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Il cammino
on camminare davanti a me,
CENTERpotrei non seguirti;
non camminare dietro di me,
non saprei dove condurti;
cammina al mio fianco
e saremo sempre amici.
Anonimo cinese.[/CENTER]
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[CENTER]Credo in te, amico.
Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amico,
così, semplicemente,
nell'eloquenza del silenzio.
Elena Oshiro[/CENTER]
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bella. questa seconda mi è piaciuta...
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@styv666 said:
[CENTER]Credo in te, amico.[/CENTER]
[CENTER]Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amico,
così, semplicemente,
nell'eloquenza del silenzio.[/CENTER][CENTER]Elena Oshiro[/CENTER]
Vorrei tentare qualche riflessione sulla poesia in genere e questa in particolare. Incomincio? Per me la poesia è canto e ritmo; soprattutto musicalità ? vera musicalità, non quella della cosiddetta ?musica?! E che qualità si possiede per essere/apparire musicale? Beh, dico che è musicale ogni esperienza ? parola, persona, fatto? ? che suscita un?autentica e non convenevole o ipocrita emozione di bellezza. E la bellezza (qui ci do un taglio)? Per me la bellezza è un insieme inscindibile di leggiadria come forma desiderabile, di giocondità come contentezza d?esistere e di floridezza come capacità di godere ? le Grazie dell?antica Ellade docent! Poi c?è il ritmo, che mi trascina per i capelli nella metrica che vado strombettando; ma è un vecchio discorso. E poi c?è il canto? Io ho un?idea particolare del canto: esso ha da essere 1°) intelligente e comprensibile; 2°) significare filosoficamente qualche cosa, seppure nella sua semplicità estrema ma mai banalità; 3°) essere il più possibile educato e competente nel/del codice che usa: se è di viva voce non può gracchiare, se è di parola scritta non zoppicare o inciampicare, se è d?immagine/figura non intrigare o spezzare o? (A questo punto il genio di turno spazientito m?interrompe: ?Ma spezza/intriga che, vivaddio?!!? Ed io:?Semplice: il comprendonio ? il mio e del suo autore!?) Per cui? ?Credo/credo/credo?? : posso credere nel sé/immanenza, posso credere nel dio/trascendenza; ma come (il credere si risolve immancabilmente in un atto di fede per me) nella minuzia ? sguardo, mano, abbraccio ?, nel transeunte ? amico, sorriso ?, nel categoriale astratto ? onestà, eloquenza? (Mi vien quasi di pensare all?esagerazione.) Il sorriso, poi, è nell?essere umano di così comune/sterminato dominio che ride il cinico (si è anche cinici nella vita), ride il violento (si è anche violenti nella vita), ride il puzzolente (si è anche puzzolenti nella vita)? E ?la finestra aperta nel [non del] tuo essere? mi sbatte automatico a quelle finestrelle di casa che dànno in cortili umidi e cavedi squallidi. Infine politico lo sguardo/specchio d?onestà, pastorale la mano ?sempre tesa per dare?, l?abbraccio/accoglienza è davvero ecumenico ? mi sembra? E tra la parola dell?espressione e l?eloquenza del silenzio ci avverto un leggero gap ? questo sì. eu.ro
:bho:yuppi:
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Due poesie molto conosciute, classico esempio di poesia da cartolina, quelle da conservare nell'agenda (diario, per chi lo tiene)...
A proposito di diario, c'è chi lo compila annotandovi giorno per giorno gli accadimenti quotidiani, chi invece sporadicamente appunta e sottolinea soltanto gli eventi maggiori.
Poi c'è chi - il caso vuole sia tra questi), scrive quando vuole esprimere e sottolineare un'emozione o un pensiero che poi nel tempo rimarrà su carta - da ritrovarsi e rileggersi magari dopo anni, per ritrovarne intatte emozione e sfumature...
Lo scrivere stesso diviene allora una sorta di magnifico incantesimo, in grado di far permanere integre tutte le sue sensazioni ed il vissuto...
Ciao a tutti!
Luciana
(comoinpoesia.com)NIRVANA AMATO
Allo scosceso affanno del mio tempo
carpisco un inno silente, di radici:
semino in versi un assetato assorto orto
di spicciole memorie mie, tenaci e vive.Si fa racconto, l'andare lento e meditato
intinto alle fonti primigenie del sentire:
vertice e vortice d'un equilibrio d'emozioni,
sigillo e stimmate, del fu e del divenire.Le smanie del cuore ora paiono sopirsi,
dissolte in un meticoloso ordine cercato:
un succedaneo, un riscontro alla malinconia
che afferra e accoglie, in un nirvana amato.Caleidoscopio, d'immagini e memorie:
coltivo il tempo - e il tempo, mi pervade.Luciana Bianchi Cavalleri - Como
(comoinpoesia.com)