Se i beni sono attualmente in possesso del venditore potenziale e non vengono acquistati di volta in volta dallo stesso (sarebbe commercio abituale ed in tal caso diventa necessaria l'apertura di una posizione IVA) per il fisco italiano nessun problema (salvo forse accertarsi che non siano opere d'arte di cui è vietata l'esportazione)
Non sarebbe male sentire l'Agenzia delle Dogane per appurare che non siano richieste particolari autorizzazioni o scartoffie (abitiamo in un paese "burocraticus maximum")
Per quanto riguarda l'azienda US bisogna vedere cosa pretende il fisco di quelle parti come idonea documentazione di spesa, presumo l'equivalente di una ricevuta come da noi ma su questo non so nulla (non posseggo un azienda in loco purtroppo) presumo che anche in quel caso le dogane locali vorranno una marea di scartoffie e pretenderanno un balzello più o meno oneroso.
Quindi tale azienda effettuerà il pagamento al venditore italiano mediante idoneo metodo di pagamento tracciabile (bonifico per esempio)
Poi dei beni acquistati farà quel che meglio crede nei limiti delle regole locali.
(parere strettamente personale come sempre, nel dubbio meglio rivolgersi all'ADE gratuitamente o ad uno specialista di import(export purtroppo in modo non indolore)