• User

    I lavoratori dipendenti sono esclusi dal 5%?

    2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto a condizione che:
    a) il contribuente non abbia esercitato, nei tre anni precedenti l?inizio dell?attività di cui al
    comma 1, attività artistica, professionale ovvero d'impresa, anche in forma associata o familiare;
    b) l'attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività
    precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l'attività
    precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell'esercizio di arti o
    professioni;
    c) qualora venga proseguita un'attività d'impresa svolta in precedenza da altro soggetto,
    l'ammontare dei relativi ricavi, realizzati nel periodo d'imposta precedente quello di riconoscimento
    del predetto beneficio, non sia superiore a 30.000 euro.

    Il punta a) li esclude?


  • User

    certo che sono esclusi, praticamente devi avere i requisiti dei nuovi imprenditori


  • User

    i lavoratori dipendenti che hanno anche una ditta individuale nei regime dei minimi sono esclusi???

    dai 3 punti direi di no.. o forse interpreto male io.


  • User Attivo

    Concordo, si tratta di un ddl appena presentato. Poi si vedrà cosa esce fuori, magari una riforma ulteriormente peggorativa del regime nato già (a mio parere) vermente male. Saluti


  • User

    Ma sono attività simili quella dipendente e quella autonoma?


  • User Newbie

    Mi sembra di aver capito che si tratta di una norma in fase di definizione, che quindi può ancora cambiare. Le premesse non sono certo incoraggianti però, quindi mi sembra che non ci sia da aspettarsi niente di buono. Dobbiamo proprio stare ad aspettare che questi cambiamenti ci piovano addosso e poi sforzarci di digerirli, pena chiudere l'attività, o c'è modo di fare qualcosa? Penso che in questa situazione di incertezza ci siano tante persone e che molte rischiano di trovarsi in difficoltà se il ddl passa in questo modo (o con cambiamenti anche peggiori). Riflettendoci, mi sembra che questi cambiamenti non andrebbero a impattare solo sulla nostra attività lavorativa, ma anche sulle nostre famiglie, sul quotidiano (spese, investimenti, risparmi...) con effetti non certo positivi. A cosa serve questa nuova legge? A far pagare più tasse? Come, se molti potrebbero dover chiudere l'attività?


  • User

    concordo con kalsifer.
    attualmente il ddl puo' subire delle modifiche..certo che le premesse non sono incoraggianti..!!

    sarebbe opportuno far sentire la nostra voce..ma in che modo?? certo è che se siamo in tanti.. qualcosa puo' cambiare in meglio..
    altrimenti ci conviene solo aspettare e sperare..!!


  • Super User

    Sinceramente non ho mai capito perchè i lavoratori dipendenti rientravano nei contribuenti minimi: avevano il loro stipendio sicuro ed in più dovevano avere anche agevolazioni fiscali?
    Già i clienti sono pochi, ci si deve preoccupare anche della concorrenza di chi ha già un reddito?
    A mio parere lo Stato promuoveva una concorrenza sleale.

    Detto questo, trovo vergognoso che lo Stato cerchi di fare cassa con lo strato più debole dell'imprenditoria, mentre allo stesso tempo taglia le tasse ai più ricchi portando la loro aliquota fiscale dal 43% al 40%.
    Ma questa non doveva essere una manovra basata sui sacrifici di tutti? E invece c'è gente che ci guadagna!
    E indovinate chi è la persona che ci guadagnerà di più in Italia? la più ricca in assoluto! Immaginatevi il nome, che a me fa pure schifo scriverlo. :():


  • User

    regime dei minimi e dipendente..!
    beh non sono daccordo sul fatto che la concorrenza sia poca.. sta proprio nell'abilita' del venditore a trovare clienti..
    e poi fossimo tutti in un settore..allora ti darei pienamente ragione..ma il regime dei minimi è applicabile a diversi settori quindi....

    Alla fine anche noi siamo determinati all'economia italia..e contribuiamo a dare quella spinta che all'economia italiana serve.
    Ahime se dovesse passare questo ddl, son sicuro che taglierebbe le gambe a molti..!!
    certo sarebbero piu penalizzati chi di regime dei minimi vive..ma alla fine tutti ci perdiamo.


  • User Newbie

    L'unica speranza che abbiamo è che si uniscano i vari ordini (Architetti, ingegneri geometri .... ecc.) e che facciano pressione. Per esempio per chi andrà a ricadere nel regime degli Ex agevolati, auspicherei che ci sia un retrofront su alcuni aspetti intollerabili come lo studio di settore (veramente umiliante dichiarare tutto al 100% e dover cmq adeguarsi e pagare su di un reddito virtuale maggiore). Questo potrà avvenire quando l'agenzia delle entrate diramarà le norme attuative.
    Se ci escludessero anche dal far pagare l'iva ai nostri clienti mi riterrei strasoddisfatto!!


  • User

    peccato che il governo non abbia mai pensato ad un regime particolato, sviluppato solo per chi lavora online, favorendo cosi e-commerce.


  • Consiglio Direttivo

    Francamente non sono d'accordo sui regimi fiscali "ad castam", o meglio personalizzati su una categoria specifica.
    Questo perchè se incentivassero il commercio elettronico, allora sarebbero giuste le proteste di chi fa commercio tradizionale, che tra l'altro è soggetto a molte più spese legate alla presenza del negozio "fisico". Si assisterebbe ad una cosiddetta guerra tra poveri, dove chi è discriminato farà sentire inesorabilmente (e secondo me giustamente) la sua voce.

    Cosa che reputo ingiusta è invece il trattamento di favore riservato a chi vuole intraprendere un'attività o una libera professione avendo alle spalle un reddito sicuro; trattamento che in genere comporta o una riduzione o addirittura un'esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali. Cosa che li favorisce nei confronti degli altri imprenditori/professionisti e che di fatto determina una concorrenza sleale.

    Venendo al regime dei minimi, per quanto mi riguarda ciò che mi scoccia particolarmente se dovessi fuoriuscirne è il dover sobbarcarmi nuovamente la contabilità e le scadenze previste dal regime ordinario, e l'assoggettamento agli studi di settore, che rappresentano un ingiusto ricatto sulle spalle del contribuente.
    Per il resto non è che con il regime dei minimi si paghino meno tasse, rispetto a quello ordinario, visto che la deduzione delle spese non inerenti col regime dei minimi ci è preclusa.


  • User

    Riporto

    Cosa che reputo ingiusta è invece il trattamento di favore riservato a chi vuole intraprendere un'attività o una libera professione avendo alle spalle un reddito sicuro; trattamento che in genere comporta o una riduzione o addirittura un'esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali.

    Rispondo

    Attenzione, è vero in parte...ma non è del tutto corretto poichè cosi formulata sembra che si è esenti dai contributi
    naturalmetne i contributi vengono pagati dall'attivita' prevalente, quindi è normale non pagarli due volte. che senso avrebbe altrimenti?

    Certo, tutto questo puo' determinare un vantaggio, per carita, questo non toglie che ognuno di noi siamo liberi di fare determinate scelte..

    Faccio due esempi per capire meglio.

    1 ipotesi

    Cerco lavoro dipendente e avvio (a tempo perso.) attivita' nel regime dei minimi.
    Agevolazioni che abbiamo elencato sopra dovute soprattutto al fatto che il lavoro prevalente è un altro. (naturalmente il fatturato sara' decisamente inferiore )

    2 ipotesi
    Avvio di attivita a pieno regime.
    maggior impegno che dovrebbe anche comportare maggior guadagno.
    Essendo attivita' prevalente questa attivita' versero' i contributi previdenziali.

    Tengo inoltre a sottolineare solo due aspetti..
    nella 2 ipotesi è facile che il soggetto guadagni estremamente di piu rispetto al primo soggetto.

    Il soggetto della prima ipotesi e dove io mi rispecchio, guadagnera' cifre inferiori, (c'è chi va a giocare a calcetto come hobby..io invece vendo online..concedetemela).
    naturalmente questo è possibile solo avendo spese contenute.
    Avessi avuto da pagare irap...studi di settore..e altro.. non avrei intrapreso questa avventura.

    Pertanto il tutto si riduce ad una semplice domanda..
    il soggetto della prima ipotesi dovrebbe dedicarsi solo al suo lavoro come dipendente..lasciando perdere il resto??

    Io credo che per l'economia del paese..possa solo nel suo piccolo essere d'aiuto.
    Ovviamente l'unico svantaggio è che ci sara' piu concorrenza..ma ritorando a prima... i settori sono tanti..quindi a voi mettere in pratica le vostre abilita'.

    Non mi sento un vantaggiato.. sono scelte che tutti noi possiamo fare.. e io ho scelto.. preferisco essere dipendente..e invece di sdraiarsi sul divano la sera.. seguire due o tre cose della mia attivita' per arrotondare qualcosina


  • Consiglio Direttivo

    Ciao cmtekge,
    ovviamente ognuno ha le proprie esperienze personali e ragiona di conseguenza.

    Io continuo a ritenere che chi sceglie nella vita di fare il dipendente debba fare solo quello. (è una mia umile e parziale opinione, ovviamente).

    La concorrenza sleale c'è ed è grossa come una casa. Innanzitutto perchè chi ha già un reddito garantito alle spalle non è soggetto al cosiddetto "rischio d'impresa" o per lo meno ne è soggetto in maniera inferiore.

    Nel mio settore è purtroppo presente e vistosa tale problematica; chi è dipendente (ad esempio chi lavora presso un ufficio tecnico comunale o addirittura chi fa l'insegnante di educazione tecnica alle medie) si trova indubbiamente in una posizione di vantaggio; visto che la pagnotta giornaliera da portare a casa è garantita dal lavoro dipendente possono tranquillamente fare la libera professione come "hobby", richiedendo per la propria prestazione cifre inferiori ai tariffari minimi, facendo una vistosa concorrenza sleale a chi di libera professione ci vive; senza considerare che il più delle volte l'attività principale costituisce un serbatoio da cui attingere clientela (cosa che dovrebbe non esistere per conflitti di interessi ma purtroppo c'è).

    Ricapitolando, chi ha un reddito alle spalle quindi:

    1. paga meno contributi, o addirittura zero
    2. avendo un'entrata fissa può consentire di ribassare i propri onorari creando quindi concorrenza sleale
    3. potrebbe trovarsi con un conflitto di interessi che potrebbe influire anche sul lavoro da dipendente.

    Non entro nel merito del settore dell'e-commerce, ma per quanto riguarda il mio settore le cose stanno così. Troppo facile fare i liberi professionisti essendo coperti alle spalle e magari avendo la possibilità di attingere clientela sempre fresca tramite la propria primaria occupazione.

    Per chiudere, in merito alla frase:

    invece di sdraiarsi sul divano la sera.. seguire due o tre cose della mia attivita' per arrotondare qualcosinanon ci trovo nulla di male se è un'attività onesta e non si pone come concorrenza sleale nei confronti di chi con quell'attività ci deve campare; se così fosse, ritengo giusto che ognuno faccia il proprio mestiere. Senza offesa, naturalmente 🙂


  • User

    sicuramente le nostre visioni sono dettate da esperienze personali.

    anche sul punto 3 non sono pienamente daccordo.
    naturalmente il conflitto di interessi non deve esserci.
    se lavoro per un'azienda nel settore tecnologico, non posso poi mettermi a vendere online gli stessi prodotti.

    Questo danneggia anche l'azienda stessa, e ci sono gia' leggi che regolamentano questi abusi. Poi sta all'azienda prende le dovute precauzioni..o far finta di niente.

    Per il punto 1, come gia' detto prima i contributi vengono versati gia' dal lavoro prevalente quindi è sbagliato dire che non si pagano.

    per il punto numero 2 invece condivido.
    dipende da che settore, nel mio i margini sono bassissimi (20 euro se va bene) e non si riesce nemmeno ad essere sempre competitivi delle grandi catene.
    Ma intuisco e condivido le tue perplessita' per alcuni settori.

    Tutto cio' ne va a vantaggio pero' del consumatore, che trovera' prezzi competitivi.
    Naturalemente per il venditore è un punto a sfavore.


  • Super User

    @cmtekge said:

    Avessi avuto da pagare irap...studi di settore..e altro.. non avrei intrapreso questa avventura.

    E se tutti i lavoratori dipendenti che lavorano nel campo dei minimi facessero questa cosa... sai quanti più clienti avrebbe chi ci campa col solo lavoro d'impresa?
    Ci sono dipendenti che guadagnano 20 mila euro all'anno netti di stipendio e poi altri 20/30mila lordi all'anno come minimi (e su questo pagano solo il 20% di tasse).
    Un professionista non dipendente sai quanto dovrebbe fatturare per prendere lo stesso al netto, togliendo tasse e contributi?
    La categoria dei minimi non si doveva applicare ai dipendenti sin dall'inizio, ma ora che si cerca di fare cassa si taglia direttamente la categoria svantaggiando tutti.


  • User Attivo

    chi ha lavorato facendo qualche ritenuta d'acconto potrà accedere a questo regime dei minimi? o si deve essere "casti e puri" da lavoro? 🙂


  • User

    Ciao, vi scrivo per avere delucidazioni in merito alla nuova riforma di trmonti.

    Ho partita Iva dal gennaio 2009 come studio professionale.
    Non ricordo se rientro nei regimi MINIMI o nei regimi MARGINALI, credo che lo possiate dedurre se dico che faccio fatture in qeusto modo:
    imponibile + 4% + 20% IVA
    Sono invece esente da RITENUTA D'ACCONTO.
    Sapete dirmi quale dei 2 regimi sono?

    Poi ho letto qui:

    corriere.it/Primo_Piano/Economia/2011/07/11/pop_tabella-minimi-iva.shtml

    un prospetto riassuntivo delle modifiche ai regimi.
    Tali modifiche valgono anche per me?


  • User

    ha pienamente ragione bmastro, questo regime non doveva essere applicato a chi ha già il lavoro dipendente, ma siccome è un regime nato per far cassa come fosse una minimum tax, l'hanno esteso il più possibile.
    Ora ci si troverà nell'assurdo che un lavoratore dipendente, indipendentemente dal reddito, potrà nel 2012 aprire una p.iva con il 5% di imposta sostitutiva e senza pagare l'inps perchè ha gìà una cassa previdenziale...praticamente tolto il 5% il resto è tutto in tasca...altro che concorrenza sleale, potranno fare prezzi stracciati


  • User

    Considera che nel ddl si potra' usufruire di questo 5% solo per 5 anni.

    Tra l'altro i lavoratori dipendenti sembrerebbero esclusi..c'è una clausola ma non si capisce bene.

    Inoltre i 5 anni partono da quando? da quando uno ha aperto la partita iva o dal 2012??
    tutto è ancora in via di approvazione.

    Alla fine..e credo che tutti sarebbero piu contenti potevano..

    1. controllare chi abusa di questo regime.. aziende fatturano 30.000 e incassano in realta il triplo

    2. allargare determinati paletti, aumentando il limite max dei 30.000 e magari portandolo a 45.000 o 60.000
      meglio ancora sarebbe poterlo suddividere a seconda del lavoro svolto....
      se uno fa il webmaster e fattura 30.000 vuol dire che sono 30.000 tutti in entrata..con costi quasi irrisori..
      per un commerciante invece.. fatturare 30.000 non vuol dire guadagnare 30.000 ma paradossalmente puo' guadagnare anche 1000 euro.

    3. il 5% lo lascerei a chi non ha altro reddito e vuole avviare un'attiva da zero per un periodo appunto temporale di 3-5 anni.
      Tutti gli altri.. compresi i lavoratori dipendenti.. tassazione al 20%

    ribadisco che l'unica differenza sono nei contributi previdenziali..
    ed è normale e logico che se vengono gia' pagati non devono essere ripagati.
    tale strada..se davvero conveniente..puo' essere intrapresa da tutti noi.. non metterei nessun paletto ai lavoratori dipendenti..
    ben venga per lo Stato Italiano e quindi per la nostra economia la nascita' di aziende nel regime dei minimi che sicuramente portano introiti anche nelle casse dello stato.