• Super User

    Certo è... se una maestra si epsrime dicendo «Ho sbagliato, ma l'ho fatto solo per farlo smettere, ero davanti a un bambino di 5 anni immaturo e indisciplinato»" (presumendo la frase riportata sia vera) non è che sia proprio tutto normale. Maturo e disciplinato a 5 anni? Forse se un bimbo è tanto irrequieto magari è anche perchè la maestra non sa tenerlo, interessarlo etc etc. Forse si può sopportare, poi chiamare i genitori e trovare insieme una soluzione per questo bimbo così irrequieto.

    Se uno non è irrequieto e immaturo a 5 anni, quando dovrebbe esserlo? Ho capito la severità e la disciplina, ma si rasenta il ridicolo davvero. Ma i corsi di pedagogia e psicologia a che diamine servono? Non sono sicura sia scritto nei manuali un atteggiamento simile. Mia mamma ha fatto per qualche anno le supplenze negli asili, e stranamente quando arrivava lei i bimbi erano tutti buonissimi, mentre con le maestre delle belve. Di solito è il contrario, tutti sappiamo quello che si combina ai danni della supplente. Ma mia madre (come tante altre maestre) sapeva coinvolgerli, invogliarli e motivarli.

    Se sono ferrea che quando un giovane viene ripreso nello scuole il genitore dovrebbe dare credito all'insegnante senza voler difendere il proprio ragazzo, credo bisogna andarci un po' più cauti con bimbi così piccoli.

    Poi magari non è violenza, non saprei.


  • Super User

    La mia era una provocazione per dire che ai tempi della mi mamma (son diventata pure toscana :D), si finiva sui ceci anche a 5 anni e nessuno si azzardava a dire che le maestre sbagliavano. Mia madre ma anche il mio ragazzo che ha 41 anni mi dicono che quelli erano i tempi in cui si imparava a scuola il rispetto per le persone perchè i genitori erano troppo presi dal lavoro.
    Un pezzo di nastro adesivo non fa male Vampi, non è violenza, anzi, potrebbe anche essere un modo scherzoso per dire di stare zitto.
    Nel mio asilo ci impedivano di andare in bagno se facevamo baldoria, quella era violenza, i ceci erano violenza, le bacchettate sulle mani...ma siamo sicuri che quei metodi sono stati totalmente inutili?
    Pensiamoci bene.

    😉


  • User Attivo

    Non sono cattolico, rifiuto la violenza, detesto i banchi di scuola?

    Non è possibile che una maestra garbata e premurosa scateni un caso che faccia scandalo da subito: c?è dell?altro/vai a sapere che c?è.

    In prima elementare, a scuola/in classe, si parla se si ha da parlare e si tace se si ha da tacere. Tutti/ciascuno. Vuoi che si tratti di insegnante vuoi che si tratti di alunno (o dirigente o bidella ecc.).

    Un fatto non accade mai come semplicemente si racconta, o come se ne parla in prima pagina di quotidiano e nel telegiornale della sera: è sempre più (così maledettamente) semplice o più (così maledettamente) complicato.

    Se fossi stato presente quella mattina/quegli attimi in aula, avrei raccolto tanti particolari da considerare la situazione buffa, divertita, cinematografica; o eccezionale, curiosa, interessante; o insolita, drammatizzata, demenziale. Oppure?

    Una maestra può redarguire l?alunno/bambino, alzare la voce e cacciarlo fuori dall?aula; ma non può neppure avvertirlo con pacatezza o minacciarlo con ferocia di applicargli del nastro adesivo sulla bocca se parla troppo e a sproposito: può limitarsi alla battuta per far ridere lui e la classe e sdrammatizzare la situazione ? niente di più. (Qui non ci piove!)

    Un bambino/alunno di cinque anni non parla mai a sproposito anche se troppo, né parla mai troppo anche se a sproposito.

    Io ho sofferto tutte le mie scuole rosse, tutte le mie aule bianche, tutti i miei banchi neri?

    Molto spesso una maestra è così brutta fisicamente da far rimpiangere insopportabilmente ad un alunno di prima elementare la figura della propria madre bellissima lasciata a casa qualche ora prima.

    Già ai miei tempi pensare che una classe di prima elementare fosse fatta di ?bimbetti? era un azzardo, oggi è un?eresia. (Per me una cretinata da libro ?Cuore?.)

    Pochi istanti di forzatura ovvia bastano ad un bambino ebreo a farlo passare, come tant?altri, per il camino del suo lager.

    È normale e violento che una scuola assolva il suo personale; è normale e violento che i carabinieri scagionino; è normale e violento che gli alunni difendano i maestri. Soprattutto, è normale e violento che si accusi di violenza aggravata una maestra che ha applicato un pezzetto di nastro adesivo sulle labbra di un alunno.

    E se poi un giudice decide? un altro giudice vaglia? e un altro giudice rinvia? ? tutto questo non è neppure violenza: è parodia, caricatura, una pasquinata; nemmeno/che dico?? ? una violenza scenografica da ?pallottola spuntata?. (Consiglio al mondo questo film demenziale: un autentico spaccato, serio/riflettuto, perfino pedagogico della società in cui viviamo.)

    Ma infine?

    Ridurre una poveraccia di maestra ad invocare per sé lo ?ioci causa?, a scagionarsi fra l?impaurita scioccata e l?incazzata depressa, a dover balbettare una giustificazione all?improvviso perfino coi più estranei degli estranei ? la gente che guarda e la gente che incrocia, la gente che non saluta più/che non la saluta più ? tra avvocati/presidi/procure ad implorarsi per sé lo sbaglio sconsiderato e scolpirsi le promesse relative di redenzione, ma soprattutto lo ?ioci causa?, e il giornalista che dice bimbetto e il carabiniere che dice entri/sieda, tra inchieste di segnalazione e segnalazioni d?inchiesta con madri, colleghe e la famiglia che forse non c?ha nemmeno (se non una zia in un altro paese, e questa proprio senza nessun ?ioci causa?) , ma poi la circostanza, la diceria, il commento lillipuziano serale/televisivo e il suo ingigantimento gulliveriano, e la calunnia venticello, il mulino donchisciottesco, ma che? ? nessuno se ne sarebbe accorto se l?angioletto pestifero davanti alla televisione di famiglia, col dito nel naso e più in là il nonno che scoreggia per ?ioci causa?, non avesse detto: ma quella è come la mia maesta?. È l?ingranaggio kafkiano da colonia penale, la reazione a catena del nostro bisnonno Albert? E per la poveraccia di maestra la sua Nagasaki brilla di fama di cronaca.

    No, non sono cattolico. Rifiuto la violenza. Odio i banchi di scuola.

    eu.ro :vaiii::nonono::eheh:

    .--------------------
    Sono soltanto le tesi che m?interessano. Qualche volta anche gli oracoli.


  • Super User

    @pikadilly said:

    La mia era una provocazione per dire che ai tempi della mi mamma (son diventata pure toscana :D), si finiva sui ceci anche a 5 anni e nessuno si azzardava a dire che le maestre sbagliavano. Mia madre ma anche il mio ragazzo che ha 41 anni mi dicono che quelli erano i tempi in cui si imparava a scuola il rispetto per le persone perchè i genitori erano troppo presi dal lavoro.
    Un pezzo di nastro adesivo non fa male Vampi, non è violenza, anzi, potrebbe anche essere un modo scherzoso per dire di stare zitto.
    Nel mio asilo ci impedivano di andare in bagno se facevamo baldoria, quella era violenza, i ceci erano violenza, le bacchettate sulle mani...ma siamo sicuri che quei metodi sono stati totalmente inutili?
    Pensiamoci bene.

    😉
    In linea generale, esulando dal caso particolare, il concetto non è solo il male che procuri fisicamente. Ci sono bambini "violentati" psicologicamente dai genitori, maltrattati a parole, con punizione severe che ne risentono tanto quanto bambini picchiati.

    Ora vorrei capire, a un bambino di 5 anni, che sicuramente non ha una totale capacità di pensare e riflettere su causa ed effetto, che gli hai insegnato quanto gli metti lo scotch sulla bocca? Per me niente.

    Io sono fermamente convinta che ceci e bacchettate non insegnano niente! 😉


  • Super User

    @ Eu.ro
    Purtroppo non riesco a leggere quello che scrivi poichè il carattere usato è troppo piccolo...:(

    @Vampiretta said:

    In linea generale, esulando dal caso particolare, il concetto non è solo il male che procuri fisicamente. Ci sono bambini "violentati" psicologicamente dai genitori, maltrattati a parole, con punizione severe che ne risentono tanto quanto bambini picchiati.

    Ora vorrei capire, a un bambino di 5 anni, che sicuramente non ha una totale capacità di pensare e riflettere su causa ed effetto, che gli hai insegnato quanto gli metti lo scotch sulla bocca? Per me niente.

    Io sono fermamente convinta che ceci e bacchettate non insegnano niente! 😉

    Forse adesso è così, perchè si vuole considerare un pupo di cinque anni un essere a cui fare "bu bu settete". Saranno cambiati i tempi ma l'educazione la si impara anche prima dei cinque anni.
    Ricordo di me e dei miei compagni di scuola, silenzio quando dovevamo stare zitti, casotto quando potevamo farlo...anche noi avevamo cinque anni...questo mi fa pensare che ci sono cinque anni di classe A e cinque anni di classe B.

    Vampi, anche io la pensavo così, credimi, ma vedendo tutti sti ragazzi che non sanno che cosa è il dolore perchè le mammine e le maestrine li hanno superprotetti e super difesi quando per loro ci doveva essere una sberla, li ha resi non solo inrispettosi delle regole ma anche molto propensi a darle le sberle.

    Sbaglio?
    😉


  • Super User

    Pe me sbagli! 😉 O meglio non concordo, vai a sapere chi sbaglia e chi no!

    Non ho detto che non vanno educati, che non gli va insegnato il rispetto etc etc...

    Io non ricordo mia madre (e anche le mie maestre) mi habbiamo mai messo le mani addosso ne mi abbiano mancato di rispetto ne trattato come un "bimbetta" priva di cervello neanche quando ero piccolina. Hanno sempre riconosciuto in me una persona con pregi e difetti, con momenti si e momenti no.

    L'educazione ha vari motedi io non apprezzo molto uscite di quel tipo, tutto qui. 😉 Coninvolgiamo i bambini in qualcosa che gli permetta di non dimenarsi come pazzi perchè si annoiano, insegnamogli che una cosa non si fa perchè fa male agli altri perchè disturba e non perchè poi c'è la punizione e responsabilizziamoli.

    Poi percarità ognuno pensa al tipo di educazione che ritiene più giusto!


  • User Attivo

    [quote=pikadilly;397955]Notizia:

    **Scotch sulla bocca all'alunno: così taci **

    L'insegnante di una prima elementare dell'istituto Tolstoj, a Lorenteggio, voleva zittire così un allievo di 5 anni

    Non taceva, il bimbetto. Che a scuola, in prima elementare, c'era andato con un anno d'anticipo rispetto ai compagni e di stare seduto al banco, e zitto, non ne voleva proprio sapere. Allora la maestra, sempre garbata, sempre premurosa, quella mattina ha smesso di parlare ed ha pensato di convincere il giovane discepolo alle prese con l'alfabeto utilizzando il metodo dimostrativo. Ha preso un pezzo di nastro adesivo e se l'è messo sulla bocca. Un istante ed ha detto, strappandolo: «Vedi, Marco, se non stai buono ti faccio così... ». E poi, per un attimo solo, uno scellerato attimo, ha appoggiato il nastro sulle labbra del bimbetto.
    Un silenzio forzato di pochi secondi, che ora, nonostante la scuola l'avesse disciplinarmente assolta, nonostante l'indagine dei carabinieri l'avesse scagionata, nonostante i primi a difendere la maestra siano stati proprio i suoi alunni e nonostante nulla abbiano avuto da reclamare o ridire i genitori del bimbo zittito con lo scotch, ora, si diceva, si ritrova accusata di violenza privata aggravata. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Milano, Mario Pellegrino, che ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Stefania Carlucci ed ha disposto il capo di imputazione coatto. Una richiesta di rinvio a giudizio che dovrà ora essere vagliata da un altro giudice, quello dell'udienza preliminare.
    Sconvolta la giovane maestra, nel frattempo passata di ruolo e non più in servizio al Tolstoj di Milano, istituto in cui si è verificato l'episodio. Assistita dall'avvocato Ofelia Valentino, ha subito ammesso la circostanza precisando che «si è trattato di una cosa di pochi secondi». «Ho sbagliato, ma l'ho fatto solo per farlo smettere, ero davanti a un bambino di 5 anni immaturo e indisciplinato», ha poi aggiunto la maestra, che di fatto si è appellata allo «ioci causa» ,a una dimostrazione fatta per scherzo, a titolo dimostrativo.
    image
    **Ad avviare l'inchiesta è stata la segnalazione **che la preside delle Tolstoj ha inviato alla procura. Ma prima ancora erano stati alcuni genitori dei compagni di classe del bimbo zittito con lo scotch a fare esplodere il caso. Guardando il telegiornale, il figlio di uno di questi aveva commentato la notizia di una maestra che con del nastro per pacchi aveva legato un alunno alla sedia. «Anche la nostra l'ha fatto...», ha detto. E di bocca in bocca il silenzio forzato è finito in Tribunale.

    Fonte: Corriere della sera

    Prima si finiva sui ceci o si ricevevano bacchettate sulle mani...un pò di nastro adesivo sulla bocca non penso possa far tanti danni.
    Menomale che alle volte i genitori non si fanno prendere dall'esagitato bisogno di difender pargoli violentati da questa società di insegnanti che tagliano lingue e tappano bocche.
    😄

    Ste professoresse che si svestono e si fanno filmare...ma dove andrà a finire il buon insegnamento italiano che scotcha gli alunni e taglia le lingue??...Corre nudo per Berlino :D:D
    Articolo
    [/quote]

    Inorridisco (ma volutamente la butto sul dramma) venendo a sapere che un direttore scolastico regionale scaraventa fuori dalla scuola una insegnante giovane/bella/desiderabile che, altrove/in altro stato e in ambiente perfettamente consono a farle da cornice, per il semplice/coraggioso/splendente motivo che se ne va in giro nuda, è filmata, ?cronachizzata?, ?internettizzata?? ? c?era forse da aspettarsi altro di più comune, semplice e naturale?

    È logicamente sbagliato confondere/sovrapporre due spazi geografici diversi per ricavarne regole comportamentali uniche. Ogni spazio ? preciso ? ha in ogni suo preciso momento una connotazione precisa che lo definisce: etica/psicologica/culturale/?.

    L?uomo ? per sua natura ? non può duplicarsi/moltiplicarsi ontologicamente (materialmente), ma eticamente sì: qui/dove sta professa un?etica, là/dove va a stare ne professerà ? se crede ? un?altra; qui ha una determinata emozione e stimoli corrispondenti che lo spingono ad esprimerla, lì ha altra emozione e altri stimoli.

    È insensato e crudele (ma purtroppo è legge di potere) creare regole/norme comportamentali assumendo a principio logico una sorta di ?ubiquità morale?, che non esiste né potrà mai esistere per nessun uomo. Come dire: mi comporto (eticamente/moralmente) in Italia come mi comporterei in Afganistan; oppure mi comporto nella mia professione tecnica a vario titolo come mi comporterei se fossi un barbone, o un rom che fugge, o un pittore che sta esponendo i suoi quadri in una galleria prestigiosa.

    E non parliamo dell?ubiquità dell?emozione!? Che, magari, un sistema dominante/un potere dominante vorrebbe anch?essa che succedesse!

    Quel direttore di cui sopra, dal mio punto di vista, è logicamente insensato, eticamente temibile ed esteticamente? (come ho detto iniziando: ?inorridisco?) brutto/orrendo, orrendamente brutto.

    eu.ro :rollo::nonono:😉


  • User Attivo

    L'insegnate ha indubbiamente sbagliato...ma non è il caso di creare tutti questi allarmismi...manco l'avesse ucciso!


  • Super User

    @FunnyLife said:

    L'insegnate ha indubbiamente sbagliato...ma non è il caso di creare tutti questi allarmismi...manco l'avesse ucciso!

    Io in verità non l'ho mai trovato sbagliato. Voglio dire...prima si finiva sui ceci e non mi pare che i nostri genitori siano morti, e noto con piacere che ancora vanno a trovare quelle maestre tanto cattive da farli inginocchiare sui legumi...:lol:


  • User Attivo

    @pikadilly said:

    Io in verità non l'ho mai trovato sbagliato. Voglio dire...prima si finiva sui ceci e non mi pare che i nostri genitori siano morti, e noto con piacere che ancora vanno a trovare quelle maestre tanto cattive da farli inginocchiare sui legumi...:lol:
    Esatto, quoto! 😉