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5- Go kyo - le tecniche di proiezione (Nage waza)
Il nostro avversario ha deciso di attaccarci.
Con velocità, tempismo e destrezza ci siamo impadroniti del suo equilibrio e, conseguentemente alla direzione del suo squilibrio, istintivamente andiamo a portare una tecnica di proiezione.
Istintivamente perchè non può esservi tempo nè spazio per il ragionamento in quegli attimi; il nostro corpo deve essere preparato da anni di esercizi e training per poter eseguire istintivamente, conseguente solo alla sensazione di squilibrio dell'avversario, un determinato tipo di tecnica di proiezione invece che un altro.
E' evidente che da ora in poi qui sul Forum gt potremo solo commentare e studiare in modo virtuale queste tecniche, potremo comprenderne l'efficacia e l'applicabilità, ma non potremo mai esprimerle realmente, cosa possibile solo con la reale e costante pratica del judo in una palestra.
Se abbiamo un amico, un parente o un fidanzato/a, [:D] potremo anche tentare lo studio delle fasi iniziali di squilibrio di ogni tecnica di fianco ai nostri computer, ma dovremo essere saggi e prudenti e non andare assolutamente oltre la fase preparatoria di squilibrio.[CENTER]Go Kyo
Le tecniche di proiezione** (Nage waza)
**[/CENTER]
Il Go kyo è l'insieme delle tecniche di proiezione (nage waza).
Vengono suddivise in 5 gruppi di 8 tecniche ognuno e di solito vengono insegnati ad ogni livello di cintura.Alle cinture bianche si insegnano scioglimenti e cadute, spostamenti e squilibri ed in questa fase solo i rudimenti di alcune tecniche del primo kyo.
Alle cinture gialle si insegnano le tecniche del primo kyo e così via, assieme alle forme basilari delle tecniche di controllo ed immobilizzazione.
Da cintura arancione anche alcune tecniche di leva alle articolazioni e strangolamento, ma solo agli allievi che si dimostrano abbastanza responsabili e comunque esclusivamente a livello teorico.
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[/CENTER]Vediamo il primo gruppo di otto tecniche di proiezione:
... .. ..... .....
De ashi barai .. .....O soto gari .. ..... Hiza guruma ... . .. O goshi... .. ..... .....
Sasae tsurikomi .. O uchi gari ... ..... Uki goshi .. ..... ... Seoi nage
ashiPrima di passare allo studio della prima tecnica di proiezione, De ashi barai, vediamo qual'è il modo corretto di afferrare l'avversario con l'uso del judogi: la presa (kumikata).
La tradizionale è la mano destra al bavero sx dell'avversario con il pollice interno al bavero e la sinistra che trattiene la parte inferiore della manica dx dell'avversario.
Esiste naturalmente la posizione mancina, esattamente speculare.Le prese sono un aspetto molto importante; ci consentono di entrare nella difesa dell'avversario avvertendo tramite esse il suo imminente spostamento ed anticiparlo o ... indurlo, portando lo squilibrio e la conseguente tecnica di proiezione.
All'opposto, anche all'avversario servono per comprendere ed interagire con i nostri spostamenti ed attaccarci di conseguenza.Esistono svariati modi per tentare di far credere all'avversario che stiamo per eseguire un certo spostamento per indurlo in errore, aspettare la sua reazione e fare ben altro, ma vedremo questo aspetto (finte, sequenze e contraccolpi) più avanti.
Per questi motivi ogni atleta al momento di un combattimento cerca la sua particolare presa e tenta di impedire o neutralizzare la stessa nell'avversario.
Forza ora con domande e commenti, che stiamo per partire con la prima **tecnica di proiezione; **De ashi barai
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quindi prima della proiezione occorre passare per l'equilibrio? cioè neutralizzare prima l'eventuale vantaggio dell'avversario? o le proiezioni possono partire da altri punti, cioè magari da una posizione di svantaggio che possiamo riuscire a sfruttare al contrario?
non so se si capisce cosa chiedo :-))
p.s. grazie per queste lezioni, le trovo piene di spunti di riflessione
cherryblossom
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Senza dubbio, per poter portare una proiezione occorre passare per lo squilibrio.
[Ciao Cherryblossom e grazie a te per l'incoraggiamento ]Come abbiamo già visto, un avversario portato a questa situazione è praticamente nelle nostre mani.
Possiamo distinguere due aspetti:
- lo squilibrio indotto in un atleta in palestra
- lo squilibrio offerto da un potenziale aggressore
Due** atleti **che si confrontano cercano entrambi di mantenere il più possibile il proprio equilibrio, cercando di intuire i movimenti dell'avversario (o di indurne di particolari) per poterlo così squilibrare e quindi portare tecniche di proiezione.
Un aggressore che attacca, (non esperto di judo) di solito è già squilibrato dal suo primo passo e per un esperto di judo diviene questa una situazione particolarmente ghiotta.
La sua preparazione gli consente di vedere le mosse dell'avversario come al rallentatore e con incredibile efficacia può portare qualsiasi tipo di tecnica alla massa corporea squilibrata dell'aggressore.Non c'è dunque il bisogno della forza per squilibrare l'avversario, ma dell'abilità per usare la sua stessa massa in movimento.
Il risultato è sempre una goffa e rovinosa caduta dell'aggressore ed a quel punto, volendo si potrebbe applicare con facilità qualcosa di ancor più duro, come tecniche di strangolamento o leve alle articolazioni.
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Ma dunque Andrea il fondamento della tecnica di difesa del Judo è quello di approfittare degli errati movimenti altrui, amplificarli con opportune mosse, ma con lo scopo di atterrare per poi eventualmente "sistemare" la questione ?
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Esatto
Un esperto di judo non ha gli strumenti per attaccare un pacifico cittadino che se ne sta per i fatti suoi, ... fermo, saldamente in equilibrio e magari più grosso di lui.
Al limite, un esperto di judo potrebbe afferrare un potenziale avversario e praticargli una tecnica di strangolamento, ma se l'avversario fosse forte, dalla posizione eretta potrebbe comunque facilmente neutralizzare l'attacco.
Come sai bene, un esperto di karate ha invece questi elementi; a lui viene insegnato il metodo (tecnica, potenza, concentrazione e forza) per mettersi di fronte (ma a debita distanza) di qualcuno anche più grosso di lui che se ne sta per i fatti suoi, (anche fermo e saldamente in equilibrio) e tirare *un pugno *(uno solo [Oi-tsuki o Seiken-tsuki]) capace di trapassare il corpo dell'avversario uccidendolo.
Per questo il judo è considerato esclusivamente di difesa e praticabile con efficacia anche da donne e ragazzi in quanto richiede destrezza ed abilità ma non necessariamente potenza.
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@Andrez said:
Per questo il judo è considerato esclusivamente di difesa e praticabile con efficacia anche da donne e ragazzi in quanto richiede destrezza ed abilità ma non necessariamente potenza.
Proprio così. Il principio è che si deve usare la forza (anche quella di gravità) e l'energia cinetica altrui.
Ci sono tantissimi modi per squilibrare un avversario e molti di questi non li avrei mai immaginati.
Per questo consiglio a tutti anche un semplice corso di autodifesa; al di là della sua effettiva efficacia in casi di aggressione, è molto utile per capire certi meccanismi del nostro corpo.Non a caso uno che pratica judo ha anche un forte senso dell'equilibrio (non parlo di quello morale).
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@Orsodunque said:
Non a caso uno che pratica judo ha anche un forte senso dell'equilibrio (non parlo di quello morale).
Ciao orsodunque,
personalmente non credo sia possibile avere, quanto meno mantenere, un vero equilibrio se lo stesso non si è maturato (in modo equilibrato) in tutti e tre i piani dell'uomo: fisico, mentale e spirituale (quest'ultimo inteso in senso molto ampio).
Quando non si è allineati/centrati in ogni aspetto, quello in dissonanza creerà la forzatura e di conseguenza lo squilibrio.Si potrebbero fare molti esempi di equilibri precari, di solito anche forieri di sviluppi artistici. Ma credo appunto che il loro limite, specie in questo ambito, sia l'impossibilità di mantenere questo "stato" nel tempo e nel movimento
Parlo da profana quindi senza alcuna presunzione, solo per ragionare insieme