• User Attivo

    Falce & martello?

    A sinistra, quella oggi extraparlamentare, buttata fuori dal parlamento italiano proprio dalla classe operaia, continuano gli sbudellamenti interni per agguantare le leadership dei vari movimenti proletari.
    Che come sappiamo bene, a sinistra le "leadership", essere il leader maximo del movimento (non importa quanto microbico), è da sempre l'unico vero obiettivo.

    Oggi Vendola ha dichiarato a noi rifondaroli, nel tentativo di convincerci ad accettare lui come leader maximo alla guida del Prc, che "non basta tornare davanti a una fabbrica e urlare più forte" per riconquistare il proletariato che ci ha abbandonato, ma che serve "un lavoro paziente e di lunga lena per riconquistare il legame con la classe a cui fai riferimento", e poi ha aggiunto che "non basta farlo usando degli abracadabra o presentandosi con il simbolo della falce e martello e che sarà un lavoro più lungo e faticoso" e che occorrerà per riuscire "liberarsi della nostra spocchia".

    In effetti, per anni, convinti di avere la verità in tasca, siamo andati davanti alle fabbriche ad urlare forte slogan, abracadabra e minacce, parole d'ordine astratte ed utopistiche, con spocchia e la classica puzza sotto al naso di chi sa il vero e vuole imporlo agli altri, quelli che stavano mesti entrando nei reparti, dove a loro li attendevano ore di duro e rischioso lavoro, per poi tornarcene noi ai nostri birignao politici-teorici da teoreti illuminati.

    E dopo anni di questo, una classe operaia con un salario dimezzato, un potere d'aqcuisto miseramente ridotto, i maggiori diritti civili (conquistati dai nostri padri con anni di lotte) messi in discussione ha votato per oltre il 50% Silvio Berlusconi, che si è presentato in campagna elettorale in camicia nera e con il saluto romano di fianco agli ex fascisti.
    Una stragrande minoranza ha poi votato PD ed una bella fetta Lega.

    Ed ha relegato fuori dal parlamento i comunisti urlatori di slogan vuoti ed avulsi, di ogni fazione.

    E così, oggi vediamo Vendola che ci spiega l'ennesima verità vera, e Ferrero che ne ha una tutta sua ed "alternativa" ovviamente, che nessuno rinuncia alla rincorsa della leadership.

    Ma perchè nel farlo nessuno si pone davvero* la questione dei problemi reali di chi lavora?

      • "davvero" vuol dire farlo identificando oltre il problema anche una soluzione possibile, praticabile e percorribile, non solo teorica ed illuminante insomma.

  • Super User

    @fabysnet said:

    In effetti, per anni, convinti di avere la verità in tasca, siamo andati davanti alle fabbriche ad urlare forte slogan, abracadabra e minacce, parole d'ordine astratte ed utopistiche, con spocchia e la classica puzza sotto al naso di chi sa il vero e vuole imporlo agli altri, quelli che stavano mesti entrando nei reparti, dove a loro li attendevano ore di duro e rischioso lavoro, per poi tornarcene noi ai nostri birignao politici-teorici da teoreti illuminati.

    Ciao Fabysnet! :wink3:
    bello il tuo intervento, induce a riflessioni importanti.
    Vorrei tuttavia porti una piccola questione in merito al testo che ho quotato: tu credi davvero che le parole e gli slogan "vuoti e avulsi" urlati davanti alle fabbriche o nelle piazze fossero davvero "astratte ed utopistiche" e che siano stati urlati con "spocchia e puzza sotto il naso"?
    Secondo me il discorso del sapere il vero e volerlo imporlo agli altri è una prerogativa della politica. E' ovvio che io penso che il mio pensiero sia giusto, ma certamente non vale solo per me; probabilmente sarà la stessa cosa per te, come lo era per Bentham quando formulava la dottrina utilitaristica, per Nozick quando esprimeva le tesi del libertarismo e ancora per Marx quando con Engels scriveva il "Manifesto del partito comunista". (è evidente che oltre a essere convinti della veridicità delle proprie tesi sarebbe necessario essere in grado di giustificarle, almeno sul piano teorico)

    Certo che anche io mi chiedo come sia potuto accadere che il 50% degli operai ha votato Berlusconi, e ancor di più come sia potuto accadere che la Sinistra italiana sia stata totalmente cancellata.
    E' vero che nessuno si pone realmente e seriamente i problemi di chi lavora, di chi nella fabbrica ci deve entrare e non può rimanere nelle piazze a urlare ideali, perchè poi gli ideali non riempiono lo stomaco; certamente sono convinta che il Presidente del Consiglio ha attirato a sè questo 50% con promesse allettanti... uno specchietto per le allodole.
    Questa è la mia opinione, anche se forse non sono entrata perfettamente nell'argomento che hai introdotto... forse non l'ho capito a fondo 😊!


  • User Attivo

    E' vero che nessuno si pone realmente e seriamente i problemi di chi lavora, di chi nella fabbrica ci deve entrare e non può rimanere nelle piazze a urlare ideali,

    Karl Marx e Friedrich Engels hanno scritto il Manifesto fra il 1847 e il 1848 e fu fatto su commissione, la lega dei comunisti ordinò loro il libro nel quale doveva essere espresso il loro progetto politico.
    Le drammatiche condizioni di vita di quella classe operaia migliorarono sensibilmente grazie alle lotte che seguirono.
    Il PCI consegnò al proletariato degli anni 70 una invidiabile qualità della vita, salari, rappresentatività, servizi sociali e diritti civili mai ottenuti prima in nessun'altra nazione, nemmeno quelle dal socialismo reale.

    Che è rimasto di tutto questo?

    Di fronte allo sfacelo delle condizioni di vita di chi lavora oggi in Italia, (e peggio ancora per chi non ce l'ha il lavoro o è sottoccupato), che abbiamo fatto, ch stiamo facendo e, dramma nel dramma, che stiamo per fare?

    Leggere oggi i vari Vendola e Ferrero, (ma certo non solo loro) mi da la nausea, con le loro sempre più avulse elucubrazioni, finalizzate esclusivamente alla conquista di leadership vacanti e che se ne infischiano completamente dei problemi drammatici dei lavoratori e della povera gente.

    **Mozione di maggioranza
    Ferrero: «Dall'opposizione
    e dal basso, l'utilità del Prc
    è per l'oggi e il domani» **

    «Dal basso e dall'opposizione. E senza sciogliersi». Non è la costruzione della sinistra (plurale e unitaria) l'oggetto del contendere al prossimo congresso del Prc. E nemmeno la responsabilità della sconfitta: «Siamo tutti responsabili», ripete - provando a smentire frettolose sinstesi giornalistiche - Paolo Ferrero, ex ministro della Solidarietà sociale nel defunto governo Prodi, e firmatario, con Maurizio Acerbo, Claudio Grassi e Ramon Mantovani, della mozione di maggioranza che ieri ha presentato in un teatro di Genova.
    La divisione nel gruppo dirigente, è stato spiegato, è stata sui modi con cui parte di quel gruppo ha iniziato a prefigurare il nuovo soggetto e il superamento del Prc: dall'alto e senza discutere, già nel corso della campagna elettorale. Per questo, settori che avevano votato la mozione 1 a Firenze e l'area Grassi hanno deciso di rilanciare l'utilità del Prc «per l'oggi e il domani», consapevoli che questo partito sia strumento «necessario ma non sufficiente» e che l'urgenza sia la costruzione dell'opposizione sociale e di massa al governo Berlusconi. Pena, ha avvertito Ferrero, la «sparizione dalla società» oltre che dal Parlamento.
    La sconfitta viene «dall'incapacità» di conseguire gli obiettivi per i quali «eravamo stati eletti», il Pd s'è dimostrato permeabile ai poteri forti, sordo alle istanze dei movimenti (il Dal Molin) e inaffidabile nell'attuazione del programma. «Così la nostra gente ci ha percepito come inutili». Per Ferrero l'autocritica deve partire dal congresso di Venezia, dall'errore nell'analisi dei rapporti di forza. «Finché non cambiano, l'opposizione sarà una scelta di fase (e non solo obbligata in quanto extraparlamentari)». In misura minore l'incidenza nella sconfitta dell'Arcobaleno così com'è venuta fuori, «senza elementi di appartenenza e di partecipazione». Anche qui l'autocritica è netta: «E' risultata sbagliata l'idea di sommare i voti con un accordo di vertice». Il punto, dunque, è «cosa fare del Prc». «In 15 anni la verticalizzazione del Partito ha bruciato le tappe»: non c'è solo il leaderismo, per Ferrero, ma serve una riscrittura complessiva del rapporto tra centro e periferia: «Una forbice da chiudere», ha detto introducendo il punto del rovesciamento del percorso di costruzione della sinistra. Per ricostruire l'utilità sociale si dovrà partire da forme di mutualismo e di radicamento, da Case della sinistra e da vertenze contro grandi opere, razzismo, in difesa del contratto nazionale. Un processo di aggregazione che parta da pratiche sociali, a cui l'area che fa riferimento a Ferrero intende partecipare «da comunisti, senza scioglierci, come soggetto collettivo, senza ambiguità sul livello internazionale: o saremo la sinistra della socialdemocrazia, o saremo la sinistra alternativa». Costituente della sinistra e costituente comunista, per Ferrero, sono processi speculari e negativi rispetto alla costruzione dei movimenti. Dopo la bocciatura in Cpn della proposta di un congresso per tesi, Ferrero ha rilanciato la necessità di una gestione unitaria del partito non appena il congresso avrà scelto la linea politica: «Non deve risuccedere che chi vince prende tutto come a Venezia». E se l'area che ha scritto la mozione non ha indicato un candidato segretario, è per un rifiuto della democrazia plebiscitaria, «che è un aspetto dell'americanizzazione». Il riferimento è all'«autocandidatura del compagno Vendola, splendido compagno ma che rischia di trasformare il congresso in una sorta di primarie». A voler fare un titolo si potrebbe utilizzare la formula "Rifondazione della rifondazione". In fondo può essere utile un cenno al contesto in cui è avvenuto il dibattito cui hanno preso parte anche alcuni non iscritti e indecisi: se nella fase precedente, Genova è stata emblematica per la vicenda del movimento altermondialista e del ruolo del partito in quel laboratorio politico, ora lo è della crisi del Prc e dello stop al processo della Rifondazione. All'indomani della nomina ad assessore comunale del "vecchio" segretario di federazione, Pastorino, la conflittualità interna al gruppo dirigente nella gestione del partito ha portato la federazione al commissariamento. Tra i firmatari del documento: l'assessore regionale all'Ambiente Zunino; Nesci, Poselli e Conti del Cpn; Pezzolo, figura storica tra i portuali, i segretari di Savona e del Tigullio, l'ex parlamentare spezzino Ulivieri.

    20/05/2008


  • Super User

    @fabysnet said:

    Che è rimasto di tutto questo?
    Nulla
    @fabysnet said:

    Di fronte allo sfacelo delle condizioni di vita di chi lavora oggi in Italia, (e peggio ancora per chi non ce l'ha il lavoro o è sottoccupato), che abbiamo fatto, ch stiamo facendo e, dramma nel dramma, che stiamo per fare?
    Credo che non faranno nulla.
    @fabysnet said:

    Leggere oggi i vari Vendola e Ferrero, (ma certo non solo loro) mi da la nausea,
    Concordo. 😉


  • Consiglio Direttivo

    Il dato elettorale della sinistra arcobaleno che è uscito dalle urne e a dir poco sconcertante. Ed è sconcertante che di una forza politica così importante per il dialogo democratico si siano purtroppo perse le tracce.
    In questo paese sembra che i politici vivano su un universo parallelo, incapaci di capire i reali bisogni della gente.
    Il cittadino comune va al mercato e vede con orrore i prezzi esposti negli scaffali, tornando magari all'ora di chiusura dei banchi per avere qualche sconto; arriva esasperato e puzzolente al lavoro perchè il treno ha fatto un ora di ritardo e ha viaggiato in una scatoletta di sardine con l'aria condizionata guasta; non può permettersi il lusso di sentirsi male perchè non si può assentare dal lavoro, o se si prende il lusso di sentirsi male ed andare al pronto soccorso magari deve aspettare tre ore prima di essere visitato.
    I politici di punta invece prendono l'astronave per recarsi al lavoro, non sono costretti a fare file nei pronto soccorso, ne tantomeno hanno problemi a nutrirsi.

    Questo è il vero problema.
    E tutto ciò non può che essere andato a discapito di una forza politica che per antonomasia doveva e deve essere vicina alla gente comune.
    Prendendosi soprattutto le dovute responsabilità di governo, specialmente in un momento di grave sofferenza che sta vivendo l'italia, e non essere col governo nei palazzi e contro il governo nelle manifestazioni di piazza.

    Quindi, a parte le solite diatribe politiche, mi auguro che capiscano che i voti si riconquistano non con avulse elucubrazioni ideologiche, ma scendendo dalle astronavi e vivendo in mezzo alla gente comune.


  • Super User

    @gaetanuzza said:

    Certo che anche io mi chiedo come sia potuto accadere che il 50% degli operai ha votato Berlusconi

    ...semplice, con dosi massicce di "Amici" e "Buona Domenica" 😉


  • Super User

    @fabysnet said:

    Il PCI consegnò al proletariato degli anni 70 una invidiabile qualità della vita, salari, rappresentatività, servizi sociali e diritti civili mai ottenuti prima in nessun'altra nazione, nemmeno quelle dal socialismo reale.
    Che è rimasto di tutto questo?

    ottima domanda...Me lo chiedo anche io da tempo...Come è stato possibile che in 30 anni la situazione si sia completamente ribaltata? Le forze di sinistra sono sparite nel nulla, le conquiste delle lotte (salari, lavoro) e del femminismo (ad es. aborto) sono state spazzate via o sono costantemente sotto attacco.
    Ha ripreso forza invece il centro moderato che ha sempre governato il paese, e parito negli anni 90....sebbene oggi la coalizione di governo abbia un asse nettamente spostato verso l'autoritarismo e il "pugno duro" (vedi i casi recenti degli "arresti per chi si oppone alle discariche")

    Io credo che il motivo di questo cambiamento sia soprattutto culturale. Poco sopra rispondevo a gaetanuzza in modo un po' sarcastico, ma credo che sia fondamentalmente così.

    Una volta gli operai (ma non solo) partecipavano, si organizzavano, si informavano e in questo modo prendevano coscienza della propria condizione di sfruttamento...
    ...oggi si siedono a casa a rimbecillirsi davanti alla TV-spazzatura o a giocare alla Playstation, a inseguire modelli del calibro di Fabrizio Corona o Costantino, a guardare pubblicità di auto e prodotti inutili che dovranno essi stessi prima produrre, poi comprare, poi ancora consumare e gettare via, per poterne in futuro produrre di nuovi, per comprare, gettare etc etc...
    Gli studenti universitari non studiano più per "formarsi" e perchè gli interessa realmente ciò che studiano, ma studiano ciò che permetterà poi loro di trovare un lavoro più pagato per potersi permettere il Porsche Cayenne;-)

    Mi pare quindi che sia sparita la voglia di fare, di informarsi, di partecipare, di sperimentare cose nuove e diverse che non siano "di massa", di provare a ragionare con la propria testa e non con quella del potente di turno e vedere le cose da un proprio punto di vista autonomo...
    E in questa situazione il potere fa quello che vuole (soprattutto con 3 televisioni da usare a proprio piacimento...)


  • User Attivo

    ...semplice, con dosi massicce di "Amici" e "Buona Domenica" image

    :bigsmile:

    ottima domanda...Me lo chiedo anche io da tempo...Come è stato possibile che in 30 anni la situazione si sia completamente ribaltata? Le forze di sinistra sono sparite nel nulla, le conquiste delle lotte (salari, lavoro) e del femminismo (ad es. aborto) sono state spazzate via o sono costantemente sotto attacco.
    Quel muro che e caduto ha fatto venire crisi d' identita' a molti e poi se consideriamo che la storia la scrivono i vincitori...

    Gli studenti universitari non studiano più per "formarsi" e perchè gli interessa realmente ciò che studiano, ma studiano ciò che permetterà poi loro di trovare un lavoro più pagato per potersi permettere il Porsche Cayenne;-)
    Non solo gli studenti ma tutta la societa' che ha questa mentalita' sai quant hann detto di iscrivermi a facolta' specifiche("iscriviti a ingegneria che sai quanti soldi prendono" ai voglia a spiegargli il mio 3 in matematica:dull: e a presentargli ingegneri che fanno tutto tranne quello) solo perche' avrei trovato un lavoro sicuro, alla fine mi hanno fatto venire voglia di non andarci piu'...