• Community Manager

    Google Preferred Sites: morte del Pagerank? Forse quella dei concorrenti di Google

    Ho letto la notizia su Google Operating System (via misterjinx) della nuova funzione di Google, Preferred Sites (non ancora attiva in Italia).

    Simone Damiani su WebNews dice (senza citare chi sono gli esperti di cui parla, vediamo se MisterJinx riesce a raccogliere i pareri "esteri"):

    Tra gli esperti del settore c'è già chi pensa che forme di interazione di questo tipo diventeranno presto dei validi sostituti del PageRank, che inizia a mostrare problemi difficili da superare.

    Pierluigi Emmulo su Masteringlandingpages dice:

    Si tratta, in sostanza, di una soluzione volta a rendere il motore di ricerca di Google sempre più social e meno legato all?algoritmo del PageRank.

    Secondo me non si tratta della morte del Pagerank, ma più che altro di una strategia che hanno messo in moto tempo fa.

    L'ho ribadita al 3° Convegno gt, quando si iniziò a discutere di Google Search Wiki:

    Google è arrivato ad un livello tale di qualità di algoritmi che l'investimento (risorse umane e soldi) per migliorarli sarebbe davvero troppo per il risultato misero che potrebbe ottenere. Quindi si muove su altre strade.

    Questa teoria per la prima volta l'ho sviluppata insieme ad Enrico Madrigrano ad uno dei suoi corsi, durante le pause. Era il 2006 e discutevamo di come gli algoritmi di Google erano arrivati già ad un ottimo livello, quindi ci aspettavamo che i forti cambiamenti venissero in altri campi (come quello Hardware). Per il campo Hardware abbiamo poche news, ma i rumors in giro parlano di macchine che non esistono sul mercato, progettate internamente. E non è una pazzia, se pensiamo a tutti i progetti che realizzano nel campo dell'energia 🙂

    Oggi si può dire che non ci sono grosse novità nel calcolo dei punteggi dei documenti, mentre le vere e proprie rivoluzioni le sta effettuando nell'interazione con l'utente. Immaginatevi quando riuscirà a far sentire ognuno di noi parte di quello che è il miglior servizio del web.

    "Io faccio parte di Google. Io lo aiuto a pulire e migliorare le sue ricerche."

    Questa si che è una vera e propria rivoluzione; dovremmo essere felici però, è esattamente quello che molti sostenevamo anni fa: l'unico che può fare concorrenza a Google, sarebbe un motore di ricerca fatto da umani, in stile open source, come potrebbe fare Wikipedia (poi uscì Wikia).

    Eccolo lì. Altro che concorrente 😄

    Non morirà neppure la SEO. Anche immaginando il futuro ipotizzando un mondo dove tutti hanno un Google Account con ricerche personalizzate, la parte algoritmica continuerà ad esistere soprattutto perchè ha un grosso valore nel scoprire i nuovi siti web e quindi proporli agli utenti.

    Neanche gli umani sono perfetti 😉

    :ciauz:


  • Super User

    Insomma è un'opzione per vedere nella propria Serp i propri siti preferiti ai primi posti, giusto?
    Personalmente la cosa non mi interessa molto perchè perderei di vista la graduatoria Serp che vedono gli altri... e la posizione dei miei siti mi interessa.

    Piuttosto vorrei l'opzione per eliminare dalle mie Serp i siti peggiori: quelli che hanno spam, quelli che cercano di truffarti, quelli strapieni di pubblicità, quelli chiaramente pieni di falsità, e vai di questo passo.
    Questo sì che sarebbe un bel progresso :yuppi:


  • User

    Ma non può essere, in realtà, un altro modo astuto per carpire i gusti dei navigatori e orientare più facilmente gli obbiettivi di una campagna pubblicitaria?

    Dico, a parte l'utilità immediata di crearsi una propria pagina di risultati.

    Ciao!


  • User Attivo

    Più che un servizio di Tipo Social, mi sembra un servizio di personalizzazione questo.

    Ad esempio se io sono Anti-berlusconi mi metterò nei preferred tutti quei siti di notizie anti berlusconi.
    Se sono pro berlusconi mi metterò nei preferred tutti quei siti che ne parlano bene.

    Può servire ad eliminare di sicuro alcuni tipi di spam, ma se usato male un sistema del genere ha alcuni effetti collaterali.
    Potrebbe ad esempio portare ad una "omologazione" dell'informazione, facendo semplicimente salire quello che molti utenti segnano come preferiti. Non so se è un bene o un male, ma alcuni sarebbero "costretti" a subire i giudizi degli altri.

    Oltrettutto un sistema del genere credo penalizzi i piccoli siti nati da poco.


  • ModSenior

    @Giorgiotave said:

    vediamo se MisterJinx riesce a raccogliere i pareri "esteri"):

    Stan Schroeder non vede i benefici della personalzizzazione di Google.

    Invece a Barry Schwartz ricorda un pò Google Co-op.

    Frederic Lardinois osserva che come sempre Google tira fuori esperimenti che non si sa quando verranno integrati.

    Secondo Ed Oswald grazie a questa funzionalità Google si potrebbe costruire una sua "direcotry" di siti trust scelti dagli utenti.

    Tedster di WebmasterWorld dice qui userà la caratteristica per ottenere news da siti di informazione di paesi diversi dagli USA.


  • Community Manager

    Ottimo mister.jinx, come sempre 😉

    Luca, per la penalizzazione dei siti nuovi come dici, io ho osservato:

    Non morirà neppure la SEO. Anche immaginando il futuro ipotizzando un mondo dove tutti hanno un Google Account con ricerche personalizzate, la parte algoritmica continuerà ad esistere soprattutto perchè ha un grosso valore nel scoprire i nuovi siti web e quindi proporli agli utenti.

    Tu che ne pensi?

    @luca said:

    Ad esempio se io sono Anti-berlusconi mi metterò nei preferred tutti quei siti di notizie anti berlusconi.
    Se sono pro berlusconi mi metterò nei preferred tutti quei siti che ne parlano bene.

    Io penso che questo fa parte della nostra vita e sinceramente non mi sento di dire che è un atteggiamento negativo.

    Già oggi i blogger, quando si parla di fonti, citano/noncitano a seconda se qualcuno gli va a genio o meno, la si pensa come lui o meno, gli è simpatico o meno.

    Ma tu, un sito veramente utile, lo leggeresti anche se il titolare ti sta antipatico e non la pensi come lui.

    Secondo me si. Non lo diresti a nessuno forse 😄

    Credo che questi aspetti possano essere considerati in fase di personalizzazione e valutazione 🙂


  • User Attivo

    Fino a quando si tratta di personalizzazione è OK, mi va benissimo.
    E qui il mio giudizio è neutro, anzi positivo (credo sia evidente anche nel post sopra).

    Non vorrei però che questi dati fossero usati "male" ottenendo una sorta di "dittatura della maggioranza". Questo è un rischio che vedo con i social in generale. Provo a spiegarmi meglio se ci riesco.

    Se Google, o altri, usasse questi dati per il ranking in Cina a proposito del Free Tibet (presupponendo che non vi siano censure, ma solo opinioni) alla fine nelle ricerche apparirebbe che la questione non esiste, essendo la stragrande opinione dei cinesi concorde con ciò. Ma questo è giusto o no? Una cosa è discutere con opinioni sullo stesso livello, un'altra cosa è "la censura della maggioranza", facendo apparire una sola opzione.

    Con l'introduzione del PageRank, aveva "diritto al voto" solo chi aveva un sito (e lo esprimeva mettendo link verso il sito che gli piaceva), con i Social la base votante si è allargata a tutti i partecipanti a questo sistema e questo è un bene, in generale.
    Sempre che si tenga conto di vari aspetti, altrimenti si va a finire come la TV, il cui livello qualitativo si è degradato perchè si è all'inseguimento a tutti costi dell'audience. E si premiano tette, culi, calcio e rigori mancati a scapito della qualità e di contenuti "elevati".

    Questo è il rischio che vedo io nei social media di massa se usati male: premiare la visibilità a tutti i costi, lasciando perdere la qualità.


  • Community Manager

    Potremmo quindi prevedere in un futuro una sorta di punteggio di autorità dei voti?

    Cioè un algoritmo (generalizzo) che calcoli se un utente esclude o premia alcune fonti al fine di "ascoltare una campana" oppure usa questa opzione per filtrare realmente?

    Chissà se esistono brevetti su questi argomenti 🙂


  • User Attivo

    Probabilmente Google ed altri staranno studiando qualche sistema che tenga conto di tutto.

    Oltrettutto sono sistemi che richiedono una base enorme di "votanti".

    Se non ci fossero sistemi evoluti per conteggiare il tutto, in paesi con una "base votante" piccola come l'Italia, i risultati si potrebbero taroccare facilmente (come diceva Nereo al Convegno)... basta pagare qualche decina o centinaio di studenti che si mettano a votare...


  • Moderatore

    Probabilmente Google ed altri staranno studiando qualche sistema che tenga conto di tutto.

    La penso anch'io così, e trovo che la discussione sia molto interessante.

    In fondo anche il pagerank è [deriva da] una forma di interazione sociale.

    E, come giustamente ha detto Luca, con l'UGC si è "allargata la base dei votanti", in maniera esponenziale.

    Ora dobbiamo chiederci: l'allargamento della base che 'esprime un giudizio' è un bene o un male per l'attendibilità di quel giudizio?

    La 'dittatura della maggioranza' è senza dubbio un fattore da considerare, ed è indubbio che calcio e veline siano più 'popolari' di moltissime altre cose, come la filosofia euclidea o la filatelia, per esempio.

    Ma non possiamo nemmeno pensare che quest'allargamento di chi 'esprime una preferenza' sia evitabile, a prescindere che questa preferenza sia un link (blog, social e UGC di ogni tipo) oppure sia un rate di qualsiasi tipo e natura.

    Perchè *teoricamente *aumentando il numero di persone che 'votano' si dovrebbe ottenere l'effetto di raggiungere 'risultati sempre migliori', perchè sottoposti al giudizio di tante più persone.

    In questo senso - secondo me - si può cogliere il nesso proposto da Giorgio quando dice che l'algoritmo sarà comunque una base di valutazione imprescindibile. Potrà includere anche diverse forme di 'valutazione' che non siano il classico link ipertestuale, come voti e feedback di diverso tipo, ma dovrà comunque lasciare 'spazio adeguato' tanto alle nicchie e alle novità quanto ai contenuti di massa generalisti, che ci piacciano o meno.

    In questo senso internet è un *media *come altri, e "i *media *mentono", come si diceva alcuni anni fa.
    Ma rispetto agli altri ha appena aperto un canale di interazione e di comunicazione dalle potenzialità sconfinate.. e non c'è paragone che tiene.

    Se io fossi Google... disporrei di un fantastico laboratorio per testare tranquillamente i miei nuovi algoritmi, quelli ugc oriented; un laboratorio incredibilmente importante e incredibilmente valido (e funzionante!).

    Mi riferisco a YouTube.

    Non è stato negli ultimi anni uno dei social più utilizzati del mondo?
    Non è quello che meno si presta - 'tecnicamente parlando' - ad essere soggetto ai tradizionali meccanismi di valutazione/scansione?

    E infine, pensando agli altri media.
    Quant'è lo share della televisione, rispetto alla carta stampata?
    Quanti leggono e quanti invece guardano un video?

    🙂

    Insomma, se io avessi il quasi-monopolio della ricerca testuale su internet e il quasi-monopolio della socializzazione di video online.... se fossi Google, in sostanza, avrei tutte le risorse e tutto il tempo per trovare soluzioni sempre migliori, al di là delle mode e al di là dei gusti della massa.

    Il che non vuol dire che questi non facciano parte del problema, o della sua soluzione. 🙂

    Le società sono organismi collettivi. Purtroppo... e per fortuna.


  • User Attivo

    @WWW said:

    Ora dobbiamo chiederci: l'allargamento della base che 'esprime un giudizio' è un bene o un male per l'attendibilità di quel giudizio?
    .....
    Ma non possiamo nemmeno pensare che quest'allargamento di chi 'esprime una preferenza' sia evitabile, .....

    Questo è inevitabile sicuramente, ed in generale è (dovrebbe essere) un bene.
    Purchè si "acculturi la massa, e non si massifichi la cultura" come ha detto qualcuno.

    La sottigliezza è qui, se le maggior parte delle persone aumentano le loro conoscenze grazie a questo media va benissimo. La società cresce.

    Se invece sono i media (Internet in questo caso) ad inseguire a tutti i costi le "pruriginosità", la "pornografia" (nel senso ampio del termine), questo è un male. E qui perdiamo tutti.

    @WWW said:

    Se io fossi Google... disporrei di un fantastico laboratorio per testare tranquillamente i miei nuovi algoritmi, quelli ugc oriented;
    ....

    Google testa tantissimo, e quando non lo fa, acquista società e assume persone che hanno fatto ricerca in tal senso.
    ...per fortuna.

    @WWW said:

    Le società sono organismi collettivi.
    E questo è il punto focale di tutto il discorso! Già sfruttato dai quei grandissimi geni degli spammer, dagli hacker cattivi (cracker) che sfruttano la cosiddetta ingegneria sociale ed altri "bug" delle scienze sociali per fare porcate.

    E l'evoluzione del Search Marketing con l'affermazione di Massa dei social media andrà anche nella direzione delle conoscenze psico-sociologiche. Oltre alle competenze tecnico-informatiche, a quelle di marketing, di usabilità, di copywriting, ecc.

    E ci sono già ricercatori che ci stanno dando dentro e che studiano fenomeni dei social media: http://www.bjfogg.com/