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Notifiche per rilevamento di link non naturali
La notte del 20 luglio un cliente riceve la notifica di Strumenti per i Webmaster di Google di rilevamento di link non naturali che rimandano al suo sito:
"Gentile proprietario o webmaster del sito xxxx, Abbiamo rilevato che alcune pagine del tuo sito potrebbero fare uso di tecniche non conformi alle Norme sulla qualità di Google (con link alle norme ndr). In particolare, verifica la presenza di link potenzialmente artificiali o non naturali, diretti al tuo sito con lo scopo di manipolare il PageRank. Esempi di link non naturali potrebbero essere link acquistati per aumentare il page rank o acquisiti attraverso la partecipazione a schemi di link. Ti invitiamo ad apportare modifiche al tuo sito in modo che rispetti le nostre linee guida sulla qualità. Dopo avere apportato tali modifiche, invia il tuo sito per la riconsiderazione nei risultati di ricerca di Google. Se trovi link non naturali diretti al tuo sito che non riesci a controllare o rimuovere, specifica i dettagli nella richiesta di riconsiderazione. Per eventuali domande sulle modalità di risoluzione del problema, visita il nostro Forum di assistenza per i webmaster per ricevere assistenza. Cordiali saluti, Il team per la qualità della Ricerca Google"
Molti, moltissimi hanno ricevuto la stessa notifica. Ma quella notte non lo sapevamo ancora. Abbiamo perciò lavorato per cercare di capire. Interventi dove possibile, anche perchè il sito ha un lungo storico e noi ce ne occupiamo da meno di un anno. E richiesta di riconsiderazione partita alle 5 di mattina.
Premetto che il sito non ha subito variazioni di rilievo nel posizionamento o cali di traffico dal 20 luglio.
Ci aspettavamo una risposta in non meno di due settimane. Ma stamattina ci siamo ritrovati questo messaggio (datato 25 luglio):Gentile proprietario o webmaster del sito xxxx Abbiamo ricevuto una richiesta dal proprietario del sito per la riconsiderazione della conformità di xxxxx rispetto alle Istruzioni per i Webmaster di Google. Abbiamo esaminato il tuo sito e non abbiamo rilevato interventi manuali da parte del team webspam che potrebbero influire sul posizionamento del sito su Google. Non è necessario presentare una richiesta di riconsiderazione per il tuo sito perché eventuali problemi di posizionamento riscontrati non sono correlati a un intervento manuale intrapreso dal team webspam. Naturalmente, potrebbero esistere altri problemi relativi al tuo sito che ne influenzano il posizionamento. I sistemi di calcolo di Google determinano l'ordine dei nostri risultati di ricerca utilizzando una serie di formule note come algoritmi. Ogni anno apportiamo centinaia di modifiche ai nostri algoritmi di ricerca e impieghiamo più di 200 indicatori diversi per determinare il posizionamento delle pagine. Via via che i nostri algoritmi e il Web (compreso il tuo sito) cambiano, potrebbe verificarsi qualche fluttuazione nel posizionamento, in quanto apportiamo aggiornamenti continui per presentare ai nostri utenti i risultati migliori. Se hai riscontrato un cambiamento nel posizionamento del tuo sito e sospetti che possa trattarsi di qualcosa di più di una variazione dovuta a un semplice algoritmo, ci sono altri aspetti che sarebbe opportuno valutare come possibili cause, come un'importante modifica apportata ai contenuti del tuo sito, al tuo sistema di gestione dei contenuti o alla tua architettura server. Ad esempio, un sito potrebbe ottenere un posizionamento scarso se il tuo server non offre più pagine a Googlebot o se hai modificato gli URL di molte pagine del tuo sito. Questo articolo (con link all'articolo ndr) include un elenco di altri potenziali motivi per cui il tuo sito potrebbe avere un rendimento scarso nelle ricerche. Se non riesci ancora a risolvere il problema, visita il nostro Forum di assistenza per i webmaster per ricevere assistenza. Cordiali saluti, Team per la qualita' della Ricerca di Google.
Io vi chiedo, allora che significa la notifica del 20 luglio?
Solo che anche Google può sbagliare, o cosa?
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Sì in questo caso google ha sbagliato e ha ammesso l'errore.
Se vuoi i dettagli sono qui:
http://seoblog.giorgiotave.it/link-innaturali-google/2576
http://seoblog.giorgiotave.it/google-link-innaturali-caos/2580
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Grazie Juanin,
ho seguito tutta la vicenda e non mi sono persa nessun dettaglio.
Ho anche pensato durante questi 5 giorni che non era necessario mandare la riconsiderazione...
Ma questa risposta mi ha invece convinto del contrario. Perchè, pur avendo subito confortato il mio cliente - con cui ho un grande rapporto di stima e fiduacia reciproca - , solo con questa risposta gli ho tolto qualsiasi dubbio o preoccupazione.Ma c'era un altro modo di comportarsi in questa vicenda?
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Ciao a tutti, innanzitutto. Sono nuovo del forum, mi occupo di informatica dai tempi dell'UNIVAC e del FORTRAN. Ma dopo questa "twitteriana" presentazione passiamo subito all'argomento.
Le indicazioni che Google dà ai propri utenti e webmaster sono talmente lacunose che, per un sistema così impattante sulla vita di molte aziende e mezzi di informazione, credo violino diverse leggi italiane. La storiella dei "link innaturali" mi ha fatto contattare da una simpatica e sconosciuta titolare di un e-commerce che richiede la rimozione del suo link da un mio portale sperimentale... Dall'accaduto sto ravvisando un modo di agire di Google che danneggia l'altrui libertà di operare con lo strumento internet, quasi ad identificare quest'ultimo con Google stessa. Se avete tempo, ma ahinoi, è una risorsa limitatuccia... vi riporto in calce la bozza di un documento che sto preparando, con l'avvertenza che mi rendo conto che suonerà ridicolo, ma odio i colossi che decidono il bello e cattivo tempo perché in grado di operare una sorta di "ricatto" sui fruitori di loro servizi che li stanno (abbastanza meritoriamente, devo dire) arricchendo:Spett.le Ufficio Legale di Google,
essendo la presente una comunicazione informale, è scritta in prima persona. E' inoltre scritta in italiano giacché si presuppone che un fornitore di servizi internazionale abbia gli strumenti linguistici per operare al meglio nei paesi in cui è presente.PREMESSA
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l'insieme di strumenti offerti da Google lo ha reso di fatto il leader mondiale che può incidere, con le proprie regole, sull'andamento economico di aziende che operano su internet (e-commerce, siti di informazione, ecc.). Per questo motivo Google deve rispondere delle leggi presenti in ogni signolo paese che raggiunge. Deve inoltre fornire imparzialmente, medesimi mezzi ed opportunità a tutti gli utenti, fermo restando i legittimi servizi a pagamento.
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Personalmente ritengo di appartenere a quelle realtà microscopiche che operano in completa autonomia da Google, giacché interessato esclusivamente alla sperimentazione informatica e ad internet. Tempo fa ho scritto del codice che senza usufruire di ALCUNO dei servizi Google ha creato una cosiddetta "DIRECTORY" che ha la caratteristica di essere no-profit (con oltre 160'000 siti elencati). Questo esperimento probabilmente a breve sarà anche cancellato, ma al momento le leggi democratiche vigenti in Italia non mi vietano di raccogliere con mezzi autonomi dati pubblici su internet e riunirli in un portale. Dati raccolti senza l'utilizzo, si riconferma, di alcuno strumento di Google.
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Le indicazioni di Google su come far evitare ai clienti il declassamento o la scomparsa dal proprio motore di ricerca non forniscono strumenti sufficienti. Le frasi generiche che si trovano in tutte le pagine ufficiali di Google implicano che i webmaster e/o i titolari dei siti conoscano nei minimi dettagli il funzionamento degli algoritmi di posizionamento in Google. Prendiamo solo una di queste avvertenze (ma ne sto preparando molte altre a dimostrazione della mia tesi):
"[...] Se sei preoccupato a causa di un altro sito che contiene un link diretto al tuo sito, ti suggeriamo di contattare il webmaster del sito in questione. Google aggrega e organizza le informazioni pubblicate sul Web; non abbiamo il controllo sui contenuti di queste pagine. [...]"
Come può un webmaster "essere preoccupato" se conosce solo un centinaio di regolette per non offendere il page ranking, ma gli sfuggono migliaia di altre condizioni comprensibili solo con un accurato studio degli algoritmi di Google? Il fatto che Google stesso decida di estrapolare quelle regole che ritiene fondamentali è sicuramente un arbitrio, visto le conseguenze catastrofiche che il posizionamento può avere per alcune aziende.
IL CASO IN ESAME
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La titolare di un e-commerce mi ha chiesto di essere cancellata dal portale di cui al punto 2) perchè ha ricevuto da Google il "classico" avviso di warning relativo a "link innaturali". Google, tuttavia, non elencando gli URL che a proprio opinabile avviso, contengano link innaturali, ha "costretto" la titolare in questione ad una vana ricerca tra migliaia di link. Ella, non sapendo più cosa fare, ha iniziato a chiedere la rimozione dei propri link da vari "blog" e "directory" (blog e directory si intendano al plurale per una regola della nostra grammatica italiana), ivi incluso il mio portale. Le richiesta della utente in questione iniziano peraltro a farsi insistenti e fastidiosette (la comprendo poiché è praticamente costretta a comportarsi così dalle politiche di Google).
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Se Google ha generato un warning e poi lo ha inviato, è ovvio che conosce gli URL che hanno allertato il proprio sistema informatico. Le motivazioni per le quali Google invia questi messaggi senza elencare gli URL che li hanno generati, a mio modesto avviso, suonerebbero ridicoli in una sede giudiziaria: se si accusano dei link innaturali essi vanno elencati apertamente. Se Google non li elenca perché sospetti e non certi, allora si astenga da qualsiasi azione, giacché in Italia si opera (ad esempio si dichiara fallita una società) in base a prove e all'esito di un giudizio, non a sospetti.
CONCLUSIONI
ritengo che dall'accadimento sinteticamente descritto al punto 5) e dalla considerazione al punto 1) Google abbia danneggiato la mia personale libertà di operare sia professionalmente, sia come mero usufruitore di internet, non avvertendo la cliente di cui al punto 5) di quali siano i link per i quali si ravvisa la "innaturalità". Se Google non è in grado di rilevarli automaticamente, allora si astenga dal minacciare gli utenti da declassamenti o rimozioni. Se ravvisa in alcuni URL la presenza di irregolarità, allora elenchi detti URL assumendosi ovviamente le eventuali responsabilità legali delle sue azioni.
Esattamente come Google non elenca gli url a suo avviso irregolari né rende pubblici gli algoritmi le cui regole i webmaster dovrebbero "empaticamente" o "telepaticamente" rispettare, io non fornisco -in questa fase- i riferimenti della utente di cui al punto 5), né dettagli sui software da me sviluppati (rif. punto 2).
Mi riservo pertanto di adire le vie legali Vs questa Società qualora non dovessi ritenere sufficienti le misure e/o le spiegazioni che essa vorrà gentilmente (ed eventualmente) comunicarmi.Distinti saluti
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Ciao cylon,
hai poi avuto modo di spedire quanto da te scritto?
La risposta è stata?
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Dubito ci sia stata o ci possa essere una risposta
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@cylon said:
Ciao a tutti, innanzitutto. Sono nuovo del forum,
Benvenuto !
@cylon said:
Le indicazioni che Google dà ai propri utenti e webmaster sono talmente lacunose che, per un sistema così impattante sulla vita di molte aziende e mezzi di informazione, credo violino diverse leggi italiane.
"Credo" !
Scusami ma trovo molto lacunoso il tuo "credere".
Puoi fare un elenco dettagliato ed esaustivo di quanti e quali leggi violerebbe Google?
Ma "leggi vere e reali" , non quelle che sono i nostri pensieri e che per magia alla Harry Potter si trasformano in misteriose quanto repentine "leggi italiane" !@cylon said:
La storiella dei "link innaturali" mi ha fatto contattare da una simpatica e sconosciuta titolare di un e-commerce che richiede la rimozione del suo link da un mio portale sperimentale... Dall'accaduto sto ravvisando un modo di agire di Google che danneggia l'altrui libertà di operare con lo strumento internet
Google non viola nessuna legge nel segnalare quello che a suoi occhi giudica "link innaturale".
La simpatica è sconosciuta titolare di un e-commerce che richiede la rimozione del suo link da un tuo portale "sperimentale" sta esercitando semplicemente un suo preciso **diritto **: avrebbe potuto farlo uguale anche in assenza di una specifica segnalazione da parte di Google.
Faccio un esempio : hai una tua rivista nel quale citi un negozio. Un consulente avverte il propietario del negozio che tale presunta pubblicità è delteria per i suoi affari. Il proprietario del negozio ti chiede di togliere via la pubblicità dalla tua rivista e per questo esercita un suo preciso diritto.
Tu non la rimuovi, il proprietario prima ti diffida legalmente e poi chiede la rimozione forzata citandoti in giudizio.
Se tu non rimuovi la pubblicità chi viola il diritto di qualcuno ? Tu o il consultente ( Google ) ?@cylon said:
vi riporto in calce la bozza di un documento che sto preparando, con l'avvertenza che mi rendo conto che suonerà ridicolo, ma odio i colossi che decidono il bello e cattivo tempo perché in grado di operare una sorta di "ricatto" sui fruitori di loro servizi
Nulla di ciò che si fa deve essere considerato ridicolo se ci si crede veramente : bisogna vedere , alla fine della giostra, se ciò in cui si crede è giusto o meno, ma questa è un altra storia.
@cylon said:
La titolare di un e-commerce mi ha chiesto di essere cancellata dal portale di cui al punto 2) perchè ha ricevuto da Google il "classico" avviso di warning relativo a "link innaturali". Google, tuttavia, non elencando gli URL che a proprio opinabile avviso, contengano link innaturali, ha "costretto" la titolare in questione ad una vana ricerca tra migliaia di link. Ella, non sapendo più cosa fare, ha iniziato a chiedere la rimozione dei propri link da vari "blog" e "directory" (blog e directory si intendano al plurale per una regola della nostra grammatica italiana), ivi incluso il mio portale. Le richiesta della utente in questione iniziano peraltro a farsi insistenti e fastidiosette (la comprendo poiché è praticamente costretta a comportarsi così dalle politiche di Google).
No : è insistente e fastidiosetta solo perchè sta cercando di esercitare un SUO DIRITTO che tu continui a negargli.
Ma quando hai messo il link l'hai informata e chiesto il suo permesso? Io dico di no...
Perfino Google , che tu accusi di violare le "leggi italiane" dispone di un apposita funzione per cancellare un tuo sito dalla serp.
Pensa te !
La signora te lo sta chiedendo e tu non ottemperi ...accusando Google di essere "illegale" !@cylon said:
Se Google ha generato un warning e poi lo ha inviato, è ovvio che conosce gli URL che hanno allertato il proprio sistema informatico. Le motivazioni per le quali Google invia questi messaggi senza elencare gli URL che li hanno generati, a mio modesto avviso, suonerebbero ridicoli in una sede giudiziaria: se si accusano dei link innaturali essi vanno elencati apertamente. Se Google non li elenca perché sospetti e non certi, allora si astenga da qualsiasi azione, giacché in Italia si opera (ad esempio si dichiara fallita una società) in base a prove e all'esito di un giudizio, non a sospetti.
Google considera innaturali quei link, così come tu puoi considerare saporita la crostata e indigesta la marmellata.
E che c'entra con la procedura fallimentare ?
Contrariamente a quello che fai tu , accusando Google di llegalità ( cosa perlatro grave se non fosse il solito motivetto cantato quando la volpe non arriva all'uva ! ) , Google non ti sta accusando di niente.
Sta soltando dicendo che considera "innaturali" alcuni link e quindi , per lui, per la sua serp, dannosi.
Io posso dire a un mio cliente che reputo un link dannoso? Se la risposta è si...ti sei risposto da solo.@cylon said:
Google abbia danneggiato la mia personale libertà di operare sia professionalmente, sia come mero usufruitore di internet, non avvertendo la cliente di cui al punto 5) di quali siano i link per i quali si ravvisa la "innaturalità".
La cliente ? Danneggiata la tua libertà personale ?
E' la signora che aderendo al suggerimento del motore di ricerca TI HA CHIESTO LA RIMOZIONE DEL LINK ESERCITANDO UN SUO PRECISO E INNEGABILE DIRITTO.
Allora se glielo avessi consigliato io avresti accusato anche me di attentare alla tua libertà e di essere contro precise "leggi italiane" senza peraltro chiarire quali ?
Ecco dici che "...giacché in Italia si opera (ad esempio si dichiara fallita una società) in base a prove e all'esito di un giudizio, non a sospetti..." e poi ...lanci sospetti su altri allo stesso modo !@cylon said:
Se Google non è in grado di rilevarli automaticamente, allora si astenga dal minacciare gli utenti da declassamenti o rimozioni. Se ravvisa in alcuni URL la presenza di irregolarità, allora elenchi detti URL assumendosi ovviamente le eventuali responsabilità legali delle sue azioni.
Io spero solo che tu sappia esattamente quello che dici ! Responsabilità legali ?
@cylon said:
Mi riservo pertanto di adire le vie legali Vs questa Società qualora non dovessi ritenere sufficienti le misure e/o le spiegazioni che essa vorrà gentilmente (ed eventualmente) comunicarmi. Distinti saluti
Buona fortuna !
Sono curioso di leggere l'atto di citazione rigorosamente in inglese poichè per queste controversie il foro competente , se non erro, è quello inglese...e pagare un avvocato inglese penso che costi svariate decine di migliaia di sterline che al cambio ...fanno parecchi euro.Posso fare una battuta ? Credimi è solo una battuta per sdrammatizzare !
Sapessi quanti Davide conosco che pensando di abbattere il Golia hanno utilizzato la fionda delle loro convinzioni ( non basate su leggi vere e reali ) e ...l'elastico della fionda gli si è spezzato sul viso e la pietra caduta sui loro piedi !
Oooops mi sono accorto solo ora che si tratta di un messaggio "datato" di quasi un anno fa !!!
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Le richiesta della utente in questione iniziano peraltro a farsi insistenti e fastidiosette (la comprendo poiché è praticamente costretta a comportarsi così dalle politiche di Google).
Il tuo post poteva contenere degli spunti interessanti... ma quando ho letto questa frase ho capito che stavo perdendo tempo a leggerti... senza polemiche, ma è propria una frase che non si può scrivere in questo caso, hai ampiamente torto.
azz... non avevo letto anch'io che il mex era vecchio...