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Ditta individuale e abitazione
Salve a tutti!
Spero che possiate darmi qualche chiarimento in merito alla detraibilità delle spese relative all'abitazione per chi, come me, è inquadrato come ditta individuale (in particolare il mio codice attività è 72.22.0 - Altre realizzazioni software e consulenza software).
Dato che non possiedo altri immobili, posso considerare la mia abitazione come in uso promiscuo e detrarre le relative spese al 50%? (Ovviamente la sede della mia ditta coincide con il mio domicilio).
Se dovessi cambiare casa, potrei considerare il nuovo immobile come un cespite, e ammortizzarlo (al 50%) un tot all'anno? E potrei detrarre le spese sostenute per il notaio, imposta di registro, ecc.?
Grazie
Cristiano
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si potrai fare tutto ciò sempre al 50%
(ovviamente in caso di cambio residenza dovrai fare comunicazione all'agenzia
le spese notarili e accessirie le dedure tranquillamente
ovviamente il relativo costo andrà ad aumentare il costo dell'immobile (cioè lo capitalizzi)
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Non ho precisato un paio di cose: l'acquisto del nuovo immobile avverrà come privato, non come ditta, anche perché sono in comunione dei beni con mia moglie.
Tra l'altro essendo l'appartamento per metà di mia moglie, i costi e l'ammortamento andranno calcolati sul 25% (il 50% del 50%) degli importi.A fronte di queste precisazioni, mi confermate che posso ammortizzare il costo di acquisto dell'appartamento (per il 25%)? Sarebbe un grosso risparmio fiscale, ovviamente...
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non sono un esperto ma secondo me puoi ammortizzare il 50% del totale, se l'appartamento lo compri tu a tuo nome (intestato solo a te) rientra si nella comunione dei beni ma ciò non vuol dire che siete proprietari al 50%.
il notaio sicuramente potrà chiarirti la questione.
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L'appartamento dovrà essere necessariamente intestato a tutti e 2, quindi penso di dover applicare il 25%.
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scusa ma non ho ben afferato la questione, vuoi acquistare un nuovo appartamento da privato, e non sulla partita iva, e poi dedurre le spese ed il costo sulla partita iva? c'è qualcosa che non va!
se poi ti riferisci alla deduzione del costo per servizi (quali energia elettrica, telefoniche ecc) per un attività esercitata presso il proprio domicilio, il discorso cambia!
Grazie per l'attenzione!
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Il mio dubbio è proprio quello raffo: dato che è possibile dedurre i costi relativi ai servizi anche se questi non sono fatturati sulla partita IVA, ma come privato, io mi chiedevo se non era possibile fare lo stesso per l'acquisto.
Cioè, l'ipotesi è: io acquisto come privato, ma dato che la sede della ditta coincide con il mio domicilio, perché non posso dedurre anche le spese sostenute per l'acquisto, così come si fa per le spese per i servizi?
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per me puoi tranquillamente dedurre il costo mettendo il cespite in bilancio
sempre per il 50% (in contabilità registri il costo totale riferito alla quota)
poi ammortizzi il tuo 50% ad uso promiscuo cioè al 25% (ovviamente tenendo conto delle quote di ammortamento ministeriali)
qui ci vuole Paolo secondo me
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Grazie per l'attenzione Fabio; anch'io vorrei sentire il parere di Paolo, ma mi sta ignorando alla grande :x. Che sia già in ferie??
Strano però che le opinioni in merito siano così discordi, il mio dovrebbe essere un caso molto comune...
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Salve qui' poiché mi viene in mente lo stesso titolo per questa discussione...
Una ditta individuale che si occupa di e-commerce vorrebbe aprire anche una sede fisica per la vendita dei prodotti che tratta.
La sede della ditta indivuduale é la casa del titolare. Da questa, attraverso un Pc, questi riesce a svolgere tutte le operazioni inerenti la sua attività di commercio elettronico.
La domanda.... puo' tale sede (abitazione del titolare) essere eletta anche a sede fisica dove effettuare l'attività di commercio?
A parte la comunicazione al comune (com1), la variazione Iva e quella al Registro Imprese....puo' questo soggetto aprirsi il negozio in casa? E se si con quali cautele?
Mi viene in mente una risposta affermativa, magari operando una opportuna separazione delle stanze adibite ad uso personale con quelle dedicate all'attività di commercio...Cosa ne pensate?
Grazie
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Le attività di commercio al dettaglio di prodotti sia alimentari che non alimentari sono regolamentate dal D.Lvo 114/98.
Esse possono essere svolte in locali atti a tale scopo e pertanto non è possibile esercitare il commercio al dettaglio all'interno della propria abitazione.
Può invece, ove sia presente, essere adattato allo scopo e secondo le norme di legge un locale (garage) dell'abitazione per l'esercizio dell'attività al minuto.
Nel caso si voglia esercitare il commercio all'ingrosso di beni (non alimentari) è possibile dichiarare come sede quella della propria abitazione.
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Grazie Contabile, cercherò di far percorrere la "soluzione garage"...
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Amplio il discorso con un'altra domanda:
le caratteristiche dei locali da destinare alla vendita sono stabilite dai singoli comuni?
E' possibile, ad esempio, sublocare (se il contratto a monte permette la sublocazione) un locale già locato ad un'associazione culturale e adibirlo alla vendita se questo locale ha i requisiti in regola?
In altre parole, l'esercizio del commercio al dettaglio (settore non alimentare) necessita dell'uso "esclusivo" del locale per la vendita o può "convivere" con altre realtà, tipo le riunioni di un'associazione culturale?