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- E' il momento di puntare sulla Cina
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Ciao Sitoqui
Ho spostato qui il tuo messaggio; ti prego di continuare là le tue considerazioni politiche sulla Cina, cercando di farlo con toni pacati e rispetto per quel Paese e quel popolo
Molto interessante Garuda questa tua considerazione sulla chiusura alla Francia dei maggiori operatori turistici.
Puoi fornirci ulteriori informazioni in merito?
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Si preannuncia un mercato altamente difficile.
Oltre ai problemi evidenti di cultura con cui avremo a che fare ed oltre a problemi sulla diversità di approccio al web, quando si programmerà il marketing per il turismo cinese bisognerà tenere d'occhio ogni tipo di attrito governativo tra la cina ed il mondo...
Ragazzi...
ste
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Io non facci altro che riportare un evento socio politico a chi ho visto è interessato ai paesi come la Cina nel turismo. Concordo che il nostro paese dovrebbe preoccuparsi di avere delle posizioni politiche nei confronti di ecenti come questo.
La Francia a mio parere a sbagliato solo l'approccio nel sostenere le sue ragioni, perchè le ragioni le ha. Fino a quando le cose stanno così tuttavia il marketing turistico dovrebbe sfruttare questa situazione di debolezza per portare a se una clientela come quella Cinese. Non ci dimentichiamo che molte aziende italiane sono proprio li. Siccome sogno un Paese dove le barriere culturali siano abbattute e che in Italia siamo ancora convinti "moglie e buoi dei paesi tuoi", portare dei nuovi clienti (non qui per lavoro ma per vacanza) potrebbe essere un modo per rivalorizzare le nostre bellezze nel mondo e al tempo stesso arricchirci di nuove culture.
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1 - in cina e' quasi impossibile avere una credit card, come pagherebbero questi fantomatici turisti cinesi solitari ? Moneybookers ? E-Gold ? Paypal ?
2 - quei pochi che vanno all'estero (i nuovi ricchi) di solito lo fanno in comitava con la guida cinese e tutto tramite la CTS (China Travel Service, agenzia governativa)
3 - nessun problema invece per i cinesi di HongKong e Taiwan, beninteso che devi fare il sito anche in Cantonese e avere qualcuno che parla cantonese a rispondere alle emails.
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@esteban said:
Si preannuncia un mercato altamente difficile.
Oltre ai problemi evidenti di cultura con cui avremo a che fare ed oltre a problemi sulla diversità di approccio al web, quando si programmerà il marketing per il turismo cinese bisognerà tenere d'occhio ogni tipo di attrito governativo tra la cina ed il mondo...
Ragazzi...
ste
non sarei cosi' negativo : il turismo in italia continua a perdere (giustamente) clientela, perche' mai i cinesi dovrebbero venire proprio da noi e non altrove dove ci sono prezzi e servizi ben al di sopra dei nostri standards ?
politica : l'italia e' un nano politico e militare, non c'e' da preoccuparsi per eventuali frizioni e attriti con Pechino, se mai succedesse qualcosa il ministro degli esteri italiano si genufletterebbe al console cinese lustrandogli le scarpe.
un cinese in italia avra' seri problemi comunque : pochissime insegne bilingue, nessuna scritta in cinese, nessuno che parli cinese, depliants solo in italiano/inglese/francese/tedesco, cibo che ai cinesi non potra' mai piacere granche', hotel carissimi, servizi da terzo mondo.
non c'e' da sorprendersi che vengano in europa solo in tour group con guida cinese e mangino in ristoranti selezionati magari gestiti da cinesi.
i cinesi non sono per nulla esterofili sul cibo e su molti altri dettagli.
esempio, odiano i letti morbidi europei, preferiscono quelli duri come il marmo.
a colazione mangiano noodles, mai caffe'.
il the' venduto in europa gli fa schifo.
pasta/pizza/panini/bistecche, tutte cose aliene alla loro cultura che li schifano se non come cibo esotico da provare con le pinze.
(mcdonalds e KFC esclusi)vestiti : i cinesi hanno taglie molto piccole, in europa trovano solo taglie oversize.
ai cinesi piace il casino specie nei ristoranti rumorosissimi, in europa si tende troppo invece a locali perfettini e asettici.
ai cinesi non piace forchetta e coltello, e' roba da barbari secondo la loro cultura.
i cinesi guidano come pazzi, difficile per loro affittare una macchina in europa,oltre al fatto che non hanno la patente internazionale.
... e potrei continuare per ore e ore...
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Se soltanto qualche operatore Italiano avesse investito davvero nella Cina, in Italia la gente non si rende nemmeno conto di cosa significhi la capacità di consumo di oltr 150Milioni di ultramilionari della Cina1
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Ciao Cina Business.
Hai voglia di approfondire ulteriormente?
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@deborahdc said:
Ciao Cina Business.
Hai voglia di approfondire ulteriormente?
Ben volentieri, ma dubito che qualcuno possa darmi ascolto.
Intanto inizio con questo spunto:
i Cinesi che vengono a lavorare in Italia sono del tutto diversi dai turisti cinesi, tanto sono parsimoniosi i primi, quanto sono disposti a spendere gli ultimi. Di seguito l'articolo del Dailymail che riassume come nel 2012, la Cina con la sua crescita del 41% di turisti verso l'estero sia ormai balzata al primo posto come volume di business generato nel settore turistico internazionale.Vediamo se può scaturire un dibattito, ciao.
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Ok, queste sono cose note.
Il mio interesse è sapere se hai pratica consolidata su questo mercato (il tuo nick cina.business fa pensare ad una cosa più concreta)Sto parlando di problematiche con dogane, problemi con le assicurazioni per i prodotti import/export, problematiche di trasporto, e naturalmente problematiche con lingua e operazione di marketing efficace... Su questo hai qualcosa in più da dire?
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Ho aggiunto i numeri per rendere più strutturata la lettura
1)> ...se hai pratica consolidata su questo mercato...
Nonostante sia intervenuto su questo Topic, non ho alcuna esperienza professionale diretta nel settore Turistico. La mia "pratica" si è formata nei miei 20 anni di viaggi nel mondo, e oltre 10 anni di lavoro a contatto con i cinesi(quelli disposti a spendere, che non hanno niente a che vedere con il ristoratore cinese medio presenti in tutti i centri italiani del Centro-Nord con più di 10K abitanti) e negli ultimi 5 passo più tempo in Cina che in Italia(in questo momento mi trovo a Pechino).
2)>
Sto parlando di problematiche con dogane,
Se parliamo di attirare il potenziale Turista cinese, questo non è un problema, almeno non per noi. Ovviamente una importante parte dei turisti cinesi vengono a fare Shopping in Italia, ma per loro, i problemi delle dogane sorgono soltanto al rientro, e vi assicuro che sono molto più informati di noi a riguardo!3)> problemi con le assicurazioni per i prodotti import/export,
Assicurazioni per il turista è anche questo un problema loro, l'operatore italiano potrebbe offrire il "tutto compreso", ma con la crescita del ceto medio, sta spopolando il fai da te, quindi si dovrebbe lasciare la libertà di scelta nelle polizze, per non limitare il potenziale. Ritengo che un approccio serio debba prima di tutto puntare sui volumi e sul branding, tutto da costruire agli occhi dei cinesi ovviamente, il branding in Italia vale quasi zero!
Per l'import export direi che andiamo Off Topic.4)> problematiche di trasporto,
E' un falso problema simile al punto 2, ovviamente anche qui come il punto 3, si potrebbe offrire il "tutto compreso", in fondo i Tour Operator francesi e tedeschi lo fanno da anni, non vedo ragione per cui non farlo anche in Italia.5)> ...problematiche con lingua
Questo unitamente al più ampio aspetto culturale sono dei veri problemi, che si risolvono però con una oculata organizzazione, inserendo quelle figure di supporto logistico necessario ad un popolo, che come scrivevo altrove rimane ad oggi ancora molto restio a parlare l'inglese, anche quando lo conosce.6)> e operazione di marketing efficace
Quest'ultimo è direi il punto più importante! Le costose campagne istituzionali non hanno MAI portato nessun risultato di rilievo. In Italia a parte il BISOGNO di alcuni professionisti del settore, che si sono attrezzati autonomamente per cogliere l'opportunità (alcuni bene, con gli strumenti e i metodi corretti, ma altri sbagliando di brutto), Il grosso degli operatori del settori sono rimasti alla finestra, nel dubbio che i cinesi siano tutti comunisti mangiabambini puzzolenti di "involtini primavera" o bifolchi guerrafondai invasori del Tibet.