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Professore minaccia di bocciare una studentessa, è reato
La notizia è di ieri, l'ho letta stamattina sulla Repubblica online.
Professore viene condannato perchè ha minacciato una sua studentessa di bocciarla. I retroscena della vicenda, a quanto leggo sul giornale, sono lezioni private a pagamento che il professore dava ai propri studenti, costringendoli, inoltre, a fargli regali, ma pare non sia questo il motivo della sua condanna, che è invece è da ricercare proprio nella "minaccia" di bocciatura rivolta alla sua allieva.
Che ne pensate?
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Io sono d'accordo con la decisione della cassazione, e concordo con quanto ho letto nell'articolo linkato da Pika: non c'è nulla di peggiore nel minacciare anticipatamente l'alunno infondendogli un terribile senso di paura e angoscia, senza pensare al fatto che il ragazzo in questione potrebbe sentirsi talmente demoralizzato da lasciar perdere tutto e non continuare più a studiare fino all'anno successivo (se va bene).
Il problema è che i ragazzi che frequentano le medie e le superiori nella maggior parte dei casi non hanno voglia di studiare, si sentono costretti in un banco, sentono di non poter esprimere se stessi al meglio; e, problema ancora più grande, sono i professori, che spesso non si impegnano a infondere nell'adolescente un minimo di voglia di apprendere, limitando le proprie ore a un meccanico e sempre uguale rito fatto di spiegazione-interrogazione-verifica.
Quando ero alle medie non ho fatto altro che sentirmi dire dai professori che non valevo nulla, e che avrei dovuto frequentare un istituto professionale (queste cose le dicevano durante tutto l'arco dell'anno, non solo alla consegna della pagella) ed era ovvio che è arrivato un momento in cui io ho deciso che non avrei fatto più NULLA.
Uscita da quella scuola ho perseguito il mio obiettivo e mi sono iscritta al liceo, anche non è stato tutto rose e fiori, ma me la sono cavata bene, mi sono iscritta all'università e mi sono laureata.
Ho avuto forza di volontà e sono andata avanti.
Se posso portare un esempio contrario: l'anno scorso davo ripetizioni a un ragazzino di un istituto tecnico, io trovavo che fosse intelligente e sveglio, ma alcuni suoi insegnanti non erano dello stesso avviso: già da febbraio dicevano che avevano messo per iscritto che il ragazzo avrebbe dovuto avere il 7 in condotta e che non avrebbe passato l'anno. E non si sono limitati a dirlo tra di loro... alla fine il ragazzo si è ritirato, non ha terminato l'anno e probabilmente adesso frequenterà un istituto professionale.
E io trovo che sia un peccato...
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buongiorno,
è un tema molto ampio questo della scuola.
se da un lato condivido interventi a favore del recupero dell'autorevolezza da parte degli insegnanti, sono pienamente daccordo sul non usare mai e senza possibilità di eccezione (ed in caso contrario sanzionare ) lo strumento subdolo della violenza (pressione) psicologica.Una minaccia è gia in sè qualcosa che blocca, spaventa e sgomenta.
L'Ansa parla di minaccia ingiusta (perchè esistono minacce giuste??:o) anzi per la precisione cita la corte di appello di venezia parlando di "ingiusta prospettazione della bocciatura"...
Giusta o non giusta non si dovrebbe parlare a dei ragazzi in questi termini. L'autorevolezza va conquistata sul campo e con i meriti.
L'insegnante dovrebbe riuscire a dialogare con il ragazzo e tanto con i genitori.
Purtroppo è venuta meno la fiducia di base tra genitori e insegnanti e questo ha minato la possibilità di una sana collaborazione.Ci sono molti insegnanti di valore, ci sono molti genitori collaborativi, ci sono molti ragazzi pieni di risorse, ci sono tante possibilità di riuscita. L'ordinamento detta le linee guida, le corsie, entro le quali cercare le varie soluzioni. Lo spazio per la creatività e originalità è dato dalla serenità delle regole di partenza. L'esempio lo devono dare i più anziani. Gli inseganti devono addirittura trasmetterlo e quindi respirarlo in ogni gesto...
Di strada quindi ce n'è tanta ma davvero non quella della violenza, del sopruso, dell'abuso, delle urla. fare pressione su sentimenti quali la paura specie su un individuo "in " formazione, lo trovo riprovevole.
Di contro, andrebbe ora rafforzato il messaggio in positivo. sanzionando, ove accadesse, anche il comportamento al contrario da parte dei ragazzi (alunni che minacciano i professori) o meglio ancora premiando e portando a conoscenza soprattutto dell'opinione pubblica esempi di rapporti alunni/insegnanti positivi.
Non credete -infatti- che avremmo bisogno di leggere anche qualcosa che ci stimoli, ci influenzi positivamente invece che sempre qualcosa che alimenti sgomento e sfiducia??
Il rispetto è qualcosa che può essere insegnato solo da chi ce l'ha ed è alla base di qualsiasi altro insegnamento.
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Quello che dice Gaetanuzza è vero, anche io per i professori dovevo stare lontano dal liceo Classico, ma se allora pensavo che "istituto tecnico" era la metafora soft di "ignorante caprona", ora non trovo che sia così. Che poi in quelle scuole ci va chi pensa di non dover studiare è un'altra storia.
Io sono divisa sull'argomento. Infondo ai tempi di mia madre si usavano i ceci, se ogni tanto si minaccia la bocciatura non può essere visto come uno stimolo? Bisogna ovviamente vedere i casi. Con i retroscena riportati dal giornale possiamo immaginare che in questo caso ci sono motivi molto più oscuri di un semplice incentivo allo studio.
Sono divisa perchè pare che ora ai giovani non si può dire più nulla, tutti nella nostra vita abbiamo sentito la frase "ti boccio", se una persona studia è una cosa che non lede poi molto, è quando non si studia per motivi x o y, allora si vorrebbe qualcuno che nonostante questo ci dice che saremo promossi ugualmente;poi c'è il terzo caso, ovvero quelli che studiano ma non riescono, per emozione o altro a esprimersi e allora la frase può far male. Ma imputare totalmente la demoralizzazione degli studenti agli insegnanti, no, non credo sia giusto, io stessa dico che se i professori ai tempi non mi avessero messo i bastoni fra le ruote, ora non avrei un lavoro, forse smossa un pò dalla voglia di sbugiardarli chissà.
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@pikadilly said:
ma se allora pensavo che "istituto tecnico" era la metafora soft di "ignorante caprona", ora non trovo che sia così. Che poi in quelle scuole ci va chi pensa di non dover studiare è un'altra storia.
Vorrei fare una piccola precisazione: io ho parlato di istituto professionale, e non di istituto tecnico. In questo caso la differenza è rilevante: l'istituto professionale è consigliato generalmente a chi si ritiene non abbia le capacità di studiare, a chi si pensa non possa farcela. C'è anche da dire che molte persone frequentano un istituto professionale perchè offre una formazione nel campo che interessa loro; stesso discorso per l'istituto tecnico.
Concordo con Pikadilly sul fatto che per certi aspetti è diventato difficile il mestiere dell'insegnante, in quanto capita di assistere a scene destabilizzanti, come quelle di genitori che si presentano a scuola per chiedere ragguagli sul perchè il figlio ha avuto una nota o un brutto voto, a volte si è passati anche alle mani!
Quando io andavo a scuola non c'erano scuse: se prendevo una nota o un brutto voto per i miei genitori la colpa era mia e solo mia. Ma in questi casi tutto sta nella maturità del genitore. Non escludo che nel mio caso le note e i brutti voti fossero veramente dipendenti da me e dalla mia poca voglia di studiare, ma nel caso specifico che ho esposto sopra mi permetto di dire che in parte erano anche dati dalla poca fiducia che ho visto nei miei confronti da parte degli insegnanti.
Come in tutte le cose credo che si tratti di una questione di equilibrio: i professori devono necessariamente mantenere il loro ruolo di autorevolezza, ma questo non vuol dire, a mio parere, denigrare ingiustamente i ragazzi.
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Sì, sì, quì per istituti professionali si intendono istituti tecnici.
No, hai ragione, non devono accanirsi con i ragazzi.
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beh c'è il famoso detto primo a scuola ultimo nella vita
io, ad esempio, sono stata una secchiona. il che stona molto col mio carattere e aspetto un po' anticonformista e gli insegnanti cacciavano i miei genitori dai colloqui perchè non c'era niente da discutere.
Sono ancor oggi un po' secchiona, nel senso che amo studiare e approfondire ma sempre e soprattutto se questo non ha un ritorno (per forza) in senso utilistico/economico. Da parte mia è una scelta ma per i miei genitori, viste le premesse è stata una sorpresa non proprio positiva.A parte il personale, mi piacerebbe che nella scuola si desse la priorità all'educazione più che alla sterile cultura. Le esperienze di vita, di formazione restano mentre le nozioni vanno, si perdono se non coltivate.
Verissimo che i genitori non aiutano, tutta la società non aiuta ma non ci si può arrendere per questo ne adeguarsi al peggio.
il campo dell'insegnamento -secondo me- meriterebbe molta più cura e attenzione. ciaooo
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@cherryblossom said:
il campo dell'insegnamento -secondo me- meriterebbe molta più cura e attenzione.
Nulla di più vero! L'Italia si trova in un momento che dire critico è poco... in questi casi la cosa più logica da fare sarebbe quella di investire nell'istruzione, in modo da poter nel futuro uscire da questo brutto momento. Ma purtroppo non c'è interesse per il futuro: la formazione dei giovani sembra non interessare i piani alti, che continuano ad annunciare tagli (consistenti) nel personale dell'istruzione; i fondi per la ricerca sono pressochè invisibili, e quelli che ci sono vengono utilizzati per prestiti ponte che si rivelano essere a tutti gli effetti dei regali; i giovani ricercatori italiani sono costretti a lasciare il nostro paese perchè ricevono un vergognoso stipendio da fame.
Il livello di istruzione italiano, considerato tra i più alti del mondo si sta piano piano abbassando.
Sono già OT, meglio non continuare.
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Forse non sei "un'ignorante caprona", ma sicuramente non sai usare il congiuntivo, nonostante tu abbia frequentato il liceo classico; o forse oggi il congiuntivo non è più di moda fra i modernissimi? Comunque condivido la tua opinione.- Guiscardo.
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@Guiscardo said:
Forse non sei "un'ignorante caprona", ma sicuramente non sai usare il congiuntivo, nonostante tu abbia frequentato il liceo classico; o forse oggi il congiuntivo non è più di moda fra i modernissimi? Comunque condivido la tua opinione.- Guiscardo.
<!-- / message --> <!-- edit note -->Ciao Guiscardo e benvenuto nel Forum GT.
Mi fa piacere che tu sia intervenuto in quest'area, come credo faccia piacere a tutti gli utenti del Forum, ma non trovo molto corretto il tuo intervento.
In primo luogo perchè esso appare offensivo nei confronti di un utente del suddetto, in secondo luogo perchè a quanto pare hai preferito rimanere vago e non hai quotato alcun intervento precedente, nè tantomeno hai spiegato a chi ti riferissi.Ancor più bislacco trovo che il fatto che il presunto congiuntivo sbagliato (che io peraltro non ho ancora scovato, ma sono distratta, lo sanno tutti) al quale intendevi riferirti non è stato da te evidenziato in maniera da rendere lo stesso palese anche agli altri utenti del Forum.
Se poi posso permettermi una piccolissima riflessione personale, vorrei dire che il dare eccessivo risalto ad evenutali errori grammaticali di una persona in maniera così poco gentile ed elegante, anche un po' scortese se mi è concesso, denota una scarsa considerazione del prossimo nonchè un briciolo di presunzione. E proprio tu, che a quanto pare, sei uomo di cultura, dovresti sapere che un ricco bagaglio culturale vale assai poco se non accompagnato da una buona dose di educazione, gentilezza e perchè no, umiltà.
Grazie e rinnovo il mio più sincero augurio di una spettabile permanenza nel Forum GT.
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Ciao Gaetanuzza.
Non ho quotato alcun intervento precedente perchè utilizzavo questo tipo di comunicazione per la 1° volta. Ora ci proverò. Se non avrò successo, aiutami tu! Grazie.
Mi riferivo all'intervento di Pikadilly del 25.09.08. La ragazza dice di aver frequentato il Liceo Classico (se ho ben capito!) ed allora dovrebbe conoscere il modo congiuntivo. Se non avesse presentato queste sue credenziali, avrei ovviamente evitato qualsiasi commento. I congiuntivi omessi sono molti; leggi attentamente. Poichè parliamo di scuola.......mi sono permesso! Se l'argomento fosse stato l'aumento dei prezzi al consumo, non mi sarei permesso, ti pare?
Uomo di cultura,io? Per carità! Avevo un cognato, molto più anziano di me, docente universitario in materie umanistiche. Quando dissertava di filosofia o filologia, le mie personalissime sfere diventavano ipertrofiche. Posso usare questa espressione, in questa sede, o sono volgare?
Educazione, gentilezza, umiltà? Troppo presto per capirlo!
Cordiali saluti ed una stretta di mano.
Guiscardo.
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Ciao Guiscardo,
per fortuna che ho letto questo tuo intervento. Da oggi so che non dovrò più dire a nessuno quali sono i titoli di studio da me posseduti, così forse i miei interlocutori si interesseranno di quello che dico e non dell'aspetto formale, cioè di come lo dico.
Sai, nonostante la tua cortese risposta, mi è molto difficile riuscire a condividere le tue parole, in quanto finora non ho mai dato alcun peso ai diplomi o alle lauree delle persone con cui avevo la fortuna di interloquire. Se poi è capitato di sapere con chiarezza quali fossero questi attestati non vi ho mai dato peso in quanto trovo molto più costruttivo il comprendere ciò che mi viene detto anzichè fossilizzarmi sugli aspetti grammaticali che sono sì certamente importanti, ma che non rappresentano l'unico requisito fondamentale per poter instaurare un rapporto verbale.
Dalle tue parole evinco che qualora il tuo interlocutore non fosse al tuo livello in merito a conoscenze grammaticali, o semplicemente culturale, gli sarebbe veramente difficile poter con te concludere un discorso, in quanto egli sarebbe probabilmente fermato prima del tempo a causa di un errore o di una disattenzione...
Conosco personalmente Pikadilly e ti posso assicurare che è tra le persone migliori che ho avuto la fortuna di conoscere; se per caso le fosse mai capitato di commettere un errore gramamticale durante una delle tante interessanti conversazioni che abbiamo avuto nel Forum e in altri contesti, ti garantisco che (qualora ci fosse stato) esso sarebbe passato in secondo piano in quanto penso che le qualità della persona in questione siano molte e molto più importanti, e mi dispiace veramente tanto che per un insignificante congiuntivo questo valore ti sia passato inosservato.Rinnovo il cordiale saluto e la stretta di mano.
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Per Gaetanuzza: O.K. - Ricevuto!
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Avevo intuito che l'oggetto dell'alterco ero io, probabilmente perchè quando c'è un congiuntivo sbagliato, state certi che è il mio.
Prima di tutto vorrei ringraziare Gaetanuzza per la stima che nutre nei miei confronti nonostante il mio lessico da asilo dell'infanzia.
E, udite udite, ringrazio anche Guiscardo per aver fatto notare le mie mancanze grammaticali. Se mi ascoltassi parlare credo che avresti qualche problema tricologico fulminante. Ora che ci penso, credo di non aver mai parlato in italiano corretto in vita mia, dubito che la gente che mi ascolta riesca effettivamente a capire quello che dico. Io andavo al classico perchè amavo e amo fortemente il greco, non ho mai smesso di imparare nuove parole di questa lingua considerata defunta.
Non so dove l'ho scritto, ma non mi faccio più condannare dalle mancanze che siano esse grammaticali, fisiche, psicologiche e sociali.
Visto che si parlava di scuola, tu hai gentilmente evidenziato, con il più sgargiante dei colori, che chi ha iniziato il discorso non sa parlare, ragionando in questi termini dovrei dedurre che io non ho voce in capitolo sulla questione scuola perchè il mio discorrere sgrammaticato mi toglie il diritto di pensiero? E sia, se è così che deve essere.
In ogni caso credo che l'oggetto del thread non fosse "Pikadilly e i suoi congiuntivi", ma un discorso sociale che vedeva un uomo condannato per una frase che probabilmente la ragazza si meritava (come me lo meritavo io quando invece di studiare andavo dietro al ragazzetto che mi piaceva , ai tempi i miei miti erano Alex D e Luciano De Crescenzo).
Vorrà dire che da oggi in poi ogni volta che dovrò scrivere un post imbraccerò il vocabolario della Crusca, facendo in modo di trovare termini eruditi ed espressioni talmente auliche da far rivoltare il Sior Dante nel suo sepolcro.
Grazie a tutti e spero che si ritorni in topic il prima possibile.
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... dovrei dedurre che io non ho voce in capitolo sulla questione scuola perchè il mio discorrere sgrammaticato mi toglie il diritto di pensiero? E sia, se è così che deve essere.
Fortunatamente così non è, almeno in questo Forum.Riteniamo importantissimo dedicare attenzione alla scrittura dei testi e curare la grammatica; da sempre ci battiamo per lasciare lo stile SMS fuori dal Forum gt, ma non sarà mai consentito contenere o mettere semplicemente in discussione il pensiero di nessun utente, quando civile e rispettoso, solo perchè espresso con verbi mal coniugati o altro.
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Mai usato lo stile sms, al massimo il dialetto romano, ma solo nei thread mensili in area fetish.
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Brava Pikadilly sei una ragazza di spirito! Non volermene. La mia è stata un'osservazione causata dal fatto che tu (il 25.09.08) scrivesti:"se allora pensavo che l'istituto tecnico era (fosse) la metafora soft di ignorante-caprona,ora non trovo che sia così." Dicesti precedentemente di avere frequentato il Classico. O.K. -Banale mia deduzione: Istituto tecnico= ignorante-caprona; Classico=....forse donna erudita? Ecco tutto. Chiedo venia. Non accadrà mai più! Comunque sei simpatica e frizzante. Ciao
Guiscardo.
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Ahahahah, assolutamente no. Ai tempi pensavo FOSSE così, credevo di essere qualcuno perchè frequentavo il Liceo Classico, in verità ero solo una superficialotta che non riusciva a capire che la cultura personale non la si costruisce a scuola. Difatti, dopo aver abbandonato per motivi di salute, ho continuato a studiare da sola, a studiare argomenti interessantissimi che a scuola non sono previsti, tipo il web o le letterature orientali e africane, potrei citare miliardi di argomenti che a scuola non vengono trattati per motivi di tempo e di riforme.
Io sbaglio molte volte nello scrivere, lo so, questo accade perchè scrivo di getto, non ho il selciato che filtra i pensieri prima di arrivare alla bocca e/o alle mani, se fosse per me scriverei perennemente in romano. Allo stesso tempo non mi sembra di errare così spesso, mi capita molte volte, ma non è un mio standard, a tutti capita di sbagliare un congiuntivo soprattutto quando si scrive di getto, quando si hanno i pensieri che si accavallano capita di scrivere come se si avesse un flusso di coscienza.
Per queste cose non me la prendo perchè non ci tengo a farmi vedere erudita e/o saccente, se sbaglio e qualcuno me lo fa notare, me la lego solo se con l'argomento trattato non c'entra nulla e soprattutto se lo si fa solo ed esclusivamente per mettermi in cattiva luce, questo non lo accetto, perchè non è la mia grammatica che può rovinare la mia persona.
La storia è piena di persone di grande cultura che hanno tentato di rovinare il mondo, allo stesso tempo è piena di persone che non sapevano mettere due verbi in croce e hanno cambiato il corso degli eventi. Sono le idee che cambiano il mondo, non la grammatica. Con questo non voglio dire che la grammatica non sia importante.
In ogni caso meglio far notare queste cose in altri modi, ti dico questo perchè non tutti ammettono che altri li correggano quando la cosa non è richiesta. Come dice Gaetanuzza credo che non sia molto carino fare cose del genere.
A questo punto penso proprio che si debba continuare a parlare del professore e non di me, come moderatrice penso che sia giusto che io stessa mi impegni a riportare l'argomento sul giusto binario.
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Credo che raccontare e disquisire della propria storia personale in quest'area non possa essere d'interesse per gli utenti.
Chiudiamo qui.