Ciao a tutti,
vorrei aprire con mia moglie una ditta per occuparci di stesura di testi, traduzioni e contenuti vari.
Dopo aver analizzato col nostro commercialista le varie opzioni, ci sembra che la scelta sia tra SAS e SRLs, coi rispettivi vantaggi e svantaggi: nel caso della SAS, un costo di gestione ridotto (circa 1.500 euro l?anno in meno rispetto alla SRLs, ci sembra di capire, tra spese varie e compenso di commercialista); nel caso della SRLs, il vantaggio della completa separazione tra l?attività e i beni dei soci (come casa, auto, capitali).
Volevo chiedervi: visto che noi non avremo dipendenti o comunque obblighi con fornitori, non avremo bisogno di finanziamenti o prestiti, non avremo tipologie di lavoro che metteranno a rischio capitali (tipicamente, ci limiteremo a fornire su commissione testi di vario genere) ? insomma, avremmo un rischio d?impresa molto limitato e un giro d?affari molto ridotto (io, che sarei socio ?minoritario?, ho anche un?altra professione a tempo indeterminato), sbaglieremmo a considerare questo vantaggio della SRLs praticamente ininfluente nel nostro caso e quindi a prediligere la SAS per le minori spese?
Il nostro commercialista dice che non ravvede grandi vantaggi a favore della SRLs oppure della SAS e di scegliere tranquillamente quella che a noi sembra più adatta ? e appunto saremmo orientati sulla SAS, finora.
Ci sono altri aspetti che magari non stiamo considerando e che invece dovrebbero farci propendere per la SRLs?
Grazie.
carax
@carax
Post creati da carax
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Ditta per traduzioni e realizzazioni testi: meglio una SAS o una SRL semplificata?
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P. IVA: meglio canone ADSL/telefono "privato" più economico o "P. IVA" più costoso?
Buongiorno a tutti,
volevo chiedere un?informazione ? scusandomi in anticipo per la mia totale ignoranza in materia.
Sono titolare di partita IVA e lavoro da casa. Per lavoro, uso Internet e telefono fisso. Finora ho avuto un contratto ADSL privato, che il commercialista credo scarichi solo parzialmente (penso al 50%) in quanto ?ad uso promiscuo?.
Ora sono costretto a cambiare gestore di telefonia. Vedo che le offerte per aziende/partite IVA sono, per molti gestori, più costose rispetto alle offerte per privati, ma immagino che offrano la possibilità di scaricare interamente i costi ? o comunque vantaggi fiscali maggiori. È davvero così?
Come potrei calcolare se convenga di più un?offerta ?partita IVA? o una ?privati? (meno cara ma meno scaricabile)? Il mio dubbio sul fare i conti è proprio che non sono sicuro delle percentuali:
si scarica il 50% se la linea adsl+fisso è privata e il 100% se è partita Iva? È corretto?
Piu' iin generale, avete comunque consigli in merito?
Grazie in anticipo a tutti. -
RE: Dubbio su acquisto auto in partita IVA
@Studio_Emmi said:
Basta fare attenzione all'ammortamento successivo del bene (il tuo commercialista saprà come comportarsi).
Purtroppo la deduzione è molto inferiore (20% costo, 40% IVA)Grazie della risposta.
In realtà, la mia macchina attuale è un po' agli sgoccioli, quindi non so se riuscirà a reggere davvero per ancora un anno abbondante (ossia fino a inizio 2015).
Nel caso l'auto ceda e fossi costretto a comprarne una nuova, vorrei capire bene come verrebbe calcolato il tutto - per calcolare se davvero, date le quote che mi dicevi, potrei comprarla senza "sforare" il tetto dei 15.000 euro in tre anni del regime dei minimi.Provo a fare un esempio spannometrico per vedere se ho capito:
valore auto (ad esempio) = 20.000 euro (ossia 15.800 + 4.200 euro di IVA).
Di quella cifra io, in partita IVA regime dei minimi, potrei dedurre, se ho capito bene:
il 20% di 15.800, ossia 3160 euro, ammortandoli in 5 anni (se ricordo bene), ossia 632 euro l'anno;
il 40% di 4.200 euro, ossia 1680 euro (ma anche questi ammortandoli in 5 anni?)E' corretto? O ho frainteso qualcosa?
Approfitto per chiedere: il tutto vale anche per l'acquisto di macchine usate, chilometri zero, usato aziendale ecc., o solo di auto nuove? -
Dubbio su acquisto auto in partita IVA
Buongiorno a tutti,
volevo chiedervi un?informazione riguardo all?acquisto di un?auto da parte di chi possiede una partita IVA.Sono da 4 anni con partita IVA nel regime dei minimi e prossimamente dovrò cambiare auto (l'unica che possiedo, la uso abitualmente anche per trasferte e viaggi di lavoro ? sono sceneggiatore). Stavo pensando di aspettare il completamento del quinto anno di partita IVA in regime dei minimi, in modo da passare alla partita IVA tradizionale prima di cambiare auto, per evitare di superare il tetto dei 15.000 euro di beni acquistabili nell?arco dei tre anni in regime dei minimi (sono già abbastanza vicino al limite). E? corretto questo mio ragionamento o c?è qualcosa che mi sfugge?
Altra domanda: acquistando la macchina in partita IVA, c?è qualche adempimento particolare che devo rispettare per poterne detrarre (parzialmente ? credo al 50%, giusto?) il costo d'acquisto e le spese d?esercizio? Ossia, devo immatricolare l?auto in qualche modo particolare (tipo autocarro), o è sufficiente la procedura d?acquisto ?normale?, ma indicando la partita IVA nella fattura?
Grazie in anticipo.
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RE: Come inquadrare una collaborazione per produrre più IRPEF?
@esco said:
Il pagamento dell'IRPEF è basato sui redditi, non sul tipo di contratto di lavoro. Le diverse opzioni contrattuali segnalate, dal punto di vista dell'IRPEF, non cambiano sostanzialmente.
Grazie della risposta. Ero convinto del contrario perché un commercialista mi aveva detto che il regime dei minimi non è soggetto a Irpef ma a imposta sostitutiva. Mi confermi invece che non è così? Il regime dei minimi produce Irpef? Si può detrarre ad esempio quanto speso per delle ristrutturazioni (50%) se si è in partita IVA con il regime dei minimi?
Grazie in anticipo per ogni chiarimento. -
Come inquadrare una collaborazione per produrre più IRPEF?
Ciao a tutti.
Ho una domanda che spero non vi risulti bizzarra o malposta (e spero sia anche nella sezione giusta del forum, altrimenti ditemelo e la sposterò...).
Dunque: mia moglie sta per iniziare un nuovo lavoro, in forma di collaborazione con una società. Ha la possibilità di proporre alla società il tipo di inquadramento per la sua collaborazione: potrebbe lavorare in ritenuta (per i primi due anni probabilmente i compensi sarebbero inferiori ai 5.000 euro l’anno); oppure aprire una partita IVA (eventualmente aderendo ai regimi dei minimi); oppure ancora ipotizzare una collaborazione a progetto.
La domanda è questa: visto che per la ristrutturazione di casa mia moglie avrà per i prossimi dieci anni circa 2000 euro l’anno di detrazione IRPEF (che in caso di incapienza vanno perdute e non possono finire a credito), quale forma di inquadramento (tra quelle che ho elencato o tra altre che potrebbero esserci – escludendo l’ipotesi dell’assunzione a tempo determinato) potrebbe produrre più IRPEF?
Mi rendo conto che la domanda possa risultare paradossale (di solito, immagino, si cerca il modo per pagare meno tasse), ma volevo capire se esistono ipotesi di inquadramento per questa collaborazione (che non sarà l’unica fonte di reddito di mia moglie) che, più o meno a parità di costo per la società con cui collaborerà, potrebbero avere il vantaggio di pagare meno tasse sfruttando la possibilità di detrarre l’IRPEF. Forse il ragionamento vi suona contorto - e forse lo è davvero, mi scuso sin da ora per la mia abissale ignoranza circa questi temi - ma il succo è che forse, immagino, tra un inquadramento che implica pagare poca IRPEF (tipo regime minimi?) ma magari avere altri svantaggi, e uno che invece porti a pagare molta IRPEF ma avendo altri vantaggi, per chi ha una detrazione su cui giocare potrebbe paradossalmente risultare più vantaggioso il secondo... o non ho capito niente?
Come vedete brancolo nel buio, quindi ogni suggerimento sarà ben accetto - vi ringrazio in anticipo! -
Dubbio fiscale su detrazioni per ristrutturazione e risparmio energetico
Ciao a tutti,
ho dei dubbi circa il funzionamento delle detrazioni per ristrutturazioni (50%) e risparmio energetico (55%).Dunque: ho letto che la detrazione complessiva (fino ad un massimo del 50% di 96.000 euro, quindi 48.000 euro) viene frazionata in dieci anni e che non può produrre credito d’imposta, se ho capito bene. Ossia: se uno ha ristrutturato e ora gode di (poniamo) 4.800 euro di detrazione Irpef per dieci anni, se in uno dei dieci anni di in cui viene spalmata la detrazione deve versare un Irpef di, poniamo, 3.800 euro, semplicemente perde per sempre i restanti 1.000. Ho capito bene?
E nell’ipotesi di qualcuno che ha 4.800 euro di detrazione per ristrutturazione l’anno, deve pagare un Irpef di poniamo 3.800 euro e ha già detrazioni (per abitazione principale, lavoro dipendente, figli a carico) di poniamo 1.800 euro, come avviene il calcolo complessivo?
Ossia si fa:
**ipotesi A: **
3.800 euro Irpef – 4.800 euro detrazione per ristrutturazione edilizia = 0
*E da qui si tolgono 1.800 euro di detrazioni lavoro dipendente, con risultato: -1.800 euro *
(quindi il contribuente “perde” i 1.000 euro di detrazione di ristrutturazione perché la sua Irpef è più bassa, ma conserva comunque la possibilità di portare a credito le restanti detrazioni);oppure
Ipotesi B
*3.800 euro Irpref – 1.800 euro detrazioni lavoro dipendente ecc. = 2.000 euro *
E da qui si tolgono i 4.800 euro di detrazioni per ristrutturazione, con risultato: 0 euro
(quindi il contribuente perde ancora di più di quota di ristrutturazione, non andando a credito nemmeno con le restanti detrazioni).Che ne pensate?
Ho frainteso il meccanismo generale (nel qual caso, mi scuso in anticipo per l’ignoranza)?
E se non ho frainteso, è giusta l’ipotesi A o l’ipotesi B?
(Grazie in anticipo a tutti). -
RE: Pagamento affitto per casa/studio: basta la copia del bonifico?
grazie mille!
Proverò a chiedere circa le spese anche al mio commercialista.Quanto alle ricevute: dato quello che mi dici sul fatto che bastano contratto + bonifici (che del resto sono tutti tracciati ufficialmente nel sistema bancario, quindi immagino quanto di più facile da dimostrare al fisco) immagino che nel caso di un controllo possa anche farle fare al padrone di casa anche successivamente (vorrei evitare a entrambi lo sbattimento), o no?
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Pagamento affitto per casa/studio: basta la copia del bonifico?
Ciao a tutti, sto preparando i documenti per la mia dichiarazione dei redditi. Tra le altre cose, ho anche l'affitto e le spese condominiali di una casa che uso sia come abitazione sia come studio (e che quindi come regime dei minimi penso di poter detrarre al 50%).
La domanda è: come documentazione del pagamento di quell'affitto+spese io ho, oltre ovviamente al regolare contratto che determina i pagamenti mensili, copia dei bonifici che ho fatto per pagare il proprietario.
Sono sufficienti o sono tenuto a produrre un altro tipo di documentazione?
Approfitto per chiedere: ma secondo voi sono detraibili al 50% anche le spese dell'agenzia immobiliare mediante la quale ho affittato?
Grazie in anticipo a tutti.
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Che fare quando non si ha la certificazione della ritenuta d'acconto?
Ciao a tutti.
Sto raccogliendo la documentazione da consegnare al mio commercialista e ho notato che per una fattura pagata lo scorso anno non ho ancora ricevuto la certificazione del versamento della ritenuta d'acconto.
Ho provato a contattare la società per chiedere d'inviarmela, ma ho scoperto che - molto probabilmente - ha chiuso i battenti: tutti i contatti che avevano paiono non funzionanti e sembra non esserci più modo, in rete o per vie tradizionali, di contattarli.Cosa dovrei fare, secondo voi? C'è un modo per capire se davvero hanno versato la ritenuta relativa alla mia fattura? E per la certificazione mancante, come dovrei comportarmi?
Grazie in anticipo a tutti.
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RE: Finanziaria Tremonti 2011 - Novità importanti sul regime dei contribuenti minimi
@vipeta said:
Grazie OEJ,
ed essendo ad uso promiscuo cosa succede? Decade il mio regime ?Risposta da profano: no, non c'entra nulla (io sono nel regime dei minimi ma il commercialista mi ha sempre fatto detrarre le spese per la casa-ufficio). L'etichetta "ad uso promiscuo" significa che un certo bene non è considerato dal fisco solo utile all'attività commerciale, ma anche alla tua "vita privata", diciamo. In quel caso, allora, per il regime dei minimi si stabilisce che le spese relative a quel bene possono essere computate come spese professionali solo al 50%. Rientrano in questa categoria ad esempio il telefono, l'auto, la casa-ufficio.
Dunque, se tu spendi poniamo 100 euro di telefono (o di auto, o di spese condominiali), puoi conteggiarne solo la metà - ossia detrarre 50 euro di spese...
Non so dirti invece per l'acquisto della casa - nel senso che temo eccederesti i limiti dei beni previsti per il regime dei minimi (15.000 euro in tre anni), e quindi penso che non convenga contarla (o almeno non interamente). Ma su questo lascio la parola ai più esperti...
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RE: Finanziaria Tremonti 2011 - Novità importanti sul regime dei contribuenti minimi
@carax said:
[post da cancellare: era la risposta a un altro post che però è stato eliminato!]
@pegaso101 said:
Ciao a tutti...
anche se il mio commercialista mi ha detto che "dovrei" essere nei minimi ma c'è un modo per saperlo con sicurezza? che so fare un controllo della p.Iva?GRazie a tutti
Da profano, credo che l'unico che possa dirtelo è il tuo commercialista - ossia, non penso ci sia un "servizio" dell'Agenzia delle Entrate che ti permette d'appurarlo... D'altronde, però, se lo paghi per tenerti i conti, direi che il minimo che possa fare è darti la certezza che tu sia o meno nei minimi - e quindi farti emettere fatture corrette di conseguenza...
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RE: Finanziaria Tremonti 2011 - Novità importanti sul regime dei contribuenti minimi
[post da cancellare: era la risposta a un altro post che però è stato eliminato!]
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RE: Domande su particolarità minimi.
@Studio_Emmi said:
Il secondo caso mi sembra piuttosto generico, bisognerebbe verificare l'importo dei compensi da autonomo e il carattere** professionale od occasionale** delle prestazioni.
Da quello che ne so io, non dovrebbe essere vietato avere una partita IVA nel regime dei minimi ed essere contemporaneamente dipendente a tempo indeterminato part time (a patto ovviamente di rispettare tutti i paletti imposti dal regime dei minimi). E' davvero così?
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RE: benzina in Slovenia: si può detrarre nel regime dei minimi?
@bungaLow said:
Ricorda che vale solo per qui acquisti intraUE. è una domanda che devi fare all'AdE quando ad inizio 2011 ne ha introdotto l'obbligo...
Grazie ancora.
Ma fisicamente come faccio a presentare la domanda?
E siamo sicuri che per i regimi minimi è pratica consentita? -
RE: benzina in Slovenia: si può detrarre nel regime dei minimi?
@bungaLow said:
Devi mandare una dichiarazione all'AdE in cui attesti la volontà di effettuare acquisti intraUE. In rete si trovano modelli da compilare e spedire.
Grazie intanto della risposta.
Ma nel (nuovo) regime dei minimi si può fare?
E (so che la domanda non ha senso) ma se è legale farlo, che senso ha doverne dichiarare "la volontà"? Cioè, se faccio un acquisto che posso detrarre, lo detraggo e basta, perché dovrei dover dichiarare la volontà di volerlo fare? -
RE: benzina in Slovenia: si può detrarre nel regime dei minimi?
@OEJ said:
A mio modo di vedere, si tratta di un acquisto intracomunitario, e come tale andrebbe trattato secondo la disciplina generale di questa tipologia di acquisti. Non mi risultano regole particolari.
Ti ringrazio.
Scusa l'ignoranza, ma questo cosa comporta?
Come regime dei minimi (vecchio e nuovo) posso farlo? Ci sono maniere particolari di considerarlo/dichiararlo, o devo trattarlo semplicemente come qualsiasi altro acquisto di carburante sul territorio italiano?O è meglio per prudenza lasciare perdere?
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benzina in Slovenia: si può detrarre nel regime dei minimi?
Ciao a tutti.
In viaggio di lavoro, mi è capitato di fare benzina in Slovenia. Nel dubbio, ho comunque fatto timbrare il foglio carburante, ma vorrei capire se - essendo nel regime dei minimi - posso dedurre (mi sono accorto che nel titolo del 3d ho messo erroneamente "detrarre", ma non so come correggere...) anche le spese di carburante fatto in Slovenia, oppure se in qualche modo questo non è lecito o comunque sconsigliabile?
Grazie in anticipo a tutti.