• User

    Riporto

    Cosa che reputo ingiusta è invece il trattamento di favore riservato a chi vuole intraprendere un'attività o una libera professione avendo alle spalle un reddito sicuro; trattamento che in genere comporta o una riduzione o addirittura un'esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali.

    Rispondo

    Attenzione, è vero in parte...ma non è del tutto corretto poichè cosi formulata sembra che si è esenti dai contributi
    naturalmetne i contributi vengono pagati dall'attivita' prevalente, quindi è normale non pagarli due volte. che senso avrebbe altrimenti?

    Certo, tutto questo puo' determinare un vantaggio, per carita, questo non toglie che ognuno di noi siamo liberi di fare determinate scelte..

    Faccio due esempi per capire meglio.

    1 ipotesi

    Cerco lavoro dipendente e avvio (a tempo perso.) attivita' nel regime dei minimi.
    Agevolazioni che abbiamo elencato sopra dovute soprattutto al fatto che il lavoro prevalente è un altro. (naturalmente il fatturato sara' decisamente inferiore )

    2 ipotesi
    Avvio di attivita a pieno regime.
    maggior impegno che dovrebbe anche comportare maggior guadagno.
    Essendo attivita' prevalente questa attivita' versero' i contributi previdenziali.

    Tengo inoltre a sottolineare solo due aspetti..
    nella 2 ipotesi è facile che il soggetto guadagni estremamente di piu rispetto al primo soggetto.

    Il soggetto della prima ipotesi e dove io mi rispecchio, guadagnera' cifre inferiori, (c'è chi va a giocare a calcetto come hobby..io invece vendo online..concedetemela).
    naturalmente questo è possibile solo avendo spese contenute.
    Avessi avuto da pagare irap...studi di settore..e altro.. non avrei intrapreso questa avventura.

    Pertanto il tutto si riduce ad una semplice domanda..
    il soggetto della prima ipotesi dovrebbe dedicarsi solo al suo lavoro come dipendente..lasciando perdere il resto??

    Io credo che per l'economia del paese..possa solo nel suo piccolo essere d'aiuto.
    Ovviamente l'unico svantaggio è che ci sara' piu concorrenza..ma ritorando a prima... i settori sono tanti..quindi a voi mettere in pratica le vostre abilita'.

    Non mi sento un vantaggiato.. sono scelte che tutti noi possiamo fare.. e io ho scelto.. preferisco essere dipendente..e invece di sdraiarsi sul divano la sera.. seguire due o tre cose della mia attivita' per arrotondare qualcosina


  • Consiglio Direttivo

    Ciao cmtekge,
    ovviamente ognuno ha le proprie esperienze personali e ragiona di conseguenza.

    Io continuo a ritenere che chi sceglie nella vita di fare il dipendente debba fare solo quello. (è una mia umile e parziale opinione, ovviamente).

    La concorrenza sleale c'è ed è grossa come una casa. Innanzitutto perchè chi ha già un reddito garantito alle spalle non è soggetto al cosiddetto "rischio d'impresa" o per lo meno ne è soggetto in maniera inferiore.

    Nel mio settore è purtroppo presente e vistosa tale problematica; chi è dipendente (ad esempio chi lavora presso un ufficio tecnico comunale o addirittura chi fa l'insegnante di educazione tecnica alle medie) si trova indubbiamente in una posizione di vantaggio; visto che la pagnotta giornaliera da portare a casa è garantita dal lavoro dipendente possono tranquillamente fare la libera professione come "hobby", richiedendo per la propria prestazione cifre inferiori ai tariffari minimi, facendo una vistosa concorrenza sleale a chi di libera professione ci vive; senza considerare che il più delle volte l'attività principale costituisce un serbatoio da cui attingere clientela (cosa che dovrebbe non esistere per conflitti di interessi ma purtroppo c'è).

    Ricapitolando, chi ha un reddito alle spalle quindi:

    1. paga meno contributi, o addirittura zero
    2. avendo un'entrata fissa può consentire di ribassare i propri onorari creando quindi concorrenza sleale
    3. potrebbe trovarsi con un conflitto di interessi che potrebbe influire anche sul lavoro da dipendente.

    Non entro nel merito del settore dell'e-commerce, ma per quanto riguarda il mio settore le cose stanno così. Troppo facile fare i liberi professionisti essendo coperti alle spalle e magari avendo la possibilità di attingere clientela sempre fresca tramite la propria primaria occupazione.

    Per chiudere, in merito alla frase:

    invece di sdraiarsi sul divano la sera.. seguire due o tre cose della mia attivita' per arrotondare qualcosinanon ci trovo nulla di male se è un'attività onesta e non si pone come concorrenza sleale nei confronti di chi con quell'attività ci deve campare; se così fosse, ritengo giusto che ognuno faccia il proprio mestiere. Senza offesa, naturalmente 🙂


  • User

    sicuramente le nostre visioni sono dettate da esperienze personali.

    anche sul punto 3 non sono pienamente daccordo.
    naturalmente il conflitto di interessi non deve esserci.
    se lavoro per un'azienda nel settore tecnologico, non posso poi mettermi a vendere online gli stessi prodotti.

    Questo danneggia anche l'azienda stessa, e ci sono gia' leggi che regolamentano questi abusi. Poi sta all'azienda prende le dovute precauzioni..o far finta di niente.

    Per il punto 1, come gia' detto prima i contributi vengono versati gia' dal lavoro prevalente quindi è sbagliato dire che non si pagano.

    per il punto numero 2 invece condivido.
    dipende da che settore, nel mio i margini sono bassissimi (20 euro se va bene) e non si riesce nemmeno ad essere sempre competitivi delle grandi catene.
    Ma intuisco e condivido le tue perplessita' per alcuni settori.

    Tutto cio' ne va a vantaggio pero' del consumatore, che trovera' prezzi competitivi.
    Naturalemente per il venditore è un punto a sfavore.


  • Super User

    @cmtekge said:

    Avessi avuto da pagare irap...studi di settore..e altro.. non avrei intrapreso questa avventura.

    E se tutti i lavoratori dipendenti che lavorano nel campo dei minimi facessero questa cosa... sai quanti più clienti avrebbe chi ci campa col solo lavoro d'impresa?
    Ci sono dipendenti che guadagnano 20 mila euro all'anno netti di stipendio e poi altri 20/30mila lordi all'anno come minimi (e su questo pagano solo il 20% di tasse).
    Un professionista non dipendente sai quanto dovrebbe fatturare per prendere lo stesso al netto, togliendo tasse e contributi?
    La categoria dei minimi non si doveva applicare ai dipendenti sin dall'inizio, ma ora che si cerca di fare cassa si taglia direttamente la categoria svantaggiando tutti.


  • User Attivo

    chi ha lavorato facendo qualche ritenuta d'acconto potrà accedere a questo regime dei minimi? o si deve essere "casti e puri" da lavoro? 🙂


  • User

    Ciao, vi scrivo per avere delucidazioni in merito alla nuova riforma di trmonti.

    Ho partita Iva dal gennaio 2009 come studio professionale.
    Non ricordo se rientro nei regimi MINIMI o nei regimi MARGINALI, credo che lo possiate dedurre se dico che faccio fatture in qeusto modo:
    imponibile + 4% + 20% IVA
    Sono invece esente da RITENUTA D'ACCONTO.
    Sapete dirmi quale dei 2 regimi sono?

    Poi ho letto qui:

    corriere.it/Primo_Piano/Economia/2011/07/11/pop_tabella-minimi-iva.shtml

    un prospetto riassuntivo delle modifiche ai regimi.
    Tali modifiche valgono anche per me?


  • User

    ha pienamente ragione bmastro, questo regime non doveva essere applicato a chi ha già il lavoro dipendente, ma siccome è un regime nato per far cassa come fosse una minimum tax, l'hanno esteso il più possibile.
    Ora ci si troverà nell'assurdo che un lavoratore dipendente, indipendentemente dal reddito, potrà nel 2012 aprire una p.iva con il 5% di imposta sostitutiva e senza pagare l'inps perchè ha gìà una cassa previdenziale...praticamente tolto il 5% il resto è tutto in tasca...altro che concorrenza sleale, potranno fare prezzi stracciati


  • User

    Considera che nel ddl si potra' usufruire di questo 5% solo per 5 anni.

    Tra l'altro i lavoratori dipendenti sembrerebbero esclusi..c'è una clausola ma non si capisce bene.

    Inoltre i 5 anni partono da quando? da quando uno ha aperto la partita iva o dal 2012??
    tutto è ancora in via di approvazione.

    Alla fine..e credo che tutti sarebbero piu contenti potevano..

    1. controllare chi abusa di questo regime.. aziende fatturano 30.000 e incassano in realta il triplo

    2. allargare determinati paletti, aumentando il limite max dei 30.000 e magari portandolo a 45.000 o 60.000
      meglio ancora sarebbe poterlo suddividere a seconda del lavoro svolto....
      se uno fa il webmaster e fattura 30.000 vuol dire che sono 30.000 tutti in entrata..con costi quasi irrisori..
      per un commerciante invece.. fatturare 30.000 non vuol dire guadagnare 30.000 ma paradossalmente puo' guadagnare anche 1000 euro.

    3. il 5% lo lascerei a chi non ha altro reddito e vuole avviare un'attiva da zero per un periodo appunto temporale di 3-5 anni.
      Tutti gli altri.. compresi i lavoratori dipendenti.. tassazione al 20%

    ribadisco che l'unica differenza sono nei contributi previdenziali..
    ed è normale e logico che se vengono gia' pagati non devono essere ripagati.
    tale strada..se davvero conveniente..puo' essere intrapresa da tutti noi.. non metterei nessun paletto ai lavoratori dipendenti..
    ben venga per lo Stato Italiano e quindi per la nostra economia la nascita' di aziende nel regime dei minimi che sicuramente portano introiti anche nelle casse dello stato.


  • Consiglio Direttivo

    Francamente io ritengo che tale nuovo regime procurerà non pochi problemi alle aziende ad ai professionisti che finora hanno tirato la carretta. Con o senza il regime dei contribuenti minimi, la tassazione irrisora del 5%, creerà non pochi problemi di concorrenza sleale, senza dover tirare necessariamente in ballo i dipendenti con una seconda attività.
    Questo perchè è evidente che chi sarà soggetto a tassazione ordinaria, con iva e studi di settore, soccomberà a chi non sarà toccato dagli studi di settore, avrà un'imposta sostitutiva del 5% e potrà proporre prezzi senza iva.

    A questo punto era molto meglio che lo abolissero del tutto.

    Io mi sarei accontentato di un regime ordinario senza troppi balzelli (scadenze trimestrali, acconti, comunicazioni e dichiarazioni varie, ecc) e senza gli studi di settore, che rappresentano un estorsione ai danni dei contribuenti onesti, visto che chi evade non ha di questi problemi.


  • Consiglio Direttivo

    @un_poldo said:

    Ciao, vi scrivo per avere delucidazioni in merito alla nuova riforma di trmonti.
    Ciao un_poldo.
    Credo che tale manovra non ti riguardi, visto che tu dovresti essere nel regime agevolato per le nuove iniziative.
    La nuova finanziaria di Tremonti va a modificare il regime dei contribuenti minimi e non quello agevolato (mi pare). Comunque staremo a vedere visto che non c'è ancora nulla di definitivo.


  • Super User

    Il regime agevolato per le nuove iniziative al momento risulta ancora in piedi, ma credo che sia una sviosta, visto che il nuovo regime che andrà a nascere nel 2012 sarà di fatto una fusione di forfettino e forfettone (ci sono caratteristiche tipiche di entrambi). Probabile, quindi, che in Parlamento anche il forfettino verrà abolito (previsione personale, ovviamente).


  • Consiglio Direttivo

    @OEJ said:

    Probabile, quindi, che in Parlamento anche il forfettino verrà abolito (previsione personale, ovviamente).

    Anche perchè con questo nuovo regime superagevolato con imposta sostitutiva del 5%, senza iva e senza studi di settore giusto un pazzo opterà per il "vecchio" regime agevolato per le nuove iniziative.


  • User

    salve, vorrei sapere un paio di cose, da quanto ho capito fino ad ora, visto che attualmente sono nel regime dei minimi (il cosidetto forfettino con imposta al 10%), con p.iva aperta nel 2010 e non avendo avuto contratti nel settore informatico negli ultimi 3 anni ma un contratto a tempo determinato inquadrato come commesso in supermercato dovrei passare a questo nuovo regime per 5 anni, quindi considerando i 2 anni gia passati dovrebbe essere valido fino al 2015, il 2010 e 2011 verrebbero conteggiati nei 5 anni giusto? passati i 5 anni poi? cosa mi converrebbe fare? a me interessa non avere spese fisse (come i 2800€ delll'inps) nel caso non fatturassi nulla durante l'anno o comunque dovrei andare a rimetterci andando a fatturare molto poco...

    comunque, parere personale, si tratta delle solite fregature a chi, dopo fatica e non trovando lavoro, decide di mettersi in proprio...se il problema è l'apertura della p.iva da parte di persone che già avevano un contratto bastava semplicemente escluderli da tale regime, se il problema sono le aziende che obbligano i dipendenti ad aprire la p.iva per poter lavorare non è che dopo queste aziende correranno a fare un contratto a tempo indeterminato, se gli va bene glie ne potranno fare uno a progetto con zero garanzie per il lavoratore...


  • User Attivo

    Non credo si tratti di una svista, semplicemente non rientrava nello stringato contenuto di un DL. Premesso che considero l'attuale regime dei minimi uno dei migliori esempi dell'incapacità di chi emana le norme fiscali, l'intenzione di Tremonti è molto chiara. Non potendo ridurre la spesa pubblica e i privilegi di pochi (ha ridotto solo la cilindrata della auto blu) deve intervenire dove ci sono grossi numeri e quindi credo spariranno diversi incentivi e agevolazioni per le famiglie, ad esempo per l'acquisto della prima casa o per le ristrutturazioni, in cambio di una ipotetica riduzone del carico fiscale dovuto alla riduzione delle aliquote a solo tre. Anche il forfettino dovrebbe fare la stessa fine, peccato perchè era un regime ben pensato a differenza di quello dei minmi, e si torna a parlare dell'aumento dell'aliquota inps per i professionisti senza cassa al 33%, che per inciso era uno propositi del terribile duo bersani-visco. L'attuale governo poi continua a perseguire il suo progetto di favorire il reddito da capitale a scapito di quello da lavoro, come dimostra ad esempo la recente infausta norma sulla cedolare secca degli affitti.


  • User

    salve a tutti,
    mia figlia 28 anni é in questo regime dal mese di Marzo 2011 per cui se ho ben capito avrà una imposta sositutiva del 5% al posto del 20%, giusto? se é così non dovrà più applicare la ritenuta d'acconto del 20% o continuerà a farlo x poi andare inevitabilmente in credito?


  • Super User

    Ripeto il mio consiglio: non fatevi prendere dalle domande adesso in cui non si sa praticamente niente. Ci saranno provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate che detteranno le modalità applicative, e non saranno prima dell'autunno... tutte le risposte che possiamo darvi adesso sono per lo più interpretazioni che lasciano il tempo che trovano.

    @ Alexdelta che ha scritto più sopra: o sei nel regime dei minimi o sei nel forfettino, sono due cose molto diverse.


  • User Attivo

    Consiglio anche o di aspettare. La norma deve essere ancora emanata e al momento si può dire tutto e il contrario di tutto.


  • User

    @OEJ said:

    @ Alexdelta che ha scritto più sopra: o sei nel regime dei minimi o sei nel forfettino, sono due cose molto diverse.

    mi sono sempre confuso, magari chiamando l'uno con il nome dell'altro.. comunque sono in quello dove si paga un'imposta del 10% più l'iva, il cosidetto forfettino no?.

    un saluto.


  • User

    Non credo che ci saranno grandi modifiche al testo del decreto in sede parlamentare....l'approvano venerdì in fretta e furia e lasceranno all'agenzia delle entrate un minimo margine interpretativo (giusto per far chiarezza sulla sovrapposizione tra regime agevolato vecchio al 10% e nuovo regime).
    Per il resto molto verosimilmente rimarrà tutto come si è detto.
    Per quanto riguarda gli studi di settore continuerò a ignorarli come ho sempre fatto anche prima del regime dei minimi....rimane sempre uno strumento di calcolo presuntivo, e in una eventuale sede di accertamento, contestabile nel metodo e nel merito.


  • User

    ma scusate ma a me che ho la p.iva da maggio 2011 cosa cambia????? non riesco a capir niente...

    è tutto in alto mare, ma è anche vero che hanno molta fretta...mha...sarà il crollo per i piccoli imprenditori...