E' sconsigliabile usare un indirizzo noreply@ come mittente sia per motivi tecnici legati a qualche filtro antispam che lo considera negativo sia per motivi di marketing che poi si riflettono nuovamente su questioni tecniche.
Mi spiego: l'email marketing non è un canale di "broadcasting" tipo la televisione in cui spari il messaggio a quante più persone possibile. E' piuttosto un canale bidirezionale con il quale puoi dialogare con i singoli contatti mantenendo sotto controllo i costi.
Quando mandi una email ad un contatto lui può fare alcune cose:
ignorarla
aprirla e guardarla ma non fare altro
cliccare uno dei link presenti
rispondere all'email
Secondo te qual è l'azione che richiede più tempo e quindi più "coinvolgimento" al contatto tra queste? E' proprio rispondere. Ora immagina che dopo aver preparato la risposta si veda tornare dientro un errore che dice che non poteva rispondere: come la prenderà? Hai gettato al vento tutta la fatica che hai fatto per acquisire il contatto.
Detto questo considera che la tendenza per i filtri antispam dei grossi provider è quella di considerare l'engagement dei propri utenti nei confronti delle email provenienti da ciascun mittente/IP/dominio. Ovviamente il provider non può sapere cosa passa per la testa dei propri utenti e quindi misura tale engagement in funzione di quanta gente apre il messaggio, quanto tempo sta sullo stesso, se lo cancella subito o lo tiene in casella, se mostra le immagini, se clicca qualche link, se risponde, se lo marca come spam, se lo recupera dalla cartella dello spam.
Non ci è dato di conoscere la formula usata per l'engagement ma sembra che almeno gmail e hotmail tengono in grossa considerazione l'eventuale risposta ad una email. Se la gente si prende la briga di risponderti allora la tua reputazione cresce e la prossima volta le tue email giungeranno a destinazione più facilmente.