• User Attivo

    @Hotshot said:

    La leva della paura, comporta anche un importante fattore:
    il non cambiamento da parte dell'individuo.

    Mmmm... posso non essere d'accordo? 🙂

    La leva negativa (che nel mio lavoro non mi piace usare, comunque) è una fonte potentissima di cambiamento, altroché!

    Ti cito solo alcuni esempi:

    • il papà che smette di fumare quando il bimbo gli dice: "papà, se fumi muori..";
    • la persona che inizia a fare sport dopo l'infarto:
      -etc..

    Semmai ciò che può essere rilevante è lavorare sulla percezione delle soglie di cui parlavo nei messaggi precedenti anche quando l'evento negativo è solo prospettato e non presente.

    Che poi una delle caratteristiche (anche fisiche:)) più presenti sia l'inerzia è un discorso a parte....


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Mmmm... posso non essere d'accordo? 🙂
    Ovvio! 😄
    @piernicola said:

    Ti cito solo alcuni esempi:

    • il papà che smette di fumare quando il bimbo gli dice: "papà, se fumi muori..";
    • la persona che inizia a fare sport dopo l'infarto:
      -etc..

    Ma queste sono "paure" reali, una persona fa una determinata azione perchè sente in maniera individuale un tal bisogno.
    Ed inoltre il cambiamento della persona è dato dal fatto che sì il cambiamento porta a una risoluzione del problema, quindi non spinto solo dalla paura.

    Anch'io ti voglio citare un esempio(IMHO):
    Pensiamo al popolo americano, durante le elezioni, doveva scegliere se cambiare oppure no.
    Perchè ha scelto di non cambiare?
    Forse, anche perchè aveva "paura" che le cose andassero peggio.

    L'individuo quando sente paura preferisce appoggiarsi su quella sicurezza che già ha, o che ha avuto in precedenza.

    Ciao 😄


  • User Attivo

    @Hotshot said:

    Ma queste sono "paure" reali, una persona fa una determinata azione perchè sente in maniera individuale un tal bisogno.
    Ed inoltre il cambiamento della persona è dato dal fatto che sì il cambiamento porta a una risoluzione del problema, quindi non spinto solo dalla paura.

    Gli esempi che ho citato non sono di paure reali, in quanto la paura, per definizione, è una "intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto" (virgolette tratte da wikipedia).

    Quindi una paura "vera" non esiste, può solo essere più o meno ragionevole in base al set di dati che si prendono in considerazione.

    Es.
    Vedo un serpente -> Paura
    Mi accordo che è dietro un vetro -> diminuisce la paura
    Guardo con attenzione e mi accorgo che la teca è aperta -> Paura

    Immettendo o togliendo dati cambia la reazione emotiva, e poi magari il serpente è di gomma 😉

    @Hotshot said:

    Anch'io ti voglio citare un esempio(IMHO):
    Pensiamo al popolo americano, durante le elezioni, doveva scegliere se cambiare oppure no.
    Perchè ha scelto di non cambiare?
    Forse, anche perchè aveva "paura" che le cose andassero peggio.

    Beh... qui ci sono troppe [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Interpersonal_communication]letture di pensiero di fila.

    In realtà nè io e nè tu possiamo sapere con precisione perché Mr. John Smith quando era nell'urna ha scelto di votare una persona o l'altra.

    E la tua idea è solo una delle molteplici possibili interpretazioni.

    Es.
    Io ritengo che gli americani siano sostanzialmente guerrafondai 🙂
    Mio fratello ritiene che Kerry fosse troppo XXX
    E potremmo continuare all'infinito...

    L'individuo quando sente paura preferisce appoggiarsi su quella sicurezza che già ha, o che ha avuto in precedenza.

    Ciao 😄

    D'accordo al 100%.

    Solo che non è una questione di paura quanto di semplice inerzia.

    Il nostro focus in questa discussione è se e come è possibile utilizzare la paura per motivare le persone a compiere una azione.

    Ed anche volendoti far felice ed assumendo che le persone siano in una condizione di inerzia per paura, resta il fatto che basta prospettare loro una molto più grande per smuoverli 😉

    Ci sono fior fiore di schemi terapeutici che, infatti, si basano proprio su questo protocollo:
    a) Decidi un cambiamento che vuoi compiere:
    b) che cosa ti succederà se non cambi? AMPLIFICA il dolore
    c) Collega il dolore alla situazione di "stasi" attuale o al comportamento negativo da eliminare
    d) Crea una direzione alternativa POSITIVA
    e) Associa piacere alla azione (o non azione) da svolgere.

    Un protocollo di questo tipo (con le dovute modifiche ed abilità.... insomma.... bisogna saperlo fare :2: viene utilizzato con successo per smettere di fumare, eliminare addictions, etc..

    Andrà anche bene per azioni molto meno complesse come comprare un antivirus, no?

    Ma soprattutto, come si può utilizzare questo semplice schemino che ho fatto al volo per applicarlo ad una landing page? 😄 😄


  • Moderatore

    @Calogero Dimino said:

    Avete mai fatto leva sulla paura per attirare i vostri utenti? 😄
    L'Influenza Aviara: una delle più grandi operazioni di marketing che fa leva sulla paura mai realizzate. Scusate il tono polemico..


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Gli esempi che ho citato non sono di paure reali, in quanto la paura, per definizione, è una "intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto" (virgolette tratte da wikipedia).

    Quindi una paura "vera" non esiste, può solo essere più o meno ragionevole in base al set di dati che si prendono in considerazione.

    Es.
    Vedo un serpente -> Paura
    Mi accordo che è dietro un vetro -> diminuisce la paura
    Guardo con attenzione e mi accorgo che la teca è aperta -> Paura

    Immettendo o togliendo dati cambia la reazione emotiva, e poi magari il serpente è di gomma 😉

    Beh quindi, penso che non centra nemmeno la paura con gli esempi che precedentemente hai citato, riguardanti i comportamenti di un fumatore,
    se ho capito invece male il tuo pensiero, dimmi, dimmi 😄

    @piernicola said:

    Beh... qui ci sono troppe [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Interpersonal_communication]letture di pensiero di fila.

    In realtà nè io e nè tu possiamo sapere con precisione perché Mr. John Smith quando era nell'urna ha scelto di votare una persona o l'altra.

    E la tua idea è solo una delle molteplici possibili interpretazioni.

    Beh, il mio è un pensiero, ma non si può negare che la comunicazione di massa, che trasmette un sentimento di paura, in questo caso non abbia avuto alcuna minima relazione con il comportamento finale della massa(in percentuale).

    Beh, guardiamo anche in Italia, anche alle nostre elezioni il centro destra, ha fatto una campagna di comunicazione che incrementava la paura verso il cambiamento, e anche se poi la Sinistra ha vinto,
    ha vinto di poco.... quindi penso che anche in questo caso questa comunicazione è riuscita in parte ha far ripensare ad una bella percentuale di persone a non cambiare.

    E' un mio modestissimo parere, di cui però ne sono convinto 😄
    Ciao!


  • User Attivo

    @Hotshot said:

    Beh quindi, penso che non centra nemmeno la paura con gli esempi che precedentemente hai citato, riguardanti i comportamenti di un fumatore,
    se ho capito invece male il tuo pensiero, dimmi, dimmi 😄

    Non ho detto che la mia paura era meglio della tua 😄

    Volevo solo farti capire che non si parla di realtà ma di percezione....


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Non ho detto che la mia paura era meglio della tua 😄
    Absolutely Idem 😄


  • ModSenior

    @Calogero Dimino said:

    1. Sarebbe interessante esaminare assieme siti che in qualche modo sfruttano questo stato, attuale o potenziale, dell'individuo... chissà che non ne esca fuori qualcosa di interessante 🙂
      Banner, contenuti, descrizioni, immagini, layout... insomma tutto ciò che, incutendo paure, spinge l'individuo (lo spingerà?) a compiere determinate azioni.

    Nel caso di vendita antivirus, è molto interessate vedere questa landing by Madri 🙂

    http://www.madri.com/virus/

    Non fa una leva cruciale sulla paura, ma ti stuzzica al punto giusto, ponendoti al tempo stesso gli strumenti per risolvere il problema.


  • User Attivo

    @bocas84 said:

    Nel caso di vendita antivirus, è molto interessate vedere questa landing by Madri 🙂

    http://www.madri.com/virus/

    Non fa una leva cruciale sulla paura, ma ti stuzzica al punto giusto, ponendoti al tempo stesso gli strumenti per risolvere il problema.

    Ecco quello che aspettavo 😄
    Questo esempio calza a pennello 🙂
    Ovviamente l'antivirus è il caso più naturale in cui applicare una tale strategia, quindi sarebbe interessante scovare applicazioni più creative 🙂

    Naturalmente il virus che ho nominato nel titolo non esiste, ma la scelta del nome non è casuale 😉

    E' così dunque che gli uomini nello stato di natura sono nelle mani di Dio, sospesi sopra il pozzo dell'inferno; hanno meritato il pozzo infuocato, e la condanna è già stata pronunciata [...] il demonio li attende, l'inferno si spalanca sotto di loro, le fiamme divampano e dardeggiano intorno a loro e bramano di impossessarsi di loro e inghiottirli [...] In breve, non hanno rifugio, niente cui appigliarsi; quello che li salva in ogni momento non è che la volontà arbitraria, la pazienza incondizionata e libera di un Dio corrucciato.

    Cerchiamo di calarci ad Enfield (New England) nel 1741, nella cultura e con la mentalità del tempo e capiremo perché la gente cominciò a piangere angosciosamente dopo questo famoso sermone pronunciato da Jonathan Edwards.

    Passiamo per la Germania degli anni 30?
    Verosimilmente un discorso di Hitler poggiava la sua roccaforte tematica su università piene di studenti rivoltosi e comunisti che stavano cercando di distruggere il paese. Quindi a pericoli che provenivano dall'esterno e che si sviluppavano intestinamente non si poteva non reagire con legge ed ordine! Senza di essi la nazione, semplicemente, non poteva sopravvivere.

    3 obiettivi differenti, metodo simile, soprattutto per gli ultimi due che sicuramente sono stati molto efficaci 😉
    Una paura illegittima favorisce l'inganno 😉

    Volevo quotate due ottimi spunti 🙂
    @Piernicola said:

    Le variabili di solito sono 2:

    • quanto l'utente crede realmente verificabile l'evento negativo
    • quanto sarebbe la sua perdita in caso tale evento si verificasse.

    @Hotshot said:

    Se io ho vendo un software-anti virus, e mando una mail a tutti i miei clienti, riguardanti una news in cui si dice che vi sono dei fortissimi virus, e gli faccio capire che con il mio software stanno bene e sopratutto con gli altri si, che devono avere paura, i miei clienti non cambieranno perchè la paura come in molti altri casi ben più eclatanti, costringe l'individuo (inconsciamente) ad avere paura del cambiamento, di cambiare!

    Anche il non cambiare è, e si ottiene, con un'azione 🙂
    Più precisamente mettendo in una relazione di contrarietà il cambiamento e l'immobilità, per raggiungere l'immobilità passiamo dal non cambiamento, contraddicendo il cambiamento (operazione di negazione), che la comprende (operazione di asserzione secondo una relazione di complementarietà).

    @Catone said:

    Io ho usato la paura con delle landing per servizi di privacy.
    A dire il vero ho testato tre landing: una molto blanda, si invitava ad acquistare il servizio con testi acqua di rose, una media e una terrificante in cui venivano sbattuti in faccia all'utente tutti i rischi (e qualcosa di più) che correva l'utente non rispettanto la legge.
    Quale ha avuto più conversioni? Non ci credevo ma la terza! Ha sbaragliato letteralmente le altre e nessun nuovo cliente si è poi mai lamentato dei toni.
    Ma può essere solo un caso.

    Non è, o secondo molti studi e ricerche non dovrebbe essere, solo un caso 😉 😄

    Ma giochiamoci un pò su... ragionamo 🙂
    Ecco... ora mi spingo nella direzione opposta 😛
    Supponiamo che il mio obiettivo sia invitarvi a guidare con prudenza image
    Vi faccio vedere corpi mutilati, insanguinati... oppure vi mostro paraurti sfondati e vi parlo di ritiro della patente?
    Una paura eccessiva potrebbe essere controindicata?
    Così continuiamo a viaggiare a velocità elevata o se abbiamo bevuto un bicchierino... pensiamo che in fondo siamo abbastanza lucidi, abbiamo abbastanza autocontrollo... "quello" nn accadrà a me.
    Alcune conseguenze sono così grandi che cerchiamo di non pensarci :rollo:

    Una campagna con uno slogan "dire no!" all'uso di cocaina quanto potrà essere efficace?
    Sarebbe bello accompagnare le riflessioni con esempi visibili come ha fatto Bocas... se qualcuno scovasse qualche altra cosa... 😄


  • Super User

    Il primo esempio al volo che mi viene a supporto di una -dichiarata- strategia della paura al fine di ottenere un "cambiamento" (in questo caso la cessazione di un'abitudine) sono le **Canadian Warning labels **

    Ritenendo poco persuasive le tradizionali scritte che adornano i pacchetti di sigarette ("Il fumo uccide" et similia) il governo canadese ha deciso l'apposizione di label a 16 colori più o meno shokkanti di dentature rovinate, polmoni di fumatori (raccapricciante!), un padre morente di fronte alla moglie e alla figlia e così via...

    Qui lo studio:
    http://tc.bmjjournals.com/cgi/content/full/12/4/391

    Interessante la varietà di scelta, atte a colpire la sensibilità di tutte le fasce di fumatori: guardando le immagini (cercatele su Google images...), alcune mi hanno lasciato indifferente, altre, come la foto del polmone ormai devastato dal cancro, mi hanno colpito.

    Sicuramente un padre di famiglia rimane sconvolto quando vede l'immagine dell'uomo che muore di fronte alla famiglia e rimane indifferente alla vista della dentatura rovinata.

    Un ragazzo di 20 anni, che si sente immortale (ed è giusto, a mio parere, sentirsi immortali a 20 anni) rimarrà indifferente alla vista di un polmone o di un uomo morente, ma rimarrà spaventato dai denti marci.

    Troppo violento? Forse, ma certamente efficace (almeno secondi i numeri forniti dallo studio).

    Cordialmente,
    Stuart


  • User Attivo

    Mi riaggangio a Mr. Stuart per segnalare che anche note ADV sugli incidenti stradali hanno fatto uso in passato di questa "strategia della paura"

    Solitamente le campagne che hanno avuto maggior successo sono state quelle in cui veniva "sbattuto" in faccia al lettore l'effetto devastante dell'incidente o del post (automobilisti destinati per sempre sulla sediea rotelle o mutilazioni devastanti).

    Ho trovato in rete un interessante aricolo all'interno di PDF disponibile online che potrebbe darci ulteriori spunti
    L'utilizzo della "paura" nei messaggi per la prevenzione degli incidenti stradali

    Ciaoooooooooooooooooooooooo

    Angelo


  • Super User

    se si parla di campagne offline basate sulla paura

    qui a Firenze (non so se anche in altre città) c'è/c'era una campagna di sensibilizzazione alla guida prudente (non ricordo se legata all'alcool o no) con dei cartelli neri, la sagoma bianca umana con una macchia di sangue e la scritta
    "qui è avvenuto un incidente mortale"

    (fra l'altro mi sono sempre chiesta se i posti sono veri..in effetti i cartelli erano posizionati in incroci pericolosi o posti inconsueti per delle pubblicità)

    non ho idea di come la cosa sia percepita dai più.

    nello stesso periodo le strade erano tappezzate da gonfaloni con un'altra "pubblicità" simile:
    foto di un ragazzo sorridente (anche un po' ebete) con scritto
    "martin, 15 anni, morto in un incidente stradale"

    in questo secondo caso pero' credo sia totalmente inefficace per i nomi scelti...
    se al posto di martin, christian e jessica, avessero scritto duccio, jacopo e alessandro credo che molti ragazzi fiorentini sarebbero stati più toccati dall'effetto paura. un po' come dice **stuart **ci sono temi e contesti che ti toccano di più, a parità di pericolo.

    se vedo che christian o sean è morto in un incidente stradale (e magari la foto è quella di un asiatico) penso che a me non toccherà mai, se invece vedo il mio compagno di banco o la mia ragazza è diverso.

    editato: mentre scrivevo ha postato angelo sullo stesso argomento !


  • Community Manager

    Sul caso del Fumo anche in Thailandia adottano la stessa tecnica, io le ho viste quasi tutte, sono raccapriccianti.

    Non colpiscono tutti, ma tanto, basta comprare un porta sigarette, un mazzo di carte, colorarne uno ed usarlo per gli altri.

    Dipende come dice Stuart 🙂

    Interessante cosa scrive Nelli su quello che accade a Firenze ed interessante il Pdf che segnala Angelo.


  • User Attivo

    E cosa mi dite di questa mail appena arrivata?


  • User Attivo

    Scusate ma per errore non è partito l'allegato...


  • User Attivo

    @Calogero Dimino said:

    Avete mai fatto leva sulla paura per attirare i vostri utenti? 😄
    Decisamente no. Andrei contro alla mia natura. Io credo nella comunicazione positiva. Gli anni 50 di Rosser Reeves e della pubblicità agressiva e violenta sono passati da un sacco di tempo. Ed è un tipo di comunicazione che, se anche può avere successo nel breve periodo, a lungo termine ti fa perdere clienti.

    Per citare David Ogilvy: "Il consumatore non è stupido, è tua moglie!". 😉

    :ciauz: