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- Appello a tutti gli articolisti: difendiamoci con una battaglia culturale
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Gentili moderatori vi ringrazio per l'attenzione
ma ho iniziato dato io il via alla discussione e l'ho messa in questa sezione non per sbaglio ma per uno scopo preciso.Si tratta di un nostro concreto impegno di articolisti, per cui a me interessa che questo appello sia letto dal maggior numero di articolisti possibile: sarebbe opportuno dunque che restasse nella sua posizione,
nella sezione cerco e offro.
E' fondamentale.
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Salve Maeva.
Comprendo le tue ragioni e le tue lodevoli intenzioni, tuttavia mi permetto di ribattere brevemente a quanto da te osservato :
- Il Regolamento di Sezione per l'area in cui avevi inserito originariamente il thread è molto chiaro su un punto:
GiorgioTave concede agli utenti questi spazi Annunci in via Gratuita per richieste e offerte di collaborazioni di lavoro.
Il che sembrerebbe escludere discussioni "generali" o dibattiti di metodo su come impostare un lavoro o su come stilare un contratto. Ciò non di meno:
- Esiste, nella sezione suddetta, una discussione affine a quella qui iniziata, ovvero questa, in cui si è cercato di avviare un progetto concreto di tariffazione minima per le collaborazioni in ambito SEO; ivi sono state riportate non solo proposte dettagliate di prezzi e criteri di qualità, ma anche obiezioni ai metodi adottati, ai principi usati e alle finalità dell'operazione. Quel dibattito, messo in evidenza, è ancora aperto e può essere aggiornato in qualsiasi momento.
Trattandosi però di due mestieri non sempre sovrapposti (il SEO e l'articolista), veniamo al punto:
- La sezione nella quale si discute di articolisti e di tutto ciò che concerne questo mondo (compresi gli aspetti professionali, culturali ed economici) è quella in cui ci troviamo ora, indiscutibilmente; se il dibattito continuerà ad essere interessante e costruttivo come è stato fino a questo momento, puoi star certa che attirerà le visite da parte degli interessati, siano essi esperti con tariffario minimo deciso in proprio o neofiti in fase di apprendistato ancora incerti su come comportarsi.
Ciò premesso, e per concludere:
- Nulla vieta di produrre, in seno a questo thread, una bozza di progetto analoga a quella presente e in evidenza in area Annunci; quando si saranno stabilite le linee-guida del programma ? sulle quali mi sembra tu stia raccogliendo varie adesioni ? sarà certamente possibile aprire una discussione nell'area Collaborazioni in cui si potrà passare a discutere concretamente di criteri di selezione, formazione del professionista e del suo cliente, aspetti economici ecc.
Va da sé poi che ciascuno potrà scegliere di aderire o meno al vostro progetto e ai suoi principi operativi, come accade già oggi nel mercato libero di internet (anche su questi aspetti ci sono discussioni in evidenza in area Collaborazioni dove poter intervenire).
Chiudo con un'opinione personale sul tema, a riassunto della complicata vicenda qui trattata: indipendentemente dalla prassi adottata per definire onorari minimi e tabelle professionali (poc'anzi si è fatto cenno a quanto sia difficile stilare un prezzario abbastanza fedele rispetto ai mille casi possibili di scrittura e composizione di un articolo), occorre dal mio punto di vista che l'operazione culturale sia rivolta in primo luogo ad educare il cliente.
Le offerte a basso prezzo, la manovalanza disposta a scendere sotto la soglia da fame e i furbetti non saranno di certo fermati da standard comunque arbitrari ? basta pensare agli ordini professionali: quanti mentecatti e imbonitori si nascondono nelle file dei professionisti, che pure dovrebbero essere controllati dallo Stato e da organismi interni? ? né si potrà pensare di irreggimentare a viva forza un mercato che nasce molto più libero e "selvaggio" di altri: chi ci ha provato non ha ancora smesso di fallire.
Se però si riuscirà, non senza sforzo e fatica, a insegnare ai clienti la qualità e il valore di un prodotto editoriale ben realizzato (uniti al principio che la qualità costa ma sulla distanza paga sempre), allora saranno gli stessi committenti ad operare una selezione sul mercato, arginando l'invasione degli articolisti sottocosto, dei copioni e di coloro che ignorano l'ortografia o la sintassi italiana.
È in questo senso che intenderei il concetto di "battaglia culturale", in quanto gli addetti ai lavori si conoscono tra di loro e sanno giudicare piuttosto in fretta il valore di un "collega" o sedicente tale, mentre un esterno che offre lavoro potrebbe non essere in gradi di apprezzare la differenza o non saper valutare gli effetti benefici che un investimento iniziale più alto potrebbe portare.
Che ne dici?
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portiamo questa petizione online. La metto su facebook nel mio profilo e la linko su blogger italiani. Facciamoci sentire visto che ho ricevuto offerte di 1 euro per scrivere post della lunghezza di "I promessi sposi"
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Sono completamente d'accordo sul concetto di battaglia culturale che deve essere combattuta su due fronti
- sensibilizzazione del cliente sulla ricerca della qualità e quindi attenzione per esempio al curriculum vitae, alle esperienze, alla background culturale, (ovviamente a seconda del settore in cui ci si vuole impegnare), dell' articolista.
- Trovare un metodo efficace che possa spingere a ricercare qualità e competenza: un accordo su un prezzo base da cui partire mi sembra il primo passo volto ad ottenere invece che una livellazione, una differenziazione.
Se un cliente non troverà chi quel lavoro lo svolge a costo zero, va da sè che cercherà con maggiore impegno e differenzierà la richiesta.
Adesso le richieste vanno in una sola direzione: prezzi bassi. Io spero che un accordo su una base minima da cui partire possa portare una serie di benefici: - Richiesta di professionalità maggiore
2)Valutazione concreta della qualità e dell'efficacia dei pezzi scritti - Impegno a far si che chi non lavora bene sia smascherato
Sogno una rete che sia di qualità con siti Web, (anche piccoli) che siano in grado di offrire il giusto supporto a cosumatori consapevoli.
Noi articolisti siamo il contenuto: sono le nostre dita sulla tastiera e il nostro cervello l' anima del web.
Sogno una rete dove non ci siano siti con contenuti uno uguale all'atro, ma dove si possano trovare professionalità e competenza.La mia intenzione non è quella di stabilire standard arbitrari, ma quella di smuovere le coscienze di chi è esperto del settore:articolisti, webmaster e chi in questo mondo ci lavora.
C'è biosgno innanzitutto di una presa di coscienza del proprio valore professionale (non parlo di me, ma della categoria), del proprio peso.
Ma la mia battaglia vuole essere combattuta su due fronti un aspetto culturale fondamentale, ma vuole essere ancorata anche alla realtà, nel riuscire a trovare insieme a tutti gli articolisti che vorranno partecipare, una forma di azione concreta per poter iniziare a piccoli passi a cambiare le cose...
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@alessiof89 said:
portiamo questa petizione online. La metto su facebook nel mio profilo e la linko su blogger italiani. Facciamoci sentire visto che ho ricevuto offerte di 1 euro per scrivere post della lunghezza di "I promessi sposi"
La mia intenzione è questa: la trovo una giusta proposta. Dobbiamo combattere con tutti i mezzi, però secondo me prima di decidere quali passi concreti fare, bisognerebbe partire da un buon numero di adesioni..
Per esempio potremmo iniziare da qui e approntare un documento. Quella della pagina su Facebook mi sembra una proposta valida, ma dovremmo impostarla bene.. ragionando e riflettendo su alcuni punti..
voi che ne dite???
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Ciao maeva. La discussione che hai aperto è molto interessante. Mi chiedo sempre come sia possibile che ci siano articolisti che scrivono per qualche spicciolo.
Mi chiedo anche perchè (e questa domanda la giro a te) gli articolisti non scrivono per se stessi.
Mi spiego meglio: chi è appassionato di finanza considererebbe un successo poter pubblicare un proprio articolo sul Sole24Ore; quindi il prestigio è un valido motivo per scrivere per qualcun altro.
Ma se questo qualcun altro non è il Sole24Ore o una testata (parlo sempre di online) importante, perchè allora non scrivere per se stessi? Se il problema è la mancanza di conoscenza tecnica, perchè non è l'articolista ad assumere il webmaster anziché il contrario?
Il punto centrale di quello che sto dicendo è che l'importante sono le informazioni non il sito e da quì mi chiedo perchè non scrivere per se stessi.
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@gendif said:
Ciao maeva. La discussione che hai aperto è molto interessante. Mi chiedo sempre come sia possibile che ci siano articolisti che scrivono per qualche spicciolo.
Mi chiedo anche perchè (e questa domanda la giro a te) gli articolisti non scrivono per se stessi.
Mi spiego meglio: chi è appassionato di finanza considererebbe un successo poter pubblicare un proprio articolo sul Sole24Ore; quindi il prestigio è un valido motivo per scrivere per qualcun altro.
Ma se questo qualcun altro non è il Sole24Ore o una testata (parlo sempre di online) importante, perchè allora non scrivere per se stessi? Se il problema è la mancanza di conoscenza tecnica, perchè non è l'articolista ad assumere il webmaster anziché il contrario?
Il punto centrale di quello che sto dicendo è che l'importante sono le informazioni non il sito e da quì mi chiedo perchè non scrivere per se stessi.
Ciao
La giri a me ed io ti rispondo per me: ma credo comunque di fare un discorso generale.- Chi scrive lo fa prima di tutto per sè stesso. Non puoi stare seduto sei otto ore al giorno, con lo sguardo fisso sulle parole a spremerti le meningi, cercando di tirare fuori qualcosa di originale, senza amare la scrittura. Ne trai per forza una forma di appagmento, altrimenti sarebbe impossibile.
- Tu fai il discorso di scrivere per sè, anche in un altro senso che io non colgo. Se puoi spiegarti meglio posso risponderti.
Grazie
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Io credo che gendif intende dire: perchè se Y sa scrivere bene invece di svendersi ad X non si crea uno spazio proprio? Un blog, un sito ecc?
Una domanda simile l'ho fatta anche io ieri: perchè gli articolisti che credono fermamente nelle loro potenzialità non accettano mai il pagamanto attraverso il paid to write?
Questo potrebbe far pensare..L'articolista giustamente crede che il webmaster lo sfrutti ma quando il webmaster gli offre di inserire la pubblicità preferisce essere pagato con un fisso..
Il paid to write secondo me potrebbe risolvere tutti i problemi di questo post, scrivi bene? guadagni bene.. Il webmaster non rischia di essere fregato e l'articolista guadagna in base alle sue qualità..
Io sono convinto che gli articoli pagati con un fisso spariranno nel giro di qualche anno..
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@dalailama426 said:
Io credo che gendif intende dire: perchè se Y sa scrivere bene invece di svendersi ad X non si crea uno spazio proprio? Un blog, un sito ecc?
Esatto, intendo dire proprio questo.
Personalmente non mi piacciono i paid to write perchè non è detto che tutti gli articolisti che scrivono per esso, producono contenuti di valore. Inoltre perchè non sono mai creati su un argomento specifico e si pubblicano troppi articoli al giorno (conseguenza della caratteristica precedente).
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Buongiorno a tutti,
vorrei apportare la mia opinione.
Iniziativa ammirevole, però non bisogna pensare che sia possibile "impostare un prezzo di base al servizio". Questa pratica è vietata dalla legge italiana e sarebbe del tutto inutile percorrere questa direzione.
Ognuno è libero di fare il prezzo che ritiene opportuno, anche gratuito, l'importante è che sia in regola con tutte le leggi, anche quelle fiscali, e che si prenda la responsabilità (e le conseguenze) di quello che scrive.
Bisogna sempre cercare di essere oggettivi e creare delle basi realistiche e non di parte!
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Ragazzi state facendo confusione... un'altra volta con questa cosa dei paid to write.
Il vostro discorso potrebbe essere valido se e solo se l'unica condizione affinchè un sito riceva visite sia l'articolo scritto bene e di qualità..
Ma voi che siete webmaster dovreste saperlo meglio di me: è solo quello il parametro... bhè se fosse così
Allora a cosa servono gli esperti in SEO?
Cerchiamo di non fuorviare il discorso.. qui la questione è molto seria...
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@redsector said:
Buongiorno a tutti,
vorrei apportare la mia opinione.
Iniziativa ammirevole, però non bisogna pensare che sia possibile "impostare un prezzo di base al servizio". Questa pratica è vietata dalla legge italiana e sarebbe del tutto inutile percorrere questa direzione.
Ognuno è libero di fare il prezzo che ritiene opportuno, anche gratuito, l'importante è che sia in regola con tutte le leggi, anche quelle fiscali, e che si prenda la responsabilità (e le conseguenze) di quello che scrive.
Bisogna sempre cercare di essere oggettivi e creare delle basi realistiche e non di parte!La tua opinione è molto gradita, ma qui non stiamo violando nessun accordo antitrust ci stiamo battendo per cambiare una situazione....
Ho parlato di battaglia culturale per un motivo preciso... i termini non sono a caso.. non si vuole costringere nessuno.
Si vuole solo invitare chi scrive e chi chede un servizio a prendere coscienza di una certa situazione....Grazie
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Secondo me il discorso cade per forza di cose sull'aspetto economico..se un webmaster ti paga 5 euro un articolo deve guadagnare almeno 5 euro altrimenti va in perdita..
Il fatto che qualche articolista abbia provato con pessimi risultati i paid to write a che conclusione porta? Forse non è così semplice guadagnare 5 euro e ci vogliono migliaia di visite..
Quindi chi si sente bravo mandi il proprio Cv alle testate importanti e se non verrà preso si dovrà accontentare di 1 o 2 euro ad articolo..Oppure si apre un bel blog e imparerà sulla sua palle (nel 99% dei casi) che i suoi articoli non valgono 5 euro.
Se parliamo di minimi tariffari parliamo anche di soldi per forza di cose.. ieri l'esempio dei calciatori era fuori luogo e oggi parliamo di muratori..
Se un impresario assume un muratore che pagherà 80 euro al giorno pretenderà che il muratore gli renda almeno 100 euro al giorno altrimenti andrà in perdita.
Esempio fuori luogo ma più o meno funziona così..
Mi ripeto, in pochi in Italia possono permettersi di pagare cifre alte e di conseguenza se sparisse chi scrive a 1-2 euro scomparirebbero mmigliaia di siti..che piaccia o no..
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Ripeto che non mi piacciono i paid to write. Inoltre la mia prospettiva è esterna cioè non sono un articolista che scrive per un webmaster ne un webmaster che acquista articoli.
Provo a spiegarmi in un ulteriore modo: la situazione attuale prevede che un webmaster mette in piedi il sito e poi acquista gli articoli dagli articolisti. Non ha nessuna certezza che uno specifico articolo gli porterà un introito. Quindi questà sua attività è rischiosa; lui investe dei soldi e del tempo sapendo che il sito potrà non funzionare e quindi perderà le risorse investite. L'articolista invece si prende la sua commissione e quindi non rischia nulla.
La conseguenza di questo scenario, è che prima che il sito si affermi, il webmaster offrirà sempre un compenso di basso valore; solo dopo l' (eventuale) affermazione del sito, la sua offerta sarà "valida".
Ora il problema posto in questa discussione è l'offerta troppo bassa e su questo problema faccio due osservazioni:
1)Se l'offerta troppo bassa ti viene fatta da un sito affermato allora semplicemente mandalo a quel paese;
2)Se viene fatta da un sito non ancora affermato, beh come biasimarlo, lui rischia mentre gli articolisti no.Alla luce di tutto ciò, la mia domanda è: "Perchè non fare l'opposto? L'articolista che sa di poter e voler produrre contenuti di valore, si rivolge ad un webmaster competente e si fa mettere su un sito e si fa delineare delle linee guida da seguire nella gestione del sito o per dirla in maniera spicciola si fa spiegare come curare gli aspetti SEO". In questo modo il problema è risolto alla radice.
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@dalailama426 said:
Secondo me il discorso cade per forza di cose sull'aspetto economico...
Non sono d'accordo nel paragonare il discorso degli articolisti con quello dei muratori.
Ogni articolista si può creare il proprio sito, non vale lo stesso per ogni muratore.E ripeto che i paid to write non sono una soluzione valida.
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Non era un paragone quello del muratore, intendevo dire che le tariffe degli articolisti devono essere proporzionate al guadagno dei webmaster.. Non è ancora chiaro quanto dovrebbe essere questa tariffa minima ma quello che voglio dire è che anche se un articolo vale 100 euro se tutti ne possono spendere 80 l'articolo per forza di cose varrà 80 o rimarrà in una cartella nel pc dell'articolista.
Il paid to write non sarà una soluzione ma come vi sarete accorti nella sezione degli annunci ci sono sempre più annunci di siti che pagano attraverso il paid to write, qualcosa si sta evolvendo..il web sta cambiando..
Secondo me tra 2 anni gli articolisti verranno retribuiti quasi tutti così..
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@gendif said:
Ripeto che non mi piacciono i paid to write. Inoltre la mia prospettiva è esterna cioè non sono un articolista che scrive per un webmaster ne un webmaster che acquista articoli.
Provo a spiegarmi in un ulteriore modo: la situazione attuale prevede che un webmaster mette in piedi il sito e poi acquista gli articoli dagli articolisti. Non ha nessuna certezza che uno specifico articolo gli porterà un introito. Quindi questà sua attività è rischiosa; lui investe dei soldi e del tempo sapendo che il sito potrà non funzionare e quindi perderà le risorse investite. L'articolista invece si prende la sua commissione e quindi non rischia nulla.
La conseguenza di questo scenario, è che prima che il sito si affermi, il webmaster offrirà sempre un compenso di basso valore; solo dopo l' (eventuale) affermazione del sito, la sua offerta sarà "valida".
Ora il problema posto in questa discussione è l'offerta troppo bassa e su questo problema faccio due osservazioni:
1)Se l'offerta troppo bassa ti viene fatta da un sito affermato allora semplicemente mandalo a quel paese;
2)Se viene fatta da un sito non ancora affermato, beh come biasimarlo, lui rischia mentre gli articolisti no.Alla luce di tutto ciò, la mia domanda è: "Perchè non fare l'opposto? L'articolista che sa di poter e voler produrre contenuti di valore, si rivolge ad un webmaster competente e si fa mettere su un sito e si fa delineare delle linee guida da seguire nella gestione del sito o per dirla in maniera spicciola si fa spiegare come curare gli aspetti SEO". In questo modo il problema è risolto alla radice.
Questa è una bella osservazione secondo me.. io avevo intenzione proprio di fare così... nel senso creare un blog dove poter proporre miei contenuti...
ma al di là di tutto, questo non risolve il problema, perchè ci saranno sempre le persone che (o perchè incapaci o perchè impossibilitate a scrivere su una mole di argomenti) chiederanno di ricevere un servizio...
E' fondamentale dunque che tutti gli articolisti comprendano che è importante regolamentare una situazione fuori controllo.
Siamo noi la nostra stessa forza, dobbiamo creare noi gli strumenti per difendere il nostro valore
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@dalailama426 said:
Secondo me il discorso cade per forza di cose sull'aspetto economico..se un webmaster ti paga 5 euro un articolo deve guadagnare almeno 5 euro altrimenti va in perdita..
Il fatto che qualche articolista abbia provato con pessimi risultati i paid to write a che conclusione porta? Forse non è così semplice guadagnare 5 euro e ci vogliono migliaia di visite..
Quindi chi si sente bravo mandi il proprio Cv alle testate importanti e se non verrà preso si dovrà accontentare di 1 o 2 euro ad articolo..Oppure si apre un bel blog e imparerà sulla sua palle (nel 99% dei casi) che i suoi articoli non valgono 5 euro.
Se parliamo di minimi tariffari parliamo anche di soldi per forza di cose.. ieri l'esempio dei calciatori era fuori luogo e oggi parliamo di muratori..
Se un impresario assume un muratore che pagherà 80 euro al giorno pretenderà che il muratore gli renda almeno 100 euro al giorno altrimenti andrà in perdita.
Esempio fuori luogo ma più o meno funziona così..
Mi ripeto, in pochi in Italia possono permettersi di pagare cifre alte e di conseguenza se sparisse chi scrive a 1-2 euro scomparirebbero mmigliaia di siti..che piaccia o no..
Questa soluzione proposta da te non è efficace per un semplice motivo: se fosse tutto così lineare come tu dici a cosa serve il SEO?
I parametri che rendono popolare un sito e generano click sono tantissimi: la qualità degli articoli è solo una delle condizioni...
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Di sicuro ci sono diverse variabili che portano al guadagno di un sito, ma il problema è che anche se un prodotto vale tanto ma nessuno ha i soldi per acquistarlo il prodotto perde di valore o rimane in magazzino.
Ripeto che non ho idea di quanto ammonti la tariffa minima che hai in mente, magari verrà fuori che è 1 euro e tutte le mie parole le possiamo cancellare
Visto che dubito che la cifra si aggiri su 1 euro mi sento di dirti che ad una cifra di 2-3 euro difficilmente la tua idea potrà andare in porto e ci sarà lavoro solo per pochi.
Ti basta guardare tutti gli annunci che ci sono qui sul forum..quanti superano i 2 euro ad articolo?
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Lo dico col sorriso ma il tuo discorso è molto piccolo...
Vorrei che si capisse bene cosa intendo io quando parlo di tariffa base: io parlo di un modo per difendere questa categoria così bistrattata...
Dobbiamo tutelarci.
e poi le grandi battaglie si combattono dalle cose piccole anche risvchiando di andare controcorrente.
Tu rovesci le cose... è proprio leggendo i messaggi del forum di 5o centsimi per post di 300 parole che ho deciso di lanciare questa proposta volta al cambiamento delle coscienze.
Volta a sensibilizzare gli addetti ai lavori, come diceva acnhe Leonov... battaglia che sia culturale nel senso di diffusione di una mentalità diversa... la cultura è conoscenza, la conoscenza genera il cambiamento...