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Ci sono problemi SEO con il passaggio ad HTTPS?
No.
Questa risposta ha dato ieri, all'Advanced SEO Tool, Andrea Pernici (@juanin).
Ed ha aggiunto una cosa importante: i problemi SEO sorgono quando c'è qualcosa di sbagliato in quello che facciamo.
Andrea ha seguito il passaggio ad HTTPS di un bel po' di siti e alcuni di questi hanno centinaia di migliaia di pagine, traffico pauroso, contenuti di tutti i tipo.
È importante, per chi si occupa di divulgazione, cogliere il punto della situazione. Andare all'essenziale.
Quindi cambiamo la domanda, perché è dalla domanda che facciamo la differenza.
Quali sono gli errori umani che fanno maggiori danni SEO nel passaggio ad HTTPS?
Allora la domanda, che faccio ad Andrea, ci permette di focalizzarci sulle cose giuste. Basta prendersela con Google, vedere complotti ovunque, fare a scarica barile. Il problema è che è difficile ammettere anche a se stessi di sbagliare. Niente scuse raga
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Avevo scritto al povero John che viene sempre subissato di sciocchezze con il seguente tweet https://twitter.com/andreapernici/status/833603222661111808
Ripetutamente infatti si possono notare critiche e false case history dove qualcuno dice che migrando ha perso posizioni.
Il punto non è tanto nella migrazione...ma quello che ne consegue. Ogni qual volta entrano in campo questioni tecniche diventa davvero semplice fare piccoli errori che creano grossi casini al motore di ricerca.
Il punto non è neanche HTTP HTTPS, ma la migrazione in genere o il restyle o qualsiasi altro cambiamento che induce il motore di ricerca a fare Deep Crawl.
Stai pure sicuro che in quei momenti, se hai scheletri nell'armadio, Google li verrà a trovare. Ti farà le pulci. E' per questo che spesso in concomitanza delle migrazioni ci sono scombussolamenti e non perché Google non è in grado di capire che si tratta di un banale cambio di protocollo.Come diceva anche Enrico sui tool o sulle cose mascherate da scienza...il punto è che bisogna guardare le cose come stanno e analizzare nel dettaglio ogni cosa prima di gridare "al fuoco al fuoco!".
Sembrerà banale, ma se qualcosa cambia agli occhi del motore di ricerca significa che qualcosa è successo. Se qualcosa è successo molto probabilmente abbiamo fatto noi qualche "cazz....".
Buone analisi!!!
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se si fa solo il passaggio non dovrebbe cambiare niente, se in concomitanza del passaggio facciamo anche altro, allora sì, qualcosa può cambiare. in meglio o in peggio. questo il mio parere, ma lascio la parola agli esperti
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su questo, ho sempre avuto 2 domande tecniche che si riassumono: dove sono indicate url assoluti in referenza al sito dove stiamo implementando HTTPS, come bisogna comportarsi, in particolare:
- nel file sitemap.xml vanno cambiati i riferimenti interni da http a https?
- per 301 permanent redirect, la nuova URL che s'invia dev'essere aggiornata a https?
immagino di sì per entrambi, ma la domanda nasce in conseguenza a: devo reindirizzare tutte le chiamate http in https (per siti di sola consultazione senza pagine riservate) o posso lasciare il funzionamento per entrambi?
ciao, Andy
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mi sono risposto da solo
sempre sì... si abbandona HTTP con HTTPS e tutte le pagine HTTP (tutte, tutte) devono avere il 301 redirect alla nuova versione HTTPS
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La cosa più drammatica che ha detto Andrea è quella relativa ai mixed content che se gestiti male possono addirittura bloccarti il sito perchè anche le chiamate interne devono essere in https e quando invochi componenti di terze parti non è detto che siano disponibili in connessione sicura. Io per esigenze tecniche devo avere per forza il sito aziendale in hosting windows su aruba e per gestire l'https ho dovuto fare alcuni accorgimenti coi canonical e col web.config grazie anche ai suggerimenti di Andrea e ci sono riuscito.
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devi lavorare anche a livello di web config su hosting windows ed htaccess su hosting linux. Inoltre devi aggiungere la versione https alla search console con la sitemap in https.
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Il problema del passaggio ad HTTPS è che quando si dice "passaggio ad HTTPS" in realtà si dicono più cose assieme, alcune amministrative, altre lato software, altre lato webserver:
- acquisizione di un certificato SSL (wildcard? Solo dominio?)
- installazione del certificato SSL (l'hosting lo supporta?)
- impostazione del software CMS per veicolare contenuti su SSL (e qui si vedono le peggio cose, soprattutto cose che potenzialmente rompono i passaggi successivi)
- revisione dei link interni e dei contenuti veicolati tramite HTTP (ad es. parti del template)
- redirect permanente dei contenuti da HTTP a HTTPS (vedere punto 3)
Sbagli una qualunque minchiata ad uno qualsiasi di questi passaggi e rischi di mandare all'aria tutto.
E questo solo considerando la migrazione e non la manutenzione... vogliamo parlare di siti con il certificato scaduto? O della perdita di visibilità su Google Search Console, dato che ovviamente HTTPS lo vede come un sito nuovo?
Le migrazioni da HTTP a HTTPS possono essere fatte in modo indolore. Ma devi (DEVI) fare tutto giusto.
Ed è un'attività al 100% tecnica che presuppone una buona se non ottima conoscenza del protocollo HTTP e di come i crawler interagiscono con le pagine del sito.
Per fare si può fare, ma non è una cosa che si può fare "schiacciando un pulsante". Se lo fai schiacciando un pulsante, hai buone probabilità di avere fatto cazzate.
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la confusione per me è sempre stata quella di leggere "la versione HTTPS" inteso come fosse lo stesso sito in HTTP.
Non possono co-esistere, è un passaggio dove il redirect 301 fa da ponte.C'è anche un'altra cosa che mi ha sempre confuso, ad esempio il sito con o senza il "www" a prefisso di dominio. Presumo il ragionamento sia lo stesso, se si ritiene più pratico realizzare il proprio sito senza il "www", è utile il redirect 301 (o almeno il rel=canonical come indica Marco).
Portate pazienza se vi ho portato nella SEO di almeno 10 anni fa... per la realizzazione di applicazioni web sono veterano (selezione prodotti, backend, ...), ma nella gestione di contenuti e la loro efficace gestione per un motore di ricerca sono un novellino...
Grazie, ciao
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@andyj115 said:
la confusione per me è sempre stata quella di leggere "la versione HTTPS" inteso come fosse lo stesso sito in HTTP.
Non possono co-esistere, è un passaggio dove il redirect 301 fa da ponte.C'è anche un'altra cosa che mi ha sempre confuso, ad esempio il sito con o senza il "www" a prefisso di dominio. Presumo il ragionamento sia lo stesso, se si ritiene più pratico realizzare il proprio sito senza il "www", è utile il redirect 301 (o almeno il rel=canonical come indica Marco).
Portate pazienza se vi ho portato nella SEO di almeno 10 anni fa... per la realizzazione di applicazioni web sono veterano (selezione prodotti, backend, ...), ma nella gestione di contenuti e la loro efficace gestione per un motore di ricerca sono un novellino...
Grazie, ciao
Secondo le linee guida di Google nella search console andrebbero indicate tutte e tre la versione con senza http e quella https. Già questo dovrebbe impedire di creare contenuto duplicato poi il canonical è un rafforzativo necessario. Il 301 serve quando hai file fisici identici in posizioni diverse esempio in caso di migrazione del sito quando nelle serp compaiono ancora i vecchi risultati (gestisci anche la procedura cambio indirizzo in search console). Nel caso di un sito su Aruba ad esempio hai un unico file pippo html raggiungibile sia con protocollo http che https. In questo caso col canonical dovresti essere a posto.
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In generale, niente canonical se puoi fare un 301. E anche sulle versioni:
HTTP piuttosto che HTTPS: sono due siti differenti.
Con WWW e senza WWW: sono due siti differenti.
In generale Google è diventato abbastanza bravo a capire che si tratta di versioni identiche dello stesso sito... ma è una cosa che fa Google NONOSTANTE la nostra cattiva configurazione.
In generale:
- tra HTTP e HTTPS, sceglierne uno (tipicamente il secondo). L'altro fare redirect 301.
- tra WWW e senza WWW, sceglierne uno (tipicamente il primo). L'altro fare redirect 301.
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vi chiedo una cosa, per gli esperti di WordPress: dopo aver reindirizzato il database, che quindi punta al nuovo https, il redirect 301 va implementato comunque? non va in automatico?
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Cosa intendi con "dopo aver reindirizzato il database"?
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Reindicizzato maybe? Effettivamente vedo che l'autocorrettore cambia in reindirizzato.
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Grazie Marco, grazie Kal
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nono intendo proprio reindirizzato. con wordpress se non procedi a modificare l'htaccess e anche nel database le nuove impostazioni della url da http a https, rischi di lasciare online il sito anche su http, con le conseguenti penalizzazioni. se invece si effettua il passaggio, il sito rimane visitabile solo su https, e WordPress reindirizza automaticamente. chiedevo appunto se fosse sufficiente questo, oltre che segnalare la nuova sitemap (che comunque con gli appositi plugin anche quella va in automatico). grazie!
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ciao Lauryn,
di solito passo da CMS proprietari o siti statici a WordPress (ed ultimamente sto guardando GRAV CMS), quindi valuto tutto con un .httaccess dedicato allo scopo (oppure ad un index.php per avere i redirect gestiti da una tabella di MySQL dopo aver fatto un'estrazione delle vecchie pagine dal sito).
Ho trovato invece questo articolo per Wordpress da HTTP a HTTPS
http://seoblog.giorgiotave.it/migrazione-http-https/4861
Spero ti dia una checklist ed una risposta ad i tuoi dubbi
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thank you andy!
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mi dà errore quel link, me lo passi in privato?
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Attivato