• ModSenior

    Grazie mille @fabioantichi per tutte queste news che condividi, a volte, come questa un pò scioccante, ma comunque utile per conoscere gli strumenti.


    fabioantichi 1 Risposta
  • Community Manager

    Questa l'avevo vista!

    Mi sembra una cosa da studiare, perché credo che sia più orientata al comportamento utente che ad un algoritmo.


  • Moderatore

    @anika grazie a te ci mancherebbe 🙂


  • Contributor

    Mi prendo l'onere di rendere esplicito ciò che @giorgiotave ha lasciato tra le righe.

    Penso sia cosa nota ai più che una larga parte dell'utenza di Instagram sia lì principalmente per osservare foto di signorine e giovanotti variamente svestiti in un modo che sia considerato anche socialmente accettabile.

    E come da un lato esiste una domanda di contenuti, dall'altro lato si crea l'offerta. Attorno a questo ruota una lotta tra i suddetti signorine e giovanotti che sfidano l'algoritmo di riconoscimento dei contenuti espliciti fino ai limiti consentiti dalla macchina, mentre d'altro canto è proprio questo tipo di contenuti che ottengono i migliori punteggi in termini di coinvolgimento (proprio per il motivo di cui sopra: c'è un ampio pubblico che è lì ESATTAMENTE per questo).


  • User

    Io credo che i big abbiano abbandonato gli algoritmi da un po' per passare all'AI
    Avevo letto articoli a riguardo che facevano notare come le reti neurali migliorassere di molto i risultati ottenuti con i classici algoritmi. (vedi traduttore, scacchi, riconoscimento immagini...)
    Su compiti specifici l'AI si dimostra spesso superiore all'essere umano.
    Se è come penso io l'AI adatta la risposta all'esperienza utente, e di fatto cercherà di proporre le foto che più incontreranno i gusti del singolo utente.


  • Contributor

    @daniele1974 ha detto in Un’indagine rivela che Instagram dà la priorità a foto con seminudi:

    i big abbiano abbandonato gli algoritmi da un po' per passare all'AI

    Ehm. Quello che comunemente chiamiamo "AI" sono sempre algoritimi eh.

    Per la precisione: algoritmi basati sull'apprendimento tramite le cosiddette reti neurali. Ma sempre algoritmi sono.


  • User

    E' codice per cui c'è un algoritmo dietro ma non il classico algoritmo. Da programmatore, un algoritmo fa quello che tu stabilisci a priori con una serie di condizioni che preimposti, per cui stando al tema, tu predisponi l'algoritmo per dare preferenza alle immagini hot, ma qui per me non accade questo. L'AI sono delle strutture che simulano le celle neurali il cui comportamento è determinato non a priori ma in base a "quello che gli fai studiare", all'addestramento a cui è sottoposto, che come nel caso in questione potrebbe essere un addestramento continuo. In questo caso, io immagion che un AI pre-addestrata inizi a seguire i tuoi comportamenti per capire i tuoi gusti e proporti di volta in volta (anche facendo tentativi) le foto che ti piacciono.
    Stessa cosa fa google per determinare la posizione dei siti nelle ricerche, o Netflix o Amazon... a mio avviso tutti i big stanno abbandonando la vecchia logica degli algoritmi per passare all'AI.

    In conclusione, non è Instagram che dà priorità alle immagini hot, ma sono gli utenti instagram che avendo davanti 10 immagini di cui 5 hot e 5 caste, cliccano più frequentemente su quelle hot, determinando in questo modo il comportamento dell' "algoritmo" utilizzato per proporre le immagini.


  • Contributor

    Non credo che serva scomodare le AI in questo caso.

    E' più che sufficiente un controllo sul numero di mi piace che un determinato contenuto ottiene in un certo lasso di tempo.

    Se entro un tempo soglia X un contenuto ottiene un numero di interazioni maggiore o uguale a Y, allora otterrà un aumento della reach pari a Z.

    Questo è un'algoritmo classico e da solo basta a spiegare perché certi contenuti abbiano un boost rispetto ad altri.

    Le reti neurali come dici tu vengono utilizzate per identificare il CONTENUTO delle foto, per filtrare a monte i contenuti di nudo esplicito. Ma non vengono utilizzati per la promozione dei contenuti, sarebbe inutile (dato che come detto è più che sufficiente un algoritmo classico).


  • User

    Forse è vero il contrario, è scomodo scrivere algoritmi che cerchino ti tener conto di più pesi che possono cambiare, che mettere in piedi una rete neurale, soprattutto quando hai i dati per addestrarli. Esistono framework per costruire reti neurali già pronti (quelle di google sono open source), quello che manca ai comuni mortali sono i dati giusti per addestrarli.

    Quello che tu fai è ragionare alla vecchia maniera. Io sono l'essere razionale, io so quali sono i fattori che deterinano l'importanza di una foto, al computer do' semplicemente il codice per applicare il mio ragionamento.

    Questo funziona, certo, ma sei sicuro che il computer non saprebbe trovare algoritmi migliori del tuo?
    A cambiare è il paradigma, il tuo compito non è trovare la soluzione, ma mettere il computer nelle condizioni di trovarla.
    Le reti neurali ben strutturate e addestrate si sono dimostrate migliori dell'essere umano ed hanno vantaggi indiscutibili rispetto alla programmazione classica. Si adattano se cambia qualcosa (es l'utente che la usa), possono evolversi in continuazione, e sono più semplici dei classici algoritmi quando il problema diventa complesso.
    E non si usano solo per problemi che prima sembravano quasi impossibili da risolvere, vedi il riconoscimento delle immagini. Si usano ovunque. Ci sono reti neurali che traducono, reti che comprendono il testo, che scrivono interi paragrafi, che capiscono dalla voce chi sta parlando, che progettano carrozzerie di auto, che giocano a poker...


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @daniele1974 ha detto in Un’indagine rivela che Instagram dà la priorità a foto con seminudi:

    Quello che tu fai è ragionare alla vecchia maniera. Io sono l'essere razionale, io so quali sono i fattori che deterinano l'importanza di una foto

    Ma no. A me proprietario della piattaforma non frega nulla del contenuto delle foto.

    Io ho dei KPI da mantenere che misurano l'engagement degli utenti.

    Ad esempio, il tasso di interazione con i post. O il tempo di interazione con il contenuto.

    E' evidente che basta promuovere i contenuti che superano i punteggi soglia. E' una banalità.

    Chiamare in causa le reti neurali per una cosa del genere è far lavorare l'Ufficio Complicazione Affari Semplici.

    Le reti neurali servono quando devi gestire un gran numero di valori e fare curve fitting multivariato... oppure quando devi riconoscere dei pattern in una base dati (come ad esempio nel riconoscimento delle immagini). Ma come detto, questi benefici sono assolutamente inutili sei stai monitorando 4 KPI in croce.

    Gli esempi che fai tu sono tutti validi, ma non riguardano l'oggetto della questione e come detto: per promuovere i post che migliorano il tasso di coinvolgimento non serve chiamare in causa le reti neurali.

    Basta un algoritmo classico.


    D 1 Risposta
  • User

    io credo che a te colosso del web convenga fare in modo che i tuoi utenti si trovino bene. Utilizzerei l'AI per "descrivere" le foto nel momento stesso in cui queste vengono postate. E utilizzarei anche l'AI dandogli in pasto i dati di esperienza utente (like, commenti, tempo trascorso su specifici profili, influencer seguiti...) per avere più informazioni possibili che mi permettano di capire cosa farebbe piacere trovare all'utente. Il problema è semplice se usi due kpi messi in croce, ma se aggiungi tutte le altre informazioni e meta-informazioni... non è affatto banale.

    Cmq cercando in rete ho trovato questo

    https://ai.facebook.com/blog/powered-by-ai-instagrams-explore-recommender-system/


  • User Attivo

    @fabioantichi Perfetto! Tutti nudi su Instagram, allora.