• Bannato User Attivo

    Chi dichiara e chi no (anche per Adsense)

    Dalla Guida Fiscale 2008 leggo:
    "Non dovete presentare la dichiarazione dei redditi se avete posseduto solo uno o più redditi qui sotto elencati:

    a) ...non interessa ai nostri scopi...

    b)...non interessa ai nostri scopi...

    c) un reddito complessivo,al netto dell'abitazione principale e relative pertinenze, inferiore a 4800 euro al quale concorre uno dei redditi [assimilati a quelli di lavoro dipendente...] oppure derivanti da attività commerciali o di lavoro autonomo non esercitate abitualmente.


  • Super User

    Inutile dire di fare molta attenzione alla definizione di "attività commerciale non esercitata abitualmente".

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    @i2m4y said:

    Inutile dire di fare molta attenzione alla definizione di "attività commerciale non esercitata abitualmente".

    Paolo

    ...Attivita commerciale o di lavoro autonomo...

    Infatti, non sta scritto da nessuna parte quali sono i parametri di riferimento. Non sta scritto da nessuna parte quando una attività non abituale si trasforma in abituale, o meglio non sta scritto il limite massimo invalicabile, oltre il quale si è sicuramente abituali e al di sotto del quale si è non abituali. E su questo si può "lavorare" molto.
    E' anche poi assurdo che se guadagno in una o due volte (in un anno) 2400 euro (totale max 4800) posso non dichiarare, ma se guadagno 6 volte l'anno 700 euro (totale 4200), o 4 volte 1050 euro, devo dichiare.
    E' evidente l'assurdo.


  • Super User

    Segnalo che Adsense (anche ove la si volesse intendere quale non abituale attività) non può produrre redditi di "lavoro autonomo" (nè abituali, nè occasionali) in quanto attività commerciale.

    Paolo


  • User

    @i2m4y said:

    Segnalo che Adsense (anche ove la si volesse intendere quale non abituale attività) non può produrre redditi di "lavoro autonomo" (nè abituali, nè occasionali) in quanto attività commerciale.

    Paolo

    Mi permetto di osservare che oltre al lavoro autonomo anche le attività commerciali possono rientrare come detto esplicitamente sulla Guida Fiscale. Infatti, recita la guida:...oppure redditi da attività commerciali o di lavoro autonomo non esercitate abitualmente.

    Quindi rimane solo il vincolo di stabilire quando e fino a quando un guadagno di pochi euro diventa attività commerciale non abituale. Fermo restando che si tratta di attività commerciale o impresa, il che è tutto da dimostrare come Krug e Lodiablo hanno spesso spiegato.
    Grazie dell'attenzione.


  • Super User

    Mi permetto di ri-sottolineare la fine differenza di carattere meramente fiscale:

    adsense non può produrre "reddito di lavoro autonomo". E' una categoria reddituale non confacente il caso, neppure se non abituale.

    Il reddito da adsense è un semmai un "reddito di impresa" e, se qualcuno vuole azzardarsi ad inquadrarlo quale non abituale, un "reddito di natura commerciale non abituale".
    Mai di lavoro autonomo comunque.

    Anche volendo ammettere la possibilità di inquadrare adsense come attività non abituale essa è comunque sempre, ma sempre attività generatrice di reddito (anche per solo 1 euro).

    Le regole più generali di determinazione del reddito consentono di "esentare" redditi bassissimi di alcune tipologie e fra queste rientrano anche quelli da "attività commerciali non abituali" sotto la soglia.
    Ma ciò non toglie che quello resta reddito.

    Per la discussa diatriba inerente l'inquadrabilità di adsense quale attività non abituale (cosa su cui, come si sa, dissento fermamente) rimando ai vecchi topic.

    Paolo


  • User

    La questione redditi da lavoro autonomo nasce in riferimento ai pagamenti pay per sale, pay per action e pay per click e non per aver ospitato semplicemente della pubblicità. Sono d'accordo con quanto dici nel momento in cui vengo pagato per ospitare della pubblicità in cui sono pagato per il semplice fatto di ospitare un banner sul mio sito, non per richiedere delle azioni. La Barilla non paga la Rai se e solo se qualcuno va a comprare, la Rai stipula un contratto in cui trasmette la pubblicità della Barilla sulle sue reti e lascia il problema del comprare o non comprare a rischio della Barilla stessa. Allo stesso modo le pubblicità in pay per impression si possono riguardare come delle vere pubblicità, ma tutte le altre vengono sempre classificate come una sorta di procacciatore d'affari occasionali (la differenza non è da poco).
    Per le pubblicità pay per impression poi è da aggiungere un'altra osservazione: come la mettiamo con le pop under? Queste non stanno nemmeno sul mio sito, vengono aperte in una pagina dell'azienda che fa le pubblicità, sul mio sito si trova solo il codice (cioè la chiave) per aprire la pubblicità. Quindi espongo la pubblicità senza esporla?
    Quando si vuol far pagare qualcuno si hanno due metodi: uno, che ritengo corretto, è quello di analizzare il problema per bene e decidere; un altro è quello di prenderlo a pugni e se si è più forti si prende il denaro che l'altro tiene in tasca.
    Cosa voglio dire? Voglio dire che se il fisco ci vuol far pagare, sicuramente ha gli strumenti per farlo (anche se no ci compete pagare nel senso di essere impresa), un altro è quello di istituire una commissione di esperti per analizzare il problema e sanare le mille incongruenze.
    Ritengo poi che si cerchi di riattivare questa discussione per ovvi motivi, pertanto non inserirò più messaggi se no ci saranno delle vere novità.
    Saluti.