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- Misurare performance blog aziendali: come?
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ripeto...non tutti gli investimenti sono misurabili quantitativamente, specie quando si tratta di rafforzamento del brand e dell'immagine.
Volete un esempio? L'ultima campagna Eni sul rispermio energetico: cosa? la più grossa impresa italiana del settore fa una campagna per ridurre i consumi? Con quali ritorni? Immagine, immagine e ancora immagine.
Ci tengo a sottolineare questi aspetti poichè ho approfondimento la valutazione dei marchi e e dei beni intangibili e so quanto peso hanno all'interno di un'azienda.Andrea
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scusa gaiodedu ma secondo me in qualche misura tutto é misurabile e quantificabile, quando parli di valutazione di marchi e beni intangibili (come appunto l´immagine) a che tipo di valutazione ti riferisci? Credo ad una valutazione economica. Spesso, come nel caso del blog di una piccola o media impresa non conviene fare questo tipo di valutazioni per il valore dell´informazione che si ricaverebbe non giustifica il costo per ottenerla. E allora ben vengano parametri piú facilmente misurabili come quelli sopra citati. Ma io credo proprio che l´ENI prima di lanciare una campagna come quella che dici te, i suoi calcoli se li sia fatti bene, non fosse altro che deve giustificare in termini di ritorno economico (dividendo pagato o incremento prezzo azioni) ai propri azionisti le spese che effetua. Ci sono molti modelli che permettono di valutare i marchi o l´immagine
Proprio pochi gg fa nuovamente sono stati nominati 100 i marchi con maggior valore:
- Coca-Cola, $65 million
- Microsoft, $59 million
- IBM, $57 million
- General Electric, $52 million
- Nokia, $34 million
- Toyota, $32 million
- Intel, $31 million
- McDonald's, $29 million
- Disney, $29 million
- Mercedes-Benz, $24 million
google sta scalando la classifica anno dopo anno e adesso sta in 20esima posizione.
Insomma, la discussione non dovrebbe svilupparsi troppo nella valutazione dei brand ... anche se sono argomenti che possono interessare molti. Piuttosto il thread si dovrebbe concentrare su quali sono i parametri migliori da utilizzare per presentare al cliente i risultati dell´implementazione di un blog. Quindi si parametri e numeri ma anche considerazini e valutazioni qualitative. Mentre le secondo sono abbastanza ovvie i primi meritano un discussione maggiore. Il tutto sempre in IMHO
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mi rifaccio alla frase di Stealth:
se il cliente chiede quanto è il ROI di un blog immagino che non abbia capico cosa è un blog (aziendale o business).
non volevo spostare la discussione sulla valutazione del marchio (semmai l'hai fatto tu ), il mio post sottolineava la difficoltà per una piccola impresa nel valutare uno strumento difficilmente misurabile come un blog....
tutto sta, molto semplicemente, a capire quanto un'azienda sia disposta ad investire nel lungo periodo in immagine, visibilità, brand e ad esporsi e mettersi in gioco. tutto qui!
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@Stealth said:
se il cliente chiede quanto è il ROI di un blog immagino che non abbia capico cosa è un blog (aziendale o business).
Oppure significa che non abbiamo spiegato che si tratta di un'attività che NON deve essere valutata attraverso le comuni metriche delle attività di direct response (es vendita, iscrizione a NL...) in quanto non ne condivide gli obiettivi di base
A mio parere non comprendere questo assunto di base è grave, molto grave e può portare ad incomprensioni difficili da superare. Vi immaginate un cliente che dopo 12 mesi di fraintendimenti chiede: ma il blog quanto ha venduto?@Stealth said:
Il ROI di un blog è un parametro che ogni persona inventa a proprio modo.
In un mercato non ancora maturo probabilmente, invece di focalizzarsi su un concetto di ROI fantasioso e poco rassicurante per il cliente, potrebbe essere più utile presentare il blog aziendale come un'attività di PR online da valutare secondo le metriche delle PR classiche.
A proposito, qualcuno di voi ha mai fatto/ha clienti che hanno fatto PR offline?
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Che cosa intendi esattamente per 'mercato non ancora maturo"?
Quando sarà maturo e come potremo vederlo che lo sarà?
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@Fuffissima said:
Oppure significa che non abbiamo spiegato che si tratta di un'attività che NON deve essere valutata attraverso le comuni metriche delle attività di direct response (es vendita, iscrizione a NL...) in quanto non ne condivide gli obiettivi di base
A mio parere non comprendere questo assunto di base è grave, molto grave e può portare ad incomprensioni difficili da superare. Vi immaginate un cliente che dopo 12 mesi di fraintendimenti chiede: ma il blog quanto ha venduto?In un mercato non ancora maturo probabilmente, invece di focalizzarsi su un concetto di ROI fantasioso e poco rassicurante per il cliente, potrebbe essere più utile presentare il blog aziendale come un'attività di PR online da valutare secondo le metriche delle PR classiche.
A proposito, qualcuno di voi ha mai fatto/ha clienti che hanno fatto PR offline?quoto fuffissima e condivido in pieno.
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@littleseo said:
Che cosa intendi esattamente per 'mercato non ancora maturo"?
Quando sarà maturo e come potremo vederlo che lo sarà?
Ciao Littleseo, l'immaturità del mercato dellla comunicazione online si può percepire da diversi fattori, me ne vengono in mente un paio piuttosto eclatanti: l'audience è ancora limitata rispetto ad altri canali di comunicazione di massa mentre i volumi di investimenti per l'acquisto di spazi sul canale web (che comprende banner adv, keyadv, SEO, email mkt, pr online etc etc) sono ancora moooolto lontani rispetto a quelli dei media "tradizionali".Nel tempo, al crescere dell'utenza, della frequenza di utilizzo e della familiarità verso questo mezzo anche da parte di chi decide come investire i budget pubblicitari (es. direttori marketing) il mercato della pubblicità online inevitabilmente maturerà, probabilmente fino a diventare il principale canale di comunicazione, ma ti assicuro che al momento siamo ancora ben lontani da questa situazione
Voi che ne dite? Quali fattori potrebbero rendere più rapido questo processo? Quanto la diffusione dei blog aziendali soffrirà della particolare situazione di arretratezza italiana?
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Gli obiettivi di un blog aziendale sono molteplici come lo sono anche le tipologie: Corporate Blog, Brand Blog, Product Blog, CEO Blog ecc.
Aggiungo un elemento alle vostre considerazioni già molto esaurienti: uno degli obiettivi che spesso vengono (o dovrebbero essere) considerati è la possibilità di ascoltare e quindi di raccogliere feedback da parte dei clienti o potenziali tali.
Stiamo parlando di web 2.0 e non dovete fare l'errore di considerare un blog come un'evoluzione di un sito. E' (o dovrebbe essere) un progetto di comunicazione bidirezionale che si basa sull'avvicinarsi alla propria community di riferimento ma anche sull'apertura delle porte dell'azienda a consigli, pareri, commenti, critiche...
Quindi, creare o consolidare una community di "addicted" di un marchio o di un prodotto e dargli un posto dove comunicare con l'azienda può garantire sia un rafforzamento dell'immagine che una serie di consigli che aiutano a migliorare i prodotti o la comunicazione stessa, a evitare errori o a limitare il loro impatto ecc. ecc.
Si può arrivare addirittura ad attivare di un focus group globale per la creazione di un nuovo prodotto.
I blog aziendali sono uno strumento veramente potente purché aiutiamo i nostri clienti a metterci abbastanza energie in prima persona e a non avere paura di quello che può venir scritto.
Sono questi due punti il principale freno dello sviluppo.Vi consiglio come approfondimento [url=http://www.blogs4biz.info/index.php/2007/06/14/title_120]questo post di Alessio Jacona di blogs4biz su quanto emerso allo scorso web2.oltre sul tema del Corporate Blogging presentato da aziende che l'hanno iniziato.
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quoto Nereo
(ma anche Fuffissima)
i blog aziendali sono di successo quando riescono a stabilire un dialogo bidirezionale con i propri clienti a tal punto che questi partecipano alla definizione dei nuovi prodotti, e dicono quello che vorrebbero (suggerimenti ma anche critiche)..
insomma quando si crea una community: le persone commentano, si riconoscono e talvolta intervengono per difendere l'azienda da attacchi esterni. magari si incontrano pure!per rispondere alla domanda iniziale di Littleseo (ciao quanto tempo..) sicuramente **un blog per essere definito di successo **deve avere un tot di commenti, di visite, di frequenza di interventi, di iscritti al feed, ecc..
e aggiungerei anche di citazioni e link spontanei da parte della blogosferama il vero successo è quando - tramite il blog - l'azienda arriva a conoscere meglio i suoi clienti, a proporre loro quello che vogliono e perfezionare quello che non vogliono..
basta vedere casi come il Desmoblog per capire cosa voglia dire un blog di successo (ti invito a leggere se non l'hai mai fatto la pagina di commenti all'addio di Minoli, l'ex AD della Ducati, e quella di benvenuti al nuovo Ad..).
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"ma il vero successo è quando - tramite il blog - l'azienda arriva a conoscere meglio i suoi clienti, a proporre loro quello che vogliono e perfezionare quello che non vogliono.."
condivido.
il blog aziendale è fatto per ascoltare.