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Risarcite le famiglie dei morti alla Thyssen
Firmato l'accordo tra le famiglie delle persone che lavoravano alla Thyssen e che sono morte la notte del 6 dicembre scorso.
L'accordo, che prevede un risarcimento di circa 2 milioni di euro a famiglia, impedirà loro di costituirsi parte civile al processo contro la multinazionale.
E' stata certamente una decisione sofferta...
(fonte: repubblica.it)Lo stesso giorno è giunta la notizia che la ditta Umbria Olii ha chiesto un risarcimento di 35 milioni di euro alle famiglie delle vittime dell'incidente avvenuto a novembre del 2006 che ha visto la tragica morte di 4 operai.
Secondo i legali che hanno avanzato l'assurda richiestaè emerso che l'esplosione di uno dei serbatoi della Umbria Olii sarebbe stata causata dall'uso di una saldatrice per fissare una passerella metallica alla sommità dei silos mentre invece questa attrezzatura, secondo la relazione, non doveva essere impiegata.
Premettendo che è in corso un processo che vede come imputato il titolare della ditta, Giorgio Del Papa, con l'accusa di > omicidio colposo plurimo, disastro colposo, e violazioni a norme per la sicurezza del lavoro, non vi sembra che sia incredibile che proprio alle famiglie delle vittime sia richiesto un risarcimento?
Partendo dal presupposto che è alquanto improbabile che si possa trattare di un errore voluto (ammettendo che sia stato un errore degli operai), non vi sembra che stia al datore di lavoro offrire i mezzie le informazioni necessarie per prevenire tali stragi?Sono indignata.
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E' incredibile dover dare una valore economico anche alla vita umana ma le famiglie degli operai morti hanno anche da campare, sono storie davvero drammatiche e strazianti.
Trovo assurdo si chiedano i danni ai lavoratori, secondo me è tutta una mossa legale per far mettere paura a chi ha invece diritto a un risarcimento danni da parte del datore di lavoro.
Come si dice, cornuti e mazziati!
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Per quanto riguarda il risarcimento alle famiglie della thyssen, ciò non riporterà a vita gli operai, anche se almeno risolverà il problema economico alle famiglie stesse. Non so cosa comporterà il non presentarsi come parte civile; mi auguro solo che, a parte questi risarcimenti, la Thyssen paghi cospicuamente.
Per quanto riguarda l'altro episodio (Umbria Oli), faccio una considerazione, anche se cruda...
Vivo giornalmente per lavoro il problema della sicurezza nei cantieri edili; la colpa del mancato rispetto delle disposizioni sulla sicurezza la spartirei in parti uguali tra:
- committenti
- tecnici
- datore di lavoro dell'impresa
- operai dell'impresa
- lavoratori autonomi e/o ditte subappaltatrici.
In realtà non mi invento nulla, visto che il tutto è riportato nel d.lgs 494/96 e nel recente decreto sulla sicurezza.
La colpa è dei committenti perchè, spesso per ignoranza, ritengono non proprio l'argomento, e se vedono anche una grave situazione di pericolo, se ne fregano; spesso e volentieri poi, per risparmiare poche migliaia di euro, permettono la realizzazione di opere abusive (pensiamo ad esempio la ristrutturazione di un appartamento o il rifacimento di un tetto) senza interpellare un tecnico, e magari chiamando ditte di bassissimo livello.
La colpa è dei tecnici perchè, spesso per evitarsi rogne col committente, non bloccano i lavori (o singole lavorazioni); spesso anche nelle soluzioni progettuali e realizzative non si tiene in conto della sicurezza.
La colpa è del datore di lavoro dell'impresa esecutrice e/o del preposto per ovvi motivi; perchè sia per risparmiare, sia per ignoranza, con la complicità del committente (e del tecnico se nominato) evita di predisporre tutti gli apprestamenti atti a garantire la sicurezza dei lavoratori.
La colpa è degli operai molto molto spesso, perchè disapplicano le prescrizioni loro fornite dal datore di lavoro; quindi, se vengono fornite le cinture di sicurezza, non le mettono perchè sono scomode, oltre a ritenerle inutili, anche nella convinzione che gli incidenti capitano agli altri (che sono babbei) mentre a loro, che sono attenti e furbi, non possono capitare.
La colpa è dei lavoratori autonomi e delle imprese subappaltatrici spesso e volentieri; anzi sono i soggetti più pericolosi, perchè creano lavorazioni interferenti rispetto a quelle dell'impresa madre, aggravando quindi i rischi previsti, ed inserendone di nuovi.
Quante volte infatti i lavoratori autonomi (che per lo stesso significato della parola devono essere autonomi) si portano aiutanti poco qualificati in cantiere, mettendo lo stesso fuori norma a prescindere, oppure si servono della manovalanza dell'impresa madre, spesso non tecnicamente formata per svolgere lavorazioni ad alta specializzazione.Per finire.....
la colpa è la cultura della sicurezza da parte di tutte le figure che partecipano al processo produttivo!!Per giungere all'Umbria, visto quanto ho premesso, non riterrei così strano che la cause siano da addebitarsi agli operai che hanno realizzato il lavoro non conformemente agli standard di sicurezza (pur non conoscendo naturalmente la dimanica di quell'incidente)
Ovvio che la richiesta di risarcimento suona eticamente vergognosa perchè indirizzata a famiglie che hanno perso i loro cari, con tutti i problemi che ne susseguono; ai fini legali purtroppo, se la ditta ritiene di essere stata danneggiata, credo abbia diritto di richiedere risarcimenti.
Sarà poi la Legge a decidere. Considerato comunque che essendo committenti dei lavori, saranno quasi certamente chiamati a rispondere per la loro parte
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Sono d'accordo con Lorenzo che ha fatto un'analisi molto completa alla quale vorrei aggiungere solo che, sempre più spesso, la competitività delle aziende medio-piccole le induce sia ad abbassare indiscriminatamente i costi (e quelli per la sicurezza degli operai, proprio per la questione culturale già spiegata, sono i primi ad essere tagliati) sia ad esporsi consapevolmente a dei rischi, tra cui quello di un incidente. E' inammissibile e triste ma è così. Se a ciò si aggiunge che per un operaio che dovesse pretendere delle condizioni di tutela sacrosante ma "costose" ce ne sono almeno 3 che, per necessità, sono disposti a rischiare la vita, il quadro è completo.
Certo, si può denunciare tutto all'ufficio del lavoro, esponendosi personalmente: con ogni probabilità chi denuncia vincerà la causa ma poi, questo è sicuro, nessuna azienda correrà il rischio (perdonate l'ironia) di assumerlo a sua volta.Ciao a tutti
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I sei imputati per il rogo della Thyssen sono stati tutti rinviati a giudizio; l'Amministratore delegato Harald Espenhahn sarà processato per omicidio volontario con dolo eventuale, gli altri cinque per omicidio colposo.
Una sentenza "storica", secondo il Procuratore Guariniello QUI
Una sentenza "eccessiva": muore più gente per le strade, secondo il Responsabile Sicurezza di Confindustria QUI
Personalmente trovo incredibile la posizione di Confindustria! Sono allibito!
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Apro il mio messaggio con una opinione personale riguardo alla Thyssen: il sindacalista con il codino è passato da eroe ma le sue responsabilità dove sono andate a finire? il compito dei sindacalisti è anche quello di interessarsi della sicurezza, c'erano gli estintori scarichi e lui non ha aperto una vertenza, è venuto fuori un incendio dove sono morti i suoi colleghi e amici e va a parlare in televisione come un eroe??
Sicuramente non sarete d'accordo con me e ripeto: è una mia personale opinione..Per quanto riguarda Lorenzo non mi trovo d'accordo sul punto responsabilità operai..
Uno dei problemi principali della sicurezza è che le norme vengono fatte da persone che non hanno mai lavorato nei cantieri e molto spesso ci si trova davanti a cose assurde, credo che Lorenzo confermerà questa cosa.. Non mi riferisco di sicuro alle cinture di sicurezza da lui citate ma non sto ad aprire un elenco qui perchè sicuramente non interessa a nessuno..
Gli operai molte volte omettono alcune sicurezze ecc ma alla fine lo fanno per l'azienda, il lavorare in sicurezza rallenta notevolmente il lavoro e a fine giornata quando il superiore arriva e chiede..A che punto siamo?? al superiore non interessano le norme e vuole solo che il lavoro sia fatto..
Specialmente nelle aziende se un lavoratore si impunta per far rispettare qualche norma viene preso di mira dall'azienda e se ha famiglia, mutui ecc gli conviene stare zitto e mettere a repentaglio la sua salute..
Per finire in questo momento di crisi la sicurezza ha definitivamente cessato di esistere, molte aziende hanno la lista della mobilità aperta e vive nel ricatto, in questo momento a nessun lavoratore verrebbe mai in mente di opporsi per far rispettare le norme..
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in questo momento a nessun lavoratore verrebbe mai in mente di opporsi per far rispettare le norme..E' terribilmente reale questo aspetto e penso meriti una profonda riflessione.
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Andrez è una cosa che si sottovaluta molto della crisi..sinceramente è l'aspetto che a me preoccupa di più..
Si stanno perdendo tutti i diritti dei lavoratori, all'interno delle aziende sta succedendo il finimondo ma tutti sono obbligati ad abbassare la testa per ovvie ragioni, ai vertici delle aziende c'è poi sempre qualche parafulmine ch è ha cariche simboliche inventate appositamente per prendere le denunce in caso succeda qualche infortunio grave..
La vicenda della Thyssen è la più grave ma tutti i giorni ci sono morti sul lavoro, e non persone che pensavano di essere i mortali e che pesavano che gli incidenti succedessero sulo ai "babbei" come ha detto Lorenzo..
Le persone che muoiono sul lavoro sono obbligata ha omettere le sicurezze per dar da mangiare ai propri figli, mettono a repentaglio la loro vita per la loro famiglia e quando muoiono vengono dimenticati..
Scusate ma questa cosa mi tocca proprio
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@dalailama426 said:
Per quanto riguarda Lorenzo non mi trovo d'accordo sul punto responsabilità operai..
Uno dei problemi principali della sicurezza è che le norme vengono fatte da persone che non hanno mai lavorato nei cantieri e molto spesso ci si trova davanti a cose assurde, credo che Lorenzo confermerà questa cosa.. Non mi riferisco di sicuro alle cinture di sicurezza da lui citate ma non sto ad aprire un elenco qui perchè sicuramente non interessa a nessuno..Infatti le norme vengono spesso considerate "assurde" e "troppo onerose", e non mi riferisco anche io alle cinture di sicurezza. Ma, che ci piacciano o no, assurde o non assurde, onerose o non onerose, devono essere applicate.
Come fare? Moltiplicare il Personale delle ASL e dell'Ispettorato del Lavoro e farle applicare a suon di multe!@dalailama426 said:
Gli operai molte volte omettono alcune sicurezze ecc ma alla fine lo fanno per l'azienda, il lavorare in sicurezza rallenta notevolmente il lavoro e a fine giornata quando il superiore arriva e chiede..A che punto siamo?? al superiore non interessano le norme e vuole solo che il lavoro sia fatto..
Non condivido il fatto che lavorare in sicurezza rallenti il lavoro:
- ci vuole più tempo per montare un ponteggio omologato?
- ci vuole più tempo se si indossano le calzature antinfortunistiche rispetto ad un paio di scarpe normali?
- ci vuole più tempo se si indossano gli otoprotettori?
Io personalmente penso che nel settore dell'edilizia non si lavori in sicurezza semplicemente per ignoranza (intesa come assenza di cultura della sicurezza - sia del lavoratore che dell'operaio - dovuta alla assenza totale di un'adeguata formazione ed informazione) e menefreghismo (intesa come "chi me lo fa fare a cambiare il mio modo di lavorare, tanto chi mi controlla").
Questo è confermato dal fatto che a lavorare a rischio non sono solo i poveri operai, ma anche molti lavoratori autonomi (elettricisti, fabbri, idraulici, ecc) e gli stessi titolari delle ditte.Faccio un esempio: spesso vedo lavoratori che utilizzano il martello pneumatico senza protezioni. Non credo che lavorare senza tappi alle orecchie velocizzi il lavoro, come non credo che acquistarli mandi sul lastrico le imprese. Eppure non si utilizzano.
Non mi pare di aver visto mai gli operai lagnarsi di lavorare esposti a forti sorgenti di rumore, se non soltanto dopo essersi sottoposti ad esame audiometrico, e dopo magari dieci anni di lavoro. Eppure i tappi auricolari in farmacia costano molto poco. Se non me li fornisse il datore di lavoro, pur di salvaguardare il mio udito io me li comprerei da solo.Un altro esempio: quante volte gli operai per i loro comodi tolgono alcune protezioni mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti?
Un classico è ad esempio rimuovere dal ponteggio una tavola fermapiede perchè serve una palanca: fa troppa fatica scendere a livello strada e procurarsi una palanca? "Direi di si, visto che ho una tavola fermapiede vicina vicina che fa al caso mio...."
E non ditemi che è il datore di lavoro a vietare di scendere dal ponteggio.Quotandomi inoltre:
La colpa è degli operai molto molto spesso, perchè disapplicano le prescrizioni loro fornite dal datore di lavoro; quindi, se vengono fornite le cinture di sicurezza, non le mettono perchè sono scomode, oltre a ritenerle inutili, anche nella convinzione che gli incidenti capitano agli altri (che sono babbei) mentre a loro, che sono attenti e furbi, non possono capitare.Comprendo che il temine babbeo è un pò troppo "colorito" e potrebbe suonare come oltraggioso, ma queste sono le giustificazioni che spesso si sentono (e mi sento) dire da molti operai. Ti dicono spesso che loro lavorano prestando estrema attenzione; non comprendono però che l'infortunio è in agguato proprio nei momenti in cui cala l'attenzione o per altre cause.
Faccio una precisazione:
io mi riferisco esclusivamente al settore edile, e al "cantiere edile medio"; non mi riferisco ad altre realtà aziendali (tipo Thyssen) che ovviamente non conosco, o a quei cantieri edili dove gli operai sono spesso alla mercè di caporali, non hanno nessun diritto, e dove non c'è in genere nessun controllo.
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Certo Lorenzo per quanto riguarda il settore edile mi fido di quello che dici perchè non lo conosco, nelle industrie seguire le norme di sicurezza ha dei costi e dei rallentamenti..
Restando nel tema Thyssen ho visto con i miei occhi disattivare un impianto anti incendio perchè continuava a fermare l'impianto, si trattava di una lavorazione a caldo..
In questo caso i lavoratori l'avevano disattivato perchè non sarebbero mai riusciti a raggiungere la produzione e sarebbero andati incontro a grossi problemi, a loro per fortuna è andata bene ma si tratta di fortuna...
Per quanto riguarda i controlli è inutile che ci prendiamo in giro anche tra di noi, sappiamo tutti benissimo che non si tratta di aumentare il personale ma solo di avere personale che faccia il proprio lavoro..
L'Italia è così, ci sono persone ricche e potenti che non vengono disturbate da nessuno..