• User Newbie

    Scuola di Musica: progetto o partita iva?

    Ciao, scrivo per una questione che mi preoccupa e per la quale desidero trovare in fretta una soluzione. Sono il rappresentante legale di una cooperativa che gestisce una scuola di musica. I contratti stipulati con gli insegnanti sono stati prima di "collaborazione coordinata e continuativa" e poi (con fantasia) "contratti a progetto" e "mini co.co.co.". Ci viene detto ora dal nostro consulente che l'Inps della nostra provincia sta bocciando i contratti a progetto che (anche se non uguali) si ripetono negli anni con gli stessi collaboratori. Ci dice anche che le mini co.co.co. non sono più praticabili perché è stato chiarito che il limite dei 30 giorni non è più da intendersi "all'anno" (ad es. 30 lunedì da ottobre a maggio) ma 30 giorni consecutivi. Uniche soluzioni: assumere gli insegnanti come dipendenti o obbligarli ad aprire la partita iva. A questo punto i problemi sono 2:

    1. In alcuni casi nessuna delle soluzioni è praticabile: ci sono insegnanti che sono già dipendenti altrove (ad es. docenti presso le scuole statali) e che collaborano con noi per un pomeriggio a settimana. Non possiamo assumerli perché già dipendenti e di certo non aprirano la partita iva per un compenso mensile di circa 300 Euro.
    2. Entrambe le soluzioni generano un grosso (e non sostenibile) aggravio dei costi. Una situazione finanziaria già non rosea a causa della continua diminuzione dei contributi pubblici viene ulteriormente minata portandoci vicini alla chiusura della scuola.
      Onestamente, in questo contesto, non riesco a vedere i lati positivi della legge Biagi che, per quello che posso immaginare, incentiverà il lavoro nero invece di risolvere i problemi del precariato.
      E' possibile che non ci siano altre possibilità contrattuali? Oppure anche di diversa gestione della scuola (associazione professionale, ecc.)?
      Vi ringrazio in anticipo.
      Claudio

  • User

    Sono coinvolto anche io in un caso simile; alcune scuole civiche di musica sono passate alla partita IVA obbligatoria per gli insegnanti, indipendentemente dal numero di ore e dal reddito percepito (prendere o lasciare), altre ancora mantengono le prestazioni occasionali.
    Sarebbe interessante capire qual'è il modo corretto (e sostenibile) di gestire queste situazioni.


  • User Newbie

    Sicuramente la situazione di una scuola di musica è estremamente articolata poiché prevede varie tipologie di docenti e quindi sicuramente non è identificabile una soluzione che vada bene per tutti (c'è chi lavora in una sola scuola, chi contemporaneamente svolge un'intensa attività di spettacoli e concerti, chi è anche dipendente dello stato, chi lavora in 2 o più scuole di musica, ...). Sono anch'io però perplesso nel vedere che ogni scuola di musica fà a modo suo e c'è chi riesce a star tranquillo stipulando addirittura contratti di prestazione occasionale! Mi piacerebbe conoscere l'opinione di Paolo in merito.


  • Super User

    Ciao e benvenuto,

    premetto che non sono un consulente del lavoro e dunque non ho la panoramica completa di tutte le fattispecie contrattuali... non è il mio lavoro.

    Innanzitutto scorgo un problema a carico degli insegnati pubblici... essi infatti hanno un obbligo di esclusiva verso lo Stato che impedirebbe loro qualsiasi attività lavorativa per terzi (sia con iva, che cocopro ecc.) parallela a quella statale. Dovrebbero essere appositamente autorizzati mi sembra dal Provveditore.

    Inutile dire che non trovo possibili collaborazioni occasionali (meramente o coordinate) in quanto di occasionale in un corso continuativo vedo ben poco.

    La partita iva, ove praticabile risolverebbe.... magari con il regime agevolato art. 13 L. 388/00 e le nuove disposizioni di cui al DL 223/06 in tema di "partite iva speciali" senza adempimenti sotto i 7000 euro.... avrebbero davvero pochi adempimenti e potrebbero sfruttare il tutor gratuito.

    In effetti, nonostante un corso musicale possa essere un bel progetto.... continuare anno dopo anno equivarrebbe a dare altro inquadramento a quanto già fanno da dipendenti.... un po' criticabile.

    Paolo


  • User Newbie

    Ringrazio tantissimo Paolo per i suggerimenti relativi all'apertura delle "partite iva speciali" senza adempimenti sotto i 7000 Euro. Un corso di musica gratuito da noi! 🙂
    Tre domande, se posso:

    1. Queste partite iva sono "apribili" già da ora?
    2. Nell'ipotesi che un insegnante fatturi 18,00 Euro + Iva all'ora, qual è il suo netto? (se non sbaglio c'è l'esenzione irpef, ma devono pagare l'inps - e l'irap?) Anche loro deducono i costi?
    3. Come può la cooperativa recuperare il 20% di iva in uscita, se l'iva sulle rette degli allievi in entrata è solo del 4% (prestazione didattica) e se le fatture degli insegnanti sono esenti da ritenuta d'acconto? D'accordo, l'iva a credito va a compensare tutte le imposte e i contributi che la cooperativa dovrebbe pagare, ma in caso di ulteriore credito cosa succede?

  • Super User

    Purtroppo sono sempre stato la negazione personificata del musicista!!!

    1. si, è già operativo (addirittura il regime naturale dei piccolissimi), io non ne ho ancora aperte però, quindi operativamente non ho ancora esperienza.

    2. Non faccio calcoli qui sul forum. Ti dico che un "soggetto iva agevolato art. 13 L. 388/00" paga irap oltre gli 8000 euro al 4,25%, imposta sostitutiva del 10% su imponibile (compensi - spese) ed i contributi alla gestione separata inps (con aliquota agevolata se già dotato di altra copertura previdenziale).

    3. Non mi intendo di cooperative, ma esistono la dichiarazione annuale che permette di recuperare l'eventuale credito iva e, a certe condizioni, le istanza trimistrali di rimborso /compensazione. Ma è bene sapere che quel regime particolarissimo sotto i 7000 euro prevede la non applicazione da parte loro dell'imposta e dunque voi non finireste a credito.

    Paolo


  • User Newbie

    Scusate, sono nuovo del Forum.
    Mi è piaciuto molto il problema sollevato sulle scuole private di musica e gli insegnanti, si fa per dire, occasionali: in realtà si tratta di persone che lavorano da diversi anni nella medesima scuola e guadagnano circa 300 € per un pomeriggio la settimana.
    Non condivido il fatto che ci siano docenti delle scuole pubbliche che facendo il "doppio lavoro", probabilmente neanche autorizzato, di fatto affamano i poveri disoccupati che non trovano sbocchi occupazionali. Persino nei conservatori di musica ho trovato docenti che hanno due e tre incarichi.
    Non ce l'ho con i docenti delle scuole pubbliche, però ho come la sensazione che, in un momento critico come il nostro, ognuno porti acqua al proprio mulino e non si preoccupi tanto degli altri.
    Ritengo la P.IVA non sia facilmente praticabile perché, se non erro, occorrono 2.700,00 € l'anno e, senza commercialista, le pastoie burocratiche non ti fanno dormire sonni tranquilli.
    La somma percepita mensilmente non consente ad un giovane di affrontare simili spese. Mi sbaglio?
    Mi piacerebbe conoscere il vs pensiero in proposito. Grazie