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@i2m4y said:
Caro Bmastro vedrei comunque la tua intermediazione non risolutiva. Il servizio pubblicitario continuativo resterebbe anche per i siti dei terzi privati.
Sarebbe inoltre attività d'impresa e non potrebbe dunque essere collaborazione occasionale (lavoro autonomo occasionale).
Paolo
grazie per la delucidazione. Quindi si configurerebbe una continuità del servizio pubblicitario testimoniato dal fatto che il pagamento al proprietario del sito verrebbe commisurato ai guadagni adsense.
E se ipoteticamente venisse firmato un contratto di vendita di tutti gli spazi pubblicitari ad un titolare di P.IVA? mi sembra che in questo modo 1 singolo acquisto degli spazi possa essere configurato come vendita occasionale. Poi i guadagni con Adsense verrebbero a carico di chi ha la P.IVA che metterebbe nel sito i suoi adsense.
In questo modo mi sembra che si salverebbero capra e cavoli. Il webmaster rimarrebbe proprietario del sito web e potrebbe continuare a svilupparlo, mentre i guadagni di adsense andrebbero a chi, dotato di P. IVA, svolge a tutti gli effetti la raccolta dei ricavi pubblicitari.
Magari nel contratto si può mettere anche l'opzione di riacquisto, nel caso in cui un giorno il webmaster dilettante decida di diventare professionista autonomo.L'altra possibilità percorribile mi sembra sia quella di riunire i webmaster dilettanti dentro una cooperativa, con P. IVA unica.
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E' una ipotesi, che sinceramente andrebbe però approfondita visto che trattasi di diritti inerenti beni immateriali.
Poalo
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*L'altra possibilità percorribile mi sembra sia quella di riunire i webmaster dilettanti dentro una cooperativa, con P. IVA unica.
*In effetti quest'ipotesi non l'avevo ancora letta da nessuna parte: forse, ma sono ignorante in materia, potrebbe essere una buona soluzione.
saluti
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@france974 said:
...sei un evasore, a meno che tu non possa dimostrare che la pubblicità di google la esponi gratuitamente.
Non "espongo pubblicità'", ma inserisco codice Javascript (lavoro di programmazione quindi). I banner pubblicitari vengono inviati dai server di Google su richiesta dei browser che interpretano il contenuto delle mie pagine web. Quindi i banner pubblicitari vengono esposti da Google.
Non esistono redditi amatoriali. Ogni reddito per quanto piccolo che sia deve essere dichiarato al Fisco nella dovuta forma.
Se aiuto al vicino a palare la neve, e questo mi da 10 Euro in compenso, li devo dichiarare al fisco?Infatti nell'accordo ... si parla specificatamente di esposizione di annunci pubblicitari. Infatti siete chiamati publisher e non affittuari.
Sbagli: la parola publisher niente ha a che fare con la pubblicita'. In inglese "to publish" significa pubblicare non pubblicizzare.
Ripeto: noi "pubblichiamo" codice Javascript, e non esponiamo pubblicità.Non è la frequenza di aggiornamento a caratterizzare l'impresa ma la continuità del servizio offerto.
L'inserimento del codice Javascript avviene una tantum. La modalita' di pagamento invece avviene "a rate".L'esposizione di annungi google per più di 30gg l'anno viola il primo vincolo (temporale) facendo uscire da quella fattispecie i redditi di Adsense
Io palo la neve una sola volta, ed il vicolo resta libero da neve per molti mesi a seguire. Il lavoro e' quindi continuativo, solo perché il "risultato" lo è?!?Continuo ad avere i miei dubbi.
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io per ora mi sto regolando cosi': ho affidato tutto il mio sito a una cooperativa, loro sviluppano, regolano i rapporti con adsense e sono gli effettivi webmaster. Poi loro mi pagheranno come prestazione occasionale i miei interventi sul sito (sia modifiche al software sia postings), che sono poi il "core" del sito stesso ma che effettivamente sono occasionali nel senso che vengono effettuati solo quando serve, senza nessuna continuità. Questa soluzione mi sembra fiscalmente pulita, che ne pensate?
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@bardill said:
io per ora mi sto regolando cosi': ho affidato tutto il mio sito a una cooperativa, loro sviluppano, regolano i rapporti con adsense e sono gli effettivi webmaster. Poi loro mi pagheranno come prestazione occasionale i miei interventi sul sito (sia modifiche al software sia postings), che sono poi il "core" del sito stesso ma che effettivamente sono occasionali nel senso che vengono effettuati solo quando serve, senza nessuna continuità. Questa soluzione mi sembra fiscalmente pulita, che ne pensate?
Cosa vuol dire "affidato" ? Si tratta di vendita? di affitto, di comodato d'uso gratuito? hai firmato un contratto? come avete regolato la responsabilità civile e penale rispetto ai contenuti non commerciali del sito?
Senza una pezza d'appoggio il titolare del dominio sei sempre tu con tutte le conseguenze del caso.
Per kruk:
Per tutti i tuoi dubbi su qesto forum ho pubblicato le risposte dell'Agenzia delle Entrate alla quale mi sono rivolto. Si tratta di attività imprenditoriale, c'e' poco sa fare.
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stiamo vedendo qual è la soluzione migliore (se vendere, affittare o cedere in qualche altro modo il sito). In effetti non avevo neppure pensato all'affitto, si puo' fare? anche questa sarebbe una soluzione fiscalmente pulita credo perche' se io affitto un dominio non devo certo avere partita iva...
o no?:?
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Un sito web è un bene patrimoniale immateriale e come tale può essere oggetto di tutte le obbligazioni previste dal Codice Civile (vendita, affitto, comodato d'uso gratuito etc).
Affittare un sito è in sostanza come affittare un fondo ad uso commerciale.
Tu ne rimani il proprietario riscuotendo un canone mensile fisso (non deve essere parametrizzato ai guadagni altrimenti partecipi all'impresa) e la società fa il suo business.Nel contratto devono essere specificate ovviamente la durata, il prezzo, le responsabilità civili e penali rispetto alla conduzione del sito, se la società ha facoltà o meno di modificare i contenuti di tipo non commerciale e con quali limiti etc.
Io penso che si possa fare.
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Sarei d'accordo con France circa la locabilità di un sito a parametro fisso.
Paolo
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@kruk said:
Non "espongo pubblicità'", ma inserisco codice Javascript (lavoro di programmazione quindi). I banner pubblicitari vengono inviati dai server di Google su richiesta dei browser che interpretano il contenuto delle mie pagine web. Quindi i banner pubblicitari vengono esposti da Google.
Tu potrai anche pensarla così, ma per un ispettore del fisco la situazione è la seguente:
- tu hai un sito web
- sul tuo sito c'è della pubblicità
- per questa pubblicità tu percepisci soldi
quindi lui trae le dovute conclusioni
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Questa discussione mi sembra incredibilmente interssante. Perciò ringrazio anticipatamente tutti.
Mi trovo in una situazione simile agli altri: pochi guadagni tramite i banner AdSense e sito che non si occupa di vendere alcunché ma, anzi, offre risorse utili gratuite.
Ho una domanda: se costituissi con un mio collega webmaster un'"Associazione non riconosciuta senza scopo di lucro" e demandassi il ricavato ad essa considerandola locataria dello spazio web verso Google (e facessi perciò ricadere gli introiti nei rimborsi per la diffusione delle suddette risorse gratuite)? Vi sembra una strada percorribile?
Grazie
M.
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@bmastro said:
Tu potrai anche pensarla così, ma per un ispettore del fisco la situazione è la seguente:
- tu hai un sito web
- sul tuo sito c'è della pubblicità
- per questa pubblicità tu percepisci soldi
quindi lui trae le dovute conclusioni
Le osservazioni dell'ispettore no. 2 e 3 sono errate (2:la pubblicità non si trova sul mio sito, ma sul sito di Googe; 3:non percepisco soldi per la pubblicità ma per il codice javascript), e quindi anche la conclusione.
C'è modo di far capire ad un eventuale ispettore, come stanno realmente le cose? E' possibile avvalersi di una valutazione di un esperto di informatica, da far vedere ad un eventuale controllo?
Paragone (stupido): se un'ispettore del fisco non capisce niente di automobili, gli potrebbe venire l'idea sequente:
- tu hai un' automobile
- la tua automobile ha 100 cavalli
- in qualita' di allevatore di cavalli percepesci contributi UE
tirate voi le conclusioni!
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@bmastro said:
Tu potrai anche pensarla così, ma per un ispettore del fisco la situazione è la seguente:
- tu hai un sito web
- sul tuo sito c'è della pubblicità
- per questa pubblicità tu percepisci soldi
quindi lui trae le dovute conclusioni
ma se il sito è blogspot? Il sito non è mio...
sono perplesso da queste diciture di "proprietà"
discussione interessante, comunque
anche perchè Google tace e pagabye
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@ignatz said:
ma se il sito è blogspot? Il sito non è mio...
sono perplesso da queste diciture di "proprietà"
discussione interessante, comunque
anche perchè Google tace e pagabye
Google offre gli stessi accordi commerciali in tutto il mondo (o quasi) e non è affatto tenuto a preoccuparsi della tua dichiarazione dei redditi.
** kruk**
Non "espongo pubblicità'", ma inserisco codice Javascript (lavoro di programmazione quindi). I banner pubblicitari vengono inviati dai server di Google su richiesta dei browser che interpretano il contenuto delle mie pagine web. Quindi i banner pubblicitari vengono esposti da Google.Sono tutti tecnicismi che non modificano il risultato finale.
Il codice Javascript che inserisci nelle tue pagine è direttamente funzionale alla pubblicità che vi compare.Ti faccio un esempio pratico:
*Mediaset *proprietaria delle note reti televisive affida la propria raccolta pubblicitaria ad una società concessionaria che è *Publitalia. *
Alla luce di questo Mediaset non può certo affermare che mette solo a disposizione degli spazi vuoti riempiti da altri al di la della propria volontà e responsabilità fiscale.Mediaset in quanto proprietaria delle reti televisive sarà tenuta a rilasciare regolare fattura a seguito dei ricavi pubblicitari ottenuti tramite Publitalia in quanto rientranti pienamente nella propria attività imprenditoriale.
Il rapporto commerciale tra la Mediaset tramite le reti televisive e Publitalia è lo stesso che intercorre tra un *Webmaster *(tramite il proprio sito) e *Google *(concessionario di pubblicità).
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@france974 said:
Sono tutti tecnicismi che non modificano il risultato finale.
Lo chiami "tecnicismo", perché non ne capisci il funzionamento. Ma credimi, Adsense funziona come da me descritto.
Il codice Javascript che inserisci nelle tue pagine è direttamente funzionale alla pubblicità che vi compare.
Quindi anche il falegname che fabbrica uno scaffale per un negozio è tenuto a pagare le tasse sui "ricavi pubblicitari" perchè il suo scaffale viene utilizzato dal negoziante per esporre prodotti in vetrina, e quindi lo scaffale è "direttamente funzionale alla pubblicità"...
E persino l'elettricista, che gli ha messo l'interruttore per accendere l'insegna luminosa... ma allora TUTTO e' pubblicità!?!*Mediaset *proprietaria delle note reti televisive affida la propria raccolta pubblicitaria ad una società concessionaria che è *Publitalia. *
Mediaset affida a Publitalia la vendita degli spazi, ma è Mediaset stessa a diffondere poi tali pubblicità nell'etere. Mediaset può benissimo controllare quali pubblicità inserisce nel proprio programma televisivo.
Io invece non diffondo i banner, non ne ho alcun controllo. Non ho modo di sapere, quali banner Google invia ai browser (allo stesso modo come il falegname non ha controllo su quali prodotti il negoziante metterà sullo scaffale). I banner non "passano attraverso il mio sito".Mediaset in quanto proprietaria delle reti televisive sarà tenuta a rilasciare regolare fattura a seguito dei ricavi pubblicitari ottenuti tramite Publitalia in quanto rientranti pienamente nella propria attività imprenditoriale.
Anch'io emetto regolare fattura. Con la differenza, che nella fattura scrivo che si tratta di "lavoro di programmazione" per conto di Google.
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@france974 said:
Google offre gli stessi accordi commerciali in tutto il mondo (o quasi) e non è affatto tenuto a preoccuparsi della tua dichiarazione dei redditi.
Bene,
comunque, al di là di ogni ipocrisia,
a Google non gli frega se non gli mandi la fattura
e ti paga lo stesso,
ossia accetta miliardate di "lavoro nero".Data la sua eticità presunta, Google dovrebbe specificare chiaramente che il servizio, per essere svolto in maniera legale in Italia, è aperto solo ai possessori di partita iva. Altrimenti Goolge è complice degli evasori, come il datore di lavoro che assume senza contratto e il lavoratore che accetta l'incarico: entrambi non sono i regola.
ciao
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@ignatz said:
Bene,
comunque, al di là di ogni ipocrisia,
a Google non gli frega se non gli mandi la fattura
e ti paga lo stesso,
ossia accetta miliardate di "lavoro nero".Data la sua eticità presunta, Google dovrebbe specificare chiaramente che il servizio, per essere svolto in maniera legale in Italia, è aperto solo ai possessori di partita iva. Altrimenti Goolge è complice degli evasori, come il datore di lavoro che assume senza contratto e il lavoratore che accetta l'incarico: entrambi non sono i regola.
ciao
Google non è un datore di lavoro ma un partner commerciale con il quale si firma un contratto di cessione di spazi pubblicitari, nessun rapporto quindi di lavoro dipendente.
Inoltre ha sede ed opera in California e non deve rispondere al Fisco Italiano ma solo a quello americano che evidentemente segue altre procedure per l'accertamento del reddito. Reddito che, per inciso, non proviene dal webmaster, il quale rappresenta invece una spesa e non un guadagno, ma dagli inserzionisti, verso i quali produrrà debita documentazione fiscale per i pagamenti ricevuti.
Lo chiami "tecnicismo", perché non ne capisci il funzionamento. Ma credimi, Adsense funziona come da me descritto.
Ti assicuro che comprendo sia il funzionamento di adsense che del linguaggio di programmazione javascript.
Ciò che affermo inoltre è comprovato dal parere di vari commercialisti, che ti invito a consultare, e dalla stessa Agenzia delle Entrate con la quale ho già avuto modo interloquire più volte.L'oggetto del contratto firmato virtualmente con Google riguarda la pubblicazione sulle tue pagine web di annunci pubblicitari per i quali ricevi dei compensi proporzionali ai click sugli stessi.
Mi sembra come minimo fantasioso spacciarli per "lavoro di programmazione" quando il codice viene inserito soltanto la prima volta mentre i ricavi si susseguono teoricamente all'infinito.
Quale prestazione professionale prevede un pagamento non certo sia nella quantità che nella durata!?!?
Ti invito ad inviare un quesito all'Agenzia delle Entrate spiegando loro che fatturi a Google i ricavi publicitari da adsense come "prestazioni informatiche" e farci sapere cosa ti rispondono!
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@france974 said:
Ciò che affermo inoltre è comprovato dal parere di vari commercialisti, che ti invito a consultare, e dalla stessa Agenzia delle Entrate con la quale ho già avuto modo interloquire più volte.
Molti commercialisti italiani (compreso il mio) sono invece del parere, che bisogna fatturare esente IVA. Sia i commercialisti, che che l'agenzia delle entrate non sono dei tecnici, fanno fatica a capire il meccanismo di Adsense e possono sbagliare. Come più volte ho fatto notare, la conclusione da voi fatta si basa su un'analisi sbagliata.
L'oggetto del contratto firmato virtualmente con Google riguarda la pubblicazione sulle tue pagine web di annunci pubblicitari per i quali ricevi dei compensi proporzionali ai click sugli stessi.
Sbagli. L'accordo riguarda la pubblicazione di codice Javascript. Da nessuna parte c'è scritto che io pubblico annunci pubblicitari. Infatti non sono io a pubblicarli (ma continuo a ripetere le stesse cose)...
Mi sembra come minimo fantasioso spacciarli per "lavoro di programmazione" quando il codice viene inserito soltanto la prima volta mentre i ricavi si susseguono teoricamente all'infinito.
Se non ti piace chiamarlo "programmazione", chiamalo "inserimento di codice Javascript in pagina HTML". Molti tipi di lavoro si fanno una tantum, ed i frutti si raccogliono ancora dopo mesi ed anni.
Quale prestazione professionale prevede un pagamento non certo sia nella quantità che nella durata!?!?
Che centra la modaltà di pagamento? Posso comprare anche una automobile in 24 rate - ma la ritiro una sola volta.
Ho spulciato nei siti tedeschi, dove si parla di Adsense, e indovinate un po': hanno gli stessi nostri dubbi! Ed in Germania l'Agenzia delle Entrate ha risposto chiaro e tondo: siccome il committente si trova all'estero, la fattura va emessa esente IVA.
Perché in Italia dovrebbe essere differente?
Solo in Italia riusciamo a parlare di "rapporti a tre", di "banner visualizzati in percentuale anche in Italia" ecc. e complicarci la vita, quando in verità la questione è semplice: noi svolgiamo una prestazione di servizio tramite mezzo elettronico per una società americana.
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Il fatto che la prestazione sia esente IVA in quanto a favore di soggetto extracomunitario non cambia di una virgola la questione, ossia che trattasi comunque di attività imprenditoriale e non di libera professione.
Ad ogni modo visto che sei convinto di quello che dici e considerato che stai già fatturando i guadagni adsense come "generiche prestazioni informatiche" è inutile polemizzare ulteriormente, ognuno rimanga della propria opinione.
Ti pregherei solamente, nel caso ricevessi un accertamento dalla Guardia di Finanza, di farci sapere il risultato in modo da condividere la tua esperienza con il forum.
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@france974 said:
Google non è un datore di lavoro ma un partner commerciale con il quale si firma un contratto di cessione di spazi pubblicitari, nessun rapporto quindi di lavoro dipendente.
Inoltre ha sede ed opera in California e non deve rispondere al Fisco Italiano ma solo a quello americano che evidentemente segue altre procedure per l'accertamento del reddito.
Hai ragione, il paragone non è esattamente calzante, infatti l'ultima riga dei termini legali recita:
*La relazione tra Google e l'Utente non è una relazione di partnership legale, ma una relazione tra contraenti indipendenti. *.E' lo stesso comunque se ti contattano per mettere un banner sul sito o vendi un link. Esempio stupido (che più stupido non si può)
G: Mi metti un banner?
- Ok, qua la mano
G: (dopo qualche mese) Grazie per aver messo il banner, eccoti cento dollari, quando vuoi spediscimi la fattura - (furbetto) Va bene... se mi ricordo te la spedisco
G: (nel pensiero) Eh, se non te lo ricordi cavoli tuoi
Resta insomma il fatto che la problematica sostanziale esiste. Google ingolosisce perchè paga e non chiede niente. Almeno clickpoint e tradedoubler hanno la scappatoia della nota occasionale per procacciamento d'affari (benchè contestata da Paolo).
Devi ammettere che questo sistema di non-comunicazione di Google genera confusione: la discussione potrebbe andare avanti in eterno, e trovare sempre opinioni e argomentazioni opposte. Una parolina semplice semplice da parte di qualche rappresentante di Google in Italia non sarebbe male: se poi sostieni che Google che non è tenuta a dare consigli, ok. Peccato che questo silenzio si traduca in una strizzatina d'occhio agli evasori in erba, che putroppo non saranno mai edotti in contratti come te o qualche bravo commercialista.
ciao e grazie ancora
- Ok, qua la mano