• User Newbie

    una brutta idea licenziarsi dal cocopro e aprire PI?

    Salve,

    ho un contratto a progetto, rinnovato tacitamente ogni 6 mesi. Ho una busta di 1500 euro nette, di cui però 500 euro sono calcolati come rimborsi viaggio.
    Diciamo che é una busta lorda di 1850 euro.

    Svolgo alcune attività parallele sempre pagate tramite ritenute, una di insegnamento che mi porta circa 5000 euro annui al netto delle ra, un'altra da circa 1-2000 euro, e un lavoro di fotografo per circa 4-5000 euro.

    Sto valutando la possibilità di aprire PI con regime agevolato. Essenzialmente per uscire da questo limbo da dove non posso chiedere un finanziamento, che mi fa limitare in alcuni lavori per non superare la fatidica soglia ecc.

    L'attuale datore di lavoro non avrebbe problemi a pagarmi una fattura da 1850 + iva, quindi assicurandomi l'entrata fissa mensile. Ma certo andrei a rimetterci, non risulterebbero più 1500 euro nette.
    Potrei valutare tuttavia questo taglio come accettabile visti i vantaggi che ne deriverebbero.

    La prima domanda secca é se ha senso a vostro avviso pensare a una PI quando il lavoro dipendente, atipico quanto volete, non me lo toglie nessuno, e per giunta con una busta importante rispetto alla media dei miei pari titoli e età.
    Poi vorrei sapere come devo calcolare i contributi per capire quanto effettivamente pagherei di INPS.

    Data la grande varietà delle attività che svolgo, gli studi di settore a cui dovrei accedere diverrebbero una gabbia non adatta alla mia situazione?

    Ovviamente devo vedere un paio di commercialisti almeno, ma in questo periodo tra ferie e presentazione dei bilanci non é facile. E vorrei iniziare intanto a schiarirmi le idee.

    Grazie.


  • Consiglio Direttivo

    Ciao josefaur e Benvenuto nel Forum GT.
    Generamente a queste domande rispondo "cosa vuoi fare da grande?"

    Ossia, se la tua attitudine è quella di fare il lavoratore dipendente ed arrotondare lo stipendio con qualche piccolo extra occasionale è un conto. Se vuoi invece diventare imprenditore o libero professionista e quindi sottoporti ai rischi (ma anche ai benefici) che ne conseguono è un altro.

    Quindi è una risposta che non può essere data; 100 persone potrebbero avere 100 idee differenti.

    Valuta comunque che per quanto riguarda la partita iva esistono dei regimi fiscali agevolati che fanno diminuire il carico fiscale. Proprio recentemente il governo ha pensato ad un "regime dei minimi" caratterizzato da un'imposta sostituiva del 5% oltre ad un esenzione inerente all'iva, all'irap a agli studi di settore.
    Il discorso dei contributi previdenziali è molto vario; fondamentalmente ci sono due tipi di inquadramento principali, uno per imprese individuali e l'altro per liberi professionisti.

    Fatto salvo che l'apertura della partita iva non lo considererei come "uno spauracchio", il discorso dipende comunque dalle tue attitudini.

    Ciao


  • User Newbie

    Grazie mille della risposta.
    Diciamo che fondamentalmente sarei più propenso al lavoro dipendente, e forse tutti i miei dubbi nascono proprio qui.
    Ma questa non é una fase dove é ragionevole pensare a contratti che abbia senso chiamare tali e a buste paga che permettano un tenore di vita tranquillo. Poi c'é da dire che grazie a varie responsabilità che mi sono state affidate nell'attuale lavoro, sono molto cresciuto (ho 30 anni) e l'idea di rischiare su me stesso ha oggi un valore diverso.
    I miei datori mi stanno offrendo di diventare socio, ma non ho intenzione di accettare prima di forti cambiamenti che vado consigliando da tempo.

    Il regime dei minimi non mi sembra faccia per me. Mi sembra più adatto a chi ha fatturati inferiori o deve regolarizzare un secondo lavoro saltuario.

    Quello delle nuove iniziative sta attirando molto di più la mia attenzione.
    Ma quello di cui parli é inserito nella recente manovra?