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Chi espone nel proprio sito web (ancor più se con molti accessi) delle pubblicità di qualsiasi natura e genere si pone quale ultimo tramite verso il pubblico finale di una più complessa campagna pubblicitaria e dunque offre "servizi pubblicitari" (principio da Corte di Giustizia UE immediatamente applicabile in Italia).
Se si offrono servizi pubblicitari con regolarità/continuità si diviene imprenditori .... e ciò con certezza senza alcuna validità di digressioni sul tempo impiegato a metter un codice su un sito web costruito negli anni.
L'attività diviene dunque d'impresa ed il reddito prodotto è d'impresa.... senza alcuno scampo tra professionisti, occasionali, redditi diversi ecc.
Da lì discendono i numerosi adempimenti amministrativi, fiscali e previdenziali di un inquadramento regolare.
Se poi si cercano scappatoie facili e veloci, si può discutere di tutto, ma tutto sarà contestabile con grosse probabilità di successo per i verificatori.
Paolo
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Pazzesco però che non sia possibile per un webmaster amatoriale cercare quanto meno di ricoprire qualche spesa (basterebbe quella di hosting). Tra l'altro la cosa assurda è che nel mio caso, come nel caso di molti altri, ci sarebbe tutta l'intenzione di regolarizzarsi di fronte al fisco e pagare tutte le tasse possibili e immaginabili. Ma aprire la partita IVA, IMPS, ecc. per 30-40 ?/anno che mi frutterebbe Adsense mi sembra assurdo.
La cosa però che mi chiedo è la seguente: allo Stato non converrebbe comunque incassare le tasse sui miei 40? e su quelli di migliaia di altri webmaster amatoriali? Inoltre, anche se in misura irrisoria, si tratterebbe di soldi provenienti da una socità estera e quindi di fatto un arricchimento del Paese (tanto più che Adsense invece i soldi li prende tranquillamente dalle società italiane -anche piccole e senza partita IVA come i B&B - che investono in pubblicità). Scusate per il mio linguaggio poco tecnico, ma nella vita mi occupo di tutt'altro (per fortuna aggiungo, vista la complessità della materia).
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Sono più che d'accordo con quanto da te espresso.
Purtroppo non esiste un regime per chi sta sotto diciamo i 1500 euro... se non l'applicazione sbagliata dei regimi occasionali (art. 67 lett. i DPR 917/86).
Dubito che se ne accorgeranno e dubito che siano realmente interessati a quelle che penso giudichino briciole.
Paolo
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ciao
volevo rimandare i lettori di questa discussione al mio post precedente e strettamente legato in cui proponevo di sollevare il problema delle piccole attivita' su web e magari anche di raccogliere firme su questo:
http://www.giorgiotave.it/forum/fisco-sul-web/46233-aprire-partita-iva-per-adsense-quando-conviene-3.html#post379169Tra l'altro, ho ricevuto un parere dall'Agenzia delle Entrate he, purtroppo, conferma in pieno quello che si sostiene su questo sito:
Gentile contribuente,
l'art. 4 dpr 633/72, stabilisce che l'esercizio di un' attività rientra nel campo di applicazione dell'Iva solo se viene esercitata per professione abituale. L'occasionalità, con la conseguente esclusione dall'Iva, si ha quando l'attività è posta in essere in modo accidentale o sporadico e senza che il soggetto abbia predisposto nulla per effettuarla.
Proprio in riferimento a tale ultima precisazione, pare di poter affermare che l'apertura di un sito web, con inserimento di banner pubblicitari a pagamento, possa configurarsi come attività di prestazione di servizi non occasionali anche in presenza di accessi saltuari.
Di conseguenza per lo svolgimento di tale attività si renderà necessaria l'apertura della partita Iva con la conseguente costituzione di impresa individuale.
Rivolgendosi all'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate competente potrà valutare il regime fiscale, anche agevolato, più adatto alla sua situazione.
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Finalmente, mi sembra una ottima risposta dell'agenzia entrate.
Paolo
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In effetti è un ottima risposta nel senso che è chiara. Peccato non vada nella direzione in cui noi tutti avremmo sperato.
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Ma è logica ed in linea con il nostro attuale ordinamento giuridico. In effetti noi del settore avevamo qui sempre propugnato quella strada.
Paolo
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Che sia in linea con l'attuale ordinamento giuridico non v'è dubbio,
ritengo tuttavia che sia ben lungi dall'essere sostanzialmente equo e giusto.Equiparare ad attività imprenditoriale quella poca manciata di euro che riesce a guadagnare un piccolo webmaster dal suo sito amatoriale è concettualmente e moralmente sbagliato e credo che ciò sia pensiero comune al di la di cosa dice la legge.
A sostegno di questo "comune pensiero" vi è il fatto che non mi risultano attualmente attività ispettive o sanzionatorie da parte della Guardia di Finanza rispetto a siti amatoriali di privati che espongano annunci ad-sense.
E credo che sia sotto gli occhi di tutti che più della metà degli annunci ad-sense sia asposta su Blog o siti amatoriali privi di partita Iva.Ad-sense è uno strumento pubblicitario che la multinazionale Google S.p.a. propone sostanzialmente in tutti i paesi in cui sia vigente il libero mercato e tali impedimenti giuridici e fiscali sono tipici italiani.
A mio parere il Legislatore dovrebbe prevedere per micro-attività imprenditoriali al di sotto di una certa soglia (babysitting, dogsitting, ripetizioni private, aiuto domestico etc etc) una tassa forfettaria e l'esenzione INPS.
In finanziaria si parlava di qualcosa del genere o sbaglio?
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Umm...Discussione super interessante. Però quanti ma...Insomma c'è molta confusione. Almeno per uno come me che di fisco e leggi ci mastica poco.
Vorrei quindi chiedervi una delucidazione.
Fra un mese dovrebbero arrivarmi i primi 100$ da google adsense, tirati su con fatica in circa dieci mesi, che mi ripagherebbero di qualche costo e fatica.
Io però non ho partita IVA. Cosa devo fare quindi? Bloccare i pagamenti? Oppure posso far finta di nulla. Tengo a precisare che il mio scopo non è fare il furbo, anche perchè con 100$ all'anno e con l'euro straforte i miei guadagni sarebbero proprio minimi...Non so sono confuso.
Spero in vostri chiarimenti. Saluti & Grazie
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Caro MMC12, leggendo e rileggendo varie discussioni al riguardo, io ho fatto proprio così, cioè ho rinunciato a guadagnare quella miseria che mi avrebbe permesso di coprire i costi di hosting e ho tolto tutta la pubblicità Adsense (per fortuna ero ancora lontano dai 100$). E' profondamente ingiusto, visto che questi spiccioli saremmo tutti disposti a dichiararli sul 730, ma di rischiare, per giunta per così poco, proprio non me la sono sentita. Che devo dire: se un giorno il mio sito (www.girofoto.it) raggiungerà i 5000 visitatori unici al giorno forse comincerò a pensare di aprire partita iva e tutto il resto, per il momento .... siamo in Italia.
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Esistono innumerevoli risposte al quesito in topic vecchi. Invito dunque alla preliminare ricerca prevista dal regolamento.
Poalo
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Grazie a Tutti per le risposte.;)
Mi sono informato meglio guardando numerose pagine del forum e sembra che anche con i pagamenti bloccati non potrei usare adsense, poichè non ho partita IVA...La cosa non mi lascia perplesso, di più.:():
A questo punto non so cosa fare...Perdere i 100$ guadagnati con tanta fatica non sarebbe per me il massimo...:?
Trovo comunque tutto ciò ai limiti dell'assurdo.
Se qualcuno ha qualche suggerimento...
Saluti;)PS OT Non sono ancora riuscito a trovare le differenze tra lavoratore autonomo e ditta individuale, qualcuno avrebbe un link da postare sull'argomento. Con cerca non ho trovato nulla di esaustivo...Grazie;)
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@MMC12 said:
Grazie a Tutti per le risposte.;)
Mi sono informato meglio guardando numerose pagine del forum e sembra che anche con i pagamenti bloccati non potrei usare adsense, poichè non ho partita IVA...La cosa non mi lascia perplesso, di più.:():
A questo punto non so cosa fare...Perdere i 100$ guadagnati con tanta fatica non sarebbe per me il massimo...:?
Trovo comunque tutto ciò ai limiti dell'assurdo.
Se qualcuno ha qualche suggerimento...
Saluti;)PS OT Non sono ancora riuscito a trovare le differenze tra lavoratore autonomo e ditta individuale, qualcuno avrebbe un link da postare sull'argomento. Con cerca non ho trovato nulla di esaustivo...Grazie;)
se ti interessa, io sono lavoratore autonomo e ditta individuale. E ho modificato l'attività in camera di commercio inserendo anche la vendita di banner pubblicitari, (vendita più che altro diretta piuttosto che con Google, e non nel sito che ho in calce alla firma).
Ad un certo punto mi sono accorto che c'era diversa gente nelle tue condizioni, e cioè con un minimo di guadagno all'anno per cui non aveva la convenienza di aprire una propria partita IVA. Avevo pensato di proporre i miei banner Google nei siti di questi, in cambio di una certa % di guadagno. In pratica ricevevo io i soldi da Google e dopo giravo a loro un tot come prestazione occasionale, e quindi non soggetta a tassazione sotto un certo limite, mi pare 7.500. Ma poi mi sono accorto che la cosa mi poteva esporre ad una facile bannatura, in quanto i click fraudolenti sono all'ordine del giorno. Tra l'altro, dopo aver tolto le tasse e la parte dell'utile per me resta relativamente poco. Insomma non è un problema di facile soluzione.Infine, non per fare terrorismo, ma penso che ci sia anche la possibilità che un giorno o l'altro la Finanza chieda a Google o alle società simili, tutti i rendiconti dei pagamenti fatti in Italia, e quindi alla fine ci mettono poco a capire chi paga le tasse e chi no: basterebbe un iniziale controllo incrociato fra chi riceve i soldi e chi ha la partita iva idonea a questa attività.
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Che bello...Una notizia migliore dell'altra
Grazie comunque del prezioso commento;)
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Caro Bmastro vedrei comunque la tua intermediazione non risolutiva. Il servizio pubblicitario continuativo resterebbe anche per i siti dei terzi privati.
Sarebbe inoltre attività d'impresa e non potrebbe dunque essere collaborazione occasionale (lavoro autonomo occasionale).
Paolo
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@i2m4y said:
Caro Bmastro vedrei comunque la tua intermediazione non risolutiva. Il servizio pubblicitario continuativo resterebbe anche per i siti dei terzi privati.
Sarebbe inoltre attività d'impresa e non potrebbe dunque essere collaborazione occasionale (lavoro autonomo occasionale).
Paolo
grazie per la delucidazione. Quindi si configurerebbe una continuità del servizio pubblicitario testimoniato dal fatto che il pagamento al proprietario del sito verrebbe commisurato ai guadagni adsense.
E se ipoteticamente venisse firmato un contratto di vendita di tutti gli spazi pubblicitari ad un titolare di P.IVA? mi sembra che in questo modo 1 singolo acquisto degli spazi possa essere configurato come vendita occasionale. Poi i guadagni con Adsense verrebbero a carico di chi ha la P.IVA che metterebbe nel sito i suoi adsense.
In questo modo mi sembra che si salverebbero capra e cavoli. Il webmaster rimarrebbe proprietario del sito web e potrebbe continuare a svilupparlo, mentre i guadagni di adsense andrebbero a chi, dotato di P. IVA, svolge a tutti gli effetti la raccolta dei ricavi pubblicitari.
Magari nel contratto si può mettere anche l'opzione di riacquisto, nel caso in cui un giorno il webmaster dilettante decida di diventare professionista autonomo.L'altra possibilità percorribile mi sembra sia quella di riunire i webmaster dilettanti dentro una cooperativa, con P. IVA unica.
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E' una ipotesi, che sinceramente andrebbe però approfondita visto che trattasi di diritti inerenti beni immateriali.
Poalo
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*L'altra possibilità percorribile mi sembra sia quella di riunire i webmaster dilettanti dentro una cooperativa, con P. IVA unica.
*In effetti quest'ipotesi non l'avevo ancora letta da nessuna parte: forse, ma sono ignorante in materia, potrebbe essere una buona soluzione.
saluti
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@france974 said:
...sei un evasore, a meno che tu non possa dimostrare che la pubblicità di google la esponi gratuitamente.
Non "espongo pubblicità'", ma inserisco codice Javascript (lavoro di programmazione quindi). I banner pubblicitari vengono inviati dai server di Google su richiesta dei browser che interpretano il contenuto delle mie pagine web. Quindi i banner pubblicitari vengono esposti da Google.
Non esistono redditi amatoriali. Ogni reddito per quanto piccolo che sia deve essere dichiarato al Fisco nella dovuta forma.
Se aiuto al vicino a palare la neve, e questo mi da 10 Euro in compenso, li devo dichiarare al fisco?Infatti nell'accordo ... si parla specificatamente di esposizione di annunci pubblicitari. Infatti siete chiamati publisher e non affittuari.
Sbagli: la parola publisher niente ha a che fare con la pubblicita'. In inglese "to publish" significa pubblicare non pubblicizzare.
Ripeto: noi "pubblichiamo" codice Javascript, e non esponiamo pubblicità.Non è la frequenza di aggiornamento a caratterizzare l'impresa ma la continuità del servizio offerto.
L'inserimento del codice Javascript avviene una tantum. La modalita' di pagamento invece avviene "a rate".L'esposizione di annungi google per più di 30gg l'anno viola il primo vincolo (temporale) facendo uscire da quella fattispecie i redditi di Adsense
Io palo la neve una sola volta, ed il vicolo resta libero da neve per molti mesi a seguire. Il lavoro e' quindi continuativo, solo perché il "risultato" lo è?!?Continuo ad avere i miei dubbi.
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io per ora mi sto regolando cosi': ho affidato tutto il mio sito a una cooperativa, loro sviluppano, regolano i rapporti con adsense e sono gli effettivi webmaster. Poi loro mi pagheranno come prestazione occasionale i miei interventi sul sito (sia modifiche al software sia postings), che sono poi il "core" del sito stesso ma che effettivamente sono occasionali nel senso che vengono effettuati solo quando serve, senza nessuna continuità. Questa soluzione mi sembra fiscalmente pulita, che ne pensate?