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Storytelling
Salve, mi potete consigliare qualche buon testo in italiano per imparare lo Storytelling?
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Ciao jeffreyold,
io ho frequentato un corso di storytelling all'università, in triennale. I libri che su cui ho studiato erano "Storyselling" e "Manuale di storytelling" di Fontana (Etas Milano) e "Il ponte narrativo - Le scienze della narrazione per le leadership politiche contemporanee" di Fontana e Sgreva. Entrambi gli autori docenti all'università di Pavia... I libri erano piuttosto interessanti, forse puoi partire da qui
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Ciao partidibambola,
l'argomento mi interessa moltissimo...anche se la domanda che mi assilla è: si può "imparare" lo storytelling?
Il corso che hai seguito che effetti benefici/spunti interessanti ti ha portato?
Ultima domanda ...Esiste una bibliografia più ampia sul tema, anche web, oppure appunti dei prof online, magari dai siti universitari?Grazie mille
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Ciao Valijolie!
Penso che tu abbia colto nel segno con la tua domanda. Lo storytelling secondo me è difficile da imparare se non si hanno attitudine e carattere adeguati... Dalla cosiddetta "parlantina" alla capacità di ragionare per metafore, associazioni mentali e così via. Personalmente non è proprio il mio genere di attività visto il mio carattere introverso e poco combattivo! Quindi non ho frequentato il corso per diventare una brava storyteller. L'ho frequentato per capirci di più e avere maggiori strumenti per "affrontarne uno"! Il pregio dei corsi di comunicazione (quelli fatti bene) è che non ti insegnano soltanto a comunicare ma anche a interpretare e decifrare la comunicazione che viene rivolta a te, ed eventualmente anche a "difenderti" da essa. Grazie a questi libri e a questo corso ho iniziato a vedere comunicazione politica, giornalistica e di marketing sotto altre luci e a interpretarle molto meglio, riuscendo molto più facilmente a intuire/capire perchè e percome la persona che sta parlando ha detto quella frase, usato quell'iperbole, fatto quel percorso logico, utilizzato quegli argomenti e così via... E comunque per quanto poco avvezza a questo genere di comunicazione devo ammettere che qualche strategia mi è tornata utile in questi anni!
Per quanto riguarda invece una bibliografia più ampia mi dispiace ma non saprei dirti altro. Ma potresti provare a scrivere a Andrea Fontana, il docente di storytelling dell'università di Pavia, trovi il suo indirizzo su cim.unipv.it/web/didattica/docente/andrea-fontana , è sempre stata una persona molto disponibile e credo che ti aiuterà volentieri!
Ciao
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Ciao Fiorella
grazie per le indicazioniIn questi giorni ho approfondito un po' la materia e letto vari articoli, anche perché in occasione delle elezioni si è parlato anche di storytelling in relazione ai vari candidati.
L'argomento mi interessa molto, soprattutto perché, come dici, si possono indagare i vari meccanismi della comunicazione che vengono utilizzati per emozionare, convincere e portare chi ci legge e ascolta a condividere e sposare la nostra narrazione.
La mia passione però nasce da un gusto per la scrittura e il raccontare che poco ha a che fare con la vendita e con quella mercificazione delle storie, studiate per creare bisogni indotti che altrimenti non avremmo avuto o per forzarne altri.
Questo aspetto ambivalente mi mette un po' a disagio.
Lo stesso libro di Fontana ha un titolo emblematico, per cui il raccontare storie si trasforma nel venderle, e saperlo fare bene, snaturandone o forse sforzandone il senso originario.
Confesso un po' di allergia, così come già mi capitava con la pnl.Tuttavia quello che mi fa continuare comunque ad approfondire lo studio è la curiosità e la possibilità che gli strumenti web offrono per raccontare storie. Sono convinta infatti che tanto i prodotti, così come i fenomeni, i luoghi e le persone (nelle loro istanze, lotte e desideri) possano aver bisogno di narrazioni per farsi conoscere. E dopotutto l'eticità di un'azione sta nel chi sceglie come compierla, quindi a priori lo storytelling non è un fatto negativo.
Che poi, se ci pensi, è chiamare con un nuovo nome cose che esistono da sempre. Quando gli uomini inventavano storie di divinità per spiegare i fenomeni atmosferici...non era forse storytellig?
Aspetto le tue considerazioni
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@valijolie said:
Che poi, se ci pensi, è chiamare con un nuovo nome cose che esistono da sempre.
Gli uomini hanno sempre avuto bisogno di raccontare e ascoltare grandi storie.
L'Odissea è una storia, la Divina Commedia è una storia, la Bibbia è una storia. Il filo che unisce queste narrazioni è semplice: l'uso di una storia per spiegare concetti superiori, per dimostrare che c'è bisogno di qualcosa o di qualcuno, per convincere che una strada è migliore di un'altra.
C'era bisogno di nomi così importanti? Sì, perché la sostanza non cambia: dalla parabola al Vangelo, fino alle favole dei Fratelli Grimm si usa la narrazione per spiegare attraverso immagini semplificate i fatti della vita. Anzi, per spiegarli secondo** un'ottica particolare**.
La stessa cosa vale per il mito: gli antichi non riuscivano a spiegare il fulmine che rompeva il silenzio della notte, e diedero a Zeus la facoltà di lanciare saette. Gli uomini hanno bisogno di storie per vivere e sopravvivere all'ignoto.
Io suggerisco un libro a chi ama lo storytellyng: Le città invisibili di Italo Calvino. Fantastico.
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Ciao Riccardo
conosco benissimo Le città invisibili, è uno dei miei libri preferiti!Quello che tu descrivi è uno storytelling che s'intreccia con l'esistenza, ma cosa ne pensi delle aziende che usano queste narrazioni per raccontare una storia diversa, caricata di significati morali che magari non corrispondono esattamente alla realtà?
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Ciao Riccardo,
concordo con te, Le Città Invisibili è un libro davvero fantastico. Di quelli che hanno il pregio di essere senza tempo, sempre attuali.Valijolie, rispetto alle tue considerazioni mi trovi molto d'accordo. Ogni forma di comunicazione a pensarci bene è un modo di raccontare una storia; se parliamo poi della comunicazione di marketing delle aziende, beh, anche in questo caso la narrazione è il cuore di tutto. Ciò che si veicola con la narrazione forse ormai non sono più tanto i bisogni o i desideri quanto le esperienze. O meglio - il bisogno o il desiderio di sentire, provare una determinata esperienza ... Che viene collegata direttamente per associazione al prodotto o al marchio. Per sommi capi si potrebbe dire che sempre più spesso le persone non comprano quei biscotti di **quella **marca perchè sono buoni, o perchè devono soddisfare il loro bisogno di cibo al mattino. O meglio, è uno dei fattori motivazionali che spingono un consumatore ad acquistare quei biscotti, ma non è il principale. La proposta di valore vera e propria spesso è l'atmosfera calda e avvolgente del momento della colazione con la propria famiglia, tra tavole imbandite e sole che fa capolino, sorrisi e trucco perfetto... Che poi coincide ben poco con la realtà
Ovviamente questo è solo un esempio, se ne possono fare molti altri in cui la narrazione veicola atmosfere che portano con sè significati o comportamenti che sarebbe meglio evitare di far desiderare... Soprattutto a certi target, quelli più "indifesi" per così dire.
Insomma secondo me lo storytelling è uno strumento, che come molti altri può essere usato per fini nobili (o semplicemente corretti) oppure no. Un Martin Luther King che infiamma un popolo oppresso con un discorso è una cosa meravigliosa, mentre uno spot di un farmaco che ti fa credere che un po' di raffreddore si deve per forza curare con una medicina che ha millemila effetti collaterali invece che un po' di propoli, un bel po' di zenzero, un po' meno caffè e una serata in meno in giro per locali è una cosa che può far rabbrividire. Molti direbbero che è una delle grandi contraddizioni di questo tempo, a mia opinione non è che sia una novità (come dici giustamente tu lo storytelling lo facevano anche i greci che raccontavano miti per spiegare i fenomeni della natura, e in fondo la retorica l'hanno inventata loro!), è anche vero che noi che lavoriamo in questo campo ce ne accorgiamo di più (c'è fior fior di gente che non studia comunicazione, non se ne interessa e non ha la bencheminima idea di ciò di cui stiamo parlando)...
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@valijolie said:
cosa ne pensi delle aziende che usano queste narrazioni per raccontare una storia diversa, caricata di significati morali che magari non corrispondono esattamente alla realtà?
Sbagliano. Raccontare una storia vuol dire nascondere significati dietro fabula e intreccio, dietro personaggi che diventano metafora di valori. Deformare la realtà attraverso gli strumenti dello storytelling vuol dire mentire. E secondo David Ogilvy...
Il consumatore non è un idiota, è tua moglie. Non mentire a tua moglie e non mentire alla mia.