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Stop ai lavavetri, altri comuni seguono Firenze
Era impossibile non parlarne.
Firenze mette al bando i lavavetri e altri comuni la seguono.
Previsti tre mesi di carcere per chi continua questa attività.
I cittadini pare che apprezzino questa decisione che sta suscitando scalpore ma che sta prendendo piede anche in altre città italiane.Secondo voi è giusto? E' sbagliato?
Quali sono i pro e i contro di questa decisione?Nel caso ci fosse qualcuno che non sa la notizia riporto uno dei tanti articoli che ne parlano.
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Non e' semplice, e' comunque un'attivita' che viene svolta senza autorizzazioni, alcune volte usata anche con scopi diversi da quelli di lavare i vetri (scippi ad esempio), o con estrema insistenza, per cui un sindaco emette un'ordinanza e per questo non trovo giusto colpevolizzarlo.
Altro aspetto e' quello dei minori (e non) costretti a questa attivita' (come anche ad elemosinare, o taccheggiare ecc.) da qualcuno che li minaccia o comunque costringe, se dietro c'e' un racket la situazione e' anche peggiore, ma qui non e' il sindaco a dover intervenire, ma lo Stato. Trovo quindi inutili certi commenti da parte di ministri che contestano le decisioni di questi sindaci dicendo che bisogna prendersela con il racket, con i "pezzi grossi" e non con i lavavetri, visto che e' compito della Politica far qualcosa per mezzo di maggiori controlli, maggior attivita' investigativa con polizia e carabinieri, con la guardia di finanza ecc. Capisco che non sia semplice data l'estrema frammentazione e complessita' degli interventi, pero'...
Anche per quanto riguarda l'assistenza sociale, spesso chi si trova nella situazione di elemosinare e' costretto a rifiutare qualunque assistenza dallo stato e dal comune, proprio da chi lo costringe a queste attivita'. Infatti come potrebbe ricattarlo se questo si integrasse, se questo ricevesse aiuto, se questo trovasse nel Comune un amico che lo segue e lo aiuta?
Sono situazioni delicate, il Comune riesce a intervenire (se ha personale in gamba) sui singoli, per un'attivita' generale su queste situazioni deve intervenire lo Stato.
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E' una situazione difficile per tutti.
Non mi sento di demonizzare il sindaco, le città spesso sono invivibili anche per i mendicanti, lavavetri etc.
Non c'è da dimenticare che sono persone meno fortunate e dunque ci vuole anche un certo tipo di sostegno.
Non so quanto giovi sinceramente mettere uno in carcere 3 mesi e poi magari finire a fare l'indulto perchè sono affollate e liberare così pure i delinquenti veri.
Purtroppo una decisione andava presa e il sindaco è stato secondo me coraggioso.
Poi quoto quanto già espresso da Lkv, che ha riassunto la situazione con estremo equilibrio.
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La ritengo decisione corretta. Accosterei anche la lotta senza quartiere agli sfruttatori.
Attendo ulteriori misure anche per altre devianze urbane definite minori (prostituzione, accattonaggio molesto, ricatta parcheggi, imbrattatori di mura, motociclisti dalla marmitta un po' troppo aperta e così via).
Paolo
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Ciao Paolo, gli interventi che attendi sono gia' in programma (e in alcune citta' gia' attuati) certo che senza una normativa nazionale restano limitati negli effetti, riporto parti dell'intervista al sindaco di Firenze Leonardo Domenici (tra l'altro presidente dell'ANCI):
[...]
Torniamo al racket. Sono sfruttati da qualcuno o no?
"Se ci sia un racket toccherà alla magistratura stabilire. Con questo non voglio lavarmene le mani, al contrario: dico noi facciamo la nostra parte e le altre istituzioni facciano la loro. L'ordinanza non prevede l'arresto in flagranza ma la denuncia e poi un possibile processo per violazione dell'articolo del codice penale, il 650, che punisce chi non osserva le disposizioni dell'autorità in materia di igiene sicurezza eccetera. E' uno strumento soprattutto dissuasivo e difatti da quando se ne parla i lavavetri agli incroci sono spariti. Dissuasivo e temporaneo: scade il 31 ottobre. Intanto diamo un segnale, poi cominciamo a lavorare ciascuno nel suo ambito per risolvere il problema in maniera soddisfacente per tutti: per i fiorentini, per i cittadini stranieri, per chi vive la città. C'è bisogno, ne parlavo in questi giorni di nuovo con il ministro Amato, di adeguare le norme ai bisogni. Addirittura di dare un nome a certi comportamenti che talvolta sono reato e tal altra non lo sono ma che hanno in comune la caratteristica di rendere peggiore la qualità della vita di una città".Quali comportamenti?
"Ci sono i writers di cui parla Prodi, coloro che scrivono sui monumenti, c'è la prostituzione, il commercio e il parcheggio abusivo, i locali notturni e la vendita di alcolici con la conseguenza di sporcizia e ubriachezza. Sono tutte questioni diverse, evidentemente, ma nel loro insieme fanno la vivibilità di un luogo".Marta Vincenzi vuole applicare a Genova lo stesso articolo del codice penale, il 650, per denunciare e arrestare i clienti delle prostitute.
"Sono assolutamente d'accordo che si cominci a pensare alla prostituzione come di un mercato alimentati dai clienti, e che si affronti da questo punto di vista. Certo ci sono limiti legati alla privacy ma non credo insuperabili".Il ministro Damiano parla di regolare l'attività di prostituzione.
"Di nuovo si tratta di questo: adeguare le norme ai bisogni, minimizzare i pericoli, distinguere la libertà dall'arbitrio. Ci sarà un modo per farlo, bisogna lavorarci".Cofferati fu criticatissimo per aver messo un limite alla vendita di alcolici dopo una cert'ora.
"Anche noi a Firenze in certe zone lo abbiamo fatto ma se ne è parlato meno, vedo. A Cofferati è toccata la polemica sulle birre, a noi quella sui lavavetri, spero che a Chiamparino sia risparmiata quella sui parcheggiatori abusivi. Il fatto è che sono tutti temi da affrontare e non farlo è un errore. All'inizio del mio primo mandato mi ero occupato degli ambulanti, anche lì con molte polemiche. Dicono, quelli che sempre si ergono a difesa degli ultimi: c'è un mercato della contraffazione e del contrabbando, è quello che alimenta gli ambulanti e quelli bisogna combattere. Certo, ma non sono io che ho il potere di indagare sul mercato della contraffazione né posso verificare chi e come eventualmente gestisce i lavavetri. Posso però dire che le regole di convivenza in una città valgono per tutti, perciò non possiamo lasciare che agli incroci le auto siano assalite da persone non sempre miti solo perché si tratta di "poveretti". C'è una soglia di tollerabilità che bisogna tenere presente. Certo che se parliamo di tolleranza preferisco Voltaire a Rudolph Giuliani ma non possiamo ignorare che c'è un limite nella capacità di sopportare. Se mi pesti un piede una volta non succede niente, se ci monti sopra e ci resti cinque minuti mi irrito molto, soprattutto se lo fai nell'assoluta impunità. E' un tema concreto ma se ci pensa un attimo molto politico. Le conseguenze dell'esasperazione sono visibili in certe regioni d'Italia".[...]
Fonte: Repubblica.it
Molti vedono le iniziative volte al ripristino della sicurezza, come iniziative che impediscono l'integrazione. In realta' e' vero l'opposto. Senza leggi e norme da far rispettare non puo' esserci integrazione.
E' vero pero' che l'alto numero di leggi, vecchie e molte pensate per un'Italia monoculturale, rendono difficili certi aspetti di integrazione, soprattutto lavorativa, tuttavia occorre muoversi in entrambe le direzioni, da un lato semplificare le norme (che effettivamente sono in numero enorme anche per chi non e' un immigrato, tra leggi, regolamenti ecc.) e dall'altro farle rispettare a tutti.
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Ciao LKV,
in effetti leggi nazionali sarebbero davvero gradite, ma, su questioni come queste che affliggono soprattutto i centri urbani, in effetti ritengo più efficaci disposizioni comunali. Mi spego.
La legge nazionale dovrebbe avere rango supremo e dovrebbe esser rispettata sull'intero territorio nazionale. Scrivo dovrebbe perchè su alcune piccole questioni noi tutti sappiamo che non è così. Mi riferisco ad esempio alle norme di circolazione dei motorini. Quante volte vedo filmati di TG inquadrare le vie di Napoli o di Palermo percorse da motorini con gente senza casco ed in 2, 3 o 4 passeggeri ?!?!?!?!? Magari scorrazzanti davanti ai vigili ?!?!?!? Migliaia di volte mi è capitato.
Legge nazionale su problema minore, poca attenzione locale.Preferisco allora (purtroppo) una disposizione locale, che spesso è maggiormente fatta rispettare dalle polizie locali o vigili urbani, direttamente stipendiati dal comune che ha deciso quella norma.
Paolo