• User Attivo

    Black Hat affiliate utilizzando Amazon S3

    A puro titolo informativo ed accademico, vi giro questo: https://blog.usejournal.com/how-one-affiliate-used-amazon-s3-to-outrank-everyone-on-google-9744c8e7322f

    Ovviamente inapplicabile, ma a parer mio chi ha avuto l'intuizione di sfruttare la forza del dominio di amazon per creare un sistema di questo tipo (anche se è già stato rimosso dalla ricerca Google, pare) è veramente un geniaccio.


  • Contributor

    Roba black hat così basica come questa francamente non pensavo davvero funzionasse ancora.

    Pazzesco.

    Quindi in buona sostanza Google si è fidato di quelle pagine solo per via del dominio in cui stavano.

    Perché la parte davvero pazzesca è questa:

    I check the backlinks for the first ten coupon pages and none of them have any backlinks from an external website.

    Nessuna di quelle pagine aveva dei link.

    Quindi Google ha preso in considerazione altri parametri che NON sono il Pagerank per posizionare quelle pagine così in alto.

    Cosa concludo:

    • che il Pagerank è sopravvalutato
    • che i linketti sponsorizzati sono sopravvalutati
    • che Google è ubriaco a lasciare dei buchi così clamorosi

    EDIT: Questo dettaglio è interessante...

    Second, I notice the company logo links to the root domain of (https://s3.amazonaws.com)

    Ovvero, con questo trucco ha fatto credere a Google che si trattasse di un entità, di un brand legittimo... e lo ha in questo modo collegato al dominio.


    alessandro_dandrea 1 Risposta
  • User Attivo

    @kal ha detto in Black Hat affiliate utilizzando Amazon S3:

    Roba black hat così basica come questa francamente non pensavo davvero funzionasse ancora.

    Funzia funzia. Lavorano ancora anche cose più grezze, tipo un redirect tramite iniezione di codice, a cui butti addosso etti di link da reti di commenti spam.
    Poi certo, dopo poco smette di funzionare, ma se in quell'arco di tempo guadagni abbastanza, allora il gioco vale la candela.

    Quindi in buona sostanza Google si è fidato di quelle pagine solo per via del dominio in cui stavano.

    Esatto, pare così, e secondo me è l'assunto di base interessante di tutta sta cosa. Ovvero, posti cose da un dominio assolutamente valido (qualcuno ha parlato dello spam in Google Docs?), e fino a che funziona esiste una sorta di "beneficio del dubbio" dato solamente dalla natura del dominio. Aveva ragione Rand Fishkin?

    che il Pagerank è sopravvalutato
    che i linketti sponsorizzati sono sopravvalutati

    Mmhhh no, a mio avviso no. Anzi, quello che viene fuori è che il PageRank è ancora enormemente importante, altrimenti perché posizionare un dominio del genere, senza link alla pagina diretta, se non per forza del dominio di base? (Voglio dire, c'è un PageRank di senso ampio a questo punto, o almeno questa è la deduzione più logica, oltre che il mio punto di vista).
    Per i link sponsorizzati: c'è una differenza importante. Le attività di ottenimento link le pianifichi su un anno di lavoro almeno, ma spesso consideri di più. Qui siamo sullo spam puro, che non può funzionare in nessun caso.

    Ovvero, con questo trucco ha fatto credere a Google che si trattasse di un entità, di un brand legittimo... e lo ha in questo modo collegato al dominio.

    Sì questa è magnifica!!


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @aledandrea ha detto in Black Hat affiliate utilizzando Amazon S3:

    Anzi, quello che viene fuori è che il PageRank è ancora enormemente importante, altrimenti perché posizionare un dominio del genere, senza link alla pagina diretta, se non per forza del dominio di base?

    Ma il PageRank non funziona così!

    Quella roba là, ammesso e non concesso che sia una "forza del dominio" (e secondo me non lo è, ma divago), comunque non è basata sul PageRank.

    (qualcuno ha parlato dello spam in Google Docs?)

    Uh, vero, di quello ce n'è tantissimo... ma spunta fuori solo per le query più luride (warez, torrent, roba del genere). Quindi ha più a che fare con l'anonimizzazione dei dati (creo un account Google tramite Proxy/TOR e con quello uso Gdocs come "hosting" di roba illegale).


    alessandro_dandrea 1 Risposta
  • User Attivo

    @kal ha detto in Black Hat affiliate utilizzando Amazon S3:

    Ma il PageRank non funziona così!
    Quella roba là, ammesso e non concesso che sia una "forza del dominio" (e secondo me non lo è, ma divago), comunque non è basata sul PageRank.

    Sì, ragionissima. Errore mio che ho mescolato pere e mele, rileggendo la risposta.
    È che non sapendo come chiamarlo, se non Domain Rank ma vorrei evitare di usare quel termine o cose affini, mi ero tenuto su PageRank. Tipo, che so, Domain PageRank 🙂 .

    Comunque, al di fuori di strafalcioni miei, c'è un punto che invece riguarda la forza del dominio che è interessante.

    Ipotesi (pura ipotesi): In assenza di tempo per essere valutato, il materiale viene posizionato sulla base di fattori "pre-consolidati" come "l'affidabilità" del dominio, pesata sulle pubblicazioni precedenti, e sulla forza del dominio derivata dai link.

    A questo punto, quindi, concordo anche con te sul discorso che il PageRank sia sopravvalutato in certi contesti, perché qui è ininfluente.

    Resta vera, a mio avviso, la parte dedicata alla pianificazione. Qui si parla di spam, mentre se devi valutare attività pluriennali, le cose vanno in maniera differente.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @aledandrea ha detto in Black Hat affiliate utilizzando Amazon S3:

    Resta vera, a mio avviso, la parte dedicata alla pianificazione. Qui si parla di spam, mentre se devi valutare attività pluriennali, le cose vanno in maniera differente.

    Questo sicuramente lo possiamo scolpire nella pietra.

    Però anche studiare le cose Black Hat è interessante! Capire come sono riusciti a bucare Google permette anche a chi fa le cose per bene di farle meglio.

    È che non sapendo come chiamarlo, se non Domain Rank ma vorrei evitare di usare quel termine o cose affini, mi ero tenuto su PageRank. Tipo, che so, Domain PageRank 🙂 .

    Comunque, al di fuori di strafalcioni miei, c'è un punto che invece riguarda la forza del dominio che è interessante.

    Ipotesi (pura ipotesi): In assenza di tempo per essere valutato, il materiale viene posizionato sulla base di fattori "pre-consolidati" come "l'affidabilità" del dominio, pesata sulle pubblicazioni precedenti, e sulla forza del dominio derivata dai link.

    Allora, sicuramente c'è una fiducia cieca attribuita al dominio da parte di Google, dovuta alla sua "reputazione". Reputazione che, nel caso di una CDN come s3.amazonaws.com non è legata in alcun modo alle ricerche di brand o ad altri segnali utente, ma solo e solamente dai link.

    Perché questo è quello che fa una CDN: ospita roba allo scopo di linkarla a destra e a manca.

    E' una pezza d'appoggio senza alcuna "identità" riconosciuta.

    Ipotesi mia: il fatto di averci creato un "sito" sopra (non semplicemente un paio di paginette, ma migliaia), ha indotto Google a "pensare" che effettivamente quello fosse un sito fatto e finito e l'ha iniziato a riconoscere come "entità" (cosa che normalmente fa con i brand).

    Ed è questo passaggio da semplice "sito" a "entità" semantica che gli ha fatto "saltare la fila" ed ha permesso l'exploit.

    E questo mi ha fatto pensare ad un vecchio aggiornamento che fecero nel 2009, che sembrava in qualche modo "avvantaggiare" i grossi brand.

    Ho la netta sensazione che questa cosa sia correlata.