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Professionista e Studio associato
Buongiorno a tutti,
avrei bisogno di confrontarmi con voi sul seguente quesito.
Se un gruppo di professionisti (appartenenti alla categoria delle professioni c.d. "non protette") decidono di associarsi, possono mantenere ciascuno la propria partita iva ed eventualmente continuare ad esericitare anche autonomamente la professione, ovvero l'incompatibilità per conflitto di interessi impedisce tale ultima soluzione?
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Ciao,
senza dubbio.
Ricordo uno studio associato di un collega che manteneva anche una propria posizione iva per le sole attività da collegio sindacale.Eventuali incompatibilità o clausole limitative della concorrenza saranno regolate dallo statuto associativo.
Paolo
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Grazie Paolo,
come sempre sei molto chiaro e diretto nelle risposte che dai in questo forum.
Ma mi chiedo..... dato che in uno studio associato i soci rispondono illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali e che requisito fondamentale è l'dentificabilità della prestazione nell figura del professionista, non potrebbe crearsi una situazione di confusione nella duplice posizione del professionista tale da ledere gli interessi della clientela assistita?
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Quello è certo e finemente da te individuato.
L'esempio portato evidenziava infatti una doppia posizione fiscale per due aree professionali (consulente e sindaco) che comunque non sarebbero state sovrapponibili (il sindaco non poteva essere uno studio associato).
Diverso è senza dubbio il caso della medesima attività, per questo l'accordo associativo dovrebbe dilungarsi grandemente per egolare tutte le possibilità. Ma senza dubbio con artdite e difficili discriminazioni tra situazioni simili, che un domani potrebbero portare a contrasti.
Paolo
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grazie ancora.
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Attenzione però che se i professionisti appartengono a professioni non protette non possono costituire uno studio associato.
Resta possibile la società semplice o le forme societarie classiche.
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Mederc scusami ma come devo leggere allora il senso di questa analisi che ho trovato e che qui riporto?
Qui sembra emergere che dopo Bersani le libere professioni ( protette o meno) possono svolgere tutto in forma multidisciplinare a prescindere dall'iscrizione o meno ad albi...http://www.analisiaziendale.it/e_societa_tra_professionisti_dopo_il_decreto_bersani2_seconda_parte_2000060.html
...<Dunque, chiunque intenda svolgere un'attività professionale "esclusiva", "protetta" (iscritto in un albo) o "liberale" (non iscritto ad alcun albo) assieme ad altri professionisti con analoghe caratteristiche, potrà d'ora in avanti costituire una società di persone senza incorrere in nessun divieto, anche se tali enti sono nati per svolgere attività commerciali (come il caso delle società di persone volte alla produzione e scambi di beni e servizi). >>DOMANDA X GLI ESPERTI...
Mi aggancio al tema per sottoporre alla vostra attenzione una curiosità ...
Col decreto Bersani del 223\06 è ormai possibile dare vita alle associazioni professionali multidisciplinari.
Vigendo nel nostro ordinamento il principio dell'intuitus personae, vorrei capire come vengono tassati i compensi dell'associazione.
Cioè ogni professionista sconta un'aliquota marginale d' imposta sulla sua quota compensi ( a prescindere dal lavoro effettivamente profuso) , oppure l'associazione o lo studio associato sconta un'aliquota marginale a livello aggregato(vale a dire i singoli compensi dei soci vanno imputati tutti a nome dell'associazione) e poi il netto va in proporzione ai soci ?
Cioè Tizio=architetto
Caio=Ingegnere
Sempronio= Commercialista
costituiscono una società professionale multidisciplinare e ipotizziamo che il contributo( in termini di fatturato attivo) di Tizio sia 10, Caio 60, Sempronio 200. totale= 270
Ipotizziamo che lo statuto tace sulle quote di partecipazione ai compensi( che dunque si presumono uguali) dell'associazione.In parole semplici "ognuno pagherà il suo" ( cioè Tizio sulle 10, Caio sui 60, Sempronio sui 200) oppure tutti pagheranno aliquote su 90 ? (270/3)
Cioè l'associazione sarebbe una semplice "società di mezzi" ( i cui vantaggi sarebbero semplicemente i risparmi sull'affitto, sulle utenze, sulla segretaria etc etc. )
ovvero opererebbe come una società di persone vera e propria ?
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@colmar said:
Buongiorno a tutti,
avrei bisogno di confrontarmi con voi sul seguente quesito.
Se un gruppo di professionisti (appartenenti alla categoria delle professioni c.d. "non protette") decidono di associarsi, possono mantenere ciascuno la propria partita iva ed eventualmente continuare ad esericitare anche autonomamente la professione, ovvero l'incompatibilità per conflitto di interessi impedisce tale ultima soluzione?Buongiorno.
io avrei una domanda, in parte attinente, ma leggermente diversa da porvi.
Svolgendo un'attività come consulente posso costituire uno studio associato con gli altri professionisti con cui collaboro?Per ora, ad esempio, se io prendo un lavoro ed ho bisogno della prestazione di un'altra persona, faccio un contratto con questa. Il chè è piuttosto macchinoso, anche perchè essendo tutti ingegneri, spesso capita di dover svolgere lavori in collaborazione. Premetto che nessuno di noi è iscritto al'ordine, non essendece la necessità, ma potremmo decidere di farlo se la costituzione di uno studio associato semplificasse i rapporti professionali tra noi. Spero di essermi spiegato abbastanza bene..
Grazie per l'aiutoAndrea
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Un po in ritardo ma vorrei una conferma riguardo al fatto che una società tra professionisti non iscritti ad albo (cosiddette professioni non protette), regolarmente iscritta in camera di commercio non svolge più attività professionale ma è inquadrata come attività commerciale (società di servizi), con tutto ciò che ne consegue per gli aspetti previdenziali: ovvero iscrizione all'inps per la parte di reddito derivante dalla società anzichè ala gestione separata.