• Super User

    Ciao e benvenuto.

    Non esiste un sommario.

    Hai colto nel segno per ogni quesito se la pubblicità è ospitata a scopo di lucro in maniera continuativa.

    Lascio a Voi ogni azione di sollecito di chi ci governa.

    Paolo


  • User Newbie

    @i2m4y said:

    Ciao e benvenuto.

    Non esiste un sommario.

    Hai colto nel segno per ogni quesito se la pubblicità è ospitata a scopo di lucro in maniera continuativa.

    Lascio a Voi ogni azione di sollecito di chi ci governa.

    Paolo

    Ciao,

    ma se un webmaster ospitasse pubblicità AdSense mantenendo i pagamenti sospesi fino a che il sito non raggiunge guadagni mensili degni di impresa...

    Questa situazione potrebbe garantire ad un webmaster, professionista o quant'altro la possibilità di sperimentare il servizio Adsense e solo in caso di successo aprire la dovuta impresa!

    Giusto?

    Se anche questa situazione dovesse poter creare problemi mi rendo anch'io disponibile per la petizione! :gtsad:


  • Super User

    MKantenedo sospesi i pagamenti non vuol dire non fare impresa.... attiene esclusivamente alla regolazione finanziaria dei tuoi incassi.

    Ciò che conta è l'azione che svolgi e non quando vieni pagati.

    Se ti comporti da impresa sei impresa..... teoricamente potrestio anche non essere pagato (perdita su crediti).

    Paolo


  • User Newbie

    Sicuramanete, fra un classico webmaster e Impresa il divario è nettamente grande... ma per un libero professionista con PIVA il divario si accorcia e non è del tutto definito o prob. interpretabile.

    Cmq. sinteticamente i punti per potersi definire impresa sarebbero solo:

    • aggiornamento non accasionale del sito
    • pubblicità Adsense

    o c'è altro?


  • Super User

    I punti per potersi definire impresa sono a mio giudizio:

    • organizzazione dell'attività: allestimento postazione pc e accessori, contratti di fornitura connessione, elettricità, contratti di hosting, registrazione dominio, adwords e/o similari, altri costi connessi

    • fine di lucro

    • attività compiuta per il proprio sito destinata a promuoverne il contenuto pubblicitario (aggiornamento mirato, personalizzazione annunci, affinamento ubicazione, posizionamento, argomenti che contestualizzino annunci più remunerativi)

    • contratto di tipo eminentemente pubblicitario stipulato con adsense

    • esposizione continuativa degli annunci

    • click ricevuti continuativi nel tempo

    Difficile dunque per molti trarsi fuori da questa situazione. Seppur minima una coordinazione di quanto sopra per il publisher adsense esiste sempre e dunque esiste (a mio giudizio) l'impresa.

    Al contempo non sono comunque contento di tale mia conclusione e capisco l'insoddisfazione dei micro publisher. Un inquadramento molto più snello (es. redditi diversi) sarebbe certo per loro più conveniente.
    Ad oggi non vedo però una ampia possibilità di ricerrervi.... sarebbe bello avere una risposta in tal senso dal ministero.

    Paolo


  • User

    Giusto per ricordarlo, io aggiungerei che per essere impresa si deve svolgere quotidianamente l'attività d'impresa.
    Non basta di certo avere il pc, o la connessione ad internet (potrei aggiornare il mio blog da 5000 visitatori giornalieri da un internet point); non basta guadagnare 100 euro al mese, perchè nessuna attività è ritenuta di tipo commerciale al di sotto dei 5000 euro.
    Inoltre, non basta avere il sito internet, ma ci vuole la stabile organizzazione che non può essere intesa nel possesso del pc, della connessione e di qualche piccolo guadagno.
    Resta poi da vedere se inserendo gli annunci adsense non si sia un procacciatore occasionale (o non occasionale); in fondo si guadagna solo se si realizza una data prestazione(clik) o vendita.
    Insomma, checchè se ne dica le cose non sono così semplici. Naturalmente, se qualcuno subisce un controllo si troverà solo soletto contro lo Stato Perfetto, e quindi ...grane possibili.
    Qualcuno parla di studi di settori. Ma quali studi? Cosa vi inventate. Quali sono gli studi di settore fatti per piccoli webmaster? Dove stanno? Al massimo dovranno adattare l'inadattabile.


  • Super User

    La cosa più assurda sai cos'è?

    Io sono un dipendente, ho aperto p.iva in quanto superavo i 5.000 euro l'anno.

    Ho fatto la dichiarazione all'agenzia delle entrate (tramite tutor e regime agevolato).

    Per colpa degli studi di settore è possibile che io non guadagni abbastanza per poter mantenere un'attività (si però io lavoro anche come dipendente!!! ogni 100 euro in piu al mese è una manna dal cielo!!!).

    A questo punto cosa succede? Che secondo loro evadi...

    Ti faccio un esempio: io guadagno 5.000 euro l'anno. Pago quindi 500 euro di tasse (10% nel regime agevolato). Secondo gli studi di settore io dovrei guadagnare ALMENO 25.000 euro l'anno e pagare quindi 2.500 euro di tasse.
    Allora mi chiama uno dell'agenzia delle entrate e mi chiede come mai, io spiego che sono un dipendente, che cmq ho il mio bel CUD in cui porto a casa a sufficienza per non aver bisogno neanche di questo lavoro aggiuntivo e anche se ho tutto documentato l'agenzia PATTEGGIA!!!! Si...hai capito bene...ti dicono "ok, va bene, allora facciamo che dovrebbero essere solo 15.000 e non 25.000 quindi la multa è solo di 1.000 euro".

    In pratica un cittadino onesto, che se guadagna qualcosa extra lo fa in regola, aprendo p.iva e tutto il resto, pagando ogni euro di tassa...poi si ritrova pure con delle sanzioni...

    E' questa la cosa assurda...dovrebbero creare delle agevolazioni, non degli ostacoli!

    :arrabbiato:


  • User

    L'Italia è ... non so come definirla...ormai. Dobbiamo solo fuggire all'estero.


  • User

    Io sono dell'idea che chiunque possa guadagnare qualcosa ha il diritto e il dovere di farlo. E deve pagare le tasse non appena incomincia a guadagnare quel tanto da superare la soglia di povertà. A mio parere se la pensione minima che lo Stato assegna è 516 euro allora fino a questa cifra non si deve pagare un bel niente.
    Tutto il resto è voler trincerarsi dietro a codici, leggi, e lacci burocratici che non hanno alcun senso nella vita reale e non danno nessun aiuto ai cittadini anzi li torturano.
    Per quanto ne so si passò dall'epoca senza leggi a quella con le leggi proprio per tutelare il cittadino e non per soffocarlo. Oggi siamo nella situazione opposta: applicazioni delle leggi allo scopo di soffocare il cittadino.
    Facciamo così: togliamo tutti adsense, e così quel poco che guadagniamo lo restituiamo agli altri Stati e noi restiamo a guardare, ma con noi anche la nostra economia... che continuerà a peggiorare.
    Ma volete che con 200 o 500 euro al mese, nemmeno sicuri, perchè se google di banna è finita la tua ipotetica impresa, ci si possa dichiarare impresa?
    Devo poi dire però che non crederò mai che l'utilizzo di Adsense implichi l'essere impresa, per il semplice fatto che la mia ipotetica impresa può essere sgonfiata e distrutta in un sol momento e senza la mia volontà con il semplice ban di Google. Insomma, cinque minuti prima sono impresa e cinque minuti dopo non lo sono, ritrovandomi un sito senza alcuna pubblicità. Insomma,... mi viene da ridere.
    Non riesco a capire come si possa continuare a sostenere il contrario. Al massimo posso accettare che i bravi funzionari dell'A. delle Entrate non sapendo niente di Adsense pssano effettivamente ritenere un soggetto che usa solo Adsense un'impresa.
    Questa discussione si sgonfia non appena diventa chiaro che è difficile sostenere che si è impresa, ma riprende non appena si afferma che invece si è impresa. Strano!


  • Super User

    Figurati che a me avevano detto che dovevo inquadrarmi come "Agenzia pubblicitaria"!!! Chiedere le licenze al mio COMUNE... 😐

    Assurdo guarda...


  • User

    Ti capisco, purtroppo i commercialisti, ragionieri, tributaristi, in genere preferiscono imprese. Ogni impresa è un nuovo cliente e quindi denaro.
    No impresa no party.
    Ci sono poi anche alcuni professionisti seri e che hanno il piacere di affrontare il problema per il piacere di capire, ma sono mosche bianche.


  • Super User

    Caro Tuonorosso.... ma io non mi preoccuperei fossi in te degli studi di settore... assolutamente... tu hai quella che è la miglior giustificazione esistente della eventuale non congruità: lavoro dipendente a tempo pieno che fa divenire la parallela attività d'impresa una attività secondaria, non adeguatamente clusterizzabile dagli studi.

    Addirittura gli studi di settore contengono una apposita casella dove poter scrivere, con parole tue, questa cosa, preannunciandola dunque all'Agenzia delle Entrate quale giustificazione. Non ho nei fatti mai visto accertamenti e nemmeno contraddittori quando sia assodata tale posizione del contribuente.

    Dunque non è quello un problema.

    Paolo


  • Super User

    Ciao Paolo!
    Ho scritto quella cosa perchè mi è stata detta dal mio tutor alle Agenzie delle Entrate. Mi ha proprio specificato che io posso anche far vedere il CUD ma non mi verrà mai TOLTA la "multa", ma al massimo ridimensionata.

    Ti riporto solo quello che mi è stato detto... 😞


  • Super User

    Purtroppo, la visione miope alle volte portata avanti dall'agenzia delle entrate è questa:

    "gli studi dicono 100, tu hai una dichiarazione a 60, ti riprendo 40.
    Poi vieni da noi in contraddittorio e ti facciamo lo "sconto del 5%".

    Inutile che si nascondano dietro un dito, perchè l'ho sentita con le mie orecchie.

    Questa è la visione di un "assetato di sangue dei contribuenti".... che ho visto, ad esempio, non rassegnarsi davanti agli studi non congrui di una giovane avvocato che per mesi non aveva lavorato essendo incinta.

    Bene, non rassegnatevi!!!

    Portate avanti le Vs. ragioni in commissione tributaria (tribunale fiscale).... vedrete cadere come fuscelli al vento le ragioni così miopi di un eventuale accertamento in simili condizioni.

    Certo invece altre condizioni e giustificazioni meno palesi potrebbero non avere tali speranze di successo.

    Paolo


  • Super User

    Si però Paolo concedimi lo sfogo!

    HO un cud bello chiaro che dice quanto porto a casa con il lavoro dipendente (ed è palese che mi permette di vivere). Ogni euro in più che intasto con la p.iva è appunto IN PIU!

    Possibile che debba perdere un sacco di tempo in pratiche burocratiche in tribunali fiscali ecc.ecc.. solo perchè loro non guardino il mio CUD?

    Perdonami, ma a sto punto io cedo...se devo perdere 500 euro o 20 ore del mio tempo preferisco pagare 500 euro e sfruttare le 20 ore per guadagnare il doppio! 😞


  • User Attivo

    La penso esattamente allo stesso modo di Paolo!

    Se hai subito un'ingiustizia, non ti devi rassegnare ma far valere le tue ragioni!

    Se lo studio di settore dice che dovevi guadagnare 100 ma tu hai guadagnato 50 e hai fatto tutto quello che dovevi fare, sei in regola al 100% ,ecc....allora tu Agenzia delle Entrate vieni qui e mi dici dove ho sbagliato e come facevo a guadagnare 100!

    Se tu dimostri di essere completamente in regola a loro spetterà l'onere della prova, no? :wink3:


  • Super User

    SI certo, ma intanto hai perso un mare di tempo! Tempo che avresti potuto investire in altro e aumentare la tua produttività


  • User Attivo

    Ma scusa ma se domani ti arriva una multa per un infrazione che non hai commesso (magari perchè ti hanno clonato la targa) la paghi perchè a dimostrare il contrario perdi tempo (e quindi soldi) e non vale la pena??

    Così facendo fai il loro gioco...sanno che la gente piuttosto che perdere tempo a dimostrare il contrario pagherà ed è per questo che mandano migliaia di cartelle pazze...ma più paghiamo e più lo faranno! :wink3: