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Codice fiscale come ostacolo alle vendite
Dopo l'introduzione del Decreto Legge 223 del 4 luglio 2006 è divenuta obbligatoria la presentazione all'amministrazione finanziaria dell'elenco dei soggetti nei confronti dei quali sono state emesse fatture (clienti) e l'elenco dei soggetti dai quali sono stati effettuati acquisti (fornitori).
Per quanto riguarda la situazione del commercio elettronico entrano a questo punto in gioco alcune considerazioni da fare.
Chi commercia online infatti può optare per la fattura (nel qual caso è tenuto a richiedere il codice fiscale di tutti i suoi clienti, privati compresi) oppure per la tenuta del registro dei corrispettivi.Sappiamo che quando andiamo a chiedere ad un cliente di riempire un form di iscrizione prima di effettuare un ordine corriamo il rischio di perderlo perchè si crea una barriera psicologica all'acquisto. Sappiamo anche che più il form è semplice, corto ed essenziale e meglio è. Sappiamo infine che la richiesta del codice fiscale è sempre una "seccatura" perchè oltre al fatto che non tutti i clienti capiscono perchè devono diffondere dei dati così personali, c'è anche il problema "tecnico" che quasi nessuno di loro si ricorda il codice a memoria per cui dovrebbe andare a cercarlo e trascriverlo.
Tempo perso, fastidio psicologico, rinuncia all'ordine. Almeno credo che succederà spesso così.Voi come vi regolate? Opterete per la fatturazione, costi quel che costi o passerete al registro dei corrispettivi?
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@Kya said:
Voi come vi regolate? Opterete per la fatturazione, costi quel che costi o passerete al registro dei corrispettivi?
Io giro la frittata... lascio trasparire i lati positivi... la fattura in fondo indica la serietà della trattazione, non in nero, e lascia una prova di acquisto
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@Calogero Dimino said:
Io giro la frittata... lascio trasparire i lati positivi... la fattura in fondo indica la serietà della trattazione, non in nero, e lascia una prova di acquisto
La tenuta del registro dei corrispettivi è tanto regolare quanto la fattura.
Io non credo che nel momento in cui il cliente (privato) si trova a voler acquistare i nostri articoli si ponga dei problemi sul fatto che venga o meno emessa fattura per valutare di conseguenza la serietà del negozio (anche perchè sbaglierebbe, la fattura non è obbligatoria).
Credo piuttosto che si ponga il problema di compiere quell'acquisto nel minor tempo possibile e senza diffondere dati personali diversi da quelli essenziali per la spedizione.
Se si crea quel blocco psicologico nel momento della compilazione del form e ne deriva un senso di spiacevole fastidio, tutte le emozioni positive che tu hai creato nel tuo potenziale cliente con i tuoi prodotti svaniscono in un attimo, lasciando il posto all'abbandono del carrello in più di un caso.Ora ti parlo da cliente e non più da merchant: tra le decine di elementi che mi possono portare a comprare su internet o a scoraggiarmi dal farlo, l'emissione della fattura è ciò che valuto in assoluto meno importante
Ciao,
Chiara
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@Calogero Dimino said:
Io giro la frittata... lascio trasparire i lati positivi... la fattura in fondo indica la serietà della trattazione, non in nero, e lascia una prova di acquisto
La tenuta del registro dei corrispettivi è tanto regolare quanto la fattura.
Io non credo che nel momento in cui il cliente (privato) si trova a voler acquistare i nostri articoli si ponga dei problemi sul fatto che venga o meno emessa fattura per valutare di conseguenza la serietà del negozio (anche perchè sbaglierebbe, la fattura non è obbligatoria).
Credo piuttosto che si ponga il problema di compiere quell'acquisto nel minor tempo possibile e senza diffondere dati personali da quelli essenziali per la spedizione.
Se si crea quel blocco psicologico nel momento della compilazione del form e ne deriva un senso di spiacevole fastidio, tutte le emozioni positive che tu hai creato nel tuo potenziale cliente con i tuoi prodotti svaniscono in un attimo, lasciando il posto all'abbandono del carrello in più di un caso.Ora ti parlo da cliente e non più da merchant: tra le decine di elementi che mi possono portare a comprare su internet o a scoraggiarmi dal farlo, l'emissione della fattura è ciò che valuto in assoluto meno importante
Ciao,
Chiara
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Dipende da come viene sviluppato il form di iscrizione/registrazione. Io sto pensando da giorni ad un form completamente in Ajax che, anziché sbatterti in faccia tutti i campi in una volta sola, ti richieda la compilazione interattiva di un campo alla volta, con continui help in linea e un controllo della digitazione in tempo reale.
Peccato che non abbia nessun sito di E-Commerce in gestione!
Il codice fiscale è certamente una seccatura, però facendo notare al cliente, con tutti i mezzi, che è strettamente necessario per l'esecuzione dell'ordine secondo me non disturba tantissimo.
In ogni caso credo sia un grosso errore richiedere l'inserimento di tutti i dati personali per il solo accesso al sito. Mi spiego: il mio ecommerce ideale dovrebbe essere navigabile immediatamente solo richiedendo login e password. Una volta che viene immesso il prodotto nel carrello, effettuata la fase di checkout, allora si possono richiedere i dati al cliente quali nome, cognome, piva o cod. fisc. In questo modo si è già conclusa il 50% della transazione e i ripensamenti dovrebbero essere in minima percentuale.
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@Catone said:
Il codice fiscale è certamente una seccatura, però facendo notare al cliente, con tutti i mezzi, che è strettamente necessario per l'esecuzione dell'ordine secondo me non disturba tantissimo.
E' questo il punto. Non è strettamente necessario.
Quanto conviene quindi richiederlo?
Qualche merchant ha esperienze positive/negative a riguardo?
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@Kya said:
E' questo il punto. Non è strettamente necessario.
Quanto conviene quindi richiederlo?
Qualche merchant ha esperienze positive/negative a riguardo?
Uh avevo capito il contrario dal tuo primo post, scusa non ho letto bene. Beh, in tal caso, io cercherei di evitarlo come la morte, ma Kya lo sai non sono un merchant, almeno per il momento!
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@Catone said:
Uh avevo capito il contrario dal tuo primo post, scusa non ho letto bene. Beh, in tal caso, io cercherei di evitarlo come la morte, ma Kya lo sai non sono un merchant, almeno per il momento!
Mea culpa Catone.
Ho dato per scontato che fosse chiaro che se si emette fattura si è tenuti a richiedere il codice fiscale, al contrario di quanto accade se si tiene il solo registro dei corrispettivi.
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@Kya said:
La tenuta del registro dei corrispettivi è tanto regolare quanto la fattura.
Scusa... sono stato impreciso quando ho scritto... l'argomento mi interessava ma avevo anche un pò di sonno
Io facevo il paragone tra la fattura... ed il nero
Io preferisco la fattura e cerco di fare capire al cliente che per entrambi è importante.
A seconda dei metodi di spedizione (così mi hanno spiegato alle poste), la fattura di accompagnamento è una prova per chiedere risarcimenti in caso di danni durante il trasporto, naturalmente se la spedizione è assicurata.
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Ciao,
Premesso che esistono altri documenti di trasporto per comprovare la spedizione, ricezione etc ( vedi AWB, DDT, borderò) io dal 1° Gennaio eviterò di emettere fattura ai clienti italia come si evita la peste ed userò l'annotazione nel registro corrispettivi.
No chiederò **mai **ad un cliente in procinto di acquistare da me nessun dato che non sia strettamente necessario.
Manterrò invece la fattura accompagnatoria per clienti UE ed extra UE.
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@Catone said:
In ogni caso credo sia un grosso errore richiedere l'inserimento di tutti i dati personali per il solo accesso al sito. Mi spiego: il mio ecommerce ideale dovrebbe essere navigabile immediatamente solo richiedendo login e password. Una volta che viene immesso il prodotto nel carrello, effettuata la fase di checkout, allora si possono richiedere i dati al cliente quali nome, cognome, piva o cod. fisc. In questo modo si è già conclusa il 50% della transazione e i ripensamenti dovrebbero essere in minima percentuale.
Probabilmente non conosci tutti i casini delle espotazioni e delle triangolazioni.
Se non conosci dove devi fatturare e dove spedire diventa arduo dare il costo reale dell'ordine specialmente se offri + metodi di spedizione.
Da noi puoi vedere tutto il negozio e mettere i prodotti nel carrello il tutto IVA esente ma se non ti registri e ti logghi non conoscerai mail l'importo vero dell'ordine.
Poi naturalmente dal 2° ordine tutto diventa veloce.
Ciao
Sèvero
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@Catone said:
Dipende da come viene sviluppato il form di iscrizione/registrazione. Io sto pensando da giorni ad un form completamente in Ajax che, anziché sbatterti in faccia tutti i campi in una volta sola, ti richieda la compilazione interattiva di un campo alla volta, con continui help in linea e un controllo della digitazione in tempo reale.
Peccato che non abbia nessun sito di E-Commerce in gestione!
io ci metto l'ecommerce e tu il form in ajax. ci stai?
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Non mi risulta che i baristi si segnino il codice fiscale di centinaia di clienti ogni giorno, se vendi ad un privato dovrebbe bastare il registro di corrispettivi.
Comunque credo che nel forum fisco oppure dal tuo commercialista puoi avere una risposta più certa della mia.
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@RockyMountains said:
Non mi risulta che i baristi si segnino il codice fiscale di centinaia di clienti ogni giorno, se vendi ad un privato dovrebbe bastare il registro di corrispettivi.
Comunque credo che nel forum fisco oppure dal tuo commercialista puoi avere una risposta più certa della mia.A parte il fatto che i baristi non svolgono attività di e-commerce, è certo che nel commercio online basta la tenuta del registro dei corrispettivi. Non è questo il problema in discussione.
Il fatto è che la maggior parte dei merchant ha sempre utilizzato la fattura perchè estremamente più comoda del registro, ma è anche vero che fino ad ora la fattura non richiedeva necessariamente l'indicazione del codice fiscale. Dopo l'entrata in vigore di questa norma invece le cose sono cambiate.
Qui si stava discutendo dell'opportunità di utilizzare un metodo piuttosto che l'altro (ragionando sulla psicologia del cliente) partendo dal presupposto evidente che sono entrambi validi dal punto di vista fiscale.
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Si, ma i negozianti e gli esercenti che hanno clienti privati (fra cui i baristi x fare un esempio) in genere non fanno fattura anche se potrebbero farla, probabilmente LORO trovano più comodo il registro dei corrispettivi (+ scontrino x loro), così LORO non sommergono il commercialista di un numero esagerato di fatture e quindi di registrazioni.
Non so per quale motivo, ma dando per scontato che invece per te ed altri gestori di siti di e-commerce è più comoda la fattura, comunque dal punto di vista psicologico come privato l'unica cosa che non mi piacerebbe è che tu comunichi al fisco le mie generalità come tuo cliente (quindi se fai la fattura, sempreché pure i privati vadano segnalati).
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il vero punto della questione, a mio avviso, é: ma siamo sicuri che serve il codice fiscale per emettere fattura?
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@RockyMountains said:
Si, ma i negozianti e gli esercenti che hanno clienti privati (fra cui i baristi x fare un esempio) in genere non fanno fattura anche se potrebbero farla, probabilmente LORO trovano più comodo il registro dei corrispettivi (+ scontrino x loro), così LORO non sommergono il commercialista di un numero esagerato di fatture e quindi di registrazioni.
Per ilcommercio diretto è obbligatorio il Registratore di cassa, eid oltre non devono gestire il Diritto di regesso, per tuttue leforme di commercio Indiretto l'unico obbligo vero è il Registro dei Corrispettivi che puoi non tenere se emetti fattura.
@RockyMountains said:
Non so per quale motivo, ma dando per scontato che invece per te ed altri gestori di siti di e-commerce è più comoda la fattura, comunque dal punto di vista psicologico come privato l'unica cosa che non mi piacerebbe è che tu comunichi al fisco le mie generalità come tuo cliente (quindi se fai la fattura, sempreché pure i privati vadano segnalati).
Guarda che sino a non molti anni fà era obbligatorio specificare in fattura il CF, ma poi era stato tolto.
Se emetti fattura in ogni caso comunichi al fisco i dati dei clienti sia privati che non.
La norma non altro che reintrodurre il CF.Ciao
Sèvero
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@must said:
il vero punto della questione, a mio avviso, é: ma siamo sicuri che serve il codice fiscale per emettere fattura?
Si Must. Questo è l'unico punto fermo.
Nel momento in cui lo stato ti richiede con la recente riforma di trasmettere l'elenco clienti/ fornitori (anche privati) con cui hai intrattenuto rapporti commerciali nell'anno precedente e ti chiede di inserire in quell'elenco i loro dati compreso il codice fiscale, direi che il problema non si pone nemmeno.
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@RockyMountains said:
Si, ma i negozianti e gli esercenti che hanno clienti privati (fra cui i baristi x fare un esempio) in genere non fanno fattura anche se potrebbero farla, probabilmente LORO trovano più comodo il registro dei corrispettivi (+ scontrino x loro), così LORO non sommergono il commercialista di un numero esagerato di fatture e quindi di registrazioni.
Non devi equiparare i negozianti normali (tra cui i baristi) con chi vende online, le normative da seguire sono diverse!
Chi vende su internet deve garantire al cliente la possibilità di esercitare il diritto di recesso. Se uno mi fa recesso ed io non ho emesso fattura non posso nemmeno emettere la nota di accredito ed ho dei grossi problemi con l'IVA.Non so per quale motivo, ma dando per scontato che invece per te ed altri gestori di siti di e-commerce è più comoda la fattura, comunque dal punto di vista psicologico come privato l'unica cosa che non mi piacerebbe è che tu comunichi al fisco le mie generalità come tuo cliente (quindi se fai la fattura, sempreché pure i privati vadano segnalati).
Togli pure il *sempreché pure i privati vadano segnalati. *Vanno segnalati, punto.
Se l'idea che io comunichi i tuoi dati al fisco non ti piace sei sempre libero di non comprare online. Ma fino ad oggi la maggior parte dei negozi che vendono su internet ha sempre fatto fattura, e quindi il nome dei clienti era comunque visionabile da qualsiasi controllo di tipo fiscale.
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@Kya said:
Ma fino ad oggi la maggior parte dei negozi che vendono su internet ha sempre fatto fattura, e quindi il nome dei clienti era comunque visionabile da qualsiasi controllo di tipo fiscale.
Un conto è che le mie generalità finiscano stampate nella tua fattura conservata presso il tuo commercialista e quindi che si può sapere che sono tuo cliente (ma non si può risalire facilmente a tutti i negozi presso i quali ho acquistato) nella poco probabile ipotesi di un controllo (non informatico) da parte della finanza.
E questo per le vecchie fatturazioni e per chi usa il reg. corrispettivi.Un altro conto è che le mie generalità finiscano nell'elenco dei clienti che il tuo commercialista trasmetterà via telematica all'amministrazione finanziaria, e che quindi, ipoteticamente, qualcuno senza spostarsi dal computer potrebbe sapere tutti i negozi online (che fatturano ai privati) presso i quali ho acquistato.
Le uniche variabili che metti in gioco sono
fornire il codice fiscale <- vs -> perdere tutti i vantaggi della fattura
e tutti gli altri sono punti fissiIo invece non ho problemi a fornire il mio codice fiscale.
I problemi per me sono altri, ma li ho già detti.