• Super User

    @kruk said:

    E dove sarebbe l'irregolarità? Google trasferisce i soldi sul mio conto corrente, io emetto la fattura a Google e pago le tasse.

    Io ed il mio commercialista (ognuno esperto nel proprio settore) abbiamo individuato bene come inquadrare AdSense, e siamo convinti di comportarci in modo corretto. Non vediamo necessità di disturbare il fisco.

    Semmai sei tu, che dovresti interrogare Google e chiedergli "chi" gestisce e pubblica gli annunci. Ma ti basterebbe anche soltanto leggerti con attenzione i termini di contratto (che dovresti già aver letto, quando hai aderito al programma AdSense).

    bravo continua così a crogiolarti nel tuo brodo e continua a ritenere i proventi di adsense derivati da un'attività artigianale e non commerciale 😄


  • Bannato User Attivo

    @bmastro said:

    bravo continua così a crogiolarti nel tuo brodo e continua a ritenere i proventi di adsense derivati da un'attività artigianale e non commerciale 😄

    Sei grande! La tua parola sarebbe Legge? La tua interpretazione sarebbe Legge?. Dico bene, usando il condizionale. Non è Legge. La Legge la fanno i Giudici e le sentenze.
    Costruirsi un sito internet non è nè attività artigianale nè commerciale. Non perchè lo dico io, ma per il semplice fatto che lo dice chi di dovere (basta leggere e informarsi).
    Immettere Adsense non genera un'attività d'impresa per il semplice fatto che il webmaster non svolge attività d'impresa. Non perchè lo dico io; ma per il semplice fatto di non avere una stabile organizzazione orientata alla vendita o alla ricerca di pubblicità (che è tutt'altra cosa; altro che possedere un pc, una connessione ecc.).
    Se possedere un pc, un programma e una connessione sarebbe un indice di stabile organizazione ogni professionista sarebbe impresa (cosa differente da libero professionista); ogni lavoro fatto in internet sarebbe inquadrato come impresa (tipo le consulenze informatiche, ecc.)
    Inoltre è innegabile che concediamo uno spazio a Google, infatti dove metto il codice non posso mettere altro (più chiaro di così). E' innegabilie che Google trasmette sul suo sistema per conto del cliente. Non trasmette Google, nel senso che è il cliente che ordina a Google di trasmettere il messaggio pubblicitario e ne assume le responsabilità (se per caso qualcuno trasmettesse un messaggio falso non sarebbe certo Google (o Noi piccoli webmaster) a dover essere indicati come colpevoli). Google trasmette su/attraverso i suoi pannelli/codice nella rete/siti. Trasmette procurandosi degli spazi, che noi concediamo dietro un compenso aleatorio (o quasi).
    I proventi deveno essere dichiarati. Redditi diversi va bene (secondo me) lettera I o L, o forse anche g), visto che la costruzione di un sito internet è un'opera dell'ingegno e tutelata dal diritto d'autore.
    Ma alla fine ognuno di Noi può fare come meglio crede, ma di sicuro dichiarando i proventi si certifica che non si vuole evadere e se si è commesso (io non credo) un errore si potrà di certo recuperare. Il Fisco concilia con i Vip che da 200 milioni ne pagano 20, permetti che se io devo pagare 500/1000 euro in più ... magari ne potrò pagare al massimo 100/200.
    Agitare tanti allarmismi non è giusto, anzi per quanto mi riguarda credo nel principio di convenienza dell'interpretazione (ma resta questo un mio parere).


  • Bannato User Attivo

    Riflettendo sull'argomento mi vengono le seguenti considerazioni che vi sottopongo.
    Un sito internet è privato o pubblico? Io credo che sia privato (sembra ovvio).
    Ma se è privato è come casa mia. Chi mi vieta di esporre pubblicità in casa mia? Sono un'impresa se ogni giorno modifico il posto del calendario con la pubblicità della ditta Edile che me lo ha regalato, o mi ha promesso un compenso per ogni cliente che gli procuro?
    O meglio ancora, faccio pubblicità in casa mia, quale che siano le condizioni? Se la risposta è si, sono poi impresa?
    Inoltre, se il sito internet è accessibile solo grazie alla registrazione e se dunque adsense si trova solo nelle pagine dell'area protetta, sono sempre impresa o l'esposizione dei messaggi non conta in "casa mia".
    Ancora, se nella homepage non metto messaggi pubblicitari e nelle altre pagine invece ci sta Adsense, sono sempre nella stessa situazione o la home non ha un ruolo fondamentale per un sito internet?
    Mi sembra di aver capito che la home abbia un valore "in più". Ma non lo so.
    E se invece dalla home permetto di accedere alle altre pagine passando per un messaggio del tipo " stai visitando un sito privato... e dunque continuando accetti..... bla bla (metto le mie condizioni)"
    Che ne pensate?


  • Bannato User Attivo

    Ho letto che se nella Home metto un link verso qualche sito (di dubbio contenuto) sono responsabile.
    Mi chiedo: solo nella Home o il discorso è esteso anche alle altre pagine?
    L'articolo che ho letto parla della home, forse ritenendo ovvia l'estensione alle altre pagine, ma non sta scritto; non vorrei commettere l'errore (che sovente si commette) di generalizzare senza prove.
    La Home è la porta d'ingresso al mio sito; quello che poi fanno i motori di ricerca non è colpa mia.


  • Super User

    Ciao,
    la premessa d'obbligo è che non c'è una normativa specifica sulla tipologia di introiti di cui parliamo, l'Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa nel merito, per cui ogni valutazione può essere giusta o errata.
    Si tratta a mio avviso per analogia con altri settori e altre attività di trovare una soluzione attendibile.

    Pensando al tuo esempio della casa, mi è venuto in mente un'altro esempio:
    Il pilota di moto che espone sulla tuta una serie di marchi di aziende. Ora seguendo il tuo ragionamento la sua non sarebbe pubblicità ma locazione di uno spazio della sua tuta come privato. La cosa non mi convince.
    A mio avviso dove la fai la fai, ma la pubblicità è pubblicità se sei pagato per esporre.
    Sarebbe certo opportuno che ci fosse un chiarimento normativo in merito dato che ormai la maggior parte dei siti utilizza qusti sistemi, nel frattempo la cosa più prudente resta a mio avviso l'inquadramento come impresa.

    Per i link in home page lascio a qualcun altro perchè non conosco la questione.

    Fabrizio


  • Bannato User Attivo

    @fab75 said:

    Ciao,
    la premessa d'obbligo è che non c'è una normativa specifica sulla tipologia di introiti di cui parliamo, l'Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa nel merito, per cui ogni valutazione può essere giusta o errata.
    Si tratta a mio avviso per analogia con altri settori e altre attività di trovare una soluzione attendibile.

    Pensando al tuo esempio della casa, mi è venuto in mente un'altro esempio:
    Il pilota di moto che espone sulla tuta una serie di marchi di aziende. Ora seguendo il tuo ragionamento la sua non sarebbe pubblicità ma locazione di uno spazio della sua tuta come privato. La cosa non mi convince.
    A mio avviso dove la fai la fai, ma la pubblicità è pubblicità se sei pagato per esporre.
    Sarebbe certo opportuno che ci fosse un chiarimento normativo in merito dato che ormai la maggior parte dei siti utilizza qusti sistemi, nel frattempo la cosa più prudente resta a mio avviso l'inquadramento come impresa.

    Per i link in home page lascio a qualcun altro perchè non conosco la questione.

    Fabrizio

    Avevo pensato anch'io un esempio dello stesso genere (pilota formula 1).
    Ma ho poi capito che non è proprio la stessa cosa, il pilota fa parte di un'impresa; mentre chi gestisce un sito ancora non è impresa (potrebbe esserlo, ma potrebbe anche non esserlo).
    Naturalmente ti ricordo che non esponiamo noi, come abbiamo già discusso qui sul forum. Siamo in molti dell'idea che diamo spazio del nostro sito, che occupato dal codice non è più disponibile ai nostri scopi. In tal senso riteniamo di fittare, dietro compenso aleatorio un bene mobile. Il compenso è aleatorio, almeno fino a quando non viene dimostrata scientificamente una qualche relazione tra la volonta del visitatore e la concessione del nostro spazio.
    Su quanto guadagnato paghiamo le tasse (Redditi Diversi).
    Ma ripeto ne abbiamo già discusso e magari puoi leggere tutti i post.
    Saluti


  • Super User

    Ho proceduto a fusione dei topic in quanto trattasi del medesimo filone.

    Paolo


  • User Attivo

    @lodiablo said:

    Chi mi vieta di esporre pubblicità in casa mia?
    La pubblicità non viene esposta "in casa tua" (in quel caso avresti il controllo, su "cosa" viene esposto, siccome hai il controllo su chi entra in casa tua...), ma viene proiettata sulla facciata della tua casa, ed è quindi visibile a tutti coloro, che guardano alla tua casa.

    Ancora, se nella homepage non metto messaggi pubblicitari e nelle altre pagine invece ci sta Adsense,...La "homepage" identifica solo la prima pagina di un sito (= la pagina d'ingresso), ma è un comune malinteso, che per homepage molti intendono tutte le pagine del sito.
    Anche il fisco dice, che dobbiamo esporre la partita iva sulla homepage, e non è ben chiaro, se questo significa, che dobbiamo esporla sulla "prima pagina", o basta pubblicarla ad esempio nella pagina "contatti". Che differenza fa, se pubblica la p.iva nella prima, nella seconda o in una delle altre pagine?!? Secondo me, il fisco non ha le idee molto chiare. Anche sulle fatture, la legge non stabilisce, se la p.iva va pubblicata nella prima riga, oppure in basso a destra, centrato o a sinistra.

    Ho letto che se nella Home metto un link verso qualche sito (di dubbio contenuto) sono responsabile....Questo è un altro **malinteso **comune, e deriva da una sentenza di una corte tedesca (di Amburgo, datata 12.05.1998), dove si è stabilito, che il gestore di un sito era co-responsabile dei contenuti di un sito linkato...
    La sentenza però (se la si legge per intero) specifica, che il tizio ne era responsabile, perché era al corrente dell'illeicità dei contenuti linkati ed aveva addirittura anteposto ai link la frase "non sono responsabile per il contenuto dei seguenti link...", dimostrando ulteriormente di esserne a conoscenza dei contenuti illeciti!

    Esempio: nel tuo sito metti un link a xy.com (con contenuti presumibilmente leciti). Dopo qualche mese il proprietario del sito xy.com decide di cambiare attività o vendere il dominio ad una società che offre giochi d'azzardo (a tua insaputa). Nessuno ti può costringere di monitorare i contenuti dei siti altrui. Quindi non sei responsabile del contenuto del sito xy.com linkato.
    Se invece scrivi esplicitamente, che conosci i contenuti del sito linkato, e/o se sei al corrente che i contenuti linkati sono illeciti, allora, e solo allora diventi co-responsabile, e fai bene a togliere il link. Ma ti devono dimostrare, che eri a conoscenza dei contenuti...

    Quindi un consiglio a tutti: non mettere la frase "mi dissocio dai contenuti dei siti linkati ..." o simili sciocchezze. Se ritenete, che i siti linkati possano essere illeciti, non linkarli !!!


  • User Attivo

    Ho aperto questo argomento quasi un anno fa ed ancora ne stiamo discutendo.

    Dice bene Bmastro, l'argomento è stato trattato e sviscerato approfonditamente e solo l'interpello taglierebbe la testa al toro.

    Resta ancora senza una risposta la mia domanda iniziale:

    Quelli della Yogunet ( www .yogunet .com ) hanno o no trovato la soluzione su misura per i microwebmaster nel rispetto della legge? Il sito è ancora attivo e non mi risulta quindi sia stato "attenzionato" dalla GdF.

    Per sapere chi siano e cosa fanno basta leggersi i primissimi post.


  • User Attivo

    @france974 said:

    Ho aperto questo argomento quasi un anno fa ed ancora ne stiamo discutendo.
    Hai ragione. Purtroppo l'argomento è stato allargato, e purtroppo non si è parlato solo di Yogunet... L'ultima mia risposta infatti riguarda i link a siti con contenuti illeciti.

    Forse si dovrebbe non "unire" i thread in un unica mega-discussione da oltre 300 contributi, ma suddividerlo in piccoli thread ognuno su un solo specifico argomento:

    • soluzione a-la Yogunet
    • aderendo ad AdSense si è impresa?
    • fatturare a Google con o senza IVA?
    • le pubblicità AdSense le pubblica Google o noi?
    • co-responsabilità dei contenuti di siti linkati
    • ...

  • Bannato User Attivo

    [QUOTE=kruk;462970]La pubblicità non viene esposta "in casa tua" (in quel caso avresti il controllo, su "cosa" viene esposto, siccome hai il controllo su chi entra in casa tua...), ma viene proiettata sulla facciata della tua casa, ed è quindi visibile a tutti coloro, che guardano alla tua casa.

    Il tuo discorso resta valido anche se l'utente deve accedere ad un'area riservata?
    O se si richiedesse all'utente di accettare una sorta di clausola (tipo: accetti le immagini del sito...) per entrare nel sito, sul modello dei siti porno che ti chiedono di certificare la tua età?

    Penso, inoltre, che la pubblicità venga esposta sulle pareti interne e non sulla facciata (home, se la home è da identificare con la facciata).

    Ma mi sa che la questione si complica e le analogie perdono un po' di significato.


  • User Attivo

    @lodiablo said:

    Il tuo discorso resta valido anche se l'utente deve accedere ad un'area riservata?
    Si, rimane valido. L'area riservata infatti riguarda solo le mie pagine, non le pubblicità AdSense. Le pubblicità AdSense vengono esposti da altri (Google) e quindi non sono "riservate". È come se le pubblicità fossero visibili dall'interno della casa attraverso le finestre (le pubblicità si trovano su una parete all'esterno).
    Diverso invece, se le pubblicità vengono gestite da me: allora anche le pubblicità vengono esposte nell'area riservata.

    Penso, inoltre, che la pubblicità venga esposta sulle pareti interne e non sulla facciata (home, se la home è da identificare con la facciata).Tecnicamente non c'è differenza tra la homepage e le altri pagine: tutte le pagine possono essere caricate direttamente nel browser senza passare per la home.
    È come un edificio con tante facciate: c'è quella frontale, e un numero finito di facciate laterali, e chiunque potrebbe prima affacciarsi ad una laterale, e poi osservare quella frontale, o non vederla affatto.


  • Bannato User Attivo

    ...Ciononostante la legge stabilisce che l'attività pur commerciale è esente dal regime IVA se esercitata in modo non abituale. Sulla base di un'interpretazione dottrinaria della legge Bersani, l'attività commerciale può essere ritenuta presuntivamente abituale quando supera un ricavo netto di Euro 5.000 all'anno ...
    Gradirei un commento

    Estratto dal blog dell'Avv. Di Pasquale: people.lulu.com/blogs/view.php?blog_id=465420


  • Bannato User Attivo

    ...Ciononostante la legge stabilisce che l'attività pur commerciale è esente dal regime IVA se esercitata in modo non abituale. Sulla base di un'interpretazione dottrinaria della legge Bersani, l'attività commerciale può essere ritenuta presuntivamente abituale quando supera un ricavo netto di Euro 5.000 all'anno ...
    Gradirei un commento

    Estratto dal blog dell'Avv. Di Pasquale: people.lulu.com/blogs/view.php?blog_id=465420


  • Super User

    Come detto qualche centinaio di volte, non vi sono riferimenti normativi applicabili al caso specifico dei "redditi commerciali occasionali" (e non autonomi). Dottrina potrei allora esser io che dico: 4.987,53 euro e non un centesimo di più od altro commercialista, scrittore, professore o addetto al fisco che invece scrive 5174,89.

    Quella proprosta è una applicazione analogica e pedissequa di altro limite monetario previsto per altri fini ed in altro ambito di produzione del reddito.
    In campo fiscale, ad esempio, è vietata l'applicazione analogica da espressa disposizione normativa.

    Peraltro riunisco ad altro topic del medesimo filone ed invito a non aprire ulteriori topic in merito visto che divengono duplicazioni, ma a continuare qui.


  • User Attivo

    Sono scioccato!

    Dopo tutti questi anni, vado a rileggermi i contributi di questo topic e la sintesi pubblicata da Paolo in data 1.7.2010 (/forum/fisco-per-le-professioni-web/4683-profilo-iva-di-google-adsense-tm-sintesi.html#post775115), dove afferma, che la questione ormai è chiusa, siccome l'Agenzia delle Entrate ha dato una risposta... Ma a vedere la risposta, si parla solo di AdWords, e non di AdSense!!!!!!!!!!!!!!!

    Posto qui il link alla circolare, per chi vuole verificare di persona il testo del quesito 43: agenziadoganemonopoli.gov.it/portale/documents/20182/883920/ict-c-36E-21giugno2010.pdf/da862207-4b5d-4634-a068-e3d6846c08fe

    1. Acquistiamo da Google un servizio consistente nell’essere posizionati a capolista per determinate parole quando un utente esegue una ricerca per le stesse nel loro motore di ricerca. E’ corretto indicare come codice servizio il 581420 “Giornali e pubblicazioni periodiche on line” o si deve usare il 631130 “Spazi pubblicitari in Internet” oppure è corretto un altro codice?
      In via preliminare si osserva che, in caso di incertezza, il contribuente deve indicare il codice CPA del servizio che ritiene più vicino al tipo di attività effettivamente svolta. Nel caso di specie si ritiene che il codice servizio più idoneo sia il 631130 “Spazi pubblicitari in Internet”.

    Le considerazioni mie, di lodiablo ed altri in merito al programma AdSense rimangono infatti validi - più che mai.
    Purtroppo non è possibile aggiungere un'obiezione in quel topic, siccome la discussione è marcata "chiusa". Quindi, chi lo legge viene informato male.