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    Post creati da atomico

    • RE: Linkare pagine di ecommerce nella descrizione di un video

      @Anna Covone said:

      Ciao Atomico,

      ben vengano link a pagine che portino ad un acquisto. Fai pure, non c'è assolutamente nessuna limitazione, in questi casi faccio sempre l'esempio di Zappos che da tempo crea delle schede prodotto video, nella cui descrizione linka la pagina corrispondente al prodotto nel proprio ecommerce
      Ciao,

      Anna

      Ciao Anna.
      Ti rignrazio molto: non solo per avermi risposto, ma anche per il contenuto della risposta. Infatti sarò più che felice di mettere i link ai miei libri.

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      A
      atomico
    • Linkare pagine di ecommerce nella descrizione di un video

      Sto pensando di fare un video collegato con alcuni libri che ho scritto e che sono acquistabili su Lulu.
      Nella descrizione del video voglio invitare chi vuole approfondire gli argomenti trattati nel video ad acquistare i miei libri, dando i link per acquistarli.
      Volevo chiedervi se questa cosa è possibile oppure se c'è la limitazione di non mettere nella descrizione del video dei link verso pagine di ecommerce.

      Chiedo scusa se l'argomento è già stato trattato.

      postato in YouTube
      A
      atomico
    • RE: Scelta migliore per il dominio

      Anche se sono convinto che tutte le persone finora intevenute lo sappiano, preferisco chiarire una cosa.

      "vampiroo" con e due "o" è una parola diversa da "vampiro", ed è allo stesso tempo una parola che non esiste nel vocabolario italiano, che io sappia.

      Ma lo stesso discorso vale per esempio per "ilvampiro" o "vampiroweb", nel senso che anche loro sono parole differenti da vampiro e anche loro non sono parole presenti nel vocabolario italiano.

      Google cosa va? Vede che "ilvampiro" può essere spezzata in due parole italiane valide "il" e "vampiro", e si comporta come se l'url fosse "il-vampiro".
      Lo stesso vale però anche per "vampiroo", spezzato in "vampiro" e "o" ("o" in italiano è una congiunzione, ed è una parola valida come è valida "il" essendo un articolo).

      Mettere una "o" in più accresce l'url di una sola letterà, così tutte le key vampiro presenti nel sito avranno l'87% di corrispondenza con il dominio.
      Mettere "il" o "web" aggiunge due o tre lettere, facendo scendere la corrispondenza a 77% e 70%, quindi sono scelte peggiori.
      E' vero che dal punto di vista dei navigatori "web" o "il" sono più comprensibili di una "o" finale in più, ma non d così tanto, inoltre ormai i navigatori on leggono più le url,usno i link, i preferiti e i motori di ricerca per accedere a siti.

      Io rimango dell'idea che la partita vada giocata tra:

      vampiroo
      esistenza-vampiro

      In ogni caso se l'impornza del dominio è scesa rispetto agli altri fattori, questi discorsi perdono senso. E' meglio concentrarsi su altri aspetti del SEO.

      postato in SEO
      A
      atomico
    • RE: Scelta migliore per il dominio

      Ringrazio le persone che sono intervente.

      Riguardo all'uso del trattino "-" è vero che google non ne ha bisogno per rconoscere le parole, ma nn è detto per quello che ne so che esistenzavampiro la valuti bene esattamente quanto esistenza-vampiro in cui i due termini sono già separati.
      Ad ogni modo mi pare di capire che se ci sono differenze queste attualmente sono minime.

      Dico soltanto che ormai le persone non scrivono più gli indirizzi manuamente nel browser, ma usano link, i preferti oppure i motori di ricerca, e quindi la presenza dei trattini nelle URL non crea secondo me alcun problema agli utenti.

      Inoltre nel valutare un nome storpiato, come può essere vampiroo con le due "o", vale il solito discorso di tutte le cose fuori dal coro: fintantoché non son valorizzate rappresentano un difetto, quando sono valorizzate diventano un pregio, quasi una moda, un vezzo, un simbolo che ne aumenta il riconoscimento.
      Così se il sito vampiroo con le due "o" emergerà per qualità, l'avere le due "o" gli darà un connotato di maggior forza e originalità, se invece non emergerà, sarà solo un url capace di suscitare ilarità.

      postato in SEO
      A
      atomico
    • RE: Scelta migliore per il dominio

      Ti ringrazio per la risposta.
      Vorrei comunque sapere tra i due link:

      vampiroo.it
      esistenza-vampiro.it

      a parità di altri fattori, quale permette una migliore posizione sulle ricerche con la parola VAMPIRO.
      E' proprio il concetto sull'importanza del dominio rispetto al posizionamento che vorrei approfondire, magari grazie all'espeienza di chi ha fatto dei test sul campo.

      L'url VAMPIROO con due "o", viene considerao da google molto attinente alla parola VAMPIRO, e quindi penso sia utile sebbene le parole non siano la stessa parola, ma al punto da superare l'utilità di ESISTENZA-VAMPIRO?
      E' questa la domanda a cui sono interessato, anche per futuri posizionamenti per parole molto competiive dove tutti gli URL base sono già stati acquistati.

      postato in SEO
      A
      atomico
    • Scelta migliore per il dominio

      Ciao a tutti.
      Ho da porvi una domanda molto specifica.
      Sto realizzando un sito che parla di vampiri, e all'interno di quel sito ci saranno un mucchio di pagine in cui comparirà la parola VAMPIRO, un mucchio di link e di ancore in cui ci sarà sempre la parola VAMPIRO.
      Insomma il sito sarà molto forte per il termine VAMPIRO.
      Il secondo temine più forte all'interno del sito sarà ESISTENZA abbinato natruralmente con la parola VAMPIRO, in quanto in parecchi articoli parlerò dell'esistenza dei vampiri.

      Purtroppo l'url:

      vampiro.it

      è occupato, e ho quindi una grossa indecisione su quale dominio utilzzare tra i due seguenti:

      vampiroo.it

      esistenza-vampiro.it

      La mia domanda è la seguente: con quale dei due url a parità di altri fattori sarò più forte per la parola VAMPIRO?
      Il mio scopo infatti è essere primo per la parola VAMPIRO, molto più ricercata nei motori di ricerca della coppia di parole ESISTENZA VAMPIRO.

      Cosa mi consigliate allora tra le due scelte:

      vampiroo.it <-- che ha 2 lettere "o" alla fine
      esistenza-vampiro.it

      postato in SEO
      A
      atomico
    • RE: Protezione diritto d'autore

      @grisu59 said:

      Non ho una risposta tecnica alle tue domande ma mi ponevo io una domanda.
      Non pensi che inserire i dati del cliente nel file possa irritare i clienti (o peggio scoraggiarli dal comprare se li avvisi prima, come sarebbe corretto)?

      Non potrebbe bastare inserire nel file il CODICE CLIENTE che lo idenitifica, avvisando il cliente che è rintracciabile la proveninza di quel documento?

      Mi sembra che offra le stesse garanzie ma con maggior discrezione.
      Scusa se mi sono permesso!

      Ti ringrazione per l'intervento e aggiungo che quello che dici è sensato, e non nascondo che è probabile che opterò per una soluzione del tipo di quella che hai suggerito.

      Tuttavia le mie domande servono per conoscere fin dove ci si può spingere per difendere il diritto d'autore delle opere che si intendono vendere via web.
      Mi auguro passi da queste parti qualcuno che sappia dare informazioni precise al riguardo.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      A
      atomico
    • Protezione diritto d'autore

      Espongo brevemente la questione.

      Metterò in vendita tramite internet dei file pdf protetti da password, che i clienti potranno scaricare dopo aver proceduto al pagamento.

      Per tutelarmi dalla possibile diffusione P2P, pensavo di personalizzare ciascun pdf con alcuni dati dell'acquirente, in modo da poter risalire all'acquirente di ciascun pdf che trovassi in vendita o dato gratuitamente da altre piattaforme diverse dal mio sito.

      Le domande sono le seguenti:

      PRIMA DOMANDA
      Devo avvisare gli acquirenti dell'inserimento dei loro dati prima che effettuino il pagamento, o posso farlo anche dopo ?

      SECONDA DOMANDA
      Tra i dati con cui volevo personalizzare il pdf c'è la password che volevo farla coincidere con l'indirizzo email dell'acquirente. Mi è consentito farlo, considerando comunque che la password è un dato non visibile a nessuno?

      TERZA DOMANDA
      I dati dell'acquirente, diversi dalla password, che mettessi nel pdf, dovranno essere resi criptati dallalettura di terzi che eventualmente accedessero a quei pdf?

      QUARTA DOMANDA
      Scoprendo un mio pdf distribuito illecitamente, posso rivalermi della perdita economica (del mancato guadagno) sull'acquirente originale di quel file? Dovrò dimostrare io il suo dolo, oppure il suo dolo sarà comclamato dal fatto che non ha saputo tenerlo al sicuro dall'accesso di terzi?

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      A
      atomico
    • RE: Fatture e-commerce diretto

      @i2m4y said:

      DOMANDA 1)
      Emettere fattura significa solamente stamparla e spedirla al proprio commercialista, o è necessario mandarla (tramite e-mail) in formato pdf anche agli acquirenti?

      Emissione = spedizione. Non basta la sola stampa. Il formato pdf dovrà quantomeno essere privo di macro ed immodificabilmente protetto da password.

      DAMANDA 2)
      E' vero che se l'acquirente specifica la propria partita iva (e quindi non è più un privato, ma un soggetto economico), se è residente nella UE, sarà sottoposto all'IVA a seconda del suo paese ? Se è così, dovrei saperlo, perchè dovrei predisporre il sito per gestire un prezzo complessivo differente per le decine di nazioni della UE

      La cessione a soggetti passivi Iva comunitari lascerà a questi ultimi l'adempimento dell'Iva. Il tuo prezzo generalmente corrisponderà all'imponibile delle vendite (con iva) in italia.

      DOMANDA 3)
      La fattura che devo fare a soggetti economici o privati della UE, a parte l'IVA, deve soddisfare formati differenti ? Mi spiego meglio: una fattura che spedisco ad esempio a un tedesco, deve mostrare gli stessi dati che mostra una fattura che mando a un itlaiano, oppure la fattura in germania richeide di specificare altri tipi di informazione ?

      La fattura sarà quella nel formato italiano di cui all'art. 21 del DPR 633/72. Se cedi a soggetto passivo Iva tedesco dovrà riportarne anche la partita iva tedesca e dovrà riportare il riferimento di legge per cui tu non applichi l'Iva italiana.

      DOMANDA 4)
      E' vero che se gli acquirenti, come privati o come soggetti economici, sono fuori dalla UE, non sono soggetti a IVA, e quindi non devo fare fattura? E in tal caso come contabilizzo tale guadagno (o detto in altri termini, cosa comunico al commercialista)?

      La fattura potrà comunque essere emessa in tutti i casi in cui potrebbe essere solo facoltà. Ad esempio quando esiste esclusione.... se esclusione sarà in questi casi. Si riporterà la norma di legge in base alla quale l'Iva non è applicata.

      DOMANDA 5)
      Come faccio a sapere se chi acquista è realmente fuori dala UE?
      Egli in fase di acquisto potrebbe indicare che è ad esempio un cittadino USA, e quindi acquistare da me il prodotto senza l'IVA (risparmiando il 20% rispetto ad esempio un itlaiano), e magari in realtà sta mentendo, perchè magari è un cittadino inglese, che vuole solo risparmiare il 20%

      Sei nelle mani del signore.

      P.S.
      Faccio queste domande a voi, perchè ora non ho un commercialista. E non avrebbe neppure senso averlo, visto che la mia attività partirà tra almeno 5 mesi. Però certe informazioni devo saperle ora, per realizzare un sito che si comporti in maniera adeguata.

      E' proprio in questa fase che invece dovresti avere un commercialista cui affidarti per realizzare al meglio il tuo sito. Vari miei clienti li ho conosciuti proprio in quella fase e mi sembra ne siano stati contenti proprio perchè hanno evitato duplicazioni di lavoro ed errori.

      Inanzitutto ti ringrazio per le risposte. E ti sottopongo le seguenti considerazioni/dubbi, sperando di non abusare troppo della tua disponibilità, e sperando di sollevare questioni che possono essere utili a molti.

      Se ho capito bene dopo aver fatto produrre dal sito la fattura in pdf, senza macro e con password, devo farla scaricare al cliente, e fin qui ci siamo. Poi tu dici che non basta stamparla e spedirla, intendi forse dire che devo mandare anche al commercialista il file pdf? Te lo chiedo perchè così a occhio mi sembra strano che la stampa non sia sufficiente.

      Riguardo al prezzo, probabilmente faccio confusione tra le tue risposte alla domanda 2) e alla domanda 3).
      Se ho capito bene, se vendo a un italiano, in fattura metto:

      Imponibile X +
      IVA (20%) Y =
      prezzo Z

      Se vendo a un soggetto della UE, dovrei mettere:

      prezzo Z (che è il prezzo italiano ottenuto da imponibile +20% iva)

      Se vendo a un soggetto esente dall'iva (come quelli esterni alla UE), dovrei mettere :

      prezzo X (che è il prezzo italiano del solo imponibile)

      Riguardo ai dati dell'acquirente, temo di far confusione.
      Se ho capito bene spetta a me assicurarmi che lo stato italiano si becchi la sua IVA quando gli spetta, altrimenti si rivale su di me.
      Quindi se un soggetto dice di essere USA, e quindi mi paga senza IVA, mentre vive in UK (e quindi avrebbe dovuto pagarmi il prezzo maggiorato dell'iva), io guadagno uguale (ovvero il mio imponibile), ma lo stato italiano no (ovvero non si becca il suo 20% di iva), e se lo scopre (cosa assai improbabile) io finisco male.

      Non ho poi capito a cosa serve lo sturmento dell'agenzia delle entrate per la partita IVA. Nel senso, ho capito come si usa e cosa fa, ma non a che scopo dovrei usarlo.
      A parte che è una cosa che non può fare il sito in automatico, ma richiederebbe una persona che ogni volta faccia i controlli (cosa che vorrei evitare), ma come dovrei comportarmi se scopro prima di far ela fattura che un cittadino della UE (e quindi anche un italiano) mi ha dato una partita iva sbagliata?
      Ormai il prodotto è già venduto, e nella fattura qualcosa devo metterci come partita IVA dell'acquirente.
      Io pensavo di implementare nel mio sito il controllo di coerenza del codice fiscale e della partita iva, che sono controlli automatici e indicano se le cifre di codice fiscale e partita iva, soddisfano tutti i criteri formali di validità. So che tali controlli non danno la garanzia di trovarmi davanti a un codice fiscale e una partita iva realmente esistenti (indicano solamente quali codicifiscali e partitaiva sono certamente sbagliati), ma non sono sufficienti per pararmi il "sedere" dallo stato italiano? Perchè io ambierei a fare solo il venditore, non il segugio agli ordini della burocrazia.

      postato in Consulenza Fiscale
      A
      atomico
    • RE: Fatture e-commerce diretto

      Aggiungo altrte due domande:

      DOMANDA 6)
      Dovendo indicare nelle fatture i dati dell'acquirente, sono respnsabile se questi dati sono falsi (magari se da un indirizzo scorretto, o il codice fiscale sbalgiato)?

      DOMANDA 7)
      Dovendo mandare le fatture potenzialmente in tutti gli stati del mondo, devo sapere la seguente cosa.
      C'è un modo internazionale per rappresentare gli indirizzi?
      Mi spiego meglio, in italia l'indirizzo lo otteniamo come comune/provincia/cap, ma in altri posti potrebbro usare altre convenzioni. E non conoscendo come esso venga rappresentato in tutte le nazioni del mondo, mi chiedevo se ci fosse una rappresentazione standard sempre valida (ai fini della fattura, e non della spedizione, visto che non spedisco nulla).

      postato in Consulenza Fiscale
      A
      atomico
    • Fatture e-commerce diretto

      Sto progettando di aprire un ecommerce diretto (vendita di ebook per essere specifico) che venda anche all'estero (sia a italiani residenti all'estero, sia proprio a cittadini stranieri, essendo alcuni dei miei book scritti in varie lingue).

      Ecommerce diretto richiede l'emissione della fattura, e a questo proposito ho alcuni dubbi che vorrei sottoporvi.

      DOMANDA 1)
      Emettere fattura significa solamente stamparla e spedirla al proprio commercialista, o è necessario mandarla (tramite e-mail) in formato pdf anche agli acquirenti?

      DAMANDA 2)
      E' vero che se l'acquirente specifica la propria partita iva (e quindi non è più un privato, ma un soggetto economico), se è residente nella UE, sarà sottoposto all'IVA a seconda del suo paese ? Se è così, dovrei saperlo, perchè dovrei predisporre il sito per gestire un prezzo complessivo differente per le decine di nazioni della UE

      DOMANDA 3)
      La fattura che devo fare a soggetti economici o privati della UE, a parte l'IVA, deve soddisfare formati differenti ? Mi spiego meglio: una fattura che spedisco ad esempio a un tedesco, deve mostrare gli stessi dati che mostra una fattura che mando a un itlaiano, oppure la fattura in germania richeide di specificare altri tipi di informazione ?

      DOMANDA 4)
      E' vero che se gli acquirenti, come privati o come soggetti economici, sono fuori dalla UE, non sono soggetti a IVA, e quindi non devo fare fattura? E in tal caso come contabilizzo tale guadagno (o detto in altri termini, cosa comunico al commercialista)?

      DOMANDA 5)
      Come faccio a sapere se chi acquista è realmente fuori dala UE?
      Egli in fase di acquisto potrebbe indicare che è ad esempio un cittadino USA, e quindi acquistare da me il prodotto senza l'IVA (risparmiando il 20% rispetto ad esempio un itlaiano), e magari in realtà sta mentendo, perchè magari è un cittadino inglese, che vuole solo risparmiare il 20%

      P.S.
      Faccio queste domande a voi, perchè ora non ho un commercialista. E non avrebbe neppure senso averlo, visto che la mia attività partirà tra almeno 5 mesi. Però certe informazioni devo saperle ora, per realizzare un sito che si comporti in maniera adeguata.

      postato in Consulenza Fiscale
      A
      atomico
    • RE: Hosting o Housing per 8 siti ?

      @Thedarkita said:

      cmq in housing devi mandare tu il server a loro... quant'è il budget a disposizione?

      Sono più che altro un programmatore J2EE, e non mi intendo di aspetti sistemistici.
      Con housing credevo si intendesse prendere a noleggio un server, non comprersene uno, configurarselo da soli e parcheggiarlo (mi sa che invece prenderlo a noleggio giò configurato sia indicato con VPS).

      Diciamo che per avere dei siti che fanno girare applicazioni java con alto traffico mensile, potrei spendere anche sui 2.000 euro l'anno.

      Se prendo a noleggio un server, mi consentono di installare ciò che voglio ? Perchè in tal caso potrei chiedere loro di instalare la JVM e tomcat, per poterci far girare le applicazioni java.

      Il mio dubbio sugli hosting java è che non so se reggono alto traffico (hosty fornisce hosting java assicurando di non mettere più di 40 siti per server, ma un server che ha 40 siti, può davvero reggere un alto traffico?)

      postato in Hosting e Cloud
      A
      atomico
    • Hosting o Housing per 8 siti ?

      Nei prossimi mesi vorrei mettere 8 siti in rete, programmati in java (per la precisione j2ee: spring, struts, hibernate, jsf).
      Quattro di questi siti saranno in inglese, con un baccino di possibili visitatori altissimo (farli diventare visitatori reali è un'altra storia).
      Conoscete qualche housing java che mi metta a disposizione un server che consenta traffico illimitato? Ho visto mondoserver, che dà un limite di traffico di 60GB/mese, facendo pagare le eccedenze.
      60GB/mese per 8 siti, supponendo pagine in media di 20kb, permette a ciascuno di essi di far visualizzare 12500 pagine al giorno. Mi sembrano un po pochine (supponendo che un visitatore ne visualizzi in media 3, significano 4000 visitatori al giorno).
      L'altra soluzione è farmi 8 hosting java (ma in tal caso non avrei un ip statico, che da quello che so è valutato bene dai motori di ricerca).
      Che fare ?

      postato in Hosting e Cloud
      A
      atomico
    • Mi stanno fregando?

      Mi hanno proposto un contratto a progetto di un anno
      Nel contratto si parla di un compenso globale fissato in ? 18.700,00 al lordo delle ritenute di legge.
      Loro mi dicono che corrisponde a un netto di 1300 euro mensili.
      Io non ho figli o persone a carico, è il mio primo lavoro, e si tratta di un lavoro come analista programmatore.
      Mi dicono che ferie e malattia non sono retribuite.
      Mi dicono che il pagamento avrà cadenza mensile, e che il lordo si riferisce a 11 mensilità ( ma se io lavorerò 12 mesi interi, quindi senza mai prendermi un giorno di vacanza, mi daranno uno stipendio aggiuntivo, così dicono, ma non è specificato nel contratto).

      Insomma, a voi tornano i conti ? Vengono 1300 euro netti al mese?
      E i soldi che mi arriveranno mensilmente in busta paga, sono già detratti di tutte le tasse, o ne devo pagare di aggiuntive?

      Dovreste rispondermi subito, visto che domani (6 novembre) in mattinata si aspettano una mia risposta.

      postato in Consulenza Fiscale
      A
      atomico
    • Mi stanno fregando?

      Mi hanno proposto un contratto a progetto di un anno
      Nel contratto si parla di un compenso globale fissato in ? 18.700,00 al lordo delle ritenute di legge.
      Loro mi dicono che corrisponde a un netto di 1300 euro mensili.
      Io non ho figli o persone a carico, è il mio primo lavoro, e si tratta di un lavoro come analista programmatore.
      Mi dicono che ferie e malattia non sono retribuite.
      Mi dicono che il pagamento avrà cadenza mensile, e che il lordo si riferisce a 11 mensilità ( ma se io lavorerò 12 mesi interi, quindi senza mai prendermi un giorno di vacanza, mi daranno uno stipendio aggiuntivo, così dicono, ma non è specificato nel contratto).

      Insomma, a voi tornano i conti ? Vengono 1300 euro netti al mese?
      E i soldi che mi arriveranno mensilmente in busta paga, sono già detratti di tutte le tasse, o ne devo pagare di aggiuntive?

      Dovreste rispondermi subito, visto che domani (6 novemvre) in mattinata si aspettano una mia risposta.

      postato in Consulenza Fiscale
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      atomico
    • RE: Equivalenza partita IVA - Contratto indeterminato

      Sulla partiva IVA non ho ancora le idee chiarissime.

      Per aiutarmi a capire, che cifra mi consigliereste di chiedere per la partita IVA, al mio primo lavoro ?

      Ed è una scelta che conviene, a lungo termine, accettare di lavorare con partita iva, piuttosto che con un contratto a tempo indeterminato ? So che messa così è una domanda troppo generica, perchè ogni caso è un caso a se, ma secondo la vostra esperienza i vantaggi di avere la partita iva, compensano tutti gli svantaggi ?

      postato in Consulenza Fiscale
      A
      atomico
    • RE: Equivalenza partita IVA - Contratto indeterminato

      @fabioalessandro said:

      un bel pò
      ma nn si può dire su due piedi
      dovresti vedere i tuoi costi ecc ecc
      semza costi non meno di 22000/24000? lordi

      Naturalmente avrò dei costi per la mia azienda, legati al pc e cellulare aziendale ...
      Ma proviamo per un momento a escludere i costi.

      Cosa intendi per 240000 euro lordi, in termini di iva?

      Consideriamo che in un anno ci sono 52 settimane, che quindi ci sono 104 giorni di non lavoro (sabati e domeniche). Aggiungiamo i 24 giorni di ferie, e ad esempio 3 giorni di malattia.
      Viene che i giorni in cui intascherei i soldi, avendo la partita IVA, ammonterebbero a 234.
      Quindi 24000/234 = 102 euro lordi al giorno.

      Potresti chiarirmi un punto ? Cosa significa 102 euro lordi al giorno con partita iva ? Forse che giungono nelle mie tasche concretamente 102 euro ogni giorno, e che di questi 102 euro, ne devo mettere da parte alcuni per pagare le tasse ?

      postato in Consulenza Fiscale
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      atomico
    • Equivalenza partita IVA - Contratto indeterminato

      Sto facendo uno stage in una azienda di consulenza informatica.
      Alla fine dello stage, mi offriranno un contratto a partita IVA.

      Volevo sapere quanto dovrei prendere di partita IVA al giorno, per avere uno stipendio equivalente a quello di 1.200 euro netti al mese per un contratto a tempo indeterminato.

      In un lavoro a tempo indeterminato, se non erro, si hanno 24 giorni di vacanze l'anno, inoltre i giorni di malattia sono pagati.
      Con la partita iva, prendendomi 24 giorni di vacanza, e qualche giorno di malattia, non guadagnerei un centesimo.
      Inoltre con la partita IVA, credo dovrei pagare un commercialista, e le tasse (credo l'inps).

      In sintesi, la mia domanda è: per pareggiare tutte queste cose, quanto dovrei prendere di partita IVA al giorno, per avere un guadagno equivalente ai 1.200 euro netti al mese di un dipendente a tempo indeterminato ?

      postato in Consulenza Fiscale
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      atomico
    • RE: Autopubblicare un libro

      @schwarzerpeter said:

      Buongiorno,
      mi sono iscritto al forum perché ho visto che vengono date risposte chiare e competenti.
      Il mio problema riguarda l'autopubblicazione di un libro. Gli aspetti fiscali mi stanno facendo venire la pelle d'oca.

      Ho chiesto consiglio a un amico laureato in economia e commercio e impiegato presso un'azienda che produce guide fiscali. Mi ha detto di aprire la partita IVA come contribuente minimo (art. 32 bis dpr 633/1972) in modo da non essere costretto a tenere scritture contabili e di iscrivermi alla camera di commercio come imprenditore individuale. Ad oggi ho aperto la partita IVA con codice 2211 (editore).

      Ieri sera è arrivata la doccia gelata. Questo mio amico ha scoperto che fra fra gli adempimenti c'è il versamento di 2500 euro all'INPS. In pratica l'INPS dà per scontato che gli imprenditori producano un reddito minimo di circa 13.500 euro e li costringe a versare il 20% a titolo di contributi previdenziali.

      Per tutta la mattina ho fatto ricerche in internet e ho scoperto che l'autopubblicazione di un libro potrebbe non essere inquadrata come impresa commerciale.
      Secondo l'art. 2083 c.c "sono* piccoli imprenditori *(...) coloro che esercitano un?attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia."
      Da questo ho capito che non devo iscrivermi alla camera di commercio (incombenza che tocca agli imprenditori commerciali ma non ai piccoli imprenditori).

      Poi mi sono chiesto se davvero sono imprenditore (commerciale o piccolo che sia).
      Art. 49 del Testo unico delle imposte sui redditi:
      "1. Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dallesercizio di arti e professioni**. Per esercizio di arti e professioni si intende lesercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diverse da quelle considerate nel capo VI, compreso lesercizio in forma associata di cui alla lettera c) del comma 3 dellarticolo 5.
      2. Sono inoltre redditi di lavoro autonomo:
      b) i redditi derivanti dalla utilizzazione economica, da parte dellautore o inventore, di opere dellingegno, di brevetti industriali e di processi, formule o informazioni relativi ad esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico, se non sono conseguiti nell`esercizio di imprese commerciali
      "

      In pratica non sarei imprenditore ma lavoratore autonomo che esercita un'arte.

      Vorrei farvi alcune domande:

      • questa interpretazione è corretta? Non sono imprenditore ma lavoratore autonomo che esercita un'arte?
      • ci sono conseguenze ai fini INPS?
      • è corretto non iscrivermi alla camera di commercio?
      • l'apertura di una partita IVA con codice 2211 (settore DE) ha conseguenze sulla qualifica che mi viene data (es: indipendentemente dalla mia attività devo essere considerato imprenditore perché ho quel codice)?

      Quando sopra interessa anche a me.
      Nessuno può rispondere alle suddette domande?

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