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- Cosa è successo ad Aruba ????
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Il sito Aruba è tornato accessibile, credo che per loro ci sia una via preferenziale
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Per gli aficionados di Aruba: avete mai avuto la necessità, usando una web-application, di lanciare dei CRON job?
Anche per questo ho lasciato Aruba... sopporto ancora i provider che usano Plesk, ma Aruba ha un pannello di controllo pietoso... che ci vorrebbe a installare cPanel che è quasi lo standard?
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@nextcode said:
P.S.
Non volevo scatenare una "guerra di religione" sul provider migliore: ho semplicemente condiviso la mia esperienza, dopo tanti anni di Aruba ho deciso di cambiare per qualcosa che giudico più affidabile, tutto quaScusa se sono stato "fraintendibile", ma non volevo creare guerre... la mia era una apertura ad eventuali alternative.
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Aruba ti permette di impostare script in cron, non tutti preferiscono cPanel, a Plesk o ad un pannello proprietario.
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Tranquillo Anzi, il confronto serve, ci mancherebbe
Purtroppo la verità è che non esiste il provider perfetto... sigh
@Thedarkita
Sì, so benissimo come funziona il cron su Aruba, e ci siamo letteralmente "esauriti" per capire come mai non partivano i cron job, con il servizio assistenza che se ne infischiava di noi e ci scriveva in continuazione dicendo che "abbiamo bloccato il cron perché blocca il nostro server, in quanto l'esecuzione dello script è troppo lunga". Bella scoperta, era uno script di manutenzione e aggiornamento del db che eseguivamo di notte! Soluzione? Trasferimento e abbiamo risolto.Tra l'altro, cPanel è uno standard, mentre il pannello di Aruba (riduttivo al massimo) se lo sono fatti loro. Io preferirei usare la stessa interfaccia per tutti i domini che gestisco, che non sono solo di Aruba o Netsons ma spesso di provider stranieri. Ma so bene che è pura illusione
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Tantrahost probabilmente ha avuto un problema passeggero, a me adesso funziona tutto, menomale
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Sapete se le email inviate ai domini interessati dal problema andranno perse?
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Uno dei miei hosting è già tornato online.
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Bene, speriamo allora che si sistemi tutto in fretta.
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Per rendere la cosa utile per tutti e per il futuro, per chi ha un sito/i su Aruba, cercate di tenere traccia di eventuali perdite temporanee nella SERP e del tempo impiegato per riprendere le posizioni precedenti al "malfunzionamento".
Cerchiamo di rendere utile questo caso per capire ancora meglio come ragiona Google con il Down dei server
PS: Se riuscite tenete conto anche di quanto è durato il down!
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Comunque grazie a questo Aruba Fail ho potuto ri-testare la potenza di redirect 301 e le keyword nell'URL...che guardi soprattutto a questo per posizionare inizialmente un contenuto??
Dopo tutti gli "aruba incendio" e qualche "aruba spento" mi sto prendendo tutti gli "aruba down"!Tre redirect301!
Update:come mi aspettavo, Google ha digerito per bene la mia pagina, e l'ha posizionata secondo i solito fattori. Ho solo un link in ingresso e un contenuto abbastanza scarso, la seconda pagina ora è la posizione giusta!
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@Thedarkita said:
Uno dei miei hosting è già tornato online.
pian piano i miei siti stanno tornando visibili
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certo uno si affida ad una webfarm come aruba e poi basta una fiammifero acceso e ci ritroviamo con un down di oltre 12 ore ....praticamente per chi ci deve sopravvivere con un sito non è roba da poco.....
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Anche io, da editore, posso confermare l'affidabilità di Aruba, ma come la mettiamo i danni subiti dai suoi clienti? Anche di fronte ai "principi di incendio" può e deve essere identificata una responsabilità tecnica o comunque deve essere prevista una copertura assicurativa!
Sono costernato! Da troppi anni continuo a vedere circolare impunemente una sorta di "principio di irresponsabilità" vigente in internet, sponsorizzato soprattutto dalla lobby dei cosiddetti "tecnici informatici". E sottolineo "cosiddetti"...
Ovviamente, come editore non posso che essere contrario a questo principio, espresso in qualsivoglia forma e modalità (infatti, il mio sito è anche registrato in Tribunale come testata giornalistica ed io in prima persona mi ritengo responsabile come editore e come direttore responsabile di ogni virgola pubblicata sulle mie pagine).
Ma in questa sede non mi interessa portare adepti alla mia crociata. Vorrei semplicemente conoscere il parere dei tecnici "numerosi e qualificati" che partecipano a questo forum, a proposito in una paio di cosette:- è chiaro che finché si difenderà il principio di irresponsabilità, su internet sarà molto difficile fare impresa seriamente?
- è chiaro che finché nessuno si sentirà responsabile dei disservizi e le imprese non potranno rivalersi, anche i tecnici non potranno lamentarsi se i loro stipendi o le loro fatture improvvisamente non potranno essere pagate dalle imprese? Chi pagherà l'asilo dei loro figli, chi pagherà la pizza alla loro fidanzata finché gli editori su internet saranno in balia di disservizi dei quali nessuno può e vuole sentirsi responsabile?
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Aruba comunica :
" Sono state ripristinate due sale dati su tre.
Il ripristino degli UPS è ancora in corso.
Si comuica pertanto che in caso di interruzione di energia potrebbero verificarsi down imprevisti.
Seguiranno aggiornamenti "
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Il mio è ancora offline ma mentre prima non era proprio raggiungibile ora mi comunica un Error establishing a database connection.
Mah speriamo bene.
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@Carloalbertoj said:
Anche io, da editore, posso confermare l'affidabilità di Aruba, ma come la mettiamo i danni subiti dai suoi clienti?
Se non erro nel contratto c'è scritto che assicurano un uptime del 96 % , quindi le ore che sono stati down potrebbero essere ascritte a quel 4 % .
@Carloalbertoj said:
Anche di fronte ai "principi di incendio" può e deve essere identificata una responsabilità tecnica o comunque deve essere prevista una copertura assicurativa!
La copertura assicurativa di sicuro esiste, ma credo che copra i loro danni, non quelli a terzi.
@Carloalbertoj said:
Sono costernato! Da troppi anni continuo a vedere circolare impunemente una sorta di "principio di irresponsabilità" vigente in internet, sponsorizzato soprattutto dalla lobby dei cosiddetti "tecnici informatici".
Sono d'accordo in linea di massima.
Il problema è che se intenti una causa, a parte i costi, è tuo l'onere di provare il danno subito in termini economici con una documentazione inoppugnabile , devi attendere almeno i due gradi del processo, se non ti tirano in cassazione, cosa per cui passano almeno 8 anni ( se ti va bene, eh, intendiamoci ) , devi anticipare le spese e magari ( ho esperienza in questo ) ti vedi corrispondere un risarcimento un decimo di quello prospettato, se non un bel pareggio con conseguente compensazione di spese che equivale a dire che ci rimetti i soldi del tuo avvocato e dividi quelle processuali.@Carloalbertoj said:
Ovviamente, come editore non posso che essere contrario a questo principio, espresso in qualsivoglia forma e modalità (infatti, il mio sito è anche registrato in Tribunale come testata giornalistica ed io in prima persona mi ritengo responsabile come editore e come direttore responsabile di ogni virgola pubblicata sulle mie pagine).
Sono anch'io un giornalista-editore e per le materie che tratto ( anche spettacolo ) so per esperienza che , tranne rari casi, una causa sai quando inizia ma non saprai mai quando finisce, oltre il rischio che ti esponevo sopra.
@Carloalbertoj said:
- è chiaro che finché si difenderà il principio di irresponsabilità, su internet sarà molto difficile fare impresa seriamente?
- è chiaro che finché nessuno si sentirà responsabile dei disservizi e le imprese non potranno rivalersi, anche i tecnici non potranno lamentarsi se i loro stipendi o le loro fatture improvvisamente non potranno essere pagate dalle imprese? Chi pagherà l'asilo dei loro figli, chi pagherà la pizza alla loro fidanzata finché gli editori su internet saranno in balia di disservizi dei quali nessuno può e vuole sentirsi responsabile?
Pienamente d'accordo di cui al punto 1.
Parzialmente d'accordo di cui al punto 2 : se si tratta di responsabilità diretta , piena ragione, ma se mi scoppia il trasformatore della cabina, è opinabile, io ci vedo una "causa non dipendente" da terzi .
Se va giù un aereo perchè i flap non rispondono ai comandi, vuoi colpevolizzare il povero pilota che tra le tante cose ci ha sicuramente perso anche la vita?
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anche il mio sito ancora è down....ormai da molte ore. Con la gente che vi accede abitualmente o ti trova sulle ricerche non ci facciamo una bella figura, non tutti collegano che c'è stato un incendio aruba, anzi secondo me la maggior parte non sa nemmeno cos'è aruba....
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@Carloalbertoj said:
Sono costernato! Da troppi anni continuo a vedere circolare impunemente una sorta di "principio di irresponsabilità" vigente in internet, sponsorizzato soprattutto dalla lobby dei cosiddetti "tecnici informatici". E sottolineo "cosiddetti"...
Quoto in toto.
Credo che determinati servizi debbano garantire funzionamento al di sopra di eventi dipendenti comunque da ragioni aziendali, locali, della struttura insomma. Nello specifico, se evitare down di questo tipo può significare avere impianti funzionanti in parallelo e dislocati fisicamente altrove, allora bisogna farlo. Si è parlato di principio di incendio, cosa sarebbe successo se invece si fosse sviluppatto danneggiando irreparabilmente i server? È sufficiente attribuire l'evento a "forza maggggiore" perché i tempi di recupero si possano dilatare così tanto? Oggi internet per un'azienda non è quel qualcosa in più che poteva essere dieci anni fa, non è un gioco.
Preciso che è un discorso di carattere generale, nelle scorse ore è successo ad Aruba ma questa tipologia di hosting, questa modalità di offrire servizio di spazio web, è pressochè omogenea quanto anarchica.
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Ho parlato troppo presto, sono appena tornato online!