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    josefaur

    @josefaur

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    Post creati da josefaur

    • RE: una brutta idea licenziarsi dal cocopro e aprire PI?

      Grazie mille della risposta.
      Diciamo che fondamentalmente sarei più propenso al lavoro dipendente, e forse tutti i miei dubbi nascono proprio qui.
      Ma questa non é una fase dove é ragionevole pensare a contratti che abbia senso chiamare tali e a buste paga che permettano un tenore di vita tranquillo. Poi c'é da dire che grazie a varie responsabilità che mi sono state affidate nell'attuale lavoro, sono molto cresciuto (ho 30 anni) e l'idea di rischiare su me stesso ha oggi un valore diverso.
      I miei datori mi stanno offrendo di diventare socio, ma non ho intenzione di accettare prima di forti cambiamenti che vado consigliando da tempo.

      Il regime dei minimi non mi sembra faccia per me. Mi sembra più adatto a chi ha fatturati inferiori o deve regolarizzare un secondo lavoro saltuario.

      Quello delle nuove iniziative sta attirando molto di più la mia attenzione.
      Ma quello di cui parli é inserito nella recente manovra?

      postato in Consulenza Fiscale
      J
      josefaur
    • una brutta idea licenziarsi dal cocopro e aprire PI?

      Salve,

      ho un contratto a progetto, rinnovato tacitamente ogni 6 mesi. Ho una busta di 1500 euro nette, di cui però 500 euro sono calcolati come rimborsi viaggio.
      Diciamo che é una busta lorda di 1850 euro.

      Svolgo alcune attività parallele sempre pagate tramite ritenute, una di insegnamento che mi porta circa 5000 euro annui al netto delle ra, un'altra da circa 1-2000 euro, e un lavoro di fotografo per circa 4-5000 euro.

      Sto valutando la possibilità di aprire PI con regime agevolato. Essenzialmente per uscire da questo limbo da dove non posso chiedere un finanziamento, che mi fa limitare in alcuni lavori per non superare la fatidica soglia ecc.

      L'attuale datore di lavoro non avrebbe problemi a pagarmi una fattura da 1850 + iva, quindi assicurandomi l'entrata fissa mensile. Ma certo andrei a rimetterci, non risulterebbero più 1500 euro nette.
      Potrei valutare tuttavia questo taglio come accettabile visti i vantaggi che ne deriverebbero.

      La prima domanda secca é se ha senso a vostro avviso pensare a una PI quando il lavoro dipendente, atipico quanto volete, non me lo toglie nessuno, e per giunta con una busta importante rispetto alla media dei miei pari titoli e età.
      Poi vorrei sapere come devo calcolare i contributi per capire quanto effettivamente pagherei di INPS.

      Data la grande varietà delle attività che svolgo, gli studi di settore a cui dovrei accedere diverrebbero una gabbia non adatta alla mia situazione?

      Ovviamente devo vedere un paio di commercialisti almeno, ma in questo periodo tra ferie e presentazione dei bilanci non é facile. E vorrei iniziare intanto a schiarirmi le idee.

      Grazie.

      postato in Consulenza Fiscale
      J
      josefaur
    • RE: sono dipendente, ma mi hanno offerto di associarmi

      @Lulu789 said:

      Bisogna considerare come volete distribuirvi le responsabilita' : tutti equamente solidali ? un responsabile e dei soci che lavorano da quasi dipendenti ma che non seguono la gestione della ditta (tipo ricerca clienti contabilita'...) ? Avete proprieta' ? siete sposati ? in che regime ? la risposta richiede di conoscere molti dettagli su di voi.

      Ciao e grazie mille della tua disponibilità.
      Siamo due potenziali soci con eguali responsabilità, la fiducia é totale.
      Personalmente sono nullatenente, l'altro no, entrambi non sposati.
      Compensi da dividersi equamente, ci occupiamo di specifiche diverse nello stesso settore, ma le mansioni sono strettamente complementari e frutto di continua collaborazione

      Ho parlato con un commercialista che senza esitare mi ha consigliato una SNC, dicendo inoltre di non guardare altro per altre possibili strutture.
      Da come me l'ha spiegata sembra buona per le nostre esigenze, l'amministrazione sarebbe possibile semplificata visto il giro di fatturato. Chiaramente una SNC prevede una totale fiducia reciproca, ma come ho detto questa c'é.

      Invitalia della mia regione di residenza non é una strada percorribile. Con la BIC Lazio ho appuntamento domani, ma sto iniziando a capire che i requisiti sono troppo stretti per poterne usufruire (disoccupazione da almeno sei mesi, attesa di altri sei per l'erogazione, impossibilità a operare durante l'attesa ecc.). Resta il fatto che mio padre, pur non finanziando nulla e aggiungo giustamente, mi appoggia e sarebbe disposto a farmi da garante per un eventuale finanziamento.
      Ho fatto un calcolo più specifico, ci servono circa 40'000 euro (20 cad.), quindi il rischio non é nemmeno enorme.

      Grazie.

      postato in Consulenza Fiscale
      J
      josefaur
    • sono dipendente, ma mi hanno offerto di associarmi

      Salve,
      sono dipendente co.co.pro presso una piccola impresa che realizza servizi multimediali e di comunicazione.
      Siamo nel mezzo di una ristrutturazione societaria e mi è stata offerta la possibilità di entrare a far parte della nuova entità. Con formula ancora da scegliere. La vecchia andrebbe a chiudere perché con struttura e costi non proporzionati al reale fatturato.
      Potrei continuare a fare tranquillamente il dipendete, avere uno stipendio basso (1100 euro netti), ma sicuro, oppure decidere di armarmi di coraggio e provare una nuova avventura.
      Siamo almeno in 2/3, e mi fido ciecamente sia a livello umano che professionale. Il socio sicuro è già titolare di P.I.
      L'attività che andremmo ad iniziare sarebbe del tutto similare a quella che svolgiamo in questo momento, ragione che mi sembra di aver capito mi tira fuori dalle possibilità del regime per le nuove iniziative imprenditoriali.
      Ma rimane il regime dei minimi.
      Dalla valutazione dei tre precedenti anni è ragionevole pensare a un fatturato nell'ordine dei 150'000 annui. Crisi permettendo, con margini di crescita.
      Domanda secca: la formula societaria migliore? Siamo anche molto aperti all'idea di una cooperativa (un terzo lo si trova), e pensiamo di aver bisogno per ora di un solo altro dipendente (massimo in 4 per capirci).
      Molto banalmente, non ho fondi ne proprietà, ho solo una buona professionalità che vorrei vedere valorizzata rispetto al contratto per nulla tutelato che ho ora.
      Vista l'età (29) potrei però accedere a un finanziamento di Sviluppitalia o similari.
      Non so se sarebbe più ragionevole aprire una mia PI ai minimi, o se decidere da subito per una architettura societaria diversa.

      Grazie a chiunque voglia rispondere.

      postato in Consulenza Fiscale
      J
      josefaur