività di impresa, e dunque richiede l'apertura di una posizione IVA, e questo indipendentemente dall'entità dei guadagni
    2) AdE non ha le idee chiare in merito, tanto è vero che perfino in sede di interpello non hanno saputo dirimere la questione in maniera chiara e definitva. Siamo infatti di fronte ad un chiaro intento di "microbusiness" e, come sottolineato dal commercialista, sarebbe necessaria una tassazione ad hoc (aliquita fissa del 20%) per chi ha intenzione di aprire un blog e non riceverne gudagni superiori a 300-400 euro al mese.
    3) Nella pratica: se effettivamente non guadagno più di 5000 euro annui con Adsense, e inserisco detta cifra in "redditi diversi", le possibilità di accertamento sono remote, e quasi nulle quelle di un eventuale sanzione.

    Dato questo scenario mi chiedo: allo stato attuale, cosa deve fare chi vuole (come me) iniziare un'attività di microimpresa con Adsense? Ci sono 3 possibilità:

    1. iniziare con partita iva
    2. inserire i proventi della nostra attività in "redditi diversi"
    3. fregarsene di entrambe le soluzioni precedenti, e andare avanti
    4. rinunciare

    Ora, la prima soluzione è palesemente folle, per via dei costi di gestione assolutamente sproporzionati rispetto al nostro presunto "intento imprenditoriale".

    La terza soluzione è da evitare, in quanto sarebbe chiaro l'intento di "evasione" (per quanto, aggiungo io, allo stato attuale si tratterebbe di una evasione più che legittima. Tu, AdE, non fai chiarezza? Bene, finché non fai chiarezza ASSOLUTA, come dire che se affitto casa devo pagare le tasse, allora io non pago nulla).

    Escludendo la soluzione remissiva e patetica di rinunciare, io direi a questo punto, finché non sarà DAVVERO tutto chiaro e limpido, di optare per la soluzione 3): inserisco i guadagni in redditi diversi.

    La domanda finale dunque è: statisticamente, quante sono le probabilità di essere effettivamente sanzionati, inserendo un guadagno Adsense inferiore a 4000-5000 euro annui in "redditi diversi"? 1 su 100? 1 su 1000? 1 su 10000?
    A questo punto, credo che il succo della questione sia tutto qui.
    Quando una situazione non è chiarissimoa, ma soltanto "quasi chiara", per poter andare avanti non si può che affidarsi alla statistica.
    Perciò, chiunque voglia rispondere a questa domanda, con la competenze e l'esperienza per farlo, credo che riceverà i ringraziamenti di molti.


  • User Attivo

    Ci sono novità secondo questo aspetto?