• Super User

    Ciao e benvenuto.

    Ci tengo a tenere ben, ma ben distinto il titolo di "dottore commercialista" (o "commercialista") dal nome di "tributarista".

    Il primo si ottiene per legge solo rispettando un percorso formativo ben definito:

    • laurea specialistica
    • tirocinio triennale presso altro dottore commercialista abilitato da più di 5 anni
    • esame di stato su circa 12 materie presso una università
      e prevede l'iscrizione obbligatoria ad un Ordine cui sono demandati tra gli altri:
    • vigilanza sugli iscritti
    • norme deontologiche
    • obbligo di formazione professionale continua e vigilata degli iscritti
    • provvedimenti disciplinari

    Un percorso ed una gestione tesa a garantire il pubblico interesse con la massima qualità possibile.

    Il nome "tributarista" è assolutamente libero senza necessità di alcunchè e senza vigilanza alcuna.... anche per un diplomato alle scuole elementari.

    Quelle sono semplici associazioni, riconosciute come il wwf (per capirci), che trattano però temi tributari... ma l'iscrizione a quelle non è presupposto necessario per l'utilizzo del nome "tributarista".

    Logicamente da tutto ciò potrebbe discendere una differenza sul profilo qualitativo delle prestazioni ricevute dal cliente finale.

    Paolo


  • User

    Ciao Paolo, ancora una volta sei stato molto chiaro e schietto, oltre che competente!

    Ho letto comunque che l'iscrizione a queste associazioni (ad esempio la LAPET) ti consente non solo tenuta di libri e contabilità, redazione di dichiarazioni, studi di settore e loro invio, ma anche l'assistenza dei contribuenti presso le commissioni tributarie...

    Ovvio che concordo in tutto e per tutto con la tua concezione di professionista Commercialista, non avrei fatto un percorso lungo 8 anni altrimenti (laurea + tirocinio), ma capirai anche tu che la possibilità di effettuare le cose dette sopra in attesa di passare l'esame di stato è piu che utile...un po come per gli avvocati che dopo metà tirocinio possono già seguire le piccole pratiche insomma...


  • Super User

    Certo capisco, non conosco i requisiti per loro per inviare dichiarazioni ecc., ma non vorrei dipendessero dall'iscrizione alla CCIAA nell'apposito registro degli esperti tributari.... informati bene.

    Paolo


  • Super User

    @i2m4y said:

    Certo capisco, non conosco i requisiti per loro per inviare dichiarazioni ecc., ma non vorrei dipendessero dall'iscrizione alla CCIAA nell'apposito registro degli esperti tributari.... informati bene.

    Paolo

    • francamente non sempre l'ordine rappresenta garanzia di qualità....
    • per invio dichiarazioni ecc.. a memoria dipende dal codice attività (altri soggetti abilitati...) quindi chiunque può farlo
    • ho qualche dubbio che essere iscritto alla lapet consenta la difesa in commissione tributaria ma è argomento che non conosco...nella sostanza, il commercialista ha ben poche attività riservate (contenzioso, perizie, curatele falliemntari.. e credo poco altro)

    la contabilità, e la consulenza fiscale e societaria credo sia sostanzialmente libera.

    il problema è la persona a cui ti rivolgi e per cosa.

    per fare il 740 a mia nonna forse non è necessario essere iscritti ad alcun chè ma essere solo molto coscenziosi.

    Altri adempimenti invece necessitano di innumerevoli anni di studio ed esperienza ......

    le scorciatoie non premiano! :vai:


  • User Attivo

    @SpiderPanoz said:

    per fare il 740 a mia nonna forse non è necessario essere iscritti ad alcun chè ma essere solo molto coscenziosi.

    Altri adempimenti invece necessitano di innumerevoli anni di studio ed esperienza ......

    le scorciatoie non premiano! :vai:

    complimenti per la nonna, la maggior parte di quelle che conosco per quanto indubbiamente coscienziose neanche sanno cos'è un computer, figuriamoci accenderlo. Poi temo che sbaglierebbero i conti perchè ragionano ancora in lire...:)


  • User Newbie

    CIAO A TUTTI!!
    sono una new entry e mi scuso gia' in anticipo perche' non sono ancora molto pratica col sito! Vorrei iniziare il praticantato per diventare commercialista.. Sono Laureata in Giurisprudenza, ho il diploma di ragioniere e al momento sto collaborando nella gestione giuridico fiscale con un ragioniere commercialista. E' vero che la pratica posso farla solo presso un ragioniere commercialista con la laurea che ho?
    Grazie per l'attenzione e complimenti a tutti per il sito.. siete davvero molto competenti ed esaurienti nelle vostre argomentazioni!! ciao a tutti


  • Super User

    essendo laureata a mio parere puoi fare pratica anche presso un dottore commercialista. rivolgiti comunque all'ordine per maggiori informazioni.

    ciao


  • Super User

    Alt.... informati bene prima, magari presso www.cndc.it o l'ordine locale.
    A memoria infatti la laurea in giurisprudenza non ti consente di divenire "Dottore Commercialista".
    Comunque la pratica da "dottore commercialista" si fa presso un "dottore commercialista".

    Non so dirti se hai invece la possibilità di divenire "ragioniere e perito commerciale", so che serve il diploma di ragioneria ed ora anche loro hanno introdotto la necessità di laurea.... forse vale anche la tua.
    Consiglio di chiedere ai ragionieri.

    Paolo


  • Super User

    dici? io sono speranzoso..
    comunque sarebbe carino se dopo aver chiesto ci comunicassi sul forum la risposta


  • Super User

    Se non erro per noi solo economia e scienze politiche.

    P.


  • User Newbie

    @i2m4y said:

    Ciao e benvenuto.

    Ci tengo a tenere ben, ma ben distinto il titolo di "dottore commercialista" (o "commercialista") dal nome di "tributarista".

    Il primo si ottiene per legge solo rispettando un percorso formativo ben definito:

    • laurea specialistica
    • tirocinio triennale presso altro dottore commercialista abilitato da più di 5 anni
    • esame di stato su circa 12 materie presso una università
      e prevede l'iscrizione obbligatoria ad un Ordine cui sono demandati tra gli altri:
    • vigilanza sugli iscritti
    • norme deontologiche
    • obbligo di formazione professionale continua e vigilata degli iscritti
    • provvedimenti disciplinari

    Un percorso ed una gestione tesa a garantire il pubblico interesse con la massima qualità possibile.

    Il nome "tributarista" è assolutamente libero senza necessità di alcunchè e senza vigilanza alcuna.... anche per un diplomato alle scuole elementari.

    Quelle sono semplici associazioni, riconosciute come il wwf (per capirci), che trattano però temi tributari... ma l'iscrizione a quelle non è presupposto necessario per l'utilizzo del nome "tributarista".

    Logicamente da tutto ciò potrebbe discendere una differenza sul profilo qualitativo delle prestazioni ricevute dal cliente finale.

    Paolo

    Caro Paolo,
    quello che dici è vero ....... ma un pò ....... incompleto ed inesatto!
    **Infatti: **
    1) con il diploma di laurea (3 anni) occorrono 3 anni di praticantato per poi fare gli esami quale "commercialista"
    **2) con la laurea [ex vecchio ordinamento di 4 anni ovvero 5 anni (3+2)] quindi solo 2 anni di praticantato e poi gli esami di Stato per il titolo. **

    **La LAPET e l'INT sono associazioni di categoria che rappresentano i "tributaristi" iscritti prima del blocco normativo (CCIAA) e che si battono per il riconoscimento dei diritti degli associati. **
    Tieni presente che tra questi ci sono anche professori universitari, ragionieri, laureati in economia e commercio, avvocati, revisori dei conti e pure, però, "vecchi contabili" cui la precedente normativa consentiva l'iscrizione alla CCIAA quale perito oppure "esperto".
    Non saprei chi potrebbe essere più preparato dei due tra un neo laureato praticante in uno studio o un ragioniere che da 30 anni lavora nel ramo contabile-tributario, con difesa in CT, di una società di medie dimensioni; però, ti voglio dire .......... COME L'ABITO NON FA IL MONACO, COSI' il TITOLO NON FA IL "COMMERCIALISTA-FISCALISTA-TRIBUTARISTA" SERIO E PREPARATO!
    **Ciao a tutti. **:fumato:


  • User Newbie

    @i2m4y said:

    Alt.... informati bene prima, magari presso www.cndc.it o l'ordine locale.
    A memoria infatti la laurea in giurisprudenza non ti consente di divenire "Dottore Commercialista".
    Comunque la pratica da "dottore commercialista" si fa presso un "dottore commercialista".

    Non so dirti se hai invece la possibilità di divenire "ragioniere e perito commerciale", so che serve il diploma di ragioneria ed ora anche loro hanno introdotto la necessità di laurea.... forse vale anche la tua.
    Consiglio di chiedere ai ragionieri.

    Paolo

    Caro Paolo,
    **la laurea in Legge è superiore (credits) di quella in Economia e Commercio, e poi, un ragioniere, ha il titolo per fare gli esami di stato! **
    Ergo, se hai solo il diploma di laurea in scienze economiche + sei ragioniere, fai 3 anni di praticantato; se invece sei laureato (4 o 3+2) e sei pure laureato, farai solo 2 anni di praticantato per gli esami da commercialista.
    Quindi i due titoli (iscr. rag. o dott. comm.) hanno due percorsi formativi diversi però, ..... diamo risposte concrete e certe!
    Ciao. :fumato:


  • User

    mah, io ero rimasto che un ragioniere doveva fare due anni di praticantato presso un "ragioniere commercialista" (che ha le stesse competenze di un dottore commercialista) per poter fare l'esame di Stato mentre per un dottore il praticantato era di tre anni.
    accidenti averlo saputo prima con il mio diploma di ragioneria potevo provare a fare l'esame di Stato e nello stesso tempo ottenere la laurea e così passavo di grado a dottore commercialista, purtroppo la scuola non dà queste informazioni ognuno deve arrangiarsi come sempre.
    per quanto riguarda i tributaristi, hanno anche loro un codice deontologico e anche le associazioni si stanno adeguando per la formazione e per il praticantato.
    giustamente l'inizio non erano così fiscali ma d'altronde anche gli Ordini dei dottori commercialisti all'inizio non avevo tutti questi requisti di entrata. 😉
    cmq per quanto riguarda io sono iscritto ad una di queste associazioni (visto che al praticantato non spetta nulla ma solo adempimenti) nell'attesa di "passare" l'esame da dottore commercialista poi deciderò sul da farsi.
    l'abito non fa il monaco...son d'accordo.:D


  • Super User

    Certo e ovvio l'abito non fa il monaco, come la formazione, il tirocinio e gli esami non sono equivalenti e neppure assimilabili, sotto il profilo formativo, con il semplice ingresso alla camera di commercio per iscriversi al ruolo (quando ciò si poteva fare).

    E questo è un punto fermo.

    Se poi vogliamo paragonare qualcosa di paragonabile confrontiamo ciò che parte da basi uguali e dunque un dottore commercialista con 30 anni di esperienza ed un iscritto al ruolo con 30 anni di esperienza od un semplice lavoratore autonomo che si fregia del titolo di tributarista (potendolo fare) senza nemmeno quella iscrizione al ruolo CCIAA.

    Non si cerchi di fare di tutta l'erba un fascio, perchè i requisiti di garanzia e tutela per l'interesse pubblico non sono nemmeno paragonabili tra soggetti tanto diversi nella formazione iniziale e nella vigilanza, non per niente infatti neppure il legislatore li ha avvicinati.

    Il titolo tributarista, fiscalista et similia restano liberi e non soggetti a nessun vincolo o riserva di associazioni o ruoli.

    Che poi la laurea in legge sia superiore a quella in economia travalica qualsiasi esperienza mia personale.... pensando agli 8 esami universitari in più che feci rispetto a quel percorso... potrei dire che ai miei tempi la cosa poteva essere quanto meno dubbia.... ora non so.... se poi penso ad un esame di stato su circa 13 materie universitarie... contro uno in cui alcune materie erano di libera scelta..... ma non mi pronuncio perchè per molti può esser semplice ciò che per altri è difficile.

    Ricordo poi che il grado più elevato dell'albo dei dottori commercialisti ora lo si raggiunge solo con laurea specialistica (5 anni) e tirocinio professionale di 2 (che io sappia) [ai miei tempi 4+3 anni].... altrimenti con lauree di durata inferiore e tirocinio si diviene "esperti contabili"..... sempre dopo l'esame di stato.

    Paolo


  • User Attivo

    d'accordo che l'abito non fa il monaco però non vedo perchè per un tributarista non debba esserci un'esame di stato anche per loro visto che di fatto ormai non sono rimaste molte discipline riservate ai commercialisti. Soprattutto se poi un tributarista è un ex magistrato, o avvocato, o contabile o revisore. Sono tutte o quasi figure che con la loro cultura ed esperienza non avrebbero difficoltà ad affrontare un esame di stato.


  • Super User

    e allora perchè non fare l'esame di stato da commercialista?
    perchè triplicare le figure, gli ordini, le associazioni, i sindacalisti ecc?


  • User Newbie

    Salve, qualcuno mi sa dire però cosa NON può fare un ragioniere semplicemente diplomato (che quindi non è commercialista!!) che è riuscito ad iscriversi al ruolo dei tributaristi in CCIAA??? Può inviare le dichiarazioni dei redditi come intermediario ed effettuare tutti gli adempimenti relativi al bilancio? E può fare consulenze aziendali? Perchè mi risulta che le consulenze siano riservate ai professionisti!!! Grazie mille!!


  • User Newbie

    Cosa sono i pochi anni per raggiungere il titolo per l'iscrizione all'albo?importa l'esperienza; piu' esperienza piu' capacita' di risoluzione problemi


  • Super User

    @carlochirelli said:

    Cosa sono i pochi anni per raggiungere il titolo per l'iscrizione all'albo?importa l'esperienza; piu' esperienza piu' capacita' di risoluzione problemi

    Certo importa l'esperienza... se acquisita in studi di professionisti abilitati, fondata su solide basi di studi teorici, alimentata e sorretta da attività formativa continua, vigilata da un ordine, deontologia e sistema disciplinare.... condurrà con probabilità molto più elevata all'alta qualità e garanzia per il pubblico rispetto ad altri percorsi.

    E' così in ogni settore.

    Paolo


  • User

    Buona sera a tutti. Sono nuovo e mi appassiona la discussione (che, per altro, porto avanti da anni).

    Domanda: e se l'esperienza si è formata in ambiti diversi rispetto agli studi professionali? Ha forse meno valore? E se ha meno valore chi è in grado di valutare questo minor valore?

    E' giusto, per carità, che alcune materie restino riservate (diciamo che pochi andrebbero da un cardiologo sapendo che non ha la laurea in medicina) ma sta accadendo una cosa che io reputo schifosa. Si tende ad attribuire agli iscritti agli ordini professionali, anche di fatto, riserve su determinate competenze o ambiti di attività che finora, per fortuna, sono appannaggio di tutti.
    Volete un esempio?

    1. Esiste una figura (chiamiamola) professionale che è quella del musicoterapeuta. La musicoterapia, però, ha un difetto... la parola è formata dalle parole "musica" e "terapia". Orbene, in base a questo l'ordine dei medici si è mosso per vedere attribuita solo agli iscritti all'ordine dei medici anche questa competenza (che nella maggiorparte dei casi non hanno visto che occorre almeno saper suonare uno strumento).
    2. Un po' di anni fà i Geometri volevano vedersi attribuita la riserva sulle visure ipotecarie e catastali (proposta che poi è finita fortunatamente nel cestino).... Tra i miei clienti ho un signore che fà il visurista da anni e non è iscritto al collegio dei geometri... lui cosa avrebbe dovuto fare? Chiudere?
    3. E' di recentissima attualità l'estensione ai commercialisti della riserva sulle cessioni di quote di srl...... potrebbe anche starmi bene (in realtà secondo me è una cosa da lasciare solamente ai notai ma è solo un parere personale) ma allora perchè l'estensione è riconosciuta solo ai commercialisti? E gli avvocati, i revisori contabili, i consulenti del lavoro e i tributaristi perchè non possono "operare"? Cosa sono... più brutti forse?

    Spesso mi si viene a raccontare che "comunque i senz'albo non hanno un percorso formativo adatto"..... E allora perchè, se siamo così ignoranti, i nostri studi continuano ad incrementare clientela? Perchè la nostra clientela è soddisfatta del servizio che prestiamo?
    E approposito di percorsi formativi........ perchè i commercialisti e gli avvocati possono lavorare nell'ambito della consulenza del lavoro anche se il loro esame di stato non tocca minimamente la materia del lavoro e comunque (e sono moltissimi) in realtà ne sanno ben poco? Tanti non si fanno nemmeno le paghe dei propri dipendenti!

    Allora, come dicevo prima, è giusto che vi siano delle riserve ove effettivamente queste siano necessarie ma nel mondo delle professioni ci sono talmente tante anomalie che venissero elencate partirebbe come minimo una risma di carta.
    Tra queste anomalie c'è il fatto che non vengono mai riconosciuti i diritti acquisiti ed il proprio sapere (e quando invece sono stati in minima parte riconosciuti allora gli ordini professionali sono scesi in piazza gridando allo scandalo). Con questo non intendo un'iscrizione di diritto ad un ordine professionale ma, per esempio, il riconoscimento dei requisiti, in deroga a quelli diciamo tradizionali, che consentano l'accesso all'esame di stato (se voglio operare anche nelle materie riservate) oppure (se voglio operare in materie non riservate) il riconoscimento di un diritto fondamentale: lavorare!

    Perchè, per esempio, un ex dipendente di un'azienda che per trent'anni è stato addetto all'amministrazione del personale non può fare, in proprio, la consulenza del lavoro oppure almeno accedere di diritto (tralasciando quindi il titolo di studio) all'esame di stato per l'abilitazione?
    Questo ovviamente vale anche per le altre professioni. Ci sono per esempio i c.d. giuristi d'impresa la cui attività è la consulenza legale (ad oggi libera e non quindi vincolata all'iscrizione, previo superamento dell'esame, all'ordine degli avvocati)..... perchè un giurista d'impresa con esperienza (dico io) ventennale deve essere escluso, se è senza laurea oppure se ce l'ha ma non è compatibile, dalla possibilità di fare l'esame di stato?

    Viene spesso detto, poi, che "il commercialista non ha esclusive"... falso! Ha le proprie riserve anche se queste sono condivise con altre categorie ma non è vero che la professione del commercialista ne è priva!
    Certo che la contabilità, i bilanci e le dichiarazioni le fanno anche i commercialisti (e resta il grosso del lavoro di un commercialista).... ci mancherebbe altro, è una materia libera.....

    Nessuno, poi, vuole togliere ai commercialisti tutta la loro (anzi, la vostra) qualità e nessuno disconosce i vostri titoli di studio e la vostra preparazione. Ma la stessa tua preparazione ce l'hanno anche altri soggetti meno titolati.
    Quanti anni è andata avanti la diatriba tra dottori e ragionieri commercialisti in merito alle competenze degli uni e degli altri? E ammesso, ma non concesso, che i dottori siano più bravi ed esperti dei ragionieri commercialisti perchè hanno la laurea..... cosa dovrebbe dire quel dottore commercialista che oltre alla laurea ha anche un master di due anni o che ha due lauree, una in economia e commercio e una in sciente politiche? Che è più bravo del dottore commercialista "semplice"?
    Quello che voglio dire è che se si ragiona così si arriva a conclusioni che sono antistoriche e del tutto fuori dalla realtà.

    Poi c'è un albo che andrebbe cancellato domani mattina con decretazione d'urgenza...... il collegio dei maestri di sci!
    Nessuno, fino ad oggi, è mai riuscito a spiegarmi il motivo per cui se vuoi insegnare a sciare a pagamento (senza essere "maestro di sci".... titolo professionale) sei un abusivo..... quale sia la fede pubblica da tutelare con un albo e con la riserva professionale proprio non lo so!

    Senza intenti polemici ovviamente.

    Grazie della pazienza.