Per essere pignoli secondo me si potrebbe valutare:
a) che la parte di appartamento utilizzato per lavoro sia distinta e segnalata in planimetria in modo univoco dal resto dell'appartamento.
b) che nel bilancio della attività con P.IVA risulti una spesa, anche minima, per la locazione dei mq utilizzati per l'attività esercitata;
c) che nella visura della P.IVA risulti l'indirizzo dove si svolge l'attività nel luogo dove si intendono detrarre le spese di mantenimento/miglioramento dei locali;
c) che i lavori eseguiti nei locali destinati anche alle attività lavorative siano distinti dai lavori destinati al resto dell'appartamento;
d) che sia verificata la compatibilità dei locali al ricevimento del pubblico/clienti, ovvero verificare la necessità di comunicare all'ufficio tecnico comunale che una parte dell'immobile è destinata anche ad attività produttive (es. ufficio, sala riunioni, ecc) per chiarire l'eventuale necessità di un cambio di destinazione d'uso per la parte adibita ad ufficio.
e) siccome i lavori di miglioramento della climatizzazione dei locali potrebbero essere associati ai benefici del 55% (se l'impianto ad es. è equipaggiato anche con pompa di calore), dovrebbe essere approfondita la questione a chi mettere in deduzione i benefici fiscali del 55%: se le parti dell'immobile fossero divise in planimetria, la spesa potrebbe essere suddivisa tra i due soggetti, persona fisica e attività con partita IVA ed entrambi potrebbero beneficiare dei vantaggi fiscali per la rispettiva quota parte.
Insomma per pochi mq direi di seguire ovviamente le indicazioni di OEJ, ma alcuni verificatori dell'Agenzia delle Entrate sono "più realisti del Re".