- Home
- Categorie
- Digital Marketing
- Content Marketing
- Problemi tariffario copywriter
-
Buongiorno a tutti, vorrei esprimere la mia opinione su una discussione che mi sta particolarmente a cuore.
Come già detto, è innegabile che il lavoro del copywriter in Italia (tolte poche, pochissime mosche bianche) è estremamente sottopagato.
Spesso non si valuta il fatto che dietro ad un testo ben scritto c'è un grande lavoro di ricerca, di formattazione, di fantasia.
Per quanto riguarda un piano tariffario di categoria, il discorso si fa spinoso.
Dato per scontato che uniformare le tariffe è impensabile, bisogna partire dal presupposto che il copywriter è un professionista, e come tale deve coprire delle spese, le quali incidono sui prezzi.
In linea di massima una tariffa oraria penso sia più appropriata come "standard" di retribuzione.
-
Ciao Sumodog e grazie per il tuo intervento in questa discussione.
Molti copywriter ragionano con tariffario a ora; molti altri in base al progetto o al singolo lavoro.Mi piacerebbe raccogliere, nel thread che ho aperto, anche dei numeri. Dei prezzi.
Parli di tariffa oraria: secondo te, Sumodog, quale potrebbe essere una "giusta" tariffa?
-
Mi piacerebbe far mia la tariffa oraria del copy americano da te citato, ma credo che i miei rimarrebbero solo dei simpatici preventivi!
Io direi che una tariffa oraria in linea con i parametri nazionali, si debba assestare tra i 50 e i 100 euro.
Sicuramente molti non saranno daccordo, ma basti pensare a quanto guadagnano altre categorie di professionisti per una consulenzaSono curioso di conoscere anche il parere degli altri!!!
-
Sarebbe bello riuscire ad applicare la tariffa che hai indicato tu, Sumo. Sono comunque d'accordo quando dici di fare un raffronto con le altre categorie. Il problema principale della nostra è uno, principalmente: tutti sanno scrivere. Non ci viene riconosciuto un tecnicismo particolare, ecco tutto. L'errore sta proprio in questa falsa convinzione. I copywriter sono tecnici della parola. Sono i medici della lingua italiana. Curatori di comunicazione. Questo non è essere tecnici?
-
Hai ragione, Vale!
In fondo, il lavoro del copy potrebbe essere fatto da chiunque (?), tutti, o quasi, sappiamo mettere insieme due o tre frasi su un argomento.
Si dovrebbe iniziare a capire che affidandosi ad un professionista, si avrà un lavoro preciso, studiato, mirato allo scopo.
Un lavoro "tecnico", come hai detto giustamente tu.La tariffa che ho indicato credo sia equilibrata(anche se,ad ora, fuori mercato), tenendo conto del lavoro che c'è dietro ad un progetto. Non dico di arricchirsi scrivendo, ma almeno pagare le spese dell'attività e riuscire a mangiare un piatto di pasta al giorno!
-
Ti quoto al 100%. Non devo aggiungere altro
-
Voglio rianimare questo post perché so che la questione è ancora molto dibattuta. E' passato un anno dall'ultimo post, cosa è cambiato nel frattempo?
C'è una lista chiara e precisa dei prezzi che un copywriter dovrebbe utilizzare? esiste un prezzario ufficiale?
Purtroppo ancora no, non esiste un prezzario ufficiale e nemmeno una lista pubblica da cui prendere esempio.Voi, in questo momento, come vi state muovendo per i vostri lavori?
-
Come mi sto muovendo? Così:
Ragazzi, con la partita Iva è ancora più difficile, devo ammetterlo. I prezzi devono salire per forza, altrimenti non ci si rientra con le spese. Il regime è agevolato, sì, ma si devono pagare INPS in gestione separata e almeno il commercialista. Per non parlare del resto. E allora? Si prova a presentare preventivi più corposi e, termine 10 minuti, arriva la telefonata del cliente che , molto educatamente, ti chiede se sei improvvisamente impazzita. Insomma, è un macello!
Ma sono fiduciosa, prima o poi le cose cambieranno... speriamo di arrivare preparati e sopratutto vivi, al fatidico momento !
-
Ciao Checcao!
Quindi sei nuova di Partita Iva
Come ti stai trovando?
Hai optato per prezzi competitivi?Vorrei riuscire a raccogliere i diversi prezzi che girano attualmente nel settore, creandone una proficua discussione. Mi metto nella ricerca, chiunque voglia dare una mano è il benvenuto
-
Vedo di fare qualcosa anch'io...
-
-
Faccio un piccolo UP per raccontarvi ciò che ho letto qualche giorno fa.
Un annuncio di lavoro su un portale di annunci generici. Ci sono capitata per caso, non ero in cerca di nulla in quel momento. L'annuncio era di un'azienda che ricercava un blogger professionista per la stesura di articoli aziendali, 5 a settimana.
La lunghezza degli articoli era indifferente. 5 articoli a settimana, ripeto. Il compenso era mensile: 20,00 euro al mese. Questo significa che ogni articolo era pagato 1,00 euro netto.
Ora mi chiedo, in virtù anche di quanto detto sopra, chi mai accetterebbe? E perché???
So che c'è chi accetta, perché qualcuno l'azienda lo avrà trovato di sicuro. Ma non riesco a spiegarmi perché abbassarsi così!
Riuscite a spiegarmelo?
-
1 euro ad articolo, già sarebbe un prezzo quasi decente.. Leggo di lavori assegnati, da 0.33 centesimi per articoli da 300 parole.. Ma come è mai possibile???????
-
Ciao Elisace,
in casi come questo, è bene non accettare retribuzioni simili.
Ripeto, 0,30 centesimi non è nemmeno il costo di una caramella, figuriamoci se può esserlo di un pezzo scritto off/on line
-
Ciao a tutti, mi sono appena registrato e avrei una cosa da chiedervi! Ho seguito con interesse la discussione, ma l'ho letta solo fino alla terza pagina perché era lunghissima
La mia domanda è questa: mi hanno appena proposto di scrivere degli articoli per un blog di circa 300 parole e me li pagherebbero 2,5 euro l'uno. Quindi 300 parole/2,5 euro. Voi che ne dite?
-
Ciao Enri_copy!
Sicuramente è un prezzo migliore rispetto a quelli che girano sugli annunci, ma dipende anche dalla tipologia di articoli e dalla tua esperienza.
Se sei agli inizi, come introduzione al lavoro può anche andare, anche se consiglio sempre di non scendere mai sotto 0,01 cent a parola!
-
Ciao a tutti,
trovo questa discussione davvero interessante e stimolante. Per questo ho deciso di riaprirla dando il mio contenuto.Sono una copy freelance ed anch'io mi trovo costretta a confrontarmi con una realtà spiazzante. Il mercato è ormai saturo di figure improvvisate, di cui non si comprende la natura, che accettano commissioni davvero impensabili. Come avete già detto voi, alcuni editori (la maggior parte a dire il vero!) propongono remunerazioni ben al di sotto di 0,01 cent/parola e credo che questo abbatta chiunque intenda svolgere la professione con passione.
Diversa è la situazione per i copy che collaborano con agenzie di comunicazione o aziende esterne al mondo del web, che hanno proprio la necessità di presentarsi per la prima volta in rete.
Sono convinta che sia davvero impossibile ideare un listino anche solo indicativo per le prestazioni di un copy, che credo debbano essere valutate per ogni singolo cliente.Ad ogni modo, colgo l'occasione per lanciare qui una provocazione che, spero, sarà accettata o quantomeno condivisa da qualcuno di voi.
Partiamo da un dato certo: i professionisti iscritti ad albi (come avvocati, commercialisti, e così via) hanno la fortuna di vedere riconosciuto il loro lavoro intellettuale, potendo quindi applicare tariffe importanti ed in linea con la professionalità messa in campo. Quindi, sono portata a credere che se anche noi copy ci dotassimo di una sorta di albo professionale potremmo tutelarci maggiormente.Allora, cosa aspettiamo? Perché non pensiamo di creare il consorzio del copywriter freelance professionista, che si doti di un listino e che fornisca supporto attivo ai suoi membri, così che possano perfino condividere progetti e commissioni?
Insomma, siccome sono davvero convinta che per noi creativi il segreto del successo stia nel saper fare squadra, perché non pensare di abbandonare l'isolamento in cui noi freelance ci siamo cristallizzati ed unirci, per offrire servizi ancor più di qualità?
Cosa ne pensate? Spero abbiate voglia di condividere qui le vostre idee in merito.
A presto!
-
Scusate... forse non ho inteso bene... si cercano blogger PROFESSIONISTI e li si paga 20 euro al mese, un euro a post? Boh... io ho appena preso un contratto con l'agenzia per cui lavoro per seguire un blog aziendale, due post alla settimana e la pagina FB. Non so cosa pretenda l'azienda che ti ha fatto quella proposta, ma io per seguire il blog devo fare costante ricerca, andare a caccia di vecchi articoli e info sull'argomento, tenere contatti con le aziende sui prodotti utilizzati e pubblicizzarlo nei forum per renderlo visibile, perché ovviamente il mio lavoro sarà giudicato sul numero di accessi che porterò al blog. E questo per 20 euro?
-
Ari-ecco un altro UP a questa interessantissima discussione.
L'ho letta e riletta un bel po' di volte in questi ultimi mesi, senza purtroppo aver trovato ancora risposte convincenti. Pur non essendomi ancora occupato personalmente di copywriting, nonostante ami molto la scrittura (ho qualche articolo da pubblicista alle spalle), me ne sto interessando per necessità, in quanto tra poco avrò bisogno di bravi copywriters e vorrei capire esattamente "quanto" chiedere in termini di quantità/impegno, onde non inficiare la qualità e farmi massacrare il portafoglio.
Comunque, andando contro gli interessi economici dell'azienda per cui sto seguendo un progetto web-based, vorrei esprimere un'idea assolutamente personale, che non mancherà (spero) di alimentare il dibattito.
Ritengo che il copywriting, o meglio, in italiano e più in generale, il "saper scrivere", sia un'arte. Come tale, mi piace pensare che non sia così ben misurabile. E' pur vero che, nel caso del copywriter di professione, è necessario che l'articolo contribuisca a generare profitto per chi lo acquista, ma è proprio qui che casca l'asino: l'arte diventa schiava del profitto.
Senza entrare in merito alle condizioni attuali del mercato, della svalutazione del lavoro, ecc. vorrei semplicemente capire se, escludendo la remunerazione monetaria, possa esserci spazio per altre forme di remunerazione e in quali termini. Per intenderci: leggere di remunerazioni basate su pochi centesimi a parola è davvero triste. Non è dissimile dall'imprenditore che sfrutta il clandestino, o le multinazionali che fanno dumping salariale. Ci dev'essere sempre equità nello scambio, altrimenti qualcosa prima o poi si rompe...(si chiama "etica"). Nel nostro caso, dunque, chi è in grado di quantificare davvero "quanto" vale un'opera dell'ingegno?
-
Ciao SuperM, non so se la mia risposta possa chiarirti in qualche modo le idee, il punto è che nessuna azienda mi dice "Ti pago tot. per questo contenuto", bensì "Puoi realizzarmi un preventivo per questo contenuto?".
Nel mio caso, cioè quello di una persona che lavora nella comunicazione da più di cinque anni, con P.I., esperienza comprovata ecc., sono io che faccio il prezzo, poi tu, azienda, puoi accettare o meno. Nel mio lavoro non ragiono a centesimi e neanche in ore, ma a lavoro. Ogni lavoro è diverso e in base all'analisi preliminare, creo un preventivo.
La domanda, però, spesse viene rivolta da chi è alle prime armi, allora mi sento semplicemente di dire che se si è agli inizi (e non si ha modo di capire ancora come valutare economicamente il proprio lavoro) è meglio ragionare su quantità basiche da cui partire, per esempio 0,01 cent a parola. Questo topic ha un solo intento: trovare una ragione alla difficoltà di molti di creare un prezzo per il proprio lavoro.