• User Newbie

    professione intellettuale senza PI

    ciao a tutti, sono nuovo e incasinato...
    sono un libero professionista iscritto all'ordine di appartenenza ma senza partita iva perchè essendo a tutt'oggi tirocinante non ne avevo ovviamente bisogno
    adesso ho la possibilità di avere un incarico mio, che prevede ovviamente firma e timbro, sono obbligato a avere la PI o c'è un altro modo per essere in regola?
    preciso che purtroppo per ora è un incarico isolato e che la mia categorioa ha un ente previdenziale "dedicato"
    grazie a tutti


  • Super User

    Ciao,
    premetto che la cosa non è di immediata soluzione.
    In linea di massima essendo iscritto ad un ordine professionale e non avendo altri lavori è difficile considerare anche il singolo incarico come attività occasionale, questo presuppone la necessità di aprire partita iva.
    Ho verificato che alcuni ordini contemplano la possibilità di compensi occasionali anche per gli iscritti ma non credo che l'agenzia delle entrate accetterebbe questa soluzione.
    Il mio consiglio è di aprire partita iva optando magari per un regime agevolato, se scegli ad esempio quello dei minimi ti cambia poco rispetto alla gestione dei compensi occasionali.

    Fabrizio


  • User Newbie

    grazie della risposta, che però in realtà entra in un calderone di altre soluzioni che mi stanno un po' confondendo le idee...
    tra l'altro l'ag delle entrate mi ha detto oggi per telefono che potrei addirittura fare una ricevuta privatistica senza ritenuta d'acconto e poi afine anno vedere in che regime fiscale rientro...della serie.. tentar non nuoce e poi chissà!
    cmq grazie!


  • Super User

    Sinceramente la soluzione che ti ha prospettato l'Agenzia mi giunge nuova e mi sembra assolutamente priva di fondamento legale.
    Ti consiglio di recarti presso gli uffici dell'Agenzia e chiedere chiarimeti o almeno ritelefonare per vedere se ti confemano questa soluzione o se era solo male infomato il primo operatore.
    Facci sapere in caso cosa ti dicono:)

    Fabrizio


  • User Newbie

    alla fine ho contattato il consulente fiscale dell'ordine che mi ha detto che non c'è nessuna difficoltà a rendere una prestazione professionale occasionale, con l'obbligo di iscrizione all'ente previdenziale.
    non serve aprire P. IVA e se la prestazione è resa a persona fisica non titolare di P Iva questa non assume la qualifica di sostituto d'imposta e quindi niente ritenuta. si fa una ricevuta al lordo con ricarico della quota dovuta all'ente previd senza la ritenuta.
    l'anno prossimo si fa l'UNICO 2009 nel quadro redditi diversi RL.

    chiaro e semplice e, alla fine, come immaginavo potesse essere!
    grazie a tutti
    buona giornata


  • Consiglio Direttivo

    ciao andre#7 e benvenuto nel Forum GT

    Anche in merito alla comunicazione che ti ha dato il tuo Ordine, io verificherei meglio la questione, visto che per professionisti iscritti all'albo è per legge vietata la prestazione occasionale

    L'art. 61 del D. Lgs. 276/2003 esclude infatti i seguenti soggetti:  	
    
    • i professionisti intellettuali, con iscrizione ad apposito albo;
    • coloro che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con associazioni o società sportive associate a federazioni nazionali o ad enti di promozione sportiva riconosciute dal CONI;
    • i dipendenti di pubbliche amministrazioni;
    • i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società;
    • i partecipanti a collegi e commissioni.Ciao :ciauz:

  • Super User

    Metterei un poco di ordine perchè mi sembra un topic con alcune imprecisioni su cui far luce.

    Bene ha detto Fab quando ha spiegato che l'iscrizione in un albo è normalmente indizio di attività professionale.... normalmente assolutamente distante dalle prestazioni occasionali (con ritenuta d'acconto quando applicabile).

    Condivido pure la necessità di approfondire con il proprio ordine la possibilità di eserciztare le funzioni proprie del professionista iscritto quale semplice collaboratore occasionale.

    Se l'ordine dunque "consente" l'esercizio "una tantum" (occasionale), resta dunque in capo al contribuente assumersi il rischio che, un domani, un verificatore fiscale vagli quell'indizio di attività professionale non riconoscendo la occasionalità di quel reddito.

    Reputo che uno spazio per una singola operazione occasionale possa esservi e che questa eventuale contestazione potrebbe al limite essere controbattuta.
    Però io consiglio sempre di non mettersi in tali condizioni.

    Quanto alla risposta dell'agenzia delle entrate sono da precisare due cose:

    1. non ha nessun e ripeto nessun potere vincolante per un futuro verificatore fiscale. Oggi ti hanno risposto "si ok fai così", domani cambiano idea in sede di verifica.... a nulla servirà neppure una eventuale risposta che avrai ricevuto magari anche per mail.
      Per avere quel potere vincolante serve seguire una apposita procedura di interpello, non sempre praticabile.

    2. la risposta che hai ricevuto è un obrobrio. Non mi risultano "ricevute privatistiche" di alcun genere. Una ricevuta del genere sarà semmai una ricevuta di collaborazione occasionale con la ritenuta di cui all'art. 25 Dpr 600/72 ove applicabile e la ritenuta previdenziale ove applicabile.

    In ultimo segnalo che l'incompatibilità segnalata da lorenzo è prettamente legata alle collaborazioni coordinate e continuative (eventualmente a progetto) e dunque, semmai, alle sole c.d. mini-cococo (collaborazioni occasionali coordinatre), ma non alle collaborazioni meramente occasionali art. 2222 del codice civile, che sfuggono alla regolamentazione della legge Biagi.

    Paolo


  • Consiglio Direttivo

    @i2m4y said:

    In ultimo segnalo che l'incompatibilità segnalata da lorenzo è prettamente legata alle collaborazioni coordinate e continuative (eventualmente a progetto) e dunque, semmai, alle sole c.d. mini-cococo (collaborazioni occasionali coordinatre), ma non alle collaborazioni meramente occasionali art. 2222 del codice civile, che sfuggono alla regolamentazione della legge Biagi.

    Questo è vero. Naturalmente bisognerà dimostrare in caso di accertamento che la prestazione fornita sia inquadrabile senza ombra di dubbio in una prestazione meramente occasionale, e non una "mini cococo" sotto i 30 giorni.

    Ho letto comunque interpretazioni che escludono (oltre al discorso della legge biagi) la possibilità per una professionista di inquadrare comunque le proprie prestazioni come occasionali, dovendosi riferire esclusivamente (quando non è lavoratore dipendente) a prestazioni di lavoro autonomo quindi soggette al possesso della partita iva.

    Infatti se non erro le prestazioni occasionali vengono inquadrate come "redditi diversi", e anche l'art 81 del TUIR non ne esclude nuovamente le prestazioni professionali?:

    *1. Sono redditi diversi, se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell'esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo e in accomandita semplice, né in relazione alla qualità di lavoratore dipendente:

    *Quindi in caso, se si volesse comunque far passare una prestazione professionale come "meramente" occasionale come inquadrarle? Come lavoro autonomo?


  • Super User

    Ma anche per questo (peraltro art. 67 del TUIR e non più 81) infatti che segnalo sempre come davvero "tirato" l'inquadramento come occasionale quando si ha iscrizione in albo professionale, anche per una prestazione davvero una tantum.

    L'inquadramento come mini-cococo (sotto i 30 giorni e 5000 euro di compenso) anzichè come collaborazione occasionale dovranno essere i verificatori a dimostrarlo e non io, non c'è inversione della prova.
    Comunque anche per questo consiglio sempre una accurata formalizzazione dell'incarico.

    Paolo


  • Consiglio Direttivo

    Beh... scusa intanto per l'errore dell'articolo di Legge.

    Più che altro quello che intendevo dire è che in presenza di professionisti iscritti all'albo la prestazione occasionale va valutata in maniera molto attenta, (non è raro che dal "sentire comune" venga considerata un'alternativa alla partita iva!)
    Tra l'altro la cosa che a me pare alquanto curiosa, e che porta spesso gli stessi professionisti all'equivoco è la leggerezza con cui qualche impiegato di qualche Ordine Professionale avalli la possibilità di fare prestazioni occasionali (nota il plurale).

    Naturalmente, fatta salva la correttezza di tutto quello che dici, se dovessi essere io personalmente a farlo, per principio di prudenza non rilascerei ricevute per prestazioni occasionali. Ma su questo mi pare che siamo abbastanza d'accordo, no? 😉

    Ciao 🙂