grazie mille! però anche dopo la registrazione possono esserci altre imprese che lamentano confusione tra marchi e concorrenza sleale! in quel caso un giudice può vietare l'uso del marchio o può comminare anche sanzioni?

CIoè? Se registro il marchio non ho problemi? anche se c'è rischio di confusione? Quindi potrei vendere auto con il marchio Ferraris con logo un cavallo dorato, registrare il marchio e non avere problemi? da quel che ne so è proprio la registrazione che viene contestata, e in tal caso io potrei oppormi alla contestazione, e la cosa finirebbe davanti a un giudice... non ho capito però se ci sono sanzioni per il marchio contestato o se questo viene semplicemente proibito..

Salve, vorrei chiedere: un'impresa di crowdfunding che si chiami "Save the..." qualsiasi cosa, può essere accusata di sfruttare la fama di Save the Children o di trarre in inganno il donatore (che potrebbe pensare si tratti di una sorta di filiale di Save the Children)?

Il dubbio mi viene perché il logo è rosso con la scritta nera, somigliante quindi anche nei colori con Save the Children, ma l'immagine nel logo ovviamente è diversa, quindi comunque l'elemento caratterizzante è diverso (e font e stile sono diversi).

Va detto anche, però, che il mondo è strapieno di imprese o onlus che si chiamano "save the qualcosa" (save the whales, save the water, save the turtle, save the duck, save the earth eccetera)... su google se ne trovano davvero centinaia!

Quindi l'espressione "save the" dovrebbe essere di comune utilizzo! Davvero il colore può essere un problema??

Salve, il mio dubbio è questo: sto scrivendo un librogame giallo ambientato (anche) a Coverciano, nel ritiro della Nazionale Italiana di Calcio (). So che sembra assurdo, ma è così. Per chi non lo sapesse i librogames sono gialli interattivi, in cui il lettore è lo stesso detective e ha di fronte una trama a bivi, ed è lui a scegliere il corso delle indagini. Nel corso del libro vengono citati e "incontrati" diversi calciatori reali, alcuni ambienti della figc ecc. Ora, non si tratta chiaramente di protagonisti, a Coverciano vi sarà soltanto un capitolo del libro perché da lì passano le indagini. Ma lì non muore nessuno, e nessun dirigente o calciatore reale alla fine si scopre essere l'assassino... semplicemente vengono utilizzati i nomi reali per dare colore e rendere realistica l'ambientazione (del tipo "mentre interroghi Tizio, vedi passare Florenzi"), e solo in un caso un calciatore reale viene interrogato (Balotelli), ma solo perché testimone oculare, due domandine innocue e veloci.

Ora mi chiedo: è illecito il SEMPLICE UTILIZZO dei nomi reali, perché la finalità è commerciale e non informativa (ad esempio dovrei poter scrivere un'inchiesta giornalistica sulla nazionale con nomi reali, senza chiedere il consenso a nessuno), oppure l'illecito scatta solo se uno dei calciatori citati si sente offeso per qualche motivo (cosa che non dovrebbe accadere)? Se l'agente di Florenzi denuncia, poniamo, il giudice dovrà accertarsi che c'è stata diffamazione (che assolutamente non c'è), o è già il fatto stesso di aver utilizzato il nome senza consenso a comportare una condanna?

Se invece è necessario il consenso, vorrei sapere, si paga? L'agente del calciatore potrebbe chiedere denaro per consentire l'utilizzo del nome del suo cliente in un romanzo? Anche se non parliamo di immagine ma soltanto di nome?

Infine: per preservarsi dall'accusa di sfruttamento economico indebito del nome altrui, può servire un nome leggermente modificato che comunque faccia capire chiaramente di chi stiamo parlando? (ad esempio: Balottelli, Fiorenzi); in caso di accuse di diffamazione, chiaramente ciò non servirebbe a niente perché la persona è chiaramente riconoscibile, ma io sono convinto che non sarebbero possibili accuse di diffamazione. Ma questo proteggerebbe dall'accusa di sfruttamento economico indebito del nome altrui o del nome famoso?

Grazie!

So che non si tratta di "professione" web, ma vorrei sapere se un sito come World Gaming in Italia è legale. La società è americana è all'estero è perfettamente legale, dico solo che gli sponsor ufficiali sono Sony, EaSports e FIFA.

In pratica si tratta di giocare alla Playstation in modalità online, per esempio ad un gioco di calcio come FIFA 14, ma puntando soldi. Cioè ad esempio io metto sul conto 30 euro, sfido un altro giocatore e punto 10 euro, se vinco ne vinco 5 (5 se li prende il sito), se pareggio non succede niente, se perdo ne perdo 10. In pratica non è nulla di diverso da un qualsiasi sito legale di scommesse, se non che quest'ultimo è gioco d'azzardo, mentre sfidare avversari a un gioco di calcio non è azzardo.

Ora, la domanda è: come si fa a sapere se World Gaming è legale in Italia? Deve presentare un qualche marchio della AAMS? Se è così le vincite dei giocatori non dovrebbero essere tassate. In "termini e condizioni" World Gaming dice solo che prima di giocare devi accertarti che nel tuo paese sia legale. Come me ne accerto?

E se non è riconosciuto dalla AAMS ciò lo rende automaticamente illegale, oppure non lo è se provvedo da solo alla tassazione dei ricavi?

Salve a tutti.
Nel mio blog vorrei offrire la possibilità ai lettori di proporre contenuti, cioè di scrivere sul blog. In aggiunta, ho pensato di offrire un servizio a pagamento, del tipo: "aggiungi 2 euro e diffonderò il tuo articolo in tutte le pagine social del blog, in 7 siti di giornalismo partecipativo e attraverso il servizio premium di facebook di promozione dei post".

Ora, non ci sono dubbi che un servizio del genere deve essere tassato.

La domanda è: che tipo di tassa?
Realisticamente parlando, il blog il primo anno viaggerà su una media di 200-300 visite giornaliere, di questi pochissimi proporranno articoli, di questi pochissimi altrettanto pochissimi vorranno un'ampia diffusione e pagheranno. In pratica il mio "servizio lavorativo" che offrirò sotto pagamento sarà occasionale, anzi occasionalissimo.

Quindi: si può evitare la partita iva? restando sotto il tetto dei 5000 annui?
So che la pIVA è obbligatoria per pubblicità, affiliazioni e ecommerce, aldilà del guadagno, essendo quei servizi continuativi. MA in questo caso il mio servizio c'è solo su richiesta, soltanto occasionalmente.

C'entra qualcosa la dichiarazione Intrastat?

Spero quindi che la tassazione si limiterà ad una percentuale sul pagamento.
Aspetto vostri chiarimenti, credo comunque che possa interessare molte persone!
Grazie!!!

scusate se ho sbagliato collocazione del post!

Salve a tutti.
Nel mio blog vorrei offrire la possibilità ai lettori di proporre contenuti, cioè di scrivere sul blog. In aggiunta, ho pensato di offrire un servizio a pagamento, del tipo: "aggiungi 2 euro e diffonderò il tuo articolo in tutte le pagine social del blog, in 7 siti di giornalismo partecipativo e attraverso il servizio premium di facebook di promozione dei post".

Ora, non ci sono dubbi che un servizio del genere deve essere tassato.

La domanda è: che tipo di tassa?
Realisticamente parlando, il blog il primo anno viaggerà su una media di 200-300 visite giornaliere, di questi pochissimi proporranno articoli, di questi pochissimi altrettanto pochissimi vorranno un'ampia diffusione e pagheranno. In pratica il mio "servizio lavorativo" che offrirò sotto pagamento sarà occasionale, anzi occasionalissimo.

Quindi: si può evitare la partita iva? restando sotto il tetto dei 5000 annui?
So che la pIVA è obbligatoria per pubblicità, affiliazioni e ecommerce, aldilà del guadagno, essendo quei servizi continuativi. MA in questo caso il mio servizio c'è solo su richiesta, soltanto occasionalmente.

C'entra qualcosa la dichiarazione Intrastat?

Spero quindi che la tassazione si limiterà ad una percentuale sul pagamento.
Aspetto vostri chiarimenti, credo comunque che possa interessare molte persone!
Grazie!!!