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Il discorso andrebbe suddiviso per utenza secondo me.
Parlando di web markenting, bisogna prendere prima di tutto in considerazione la fascia di età che si andrà a cercare ed una domanda a cui cerchiamo di rispondere ogni giorno con servizi, news etc...
"cosa vuole l'utente?"
Se non sappiamo questo ogni nostro sforzo messo nel sito va a farsi friggere.
Cosa sappiamo noi dell'utente medio? Partendo dal fatto che la percentuale di informatizzazione italiana è bassino possiamo dedurre che l'utente non sa bene cosa vuole, o meglio, sa cosa cerca ma non sa come reperirlo e quali servizi gli possano servire per continuare a reperire le info di cui ha bisogno.
Prendiamo ad esempio gli RSS. (mi piacerebbe che Weppos dicesse la sua per quanti riguarda il suo utente medio).
Nella totalità dei collegamenti internet italiani secondo voi qual'é la percentuale delle persone che leggono le news tramite rss?Prendiamo la fascia di impiegati intorno ai 40 anni che lavorano nelle aziende e che hanno a disposizione internet. Cosa fanno oltre che usarlo per lavoro? Scaricano, scaricano e scaricano (mp3, avi, etc.) al max cercano info per le ferie (per mia enorme gioia :D) e quando tornano a casa non si collegano cerca a internet (a meno che non siano smanettoni).
Posso dire con certezza che su 10 persone tra i 25-30 anni 4 non ha un collegamento ad internet, come faccio a saperlo?
bè lavorando in un albergo ho l'opportunità di fare domande alle persone senza che se ne rendano conto, la mia domanda solita è sempre se hanno un collegamento ad internet.Quindi secondo me il nostro lavoro principale dovrebbe essere quello di dare ogni servizio possibile ai nostri possibili utenti (contando che non abbiamo una conoscenza ottima degli internauti possibili salvo che non si faccia uno studio mirato prima) senza però metterli in affanno di fronte alla totalità delle opportunità che offriamo.
Quando si parlò della directory ompeig mi venne in mente di prensentarla come se fossimo degli chef che cucinano la rete per gli utenti. Il nostro compito al fine è sceglire le primizie migliori cuocerle insieme per creare piatti (siti) che siano appetitosi per il target scelto.
Purtroppo sono in pieno caos lavorativo spero di non aver scritto stupidaggini.
ciao ste
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@esteban said:
secondo voi qual'é la percentuale delle persone che leggono le news tramite rss?
Bassa. Ma è destinata ad aumentare: oggi Google, Yahoo! e MSN offrono all'utente la possibilità di aggiungere feed RSS al proprio menu di contenuti personalizzati. Google ha lanciato un proprio [url=http://www.google.com/reader/]feed reader. Firefox ha reso facile l'iscrizione ai feed RSS, coi suoi live bookmark. [url=http://blogs.msdn.com/rssteam/archive/2006/04/25/582864.aspx]IE7 Beta 2 integra un supporto completo per RSS (autodiscovery + subscription + reader). Per questi motivi, penso che la lettura di feed RSS sia una modalità di fruizione dei contenuti destinata ad espandersi notevolmente nei prossimi mesi.
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secondo me vi siete dimenticati di una cosa fondamentale, i feedback.
Un piccolo trucco del webmarketing che viene spesso ignorato o semplicemente usato senza un reale motivo è quello di creare un clima o atmosfera piacevole ed interessante all'interno del sito web.
Non sto parlando di grafica, contenuti o simili ma solo di iterazione tra sito ed utenti.Nel caso di un blog possiamo parlare di commenti, mentre per un sito web è bene far interagire l'utenza tramite feedback ( positivi ovviamente in modo tale da non attivare "segnali distruttivi" ).
Immaginate un sito web con feedback, contatore utenti online, magari quelli connessi in chat..ebbene si un potenziale utente da acquisire si sentirà sicuramente a suo agio in un sito internet frequentato.
saluti
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@Stealth said:
secondo me vi siete dimenticati di una cosa fondamentale, i feedback.
@ArkaneFactors said:
Enable user feedback. Date ai vostri utenti gli strumenti per farsi sentire. [...]
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@Stealth said:
ho fatto una cappella...mi scuso.
No problem, anzi: era un ottimo consiglio.Il contributo degli utenti è fondamentale per la crescita di un sito, e incoraggiare la loro partecipazione diretta può essere un'ottimo modo per espandere i contenuti in maniera efficiente ed efficace sia sotto il profilo del marketing sia sotto quello SEO (vedi [url=http://www.giorgiotave.it/forum/viewtopic.php?p=74939]questo thread).
Non è un caso che i siti che più hanno fatto parlare di sé ultimamente (vedi [url=http://del.icio.us/]del.icio.us e tutta la sfilza di start-up "web 2.0") siano proprio quelli che hanno basato il loro stesso modello di business sul contributo degli utenti, portando il paradigma user-centred all'estremo.
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A proposito di user-centred design e SEO, e di come possano andare a braccetto:
- Il tag <TITLE>
Costruite i titoli delle pagine in maniera tale che abbiano senso anche fuori contesto.
Come sappiamo, il tag <TITLE> è fra i più importanti in assoluto dal punto di vista SEO, ma troppo spesso lo si concepisce come una semplice sequenza di keyword: nulla di più sbagliato. Dal punto di vista dell'utente, il titolo della pagina ha una funzione segnaletica analoga a quella di un breadcrumb trail (vedi oltre).
Un titolo ottimizzato:
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conserva il suo significato anche quando viene estrapolato dal contesto del sito (ad es. in cima a uno snippet su una SERP);
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è sintetico ed esaustivo, e possibilmente rispecchia la collocazione del contenuto all'interno dell'architettura informativa del sito (es. "Web agency Tal dei Tali : Servizi - Web marketing - SEO").
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Il breadcrumb trail
Il breadcrumb trail (letteralmente, "sentiero di briciole di pane", in omaggio alla storia di Pollicino) è un elemento segnaletico costituito da una serie ordinata di collegamenti che, rispecchiando il percorso effettuato durante la navigazione all'interno del sito, aiutano l'utente a non "perdere l'orientamento" e gli permettono di tornare agevolmente sui propri passi. Un breadcrumb trail ben costruito ha, tipicamente, questo aspetto:
[url=http://www.example.com/]Home > [url=http://www.example.com/chi-siamo.html]Chi siamo > [url=http://www.example.com/profilo-aziendale.html]Profilo aziendale > [url=http://www.example.com/staff.html]Staff > Dott. Pinco Pallino
Dal punto di vista SEO, in un sito con architettura ad albero l'uso di breadcrumb trail aiuta a rafforzare il ranking di ciascuna sezione o pagina, ottimizzando inoltre la struttura dei collegamenti interni. Raccomandatissimo.
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A proposito di user-centred design e SEO, e di come possano andare a braccetto:
- Il tag <TITLE>
Costruite i titoli delle pagine in maniera tale che abbiano senso anche fuori contesto.
Come sappiamo, il tag <TITLE> è fra i più importanti in assoluto dal punto di vista SEO, ma troppo spesso lo si concepisce come una semplice sequenza di keyword: nulla di più sbagliato. Dal punto di vista dell'utente, il titolo della pagina ha una funzione segnaletica analoga a quella di un breadcrumb trail (vedi oltre).
Un titolo ottimizzato:
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conserva il suo significato anche quando viene estrapolato dal contesto del sito (ad es. in cima a uno snippet su una SERP);
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è sintetico ed esaustivo, e possibilmente rispecchia la collocazione del contenuto all'interno dell'architettura informativa del sito (es. "Web agency Tal dei Tali : Servizi - Web marketing - SEO").
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Il breadcrumb trail
Il breadcrumb trail (letteralmente, "sentiero di briciole di pane", in omaggio alla storia di Pollicino) è un elemento segnaletico costituito da una serie ordinata di collegamenti che, rispecchiando il percorso effettuato durante la navigazione all'interno del sito, aiutano l'utente a non "perdere l'orientamento" e gli permettono di tornare agevolmente sui propri passi. Un breadcrumb trail ben costruito ha, tipicamente, questo aspetto:
[url=http://www.example.com/]Home > [url=http://www.example.com/chi-siamo.html]Chi siamo > [url=http://www.example.com/profilo-aziendale.html]Profilo aziendale > [url=http://www.example.com/staff.html]Staff > Dott. Pinco Pallino
Dal punto di vista SEO, in un sito con architettura ad albero l'uso di breadcrumb trail aiuta a rafforzare il ranking di ciascuna sezione o pagina, ottimizzando inoltre la struttura dei collegamenti interni. Raccomandatissimo.
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A proposito di copywriting:
- Utenti e motori di ricerca apprezzano i contenuti di qualità: possibilmente interessanti, originali, completi e aggiornati. Queste sono le caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere un contenuto ottimizzato.
Il rischio maggiore, nella stesura di contenuti per un sito aziendale, è quello di perdersi nei meandri della retorica corporate, fatta di mission statement altisonanti e presentazioni aziendali lunghissime che probabilmente interessano solo a chi le ha scritte. Non si dovrebbe mai perdere di vista il fatto che un contenuto utile/interessante/divertente è, alla fine, ciò spingerà gli utenti a tornare sul sito, e a segnalarlo come risorsa di qualità.
Il copywriting è un'arte. Scrivere copy ottimizzato per i motori di ricerca è ancora più arduo, perché significa trovare le frasi che siano più efficaci per il lettore, e al tempo stesso appropriate rispetto ai propri obiettivi di posizionamento: si tratta, evidentemente, di un compito tutt'altro che banale.
Ci sono tuttavia alcune semplici regole da rispettare. La più importante a mio avviso è questa: quando si parla o si scrive, è essenziale non perdere mai di vista il proprio interlocutore o lettore ideale; allo stesso modo, scrivendo per il Web bisogna tenere sempre presente che si sta scrivendo per due destinatari diversi: da un lato, gli utenti in carne e ossa che visiteranno il sito; dall'altro, i motori di ricerca.
Trovare il "giusto mezzo" fra informatività e keyword density è un esercizio di equlibrismo che consiste nel procedere per fine-tuning, piccoli aggiustamenti successivi, chiedendosi costantemente se quello che si sta scrivendo è appropriato per entrambe le categorie di fruitori; in casi di incertezza, il consiglio è comunque quello di privilegiare sempre l'utente.
Da evitare assolutamente le doorway con testi privi di senso e infarciti di keyword.
Infine, sforzarsi di mantenere i contenuti testuali entro una lunghezza ragionevole, per evitare il temuto "effetto wall-of-text":
[url=http://www.useit.com/alertbox/9605.html]
Spezzare i testi lunghi in paragrafi e distribuirli su più pagine è un'ottima pratica sia dal punto di vista dell'usabilità, sia da quello SEO.
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@Stealth said:
Nel caso di un blog possiamo parlare di commenti, mentre per un sito web è bene far interagire l'utenza tramite feedback ( positivi ovviamente in modo tale da non attivare "segnali distruttivi" ).
E come ti comporti con i feedback negativi?
In passato mi è capitato in un blog che persone della "concorrenza" si mettessero a commentare negativamente un prodotto/servizio (ovviamente senza conoscerlo), per cui ho tolto i feedback.
Vorrei rimettere la possibilità e mi piacerebbe avere qualche opinione a riguardo.
Ciao
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@copyone said:
E come ti comporti con i feedback negativi?
In passato mi è capitato in un blog che persone della "concorrenza" si mettessero a commentare negativamente un prodotto/servizio (ovviamente senza conoscerlo), per cui ho tolto i feedback.
Vorrei rimettere la possibilità e mi piacerebbe avere qualche opinione a riguardo.
Ciao
La decisione di aprire un blog, infatti, per un'azienda è una decisione da prendersi con tutte le cautele del caso. Io sono decisamente a favore, ma la cosa non deve essere sotto-valutata.Per esempio, deve essere definita una policy editoriale e di apertura/chiusura.
Per esempio, cosa fare in queste situazioni non deve essere deciso dai singoli blogger, ma deve essere il risultato di una precisa pianificazione della comunicazione.Ai clienti di cui seguo il blog, consiglio di evitare la censura e di lasciare, tutte le volte che è possibile, la discussione senza guerre online. Una risposta si dà, se poi il tipo continua, lo si lascia continuare senza ulteriori interventi.
Chi legge, alla fine vede da sè chi è il guerra-fondaio.
Ovviamente non sempre questa è la linea corretta, ma in generale sì.
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Una buona ed esaustiva risposta ad una critica (per quanto "crudele" sia la critica), puo' andare a tuo vantaggio, e puo' essere meglio di una semplice dichiarazione delle caratteristiche del prodotto (o del servizio). Anche perche' la critica di uno puo' essere il dubbio nascosto di altri.
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@Lkv said:
Una buona ed esaustiva risposta ad una critica (per quanto "crudele" sia la critica), puo' andare a tuo vantaggio, e puo' essere meglio di una semplice dichiarazione delle caratteristiche del prodotto (o del servizio). Anche perche' la critica di uno puo' essere il dubbio nascosto di altri.
Ottimo suggerimento. Infatti di solito io prendo tutti i feedback negativi o dubbiosi e li incorporo nel copywriting per "prevenirli".
Ciò di cui parlavo sono i feedback "infondati" che hanno il solo scopo di agitare, non quelli basati su problemi veri riscontrati (che a mio avviso sono un regalo che ci fanno i clienti perché ci danno l'opportunità di migliorare per il futuro e di riscattare la nostra immagine nei loro confronti).
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A proposito di obiettivi e strategie:
@GoogleGuy said:
I'd say: worry less about PR on the toolbar and more about rankings.
And less about rankings for high-profile phrases and more about overall rankings.
And less about rankings and more about traffic.
And less about traffic and more about conversions.[da un [url=http://www.webmasterworld.com/forum3/13165-3-15.htm]post sul forum di WebmasterWorld, 17 maggio 2003]
Fa una certa impressione notare come, a distanza di quasi tre anni, siano concetti che ancora pochi webmaster/SEO dimostrano di avere afferrato appieno.