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Ok grazie
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Salve, vi ringrazio innanzi tutto per le vostre risposte che mi hanno dato elementi in più per valutare il mio caso, ma rimango comunque con qualche dubbio e chiedo se qualcuno potrebbe darmi una sua opinione:
- dovrei inviare 1 (massimo 2) email in italiano a destinatari italiani (circa 3000) e 1 (massimo 2) email a destinatari stranieri (circa 5000) al mese.
- Il layout grafico deve essere personalizzabile (magari su un modello fatto in html - le email italiane si differenzieranno da quelle straniere solo per il testo all'interno, il layout sarà il medesimo)
- non deve essere presente il logo del servizio utilizzato
- non ho richieste di invii rapidi (anche 1 o 2 gg)
- ho bisogno della possibilità di utilizzare 2 form (1 ita e 1 eng) da integrare in pagine html per l'iscrizione alla newsletter dal sito
- mi piacerebbe avere una valutazione sulle email lette, cestinate, cliccate
Non ho grossi problemi con l'inglese e la soluzione che avevo trovato era Mailchimp ma ora mi è venuto un dubbio, sia sul costo (esiste qualche cosa di più economico?) sia sul form per l'iscrizione di nuovi utenti-email.
Ringrazio anticipatamente chiunque voglia rispondermi
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Io personalmente mi trovo benissimo con Get Response. Ma vedi tu
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Ciao Algherdes, se l'esigenza è avere inviare due tipologie di messaggi (in italiano e in inglese) presta attenzione al fatto che siano gestibili due diverse liste.
In questo modo tutte le pagine di dialogo per il tuo destinatario (es. form di iscrizione, email per confermare l'iscrizione, pagina di conferma, pagina per la disiscrizione, preference center...) siano impostabili nelle due diverse lingue.
Credo che sia MailUp che Mailchimp possano rispondere a tutti i tuoi requisiti, mentre Get response no a meno che non ti interessi differenziare le lingue.
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Grazie a tutti per le risposte!
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Ciao a tutti,
vorrei riesumare questa discussione per chiedere un parere: ho una lista più o meno di 3/4000 contatti italiani a cui vorrei inviare circa 3/4 mail ANNUE.
Necessito di un promt per la composizione html dell'email e la certezza di invio (non importa se scaglionata in qualche giorno, l'importante che arrivi nel giro di una settimana).A leggere i vari commenti Mailup non mi sembra faccia al caso mio causa l'eccessivo prezzo per l'uso che ne richiedo.
Per le mie esigenze cosa mi potete consigliare?
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Se invii 3/4 volte l'anno ti conviene rivolgerti a chi non fa abbonamenti "mensili" o su base "contatti" ma piuttosto a chi ti fa pagare in funzione delle email complessive inviate.
Di solito questi servizi sono "prepagati" e ti fanno comprare un certo numero di crediti che paghi immediatamente e che poi consumi ogni volta che invii una newsletter (consumerai un credito per ogni destinatario che ha quella newsletter), un po' come le ricaricabili telefoniche.Se cerchi su google (o altro motore) "invio newsletter a crediti" (o similare) troverai vari servizi italiani che offrono anche una soluzione a crediti: di solito la versione più venduta è quella "a contatti" ma se guardi nelle pagine dei prezzi vedrai che molti hanno anche la versione a crediti.
Molti ti permettono di registrarti senza pagare nulla e senza fornire la tua carta di credito: provane alcuni e decidi tu quello che fa al caso tuo.
Ultima cosa: la "Certezza dell'invio" te la danno tutti; la "certezza della ricezione in posta in arrivo", invece, non potrà dartela nessuno perchè non dipende solo dall'intermediario che invia la tua email. Se fai spam nessun intermediario potrà garantirti di consegnarlo in posta in arrivo: se qualcuno di "vende" questa certezza che i filtri antispam verranno aggirati/evitati o altro di "magico" ti sta vendendo fumo. Se lo fanno tu chiedigli di mandarti una email (quindi qualcosa di scritto) dove si evinca che ti garantiscono che la tua email non finirà mai in spam su nessun provider.
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Io nel mio nuovo blog consiglio getresponse.
É molto professionale ed ha dei prezzi più bassi della concorrenza. Oltre che un sacco di funzioni fichissime.
Se ti va puoi leggere questo articolo, dove (verso la fine) spiego un po' tutto meglio.
crearenewsletter .com/direct-email-marketing/
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Ciao a tutti,
ho sfogliato e letto con interesse questo thread. Un'amica che lavora in un'azienda mi ha raccontato che MailUp ha cambiato offerte (in negativo, a quanto dice), proponendo la seguente offerta:
2.280 email/ora - No logo - No Allegati nè contenuti embedded - No supporto premium alla modica di 367 euro/anno
Con Gmail, ogni volta che ricevo email dalla sua azienda le trovo nella tab promozione (praticamente non leggo le loro email).
Totale invio di quest'anno: 20.000 email circa.
Lei mi chiede consiglio.. ed io lo chiedo a voi
grazie
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Ciao Miitiicoo, probabilmente era meglio aprire una nuova discussione.
Da quello che so le offerte "d'ingresso" di Mailup sono migliorate, non peggiorate e quella che illustri è la loro offerta base ma CON LOGO (quelle senza logo mi pare partano da 540€/anno): che offerta avevano prima?
Se si parla di un invio complessivo in un anno di 20.000 email suppongo che sia una lista molto piccola (magari meno di 2000 contatti): in questo caso esistono sicuramente molte alternative più economiche di Mailup (anche 3 volte più economiche) che troverai cercando su google "servizio invio newsletter" o cose simili. Su volumi di questo genere Mailup non è molto competitiva, mentre lo diventa su volumi di invio molto più elevati.
Parlando però del tab promozioni, non è possibile generalizzare: innanzitutto non ci hai detto di quali email si parla e quindi è difficile valutare se la classificazione come promozione sia errata o meno. Se si tratta effettivamente di una email promozionale allora Google sta facendo la cosa giusta. Se così non è allora potrebbe essere un errore di Google. In generale, però, è bene sottolineare che la classificazione come "Promozioni" quasi mai dipende dal "fornitore" di invio email ma piuttosto dal mittente e dai contenuti del messaggio e da ciò che hanno fatto i riceventi di messaggi simili in passato.
Parlando esclusivamente di Gmail, dalla mia esperienza il fornitore può influire sulla percentuale di email che finiscono in spam o meno e non sul fatto che finisca nel tab promozioni o in quello principale. In genere questa influenza avviene prevalentemente nei primi invii, poi, se il fornitore lavora bene e permette a Google di distinguere i suoi singoli clienti, Gmail imparerà a classificare l'email prevalentemente in base alla "reputazione" del cliente e sempre meno quella del fornitore. Certo che se il fornitore è un noto spammer allora anche il cliente buono difficilmente riuscirà a far recapitare le proprie email fuori dallo spam, ma per fornitori validi non sono questi problemi.
Il fatto che tu non legga le email del tab promozione non "fa statistica": molti utenti gmail sono consapevoli che le offerte commerciali CHE HANNO CHIESTO E CHE VOGLIONO finiscono nel tab promozioni e dedicano a questo tab momenti particolari della loro giornata, quando hanno voglia di vedere se ci sono novità che possono interessarli. Alcune statistiche mostrano come l'introduzione del tab promozioni non abbia sostanzialmente cambiato i tassi di conversione delle email: magari ne ha ridotto il tasso di apertura, ma l'apertura senza conversione alla fine è una cosa veramente poco utile.
Comunque se vai più in dettaglio sul contenuto dell'email possiamo discutere del fatto che sia giusta o meno la classificazione nel tab promozioni, mentre se fornisci le intestazioni (header) di uno dei messaggi ricevuti possiamo valutare se ci possano essere problemi di altro genere.
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Ciao Bago,
scusa per il ritardo ma ho beccato un'influenzona mica male. Grazie per la tua risposta. Chiaro il discorso del tab promozione. Per quello che so:- l'azienda organizza eventi
- Il loro Db totale è di circa 10k contatti distinti in categorie
- Le mail sono principalmente inviti, che però non vengono fatti a tutto il db ma ad alcune categorie ogni volta.
Altro non so dirti.. le ho scritto ma lei è fuori per una convention
Quanto all'offerta di MailUp.. Per "no logo" intendevo che c'è il logo MailUp nelle email. per essere più esauriente ti incollo parte del messaggio che ha ricevuto da customer care di mailup
*Come da accordi telefonici le invio la nostra proposta per il passaggio alla modalità di spedizione ?a frequenza? con cui le assicuriamo l?invio di un flusso email orario: il parametro per definire la configurazione secondo il nuovo listino è proprio il rapporto mail /ora (velocità base 2283 mail in 1 ora).
Tra i vantaggi di questa modalità abbiamo:- Tempi di invio sensibilmente ridotti: il peso dell?email non è più un parametro determinante per la velocità di spedizione;
- Canone flat per inviare un numero illimitato di messaggi;
- Sono incluse sia le funzionalità del pacchetto Message+ che quelle del pacchetto Marketing+
**Non è invece incluso il pacchetto allegati, quindi allegati e immagini embedded non possono essere inviate se non previo l'acquisto del pacchetto aggiuntivo.
E' un po' affranta dal punto in grassetto. Prima erano inclusi nell'offerta, adesso no (ecco perchè peggiorativa, credo).
Ciao!@bago said:
Ciao Miitiicoo, probabilmente era meglio aprire una nuova discussione.
Da quello che so le offerte "d'ingresso" di Mailup sono migliorate, non peggiorate e quella che illustri è la loro offerta base ma CON LOGO (quelle senza logo mi pare partano da 540?/anno): che offerta avevano prima?
Se si parla di un invio complessivo in un anno di 20.000 email suppongo che sia una lista molto piccola (magari meno di 2000 contatti): in questo caso esistono sicuramente molte alternative più economiche di Mailup (anche 3 volte più economiche) che troverai cercando su google "servizio invio newsletter" o cose simili. Su volumi di questo genere Mailup non è molto competitiva, mentre lo diventa su volumi di invio molto più elevati.
Parlando però del tab promozioni, non è possibile generalizzare: innanzitutto non ci hai detto di quali email si parla e quindi è difficile valutare se la classificazione come promozione sia errata o meno. Se si tratta effettivamente di una email promozionale allora Google sta facendo la cosa giusta. Se così non è allora potrebbe essere un errore di Google. In generale, però, è bene sottolineare che la classificazione come "Promozioni" quasi mai dipende dal "fornitore" di invio email ma piuttosto dal mittente e dai contenuti del messaggio e da ciò che hanno fatto i riceventi di messaggi simili in passato.
Parlando esclusivamente di Gmail, dalla mia esperienza il fornitore può influire sulla percentuale di email che finiscono in spam o meno e non sul fatto che finisca nel tab promozioni o in quello principale. In genere questa influenza avviene prevalentemente nei primi invii, poi, se il fornitore lavora bene e permette a Google di distinguere i suoi singoli clienti, Gmail imparerà a classificare l'email prevalentemente in base alla "reputazione" del cliente e sempre meno quella del fornitore. Certo che se il fornitore è un noto spammer allora anche il cliente buono difficilmente riuscirà a far recapitare le proprie email fuori dallo spam, ma per fornitori validi non sono questi problemi.
Il fatto che tu non legga le email del tab promozione non "fa statistica": molti utenti gmail sono consapevoli che le offerte commerciali CHE HANNO CHIESTO E CHE VOGLIONO finiscono nel tab promozioni e dedicano a questo tab momenti particolari della loro giornata, quando hanno voglia di vedere se ci sono novità che possono interessarli. Alcune statistiche mostrano come l'introduzione del tab promozioni non abbia sostanzialmente cambiato i tassi di conversione delle email: magari ne ha ridotto il tasso di apertura, ma l'apertura senza conversione alla fine è una cosa veramente poco utile.
Comunque se vai più in dettaglio sul contenuto dell'email possiamo discutere del fatto che sia giusta o meno la classificazione nel tab promozioni, mentre se fornisci le intestazioni (header) di uno dei messaggi ricevuti possiamo valutare se ci possano essere problemi di altro genere.
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Dille di iscriversi alle newsletter di Apple, Google, Nike, Amazon o qualunque altro brand molto noto (big spender) e guardare se le immagini sono embedded o meno e se usano allegati: scoprirà che NESSUNO usa allegati o immagini embedded e con ragione, visto che ognuno di questi spende milioni nei propri email marketing e non gli manca certo la funzionalità di invio embedded. Semplicemente, a parte casi rarissimi, da risultati migliori l'invio senza allegati e senza immagini embedded. Se organizzi un evento il 99% delle volte è SBAGLIATO metter un allegato ma molto meglio mettere un semplice link per scaricare l'allegato: 1) puoi misurare chi lo apre 2) non pesava nell'email e quindi probabilmente è stato filtrato dai filtri antispam meno spesso e l'email è stata vista da più destinatari.
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tutto chiaro.
Grazie infinite!@bago said:
Dille di iscriversi alle newsletter di Apple, Google, Nike, Amazon o qualunque altro brand molto noto (big spender) e guardare se le immagini sono embedded o meno e se usano allegati: scoprirà che NESSUNO usa allegati o immagini embedded e con ragione, visto che ognuno di questi spende milioni nei propri email marketing e non gli manca certo la funzionalità di invio embedded. Semplicemente, a parte casi rarissimi, da risultati migliori l'invio senza allegati e senza immagini embedded. Se organizzi un evento il 99% delle volte è SBAGLIATO metter un allegato ma molto meglio mettere un semplice link per scaricare l'allegato: 1) puoi misurare chi lo apre 2) non pesava nell'email e quindi probabilmente è stato filtrato dai filtri antispam meno spesso e l'email è stata vista da più destinatari.
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Ciao, in realtà la nuova offerta MailUp a parte gli allegati che solo per alcuni sono fondamentali (es. società che inviano report riservati...) è decisamente più competitiva perchè rispetto a prima ora hai in più, incluse nel canone base:
- invii automatici (trigger, autoresponder...)
- filtri (su comportamento, device, geolocation, campi anagrafici)
- smtp+ (in pratica invii anche le transazionali senza pagare nulla in più).
Infine rispetto a prima il canone base garantisce una velocità di invio di circa 3 volte superiore, a parità di prezzo.
Riguardo alle immagini embedded i problemi principali sono due:
- vanno usate con cautela, perchè il peso del messaggio rischia di esplodere e sopra i 100KB diventa controproducente
- si perdono (in parte) i dati statistici sulle aperture
Nessuno le usa tra i big, ma anche perchè nessuna delle applicazioni più note ha questa funzionalità. Tra i nostri clienti ti posso dire che ce ne sono diversi che hanno fatto A/B test e alla fine hanno deciso di spedire solo con immagini embedded, e oggi non rinuncerebbero mai ad usarle. Dipende molto dal settore e dal tipo di messaggio. Provare costa poco, quindi perchè non farlo se si può aumentare il CTR medio del 10-20%?
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Non sono d'accordo sul fatto che i big spender non le usano per via di limiti dei loro fornitori: Amazon, il re indiscusso dell'email marketing, è fornitore di se stesso e non avrebbe alcun problema ad inviare email con immagini embedded se volesse. Apple e Google usano sistemi proprietari e non gli manca certo la tecnologia per embeddare le immagini (è una banalità tecnicamente). Nike, come molti altri "top", utilizza Exact Target che tra le sue funzioni annovera l'embedding automatico delle immagini (se attivato).
E non credo sia nemmeno così semplice come dire "fai un AB testing" perchè fare AB testing per bene richiede tanti ragionamenti e non è assolutamente detto che l'utente medio tragga la conclusione giusta. Esempio tipico: fai l'ab testing e l'invio della versione A modifica la tua reputazione e fa sì che la versione B faccia tassi di apertura superiori o inferiori non per caratteristiche specifiche di B ma per gli effetti che ha avuto A. L'AB testing non ti misura gli effetti nel lungo termine, e potrei aggiungerne altri (c'è un post nel mio blog per chi vuole approfondire). Se fai AB testing tra la tua newsletter che invii tutti i giorni ed una in cui nell'oggetto scrivi una offesa pesante per il destinatario molto probabilmente quella con l'offesa vincerà il test AB, ma non significa che quindi era la cosa da fare. Stessa cosa se prometti cose che poi non manterrai nella tua landing page.
Noi abbiamo visto che quando disponibile questa funzione (immagini embedded) veniva più spesso utilizzata in modo controproducente che in modo corretto e quindi abbiamo stabilito fosse meglio (per il nostro target) che prendessimo una decisione noi al fine di migliorare i risultati medi.
Mettendo da parte poi la sostanza del discorso e riferendomi al fatto che "ci sono clienti che non rinuncerebbero mai ad usarle" credo anche che a volte, soprattutto con clienti di un certo livello, sia molto più facile (e anche giusto) chiedere soldi e dare quello che vogliono piuttosto che sprecare giornate a spiegargli perchè quello che vogliono non è ciò che gli serve.
Io rimango convintissimo che i casi in cui conviene usare immagini embedded CI SONO ma sono RARI e sono abbastanza sicuro che se potessi mettere mano negli AB testing che hanno portato grossi tassi di conversione a favore delle embedded potrei nella maggior parte dei casi creare un AB test con l'effetto opposto. Come tutte le best-practice esistono motivi per violarle consapevolmente ma anche validi motivi per cui si chiamano best-practice.
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Concordo che sia un'opzione rischiosa e da usare con attenzione, non per niente abbiamo inserito in MailUp anche un avviso nel caso il messaggio superi un peso soglia, in modo che l'utente non sia portato a fare errori grossolani. Nel caso della nostra newsletter ad esempio, visto che spesso contiene animazioni, risulterebbe un messaggio eccessivamente pesante. Il contenuto inoltre è essenzialmente informativo, quindi il fatto che ci sia un loghino oppure no, l'invio con immagini embedded non cambia i risultati.
Comunque sugli A/B test nel nostro caso vengono fatti esattamente in parallelo, con lo stesso messaggio inviato nelle due modalità, quindi se la reputazione dovesse peggiorare (cosa comunque a mio avviso non realistica) entrambe le versioni ne sarebbero affette.
Il mio prof. di Statistica scherzava dicendo che "la statistica è l'arte di provare una cosa e il suo contrario", mi sembra che tu sia dello stesso parere
Ma fino a che non ci sono metodi migliori, se il campione è statisticamente significativo non vedo molte altre alternative per prendere decisioni.
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Sulla questione reazione temporale immediata dei filtri antispam proprio in questi giorni sto verificando che Hotmail fa qualcosa di questo genere e una singola email può pregiudicare la consegna di quella inviata pochi secondi dopo senza che nemmeno ci sia stato accesso alla casella (quindi microsoft non può aver raccolto statistiche sul fatto che sia sta aperta o meno).
Sì, sulla statistica in generale la penso come il tuo prof , ma ritengo che l'AB testing sia un ottimo strumento per il WEB e che invece sia abusato e mal utilizzato il 90% delle volte che lo si usa nell'email. Nel web è particolarmente utile quando si lavora con visitatori ai quali devi fare una "first impression". Nell'email questo non è mai così in quanto, a meno che non sei uno spammer, tu hai già una relazione con i tuoi visitatori ed è una relazione che devi coltivare, non devi quindi fare una "first impression", quella l'hai già fatta quando hanno deciso di lasciarti l'email. Nell'email è molto più facile sbagliare.
Visto che l'AB test dell'email lo fai o sull'open rate o sul click rate, stai prendendo una decisione su una parte PICCOLISSIMA del processo di conversione in quanto non prendi in considerazione PER NULLA le conversioni, il ROI, e l'effetto persistente che lasci nel tuo destinatario. Inoltre non riesci in alcun modo a misurare quanto dell'effetto AB sia dovuto all'email stessa e quanto invece è dovuta al passato. Ad esempio: se tutti i giorni invio una email con titolo "newsletter" e un bel giorno decido di fare AB test tra "newsletter" e "notizie di oggi" è probabile che "notizie di oggi" vinca l'AB test. Se invece inviavo sempre "notizie di oggi" e faccio lo stesso AB test allora vincerà "newsletter", ovvero vincerà il "cambiamento", cosa che ha senso, ma che è una carta che puoi giocarti una sola volta. Tutte queste cose sono da RAGIONARE e un automatismo come l'AB test non ti impedisce di fare la scelta opposta a quella migliore.
Aggiungo poi una questione numerica: l'AB test fatto su 2000 persone secondo me non ha numeri sufficientemente alti per essere statisticamente rilevante e quindi sbagliato per definizione, se invece hai 1 milione di contatti secondo me se fai una singola email per tutti con due varianti è probabile che tu stia già commettendo un errore in partenza in quanto significa che stai sparando nel mucchio senza aver fatto alcun tipo di segmentazione. Se fai correttamente segmentazione non dovresti mai inviare la stessa email identica a più di qualche migliaio di utenti. Meglio spendere il proprio tempo a segmentare piuttosto che fare AB testing, nell'email.
L'AB testing è uno strumento potentissimo, come lo sono gli aeroplani, però fortunatamente per guidare gli aeroplani servono licenze perchè se chiunque potesse mettersi alla guida di un aereo senza conoscere tutti i danni che può causare con un errore saremmo messi molto male.
Esattamente come per le immagini embedded credo che sia una funzione che dovrebbe essere riservata ad una minoranza e che siano pochissimi, in percentuale, gli utenti che possono utilizzarli correttamente mentre che per la maggioranza siano più spesso causa di problemi che altro.
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Concordo che che ci possono essere casi in cui l'A/B test fornisce risultati fuorvianti, ma tra chi spedisce 2.000 email e chi ne spedisce 1.000.000, c'è tutto un mondo!
Lato nostro abbiamo clienti piuttosto evoluti (ad esempio americani) che fanno A/B test non basandosi su criteri legati all'open-rate o al CTR, ma sul fatturato. Abbiamo dovuto fare una modifica a MailUp per andare incontro a quest'esigenza. Quindi nel loro caso A/B test si traduce direttamente in maggiori ricavi.
Senza arrivare a questi casi estremi, l'A/B test sull'oggetto o su "particolari" come l'head line, rimane la cosa più semplice e meno "rischiosa", se spedisco ad almeno 10.000 indirizzi con un open rate medio. Qualche esempio che può insipirare:https://whichtestwon.com/?s=email
Farne uno sporadicamente può portare ad errori di valutazione, ma se diventa un esercizio fatto con costanza e attenzione, credo sia una tecnica che può insegnare molto più di tanti libri
Secondo me ci vorrebbe un bel blog post di approfondimento sull'argomento
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Ma allora non è più AB testing email "come lo intendono tutti" ovvero che invii all'10% (o simili) la versione A e ad altro 10% la versione B e subito a ruota spedisci la migliore tra A e B al rimanente 80%: per fare AB testing sui ricavi devi fare una operazione con un respiro molto più ampio. A quel punto possiamo parlare di un AB testing che potrebbe riguardare l'intero rapporto tra te e il tuo iscritto e quindi tutto il flusso di email. Di fatto non c'entra nulla con quello che si fa con gli strumenti di AB testing integrati nelle varie piattaforme.
Sono sicuro che se vai a vedere come usano l'AB testing i vostri clienti verrà fuori che la maggior parte cambia il subject e basta fa A/B sul 10% e poi stabilisce in base all'openrate quale versione mandare agli altri: questo non va a prendere in considerazione i ricavi e SECONDO ME la maggior parte delle volte fa fare scelte sbagliate (per tutti i motivi che ho già elencato). Secondo me stabilire la propria linea di comunicazione in questo modo significa
non sapere comunicare e fare finta che l'AB testing sia la soluzione.Parlando del mondo tra 2000 e 1.000.000 possiamo fare un po' di conti. Innanzitutto sappiamo che AB testing lo si fa "tradizionalemente" su aperture o click. Abbiamo già detto che alla maggior parte della gente dovrebbe fregare poco delle aperture e tanto delle conversioni. Senza spingermi alle conversioni mi fermo ai click, tenendo presente che se misurassi le conversioni i numeri diminuirebbero ancora renderndo ancora più difficile il test.
Diciamo che ho 50.000 contatti, faccio AB sui clic sul 20% del DB (10.000) e dopo 2 ore dall'invio voglio inviare la parte che ha dato risultati migliori.
Dopo 2 ore quanti clic posso aspettarmi? Difficilmente più dell'1% in un caso già molto sopra la media, quindi diciamo che:- la parte A inviata a 5000 faccia 50 clic, esattamente l'1%.
- la parte B inviata ad altri 5000 fa 60 clic, ovvero il 20% in più della prima parte.
Wow, un AB testing fantastico che mi fa guadagnare il 20% in più di quello che avevo previsto!? E invece no, perchè applicando un po' di statistica viene fuori che questa differenza non è statisticamente significativa (83% contro un 95% minimo che sarebbe auspicabile per renderla significativa).
Quanti sono gli strumenti di AB test integrati nei prodotti di invio email che segnalano la rilevanza statistica dell'operazione fatta?
Quanti sono gli utenti che con i numeri riportati sopra sarebbero consapevoli di essere di fronte ad un dato non statisticamente significativo? Quanti invece quelli che sceglierebbero B felici e sicuri di aver trovato il modo di guadagnare il 20% in più?
Ancora più estremo poteva essere lo scenario sopra con liste più piccole. Se la lista fosse stata da 5.000 e avessi fatto A/B su 500+500 ottenendo 5 clic sulla prima e 10 sulla seconda (il DOPPIO) ebbene sarebbe nuovamente stato statisticamente non significativo.
Al posto di fare AB testing non era forse meglio dedicare i propri sforzi nel segmentare i propri 50.000 contatti e magari anche solo inviare una email diversa in base al sesso o alla lingua o alle interazioni passate? Se sì, a quel punto ogni singola email più profilata non sarebbe più inviata a 50000 ma a molti meno, rendendo ancora più inefficace un eventuale AB test. Un buon marketer può ottenere più risultati con un AB test sparato nel mucchio o con 2 versioni pensate precisamente l'una per gli uomini e l'altra per le donne? E vorrei sperare che se gestisci migliaia di indirizzi tu abbia qualche informazione in più oltre che al sesso... ah no, dimenticavo, hai fatto AB testing e hai stabilito che era meglio non chiedere nulla ai tuoi contatti perchè così raccoglievi più iscrizioni...
Ripeto, il problema non è l'AB testing, che è solo uno strumento, il problema è che la maggior parte della gente lo usa inconsapevolmente e mediamente fa più danni che altro (tanto vale prendere decisioni tirando una moneta). Stesso discorso per le immagini embedded. E' invece sbagliato vendere l'AB testing come la soluzione a tutte le domande.. Chissà se è meglio bere acqua o benzina? Non c'è problema, fai un AB testing e lo scopri!
Se ho sbagliato qualche numero, qualche conto o qualche presupposto, vi prego di correggermi visto che sono un programmatore e non uno statistico.
e con questa possiamo dichiarare completamente OT la conversazione anche se spero interessante!
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A proposito di WhichTestWon, varie volte mi sono messo a giocarci e in genere le indovino quasi tutte in quanto tutte piuttosto palesi (e non sono certo un genio del marketing, sono sempre uno sviluppatore), cose per cui non sarebbe servito un AB test, che RICORDIAMO, ad un 5/10% ha fatto vedere la versione che ha perso, quindi se avessi scelto tu direttamente quella giusta avresti ottenuto risultati migliori Ogni volta che AB testi una cosa palese stai buttando soldi.
Comunque faccio notare che in quasi tutte si parla di "confidence 99.9%", numero che richiede delle variazioni nei risultati enormi (ed infatti loro tirano sempre fuori casistiche tipo +300%, +100% e similari). nel caso di prima di 500 destinatari per variante, dovresti avere 5 clic sulla prima e 20 sulla seconda per raggiungere un tale livello di confidenza.
Ma ce ne è uno che mi ha attirato perchè era molto meno scontato degli altri e al quale, dopo aver visto il risultato, non credo nemmeno se lo vedo con i miei occhi:
https://whichtestwon.com/test/centers-for-medicare-and-medicaid-services-2015-email-list-gathering-silver-winner/
Che quella differenza in una email in un testo parte del paragrafo possa cambiare del 106% i risultati non ci crederò mai e sarei disposto a scommetere (non poco) sulla presenza di un errore nel test o semplicemente di una invenzione creata solamente per essere pubblicati sul sito.