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- CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon
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@domenico-pacifico
Il pezzo sull'Evening Standard è emblematico. Ce ne sono tanti come questo ed hanno una caratteristica in comune: la difesa a spada tratta del mondo bianco, cristiano, occidentale, conservatore e ricco.
La cosiddetta "cancel culture" può colpire chiunque, è vero, ma la notizia la fa sempre il privilegiato che viene messo in discussione. In effetti, a pensarci, quanto danno o che livello di "cancellazione" potrebbe subire una JK Rowling oppure Jordan Peterson.
Per questi personaggi è solo un falso problema. Alla fine dei conti, è più un fatto di onore che di danno reale.
1 Risposta -
La Cancel Culture è ciò che producono intenzionalmente le Fake News. Un mondo, quello delle Fake News, molto più ampio di quello che le masse possono immaginare.
Prossimamente pubblicherò la mia visione sul mondo delle Fake News.
La cosiddetta "cancel culture" può colpire chiunque, è vero, ma la notizia la fa sempre il privilegiato che viene messo in discussione. In effetti, a pensarci, quanto danno o che livello di "cancellazione" potrebbe subire una JK Rowling oppure Jordan Peterson.
Per questi personaggi è solo un falso problema. Alla fine dei conti, è più un fatto di onore che di danno reale.Il vero problema che la Cancel Culture produce è la distruzione della capacità di pensiero delle masse.
1 Risposta -
@domenico-pacifico ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
La Cancel Culture è ciò che producono intenzionalmente le Fake News.
Sì, può succedere; ma in molti casi, come nell'articolo, non c'è nulla di "fake". Infatti le notizie che riguardano Rowling, Peterson, Cummins e Burchill sono vere.
1 Risposta -
@ecsit ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
Sì, può succedere; ma in molti casi, come nell'articolo, non c'è nulla di "fake". Infatti le notizie che riguardano Rowling, Peterson, Cummins e Burchill sono vere.
La mia visione sul mondo delle Fake News è ben diversa dalla visione che ne ha la massa. La mia visione supera il dogma notizia vera/falsa.
1 Risposta -
La Cancel Culture, dal mio punto di vista, è il frutto dei social. I social hanno rafforzato l'ego, l'ego ha rafforzato l'immagine che vogliamo darei di noi stessi.
Sui social c'è un rafforzamento di questa cosa. Una estremizzazione.
La Cancel Culture è frutto di questa estremizzazione. Del fatto che DOBBIAMO apparire in un determinato modo, che è migliore rispetto a X, e che sicuramente è un grande inganno rispetto a quanto siamo in realtà.
IMHO
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Io cerco di fare dei distinguo ed evitare conflazioni pericolose.
Le prime attestazioni di operazioni etichettate di "call out" o "canceling" sono da attribuire ad attivisti americani. Si tratta di persone appartenenti alle minoranze etniche e sociali (neri, ispanici, asiatici, disabili, ecc.) che hanno utilizzato il boicottaggio come forma di protesta.
Essendo impossibilitati a combattere i soprusi sulle stesso piano dei perpetratori degli stessi, hanno utilizzato la forza dei social per opporre una resistenza, che è, ai fatti, più legittima difesa che non aggressione. Nella realtà oggettiva di queste minoranze, parliamo di semplice boicottaggio.
È stata poi la destra americana che, non diversamente dalle altre situazioni, ha cominciato una campagna mediatica diffamatoria per mettere in cattiva luce questa pratica di boicottaggio, contestando la violazione della "libertà di parola", che, come ben sapere, viene (stra)protetta dalla costituzione americana.
Detto questo, per tornare alla conflazione erronea, molti fanno di tutt'erba un fascio assimilando la giusta azione di boicottaggio (per la difesa di una causa o persona/e) con altre attività (come diffamare/molestare/perseguire) portate avanti, anche nell'anonimato, dai "branchi" che si riuniscono sui social.
Per me c'è una grande differenza.
1 Risposta -
@ecsit ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
Per me c'è una grande differenza.
Sicuro ed è una giusta distinzione. Ma come tante cose che nascono in un modo e con dei valori molto condivisibili, poi l'essere umano li consuma prendendone il lato più brutto.
1 Risposta -
@domenico-pacifico ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
@ecsit ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
Sì, può succedere; ma in molti casi, come nell'articolo, non c'è nulla di "fake". Infatti le notizie che riguardano Rowling, Peterson, Cummins e Burchill sono vere.
La mia visione sul mondo delle Fake News è ben diversa dalla visione che ne ha la massa. La mia visione supera il dogma notizia vera/falsa.
In che senso? Tu dunque come intendi “fake news”? E nella tua definizione quindi rientrano le situazioni citate nell’articolo?
1 Risposta -
@giorgiotave ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
Sicuro ed è una giusta distinzione. Ma come tante cose che nascono in un modo e con dei valori molto condivisibili, poi l'essere umano li consuma prendendone il lato più brutto.
Sì, certamente. L'essere umano poi è capace delle peggiori trasformazioni e manipolazioni.
Per fare un esempio ad hoc, Linda Sarsour (che verrà al WMF), essendo impegnata nel movimento BDS, è stata accusata tante volte di utilizzare la "cancel culture" dalle lobby filo-israeliani, mentre in realtà di tratta di boicottaggio.
Per questo, i distinguo sono fondamentali.
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@martinowong ha detto in CANCEL CULTURE’S biggest ally is SOCIAL MEDIA: a quasi-Soviet phenomenon:
In che senso? Tu dunque come intendi “fake news”? E nella tua definizione quindi rientrano le situazioni citate nell’articolo?
Spero ti possa essere tutto più chiaro quando, a breve, farò un post in cui parlerò della mia visione sul mondo dalle Fake News. Scusami se non lo faccio qui ma non vorrei ne creare un doppione ne sintetizzare troppo.