Vorrei aggiungere solo una cosa alla discussione: un po' di anni fa una persona che conosco molto bene mi chiese delucidazioni in merito alla SEO. La cosa davvero divertente (la parola giusta è "divertente", in effetti) è che durante il corso/master in editoria che frequentava, infatti, c'era una parte sulla SEO. Ed il docente li aveva invitati, usando un esempio, a sfruttare il tag "Checco Zalone" per migliorare la visibilità su Google di qualsiasi articolo.
Da anni sostengo che sia impossibile capire il valore tecnico della SEO senza saperne almeno qualcosa di Information Retrieval. Invece qui continuano imperterriti (e si inalberano pure, quando li contraddici) a considerare la SEO "una tecnica di scrittura", e non mi meraviglia affatto che poi si formi la gente in quei termini lì, devo dire.
Sull'articolo, poi, ho la mia personalissima opinione: è una trollata, ed è uscita pure abbastanza maluccio. Soprattutto per l'uso di "linguaggio SEO", neologismo privo di senso (e privo di feedback in termini SEO, grottescamente) ma non fatemi dire come avrebbero dovuto strutturare quell'articolo, che è meglio
Perché di questo si tratta: una trollata riuscita male, a cui forse non valeva neanche la pena rispondere (d'accordo che è una testata giornalistica, ma lo sappiamo tutti, nell'ambiente, che con X euro puoi comprarti un articolo quasi ovunque, non è quello il punto).
Perché il problema, secondo me, è più profondo e radicato di quanto possa sembrare, e non so fino a che punto si possa combattere con la schermaglia frontale... sono scene già viste, non per altro, e rischiano di diventare pointless. La gente ha già le proprie convinzioni, e questa contrapposizione tra "noi" e "loro" alla lunga polarizza le opinioni, senza cambiare la sostanza.
Ed il bello - per modo di dire - è che ad oggi non ho proprio idea di come si debba affrontare l'argomento.