• User

    Seguo con grande interesse, lavoro nel campo delle telecomunicazioni e sono quello che in gergo si definisce uno smanettone (pessima presentazione...ma è la realtà).
    Ciò che mi preoccupa seriamente non sono le multinazionali che, quando ?sbagliano? a gran fatica possono essere trascinate di fronte un giudice (che a patto non sia corrotto) infligge loro una pena e le costringe a porre rimedio .... quello che mi preoccupa seriamente è quando uno Stato (SOVRANO) con tutto quello che comporta esserlo (anche a metà come il nostro) decide di adottare misure di controllo individuale.
    Non vorrei parlare di ?tecnofascismo? perché il fascismo so perfettamente essere stato altro, ma se un app del genere dovesse essere sponsorizzata dalle istituzioni allora dovrebbe essere l?app più TRASPARENTE E SICURA possibile, visto che stiamo andando verso la tecnologizzazione di ogni aspetto della nostra vita.
    Ovviamente ho riassunto e dato per scontato una miriade di informazioni e quindi ognuno interpreterà questo post come vuole e come può, ma:
    Vengo in pace
    Sono qui per imparare e scambiare idee
    Metto a disposizione quel poco che so
    E cerco di usare la testa per ragionare.
    La premessa era d?obbligo per non essere reso per un BURIONI qualsiasi 😉


  • Super User

    Ciao,
    grazie per l'interessante dibattito che seguo e di cui condivido molte delle riflessioni che mi hanno preceduta, per cui non mi dilungo.

    Volevo portare questo contributo del collettivo Ippolita

    https://ilmanifesto.it/covid-no-non-esistono-tecnologie-di-controllo-etiche/

    come è stato già detto, le big tech company sono già in possesso di molti dati su di noi e sui nostri spostamenti, in barba anche alla privacy. Perché non richiedere la disclosure di questi dati e la riappropriazione?

    Dice bene Ilaria Vitellio che è stata citata, il problema non è tecnologico ma se vogliamo politico. L'app da sola non risolve niente. Quello di cui avremmo bisogno non è una delega al controllo pervasivo della popolazione ma di autonomia (digitale) e di una cultura condivisa della cura e della responsabilità e di pratiche collettive anticontagio. E di un sistema sanitario non aziendalizzato ma in grado di curare tutti allo stesso modo.

    Segnalo anche questa notizia di poche ore fa: "Facebook will launch a worldwide project to track coronavirus".

    https://www.independent.co.uk/life-style/gadgets-and-tech/news/facebook-coronavirus-covid-19-survey-symptom-carnegie-mellon-a9474026.html

    Affidereste a Facebook informazioni sul vostro stato di salute?


  • User

    twitter.com/f_ronchetti/status/1252146913887076352

    Sto seguendo questa discussione su Immuni, che dovrebbe essere l'app "nostrana" per il tracciamento, forse, boh, chissà... Pare che chieda anche una storia clinica dell'utente (e non sia pronta per essere approvata). Cosa ne pensate?


  • User

    Io avevo visto questo video che spiega un'app per niente rispettosa della privacy


  • Moderatore

    le perplessità sono molte
    In merito al dettaglio clinico riassumo quanto ho compreso
    il pregresso clinico dell'utilizzatore, come la sua età, peso ecc concorrono a determinare lo stato di rischio dell'utente e quindi quale probabilità di contagio minimo debba far scattare un allarme
    in altre parole lo stesso evento può costituire un rischio diverso per un soggetto giovane e sano rispetto ad un anziano con più patologie


  • Community Manager

    Come prima cosa possiamo dire che sta succedendo un bel casino confusionario. E vorrei dire che i grandi media non aiutano, anzi, creano ancora più confusione. Siamo messi bene.


  • Moderatore

    interessante il discorso di conte oggi in merito


  • User

    Sì, ha detto che chi non scarica l'app non avrà limitazioni agli spostamenti. Per questo va benissimo, per l'app dipende da come sarà fatta, io non la scaricherei.


  • Community Manager

    Segnalo questa. Lui è Antirez. Lo intervistammo qui sul forum gt nel 2006. È iscritto http://www.giorgiotave.it/forum/posizionamento-nei-motori-di-ricerca/19968-intervista-salvatore-sanfilippo-parliamo-di-segnalo-alice-virgilio-ed-oknotizie.html#post154341

    Se Redis vi dice qualcosa...è grazie a lui

    [video=youtube;0H_EcTaaHCA]


  • User

    Perfetto questo video di Antirez
    Lo Condividerò sicuramente.
    Chi ha competenza nel campo, in questo momento, deve far valere le proprie conoscenze tecnico scientifiche per difendere le libertà individuali e collettive di ognuno.
    Grazie per averlo condiviso


  • Community Manager

    @sparkgap said:

    Perfetto questo video di Antirez
    Lo Condividerò sicuramente.
    **Chi ha competenza nel campo, in questo momento, deve far valere le proprie conoscenze tecnico scientifiche per difendere le libertà individuali e collettive di ognuno. **
    Grazie per averlo condiviso

    Esatto. Sto pensando di fare un video su YouTube solo per spingere il suo 🙂


  • Community Manager

    Metto anche l'altro video di Matteo Flora. Rifarò il primo post aggiungendo le ancore a tutti questi contributi

    [video=youtube;D7MuEaLewWE]


  • Community Manager

    Facciamo un punto va:

    [video=youtube;W2iEWSH4mnQ]


  • Moderatore

    Per brevità:

    "La soluzione, dicono in tanti, non geolocalizza.
    Ma puoi disabilitare il bluetooth, si obietta. Ma certo, se però lo devi usare per essere riconosciuto."

    Diverse App di Home Banking "obbligano" ad abilitare il GPS per poter proseguire nell'avvio ogni volta se si accorgono che è disabilitato.
    Diverse App di POS Online "obbligano" oltre al GPS, di abilitare ANCHE il Bluetooth, se non lo fai, non si avviano, non funzionano.

    Ora cosa ci vuole a creare un App che obblighi ad avere entrambe le funzioni abilitate per avviarsi? Nulla.

    Piccola parentesi su Apple, miliardi di motivazioni più o meno (sicuramente meno) plausibili per non condividere il protocollo di trasferimento file Bluetooth, e ora senza problemi una App che fa molto di più? A parte che non vorrei se ne uscissero con: funziona solo tra dispositivi Apple. Sono serio. Ne sono capaci. E chi compra Huawei? Si attacca (siamo seri, il 2-3% della popolazione sa come installare un'App al di fuori dello store ufficiale!).

    Ultima cosa: visto e considerato che saranno tutti obbligati ad installare l'App al pari dell'autocertificazione e tutti si convinceranno sia per il loro bene, il problema si porrà veramente solo per pochi. Anche chi ora alza la mano, dopo tornerà a pensare ai fatti propri. Come sempre.
    Dopo tutto bastano 600 euro a convincerti. Il prezzo della libertà.

    • aggiunta che mi è venuta ora in mente *
      Quanto ci vorrà che vengano messe in circolazione App che si interfacciano con Immuni (o qualunque nome abbia a seconda del Paese) e creino "Mappe" e "Alert" su possibili "Untori"?
      In ogni caso, si aprirà una caccia alle streghe; ora è stata molto limitata(1) dall'obbligo dello stare chiusi in casa, ma una volta che non sarà più così?

    (1) cito il caso dove padre e figlio hanno aggredito un runner, reo di portare a spasso il cane e non indossare la mascherina d'ordinanza.


  • Moderatore

    Ri-sottolineando la mia paura che un'altra App si interfacci con Immuni sottraendo dati, cito cosa è successo con l'App utilizzata in Olanda:

    "I dati erano accessibile da una diversa app degli sviluppatori, un problema causato, secondo gli stessi, dalla fretta e “da un errore umano”."

    Fonte: https://hackerjournal.it/5669/leak-app-oiandese-per-il-tracciamento-covid-19-colpita-da-data-breach/


  • User

    APP IMMUNI THE WORST CASE

    La tocco piano 😉

    L?app invia i dati ?criptati? ad un database centralizzato. L?attaccante trova una falla e ruba tutto il database (DB).
    Nel DB ci sono tutti gli id ?criptati? inviati da tutti i dispositivi fino a quel momento, dentro ci sono le catene di contatto tra id e i tempi di permanenza e tantissimi altri dati molto più sensibili (servono in caso occorra mandare gli allert ai dispositivi per segnalare un covid positivo).

    L?attaccante vende ad un compratore i dati che a sua volta individua la sua vittima, a questo punto il compratore si mette in ascolto dei dati inviati dal Bluetooth della vittima da lui scelta (giornalista, politico, industriale, finanziere, attivista e cittadino ecc...) ottiene gli ID che lo stesso dispositivo sta inviando contemporaneamente al DB e agli altri dispostivi nell?area circostante, a questo punto chi detiene malevolmente la copia al DB o addirittura l?accesso, può usare le chiavi catturate per fare una ricerca sul DB e ottenere la lista di TUTTI i dispositivi che la sua vittima ha incontrato, compreso la distanza di contatto e la durata, più tutta una serie di dati più o meno dettagliati sul suo stato di salute.

    Signori questo non è terrorismo ma la consapevolezza che se le cose verrano fatte male, milioni di dispositivi potrebbero essere esposti e con loro molti dati inviati dall?app che effettuerà il tracing.

    Cosa ne pensate?


  • Community Manager

    Metto anche la ettera aperta di nexa
    https://nexa.polito.it/lettera-aperta-app-COVID19

    Che è probabile che abbia portato a un bel cambiamento

    E poi faccio notare che il realtà il protocollo dannoso era stato già indicato come quello che avrebbero usato:

    Ordinanza 10 del Governo, 16 Aprile https://bit.ly/2Y4PBcd

    CONSIDERATO che, all’esito delle valutazioni effettuate dal Gruppo di lavoro e comunicate al Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, è stata selezionata la soluzione denominata “Immuni”, proposta dalla società Bending Spoons S.p.a., ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy; il 16 il Governo ha confermato il protocollo centralizzato.


  • Community Manager

  • User

    Ho letto con grande interesse l'aggiornamento di Carola Frediani:

    partendo dal presupposto che in questi casi sempre meglio tenere la guardia bella alta....

    Mi sembra di capire che il governo stia accogliendo le richieste della comunità scientifica, e di tutti quelli che conoscono il valore della privacy e la vogliono difendere e si stia muovendo nel solco dell'open source della decentralizzazione e in un ottica strettamente ancorata al discorso del contagio.

    Mi viene da dire bene!

    ma non mi piace molto, invece, il discorso sul diario sanitario collegato direttamente alle istituzioni, su questo bisogna capire meglio cosa e come lo si vuole fare, immaginando che non potremo impedire per sempre che questo venga fatto poiché giorno dopo giorno le tecnologie avanzano, la popolazione si "emancipa" (il coronavirus sta accelerando questo percorso a tappe forzate) e molto probabilmente, questi dati in un modo o in un altro verranno raccolti, quindi credo sia più saggio capire e dominare i processi, piuttosto che subire i cambiamenti.

    Voi cosa ne pensate? credete che sia possibile impedire "per sempre" che accada? è meglio lasciare che ci pensino le generazioni future a combattere questa "battaglia"?

    Grazie Giorgio come sempre per l'aggiornamento


  • Moderatore

    Imho questo è uno dei casi per i quali, ad oggi, manca una professionalità: il sociologo informatico o l'esperto di etica informatica.

    Gli argomenti e le motivazioni sono plausibili da tutte e due le parti:
    c'è chi dice che l'app, nonostante i possibili problemi di privacy, sia necessaria per un bene comune maggiore: la nostra salute [ed ovviamente parliamo di app senza dati centralizzati]
    c'è chi dice che l'app, proprio per i possibili problemi di privacy non sia necessaria.

    Una volta polarizzati è facile trovare esempi che possano portare acqua al proprio mulino.

    Il discorso di Totò mi è piaciuto moltissimo perché, da persona in gambissima qual è, prova a spiegare semplicemente il problema demandando ad altri i possibili risvolti morali.

    Ma lo stesso approccio del problema potrebbe essere espanso a molti settori:

    prendiamo l'AI della guida assistita, ad esempio. Come deve comportarsi quando deve scegliere se rischiare di uccidere un pedone a destra o uno a sinistra e non può di sicuro evitarli entrambi?

    prendiamo il caso dell'analfabetismo informatico. È corretto limitare l'uso a persone che non sanno usare gli strumenti che hanno, che non fanno nulla per impararli e che li usano a capocchia di cane?

    vediamo il caso di Facebook e della censura di Forza Nuova. È eticamente corretto che una società privata non italiana possa decidere che una forza politica italiana, riconosciuta e legale al momento, sia bannata dalla discussione politica? (Oh, a me ha fatto piacere ma astraendosi non so se sia giusto o meno).

    Son tutte domande alle quali non è per nulla semplice dare soluzioni e per le quali mi aspetto che chi sia delegato a fornirle sia preparatissimo in materia (e magari non sia un giudice di primo grado di provincia...)

    Sull'app Immuni, si è vista questa mancanza: chi l'ha chiesta ha demandato la realizzazione tecnica a gente davvero brava nello sviluppo.
    Ma sulla progettazione si è partiti subito con lacune spaventose, imho.

    C'è voluta una sollevazione di piazza a far cambiare subito alcuni aspetti (open source, delocalizzazione dei dati etc)

    Il succo è che non si doveva arrivare a questo punto, imho. Non si doveva permetterne la spettacolarizzazione, non dare adito a scimmie urlatrici di parlare di cose a caso (e lo hanno fatto, vedi le risposte sotto il post del nuovo sviluppatore di Bending Spoons) o di far partecipare a questioni particolari esperti di altro settore (Burioni che parla di privacy è come Djokovic che parla di vaccini: entrambi nel loro campo ne sanno a pacchi, dei campi affini meno e spesso meno di zero).

    A me piacerebbe che in futuro non si debba parlare di questi argomenti ma consapevolmente della facilità d'uso e delle funzionalità. Ma è utopia.

    PS tralascio le questioni di privacy dei vari social ed affini che usiamo per non inquinare il post. Ma ce ne sarebbe da parlare, a prescindere dall'app Immuni...