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Lavoro dipendente e coniuge con lavoro autonomo
Buonasera a tutti.
Un plauso al sito e in particolare a Paolo per l'impegno e il tempo che dedica a un servizio di questo tipo.
Vorrei sottoporre il seguente quesito:
Ho un reddito di lavoro dipendente di circa 26.000. Fino al 2004 con moglie a carico, dal 1/1/2005 ha iniziato la nuova attività di studio legale optando per il "famigerato" regime agevolato. Risultato: ho perso la detrazione per la moglie a carico (circa 600 euro annui se non mi sbaglio), mentre lei ha sviluppato un volume d'affari di soli 8.000 euro. Tolte IVA, IRPEF, IRAP, e spese vive (trasferte, pranzo, benzina, ecc.ecc.) se è andata pari è grasso che cola. Quest'anno, a fronte del lieto evento della maternità e a causa delle difficoltà del mercato, fatturerà anche meno. Visto che l'anno prossimo si prevede una attività quasi nulla (anche per il parto a metà marzo), mi chiedo e parto con le domande:- Vale la pena continuare con questo regime agevolato, visto che non si possono detrarre nemmeno le spese mediche? L'agevolazione dell'Irpef è secondo me relativa visto il basso volume d'affari. Sto anche valutando l'ipotesi di consigliarle di chiudere la partita IVA e in caso di pratiche legali a spot l'anno prossimo esiste una fatturazione tipo "occasionale"?
- Pertanto, posso dichiararla a mio carico se l'anno prossimo non fatturasse più di 2840 euro annui?
- Cosa rischia per quanto riguarda i famosi studi di settore? visto tutte le difficoltà sarebbe il colmo dover pagare su un fatturato inesistente.
- Ho notato che non ha pagato l'INPS, scusa l'ignoranza ma è obbligatorio?
- In funzione della nuova finanziaria mi sai brevemente accennare se il mio reddito avrà benefici o penalizzazioni? Considerando che dall'anno prossimo, ovviamente se tutto va bene avrò anche le detrazioni e assegni familiari per il figlio a carico.
- Si sa qualcosa sul bonus bebè?
Credimi, come me saranno tanti giovani, ma andare avanti con un mutuo da pagare di 700 euro mese con 1550 euro di fisso mensile con un figlio in arrivo non è per niente facile e mi spaventa un po'. Vorrei fare quindi la scelta migliore non per guadagnare più... per rimetterci di meno.... sono pronto a qualsiasi sacrificio x poter garantire a mio figlio tutte le cose di cui avrà bisogno.
Ringrazio in anticipo tutti quanti vorranno dare un commento alla presente.
Francesco
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Ciao Francesco.
Io valuterei seriamente la chiusura dell'attività. Semmai la riaprirà quando vi si potrà dedicare con l'intensità che merita.
Avresti il vantaggio di tornare alla precedente situazione (detrazioni/deduzioni) e non rischiare accertamenti da studi di settore.
A questo ultimo proposito un collega di studio ha avuto il caso di avvocato in gravidanza che ha naturalmente lavorato molto meno e che è stato accertato per non congruità da studi di settore. In contraddittorio non hanno voluto sentir ragioni e si è andati al tribunale tributario.
E' un caso limite di "troppa diligenza" del funzionario... ma intanto è capitato.In effetti se l'attività legale non è quella di avvocato direi che post parto potrà fare collaborazioni occasionali, se invece è proprio avvocato, l'iscrizione all'ordine rende "pericolose" le collaborazioni occasionali in quanto potrebbe venir presunta la professionalità (contraria all'occasionalità) che necessita della partita iva.
Come detto potrà tornare a tuo carico in base ai limiti che vigeranno il prox anno.
Non mi pronuncio sulla finanziaria finchè il Parlamento non avrà detto la sua e il DL sarà convertito in Legge.... potrei parlare al vento.
Paolo