• User Attivo

    Non so se avete mai chiesto informazioni ad impiegati statali tipo INPS o altro: solitamente ne sanno meno di noi!!!
    Quindi non mi fiderei assolutamente di quella risposta che oltretutto è generica, parla di corrispettivi minimi no meglio identificati (e se ci facessi 100'000 ? all'anno con AdSense???) e non fa assolutamente fede!

    Avrebbero fatto meglio ad aggiungere in fondo "ricordati però che se ci siamo sbagliati, pagherai tu, non noi!".


  • Bannato User

    @Phate said:

    Non so se avete mai chiesto informazioni ad impiegati statali tipo INPS o altro: solitamente ne sanno meno di noi!!!
    Quindi non mi fiderei assolutamente di quella risposta che oltretutto è generica, parla di corrispettivi minimi no meglio identificati (e se ci facessi 100'000 ? all'anno con AdSense???) e non fa assolutamente fede!

    Avrebbero fatto meglio ad aggiungere in fondo "ricordati però che se ci siamo sbagliati, pagherai tu, non noi!".in questo caso credo li si possa denunciare..comunque io ho incassato almeno 4-5 pagamenti di 200-350$ da adsense senza avere partita iva..rischio molto?


  • User Attivo

    Io mi auguro che in Italia la Guardia di Finanza abbia di meglio da fare che "stanare" evasori da 200/350 $....però essendo nella Repubblica delle Banane tutto è possibile....:wink3:


  • Super User

    @eXoduS90s said:

    in questo caso credo li si possa denunciare..comunque io ho incassato almeno 4-5 pagamenti di 200-350$ da adsense senza avere partita iva..rischio molto?

    Casomai fondi un tuo partito, ti fai eleggere al Parlamento e dopo cambi le leggi per autoassolverti.
    C'è gente che l'ha già fatto. 😄


  • Bannato User

    @bmastro said:

    Casomai fondi un tuo partito, ti fai eleggere al Parlamento e dopo cambi le leggi per autoassolverti.
    C'è gente che l'ha già fatto. :Dno grazie non ci tengo ad essere criticato da tutti..comunque io ho evaso perchè lo stato non mi ha dato chance. Sono a carico di mio padre che è dipendente statale, non ho partita iva e non posso aprirla anche perchè, i costi sono troppo alti per poter sopportare le spese ed i guadagni non sono molto alti..

    Ora ho sospeso i pagamenti e inserisco gli annunci di un altro sul mio sito che mi paga la metà del ricavato..


  • User Attivo

    Eh ma non è che hai risolto molto perché se quell'altro i soldi te li da in nero tu rimani comunque un evasore....


  • Bannato User

    Almeno posso dire che si tratta di pagamenti per altre cose..non ci sono fatture o altro..:fumato:


  • User Attivo

    Mi dispiace deludervi, ragazzi... ma ricordo perfettamente un utente di un altro forum che alla risposta delle Agenzie delle Entrare chiese di poter avere un documento scritto con dichiarazione che non occorreva la partita Iva con Adsense...

    A quel punto il funzionario tergiversò e alla fine non gli firmò un bel niente... le chiacchiere purtroppo non contano nulla senza un documento ufficiale...

    Provate a farvi rilasciare una dichiarazione scritta su questa affermazione... se ci riuscite (non una semplice email). Se vi dicessi le boiate che hanno dichiarato alla mia famiglia parecchi funzionari nel corso di trent'anni di attività imprenditoriale... ci sarebbe da ridere per non piangere.
    ❌x:x


  • Super User

    @archeoita said:

    Mettili nei redditi diversi del tuo 730, nessuno ti metterà in galera, tranquillo, e così ti tieni pure tutta la somma, molto meglio che non dichiarare nulla.

    Ma se è uno studente non fa la dichiarazione dei redditi. E se è costretto a farla, allora deve pagare qualcuno che gliela faccia (quindi voglio proprio vedere quanto riesce a mettere da parte).


  • User Attivo

    @bmastro said:

    Ma se è uno studente non fa la dichiarazione dei redditi. E se è costretto a farla, allora deve pagare qualcuno che gliela faccia (quindi voglio proprio vedere quanto riesce a mettere da parte).

    Ma sotto un certo "reddito" non è obbligatorio presentare dichiarazione dei redditi. O sbaglio? :mmm:


  • Super User

    La risposta fornita dall'Agenzia delle Entrate mi pare alquanto approssimativa e priva di supporto normativo, di prassi o giurisprudenziale.

    Sarebbe davvero interessante capire attraverso quale percorso di analisi tecnica e normativa siano giunti a quella (a mio giudizio erronea) conclusione non curandosi ad esempio di una nota sentenza della Corte di Giustizia UE, immediatamente applicabile in Italia.

    Mi riferisco in particolare a questo: Corte di Giustizia CEE decisione n. 68/92 del 17 novembre 1993 ha affermato come nelle "prestazioni pubblicitarie" debba intendersi ricompresa ogni attività indirizzata alla trasmissione di un messaggio promozionale, relativo a beni e servizi, purché le prestazioni rese siano riconducibili ad un "unicum", rappresentato dalla prestazione principale(e prevalente), qualificabile come attività pubblicitaria.?

    Tenendo conto che i publisher è l'anello finale ed imprescindibile che consente di far giungere il messaggio pubblicitario, come sarebbe dunque possibile "sganciare" la pubblicazione degli annunci dalla più ampia campagna pubblicitaria ????
    E se è evidentemente non possibile "sganciare" la pubblicazione come è possibile dire che quell'attività è al contempo "attività pubblicitaria" e "obbligo di fare, non fare, permettere" ???
    Se è "attività pubblicitaria" siamo in presenza di una attività d'impresa.... ai sensi del 2195 del CC.
    E se ho anche solo una microorganizzazione (PC, modem, connessione, contratto dominio, hosting, contratto adsense) direi proprio che sei un microimprenditore, pur sempre imprenditore.
    Lo fai occasionalmente??? No.... le pubblicità restano ad ogni visualizzazione....

    Sarebbe davvere tenuto un soggetto extraUE (o UE) ad effettuare e versare una ritenuta d'acconto ??? Mi par superficiale affermarlo nel caso specifico.

    No direi che è certo una soluzione semplificatissima quella scritta dall'addetto dell'Agenzia, ma mi par lontana dalla realtà purtroppo.

    Peraltro segnalo che le risposte via mail o telefono lasciano il tempo che trovano e non tutelano neppure il contribuente che le ha poste ed ha avuto quelle risposte. L'unico metodo sicuro è l'istanza di interpello, che è cosa ben diversa.

    Comunque non mi voglio dilungare qui.

    Paolo


  • User Attivo

    Vorrei portare anche la mia testimonianza.
    Anche io ho inviato un email all'agenzia delle entrate.
    Ve ne riporto il testo:

    Testo richiesta informazioni:
    Salve, sono proprietaria di un sito internet che da 3 mesi mi sta producendo un piccolissimo guadagno. Vorrei regolarizzare le entrate (lavoro giacome dipendente per una azienda)ma non so cosa devo fare. Alcune persone dicono che e sufficiente dichiarare nel 730 sotto 'altre entrate', altri dicono che devo necessariamente aprire partita iva. Ho scritto alla guardia di finanza, che mi ha indirizzato a voi. Il sito non e` e-commerce, ma guadagno solo con i programmi di affiliazione esponendo banner (come google adsense)...Mi potete aiutare? Grazie

    Testo risposta:
    Gentile signora XXXX,
    tutte le operazioni di commercio elettronico diretto, ossia che si realizzano tramite via telematica, sono da considerare sempre prestazioni di servizio a prescindere dai beni o servizi ceduti.La questione merita innanzitutto alcune precisazioni in tema di commercio elettronico, commercio elettronico diretto e indiretto. A differenza di quanto si potrebbe a prima vista pensare, infatti, l'attività di vendita o promozione dei propri beni o servizi via internet non rappresenta di per sé una forma di commercio elettronico in senso stretto. Occorre infatti distinguere tra "commercio elettronico diretto", riguardante la vendita di beni virtuali o di servizi prestati per il tramite di mezzi elettronici (disciplinati a livello normativo dalla direttiva 2002/38/CE), e "commercio elettronico indiretto", in cui rientrano invece tutte le altre attività di compravendita che si servono di internet esclusivamente come mezzo per veicolare o offrire i propri prodotti materiali. Riguardo alla rilevanza ai fini Iva (e ai conseguenti obblighi di fatturazione) delle operazioni di commercio elettronico diretto, poste in essere da operatori Iva residenti in Italia, valgono le regole di cui all'articolo 7 del Dpr 633/72, così come modificate dal Dlgs 273/2003. Esse prevedono che le prestazioni di servizi rese tramite mezzi elettronici (commercio elettronico diretto) sono soggette a regime Iva in Italia se rese a soggetti domiciliati o residenti in Italia. Cordiali saluti

    La presente risposta non è resa a titolo di interpello ordinario ai sensi dell'art.11 della legge n.212 del 2000, bensì a titolo di assistenza al contribuente ai sensi della Circolare Ministeriale n.99/E del 18/05/2000.

    Scusate, sicuramente sarò ignorante io.... ma non ci ho mica capito nulla!... 😊


  • User

    @ForumDonne said:

    Scusate, sicuramente sarò ignorante io.... ma non ci ho mica capito nulla!... 😊

    No secondo me è il funzionario che non ha capito cosa intendevi, gli dovresti specificare meglio in che modo guadagni con il sito. Cioè gli devi dire che gli utenti visualizzano gli annunci pubblicitari, alcuni cliccano su di essi e vengono riportati al sito dell'inserzionista, per ognuno di questi click tu ricevi un corrispettivo variabile da parte di Google il quale viene a sua volta pagato dall'inserzionista.

    Purtroppo non si può pretendere che tutti sappiano come funzionano i banner o AdSense.


  • User Newbie

    Ho posto la stessa domanda dell'inizio di questa discussione all'agenzia delle entrate ed ecco la risposta che è stata data a me:"Testo risposta:
    Gentile contribuente, qualora quella descritta nel quesito sia un'attività abituale e continuativa sarà obbligatorio dotarsi di regolare partita Iva, in modo da fatturare le operazioni pubblicitarie e adottare il regime contabile più consono alla propria attività. Di fatto con la pubblicazione del banner si realizza un contratto di sponsorizzazione con il quale una parte (lo sponsorizzato) si obbliga nei confronti di un altro soggetto (lo sponsor) ad effettuare determinate prestazioni dietro pagamento. La sua attività integrando una prestazione di servizi le imporrà l'obbligo di uniformarsi agli adempimenti Iva. Nell'ipotesi di occasionalità della prestazione i redditi andranno dichiarati nel quadro RL del modello Unico
    La presente risposta non è resa a titolo di interpello ordinario ai sensi dell'art. 11 della legge n. 212/2000, bensì a titolo di assistenza al contribuente ai sensi della Circolare Ministeriale del 18/05/2000 n. 99/E , priva pertanto, di effetti vincolanti per l'Amministrazione. Cordiali saluti."

    ed ecco il mio dubbio:Quando posso essere ritenuta occasionale? In che termini di tempo?


  • User Attivo

    Ragazzi, non c'è nulla da fare. Non perdete tempo con email, che vi confondono solo le idee.
    Io la settimana scorsa ho smosso il sederino, e mi sono recata di persona all'agenzia delle entrate.
    E si, SERVE LA PARTITA IVA PER ESPORRE ADSENSE, in quanto i banner sono un "lavoro continuativo".
    Non ci sono scusa, non ci sono eccezioni. La partita iva serve.
    Per chi ha pensato di dichiarare i soldi nel 730... ma fatevi 2 conti!!
    Non potendo fatturare (perchè non avete la partita iva), vi viene trattenuto il 20% di iva dal compenso... poi li dichiarate nel 730... e vi trattengono il 20% di iva. Morale della favola 20%+20% uguale 40% delle entrate andate in fumo! Oltre ad essere COMUNQUE non in regola con il fisco.
    APRITE LA PARTITA IVA, VI BASTA ANDARE ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE E NON PAGATE NULLA PER FARLO.
    Poi, se ne avete necessità, trovatevi un commercialista che vi segua almeno inizialmente. 😉


  • Super User

    Complimenti per l'iniziativa!

    (ed evito battute su come hai mosso il sederino ;):D)