- Home
- Categorie
- Digital Marketing
- Content Marketing
- Appello a tutti gli articolisti: difendiamoci con una battaglia culturale
-
La situazione è talmente variegata che è difficile semplificare tutto.
Online da una parte troviamo grandi gruppi che gestiscono network e individui con piccoli blog e dall'altra abbiano persone che scrivono lavorando con partita iva e fatturando e altre che fanno tutto in nero.
C'è un po di tutto insomma.
Chiaro che la persona che gestisce due o tre blog non si rivolgerà a professionisti ma si accontenterà di chi gli fa spendere meno.
Del resto le entrate pubblicitarie sono molto ridotte e solo i grandi gruppi possono permettersi di pagare decine di euro un articolo
-
Questo è il mercato adesso che non ci sono regole: per cui si fa selvaggiamente ciò che si vuole.
Legione ha ragione: è il modo di intendere la professione giornalistica. Si tratta di dare un minimo di regole ad un mercato che fa leva sulla penuria di lavoro.
Io credo che ci sia un vuoto in questo senso, dove pescano tutti. Iniziamo insieme a colmare questo vuoto.
Iniziamo ad intervenire laddove noi possiamo. Non si tratta di budget o blog piccoli o grandi.
Si tratta di definire una base minima che garantisca tutti. Io non ho ancora parlato di questo prezzo base (anche se ovviamente ho già un' idea di partenza), perchè vorrei se ne potesse discutere insieme.
Inoltre vorrei proposte: per esmpio potremmo creare un gruppo e discutere democraticamente il da farsi.
Io vorrei approntare un documento che solleciti tutti ad una presa di coscienza della situazione. Il miglior modo per cambiare le cose è cambiare le cosicenze: rendiamoci comto che valiamo.Kublin forse non mi sono spiegata bene io non voglio guadagnare di più individualmente ( sembrerà strano non agire per prpri scopi), ma voglio dare dignità a tutta una categoria.
E' un concetto più ampio. Voglio che tutti gli articolsiti si accordino per offrire un servizio di qualità ad un prezzo decente.Rispetto ed amo troppo questo lavoro per non fare questa battaglia
-
Riporto per vostra conoscenza un messaggio di Anna Bruno all'interno di questa discussione.
@FullPress said:
Visto che è stato rinfrescato il thread, quoto bettacam in rappresentanza di tutti colro che come lei, come me, vivono di scrittura.
Volevo solo aggiungere che dal 2007 tutti gli ordini professionali, compreso quello dei giornalisti, non può più applicare il tariffario minimo (mai tarifarrio fu così poco applicato come quello dell'Ordine dei Giornalisti). In questi giorni, però, nella Commissiona Nazionale del Lavoro Autonomo (Freelance) della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), il sindacato unitario dei giornalisti, si sta discutendo sulla possibilità di riproporlo, visto anche il gran numero di giornalisti freelance che hanno bisogno di maggiori tutele. Riporto questa notizia, non so a quanti qui può interessare, in qualità di membro della Commissione suddetta. Il tariffario, fortemente voluto da chi vive di giornalismo, è solo una delle proposte che la Commissione sta portando avanti. Il proliferare di falsi giornalisti, falsi articolisti, falsi scrittori, ha aperto un dibattito non da poco nella categoria.
Proprio oggi su un forum di un sito noto ho letto un annuncio: cercasi articolista per copia e incolla...
Non aggiungo altro.Un saluto
Anna BrunoValerio Notarfrancesco
-
maeva discuterne è la cosa migliore, io ad esempio creerei una sorta di certificazione. Ad esempio un articolista deve passare alcuini test fatti da un'ipotetica commissione e se viene riconosciuto "idoneo" allora potrà non scendere sotto quella cifra. Sono giuste le garanzie nei confronti degli articolisti ma sono necessarie anche quelle nei confronti dei webmaster. Se un webmaster ad esempio si accorge di aver pagato un articolo in realtà copiato da un libro potrebbe segnalare il fatto all'ipotetica commissione ecc ecc (ho buttato giù un'idea probabilm non applicabile).
Ora vi domando una cosa di cui ho discusso già altre volte: perchè gli articolisti che sono così sicuri del proprio lavoro rifiutano spesso di collaborare attraverso il paid to write? Se uno è sicuro della qualità del proprio lavoro non ha convenienza?
Discutendo della cosa credo che siamo arrivati ad un punto comune, tutelare le persone serie, siano essi webmaster o articolisti..
-
Approvo pienamente quanto detto e spero che questo possa essere solo il punto di partenza per giungere a qualcosa di concreto!
-
D'accordo con Maeva, mi associo, sono disponibile al dialogo e mi piacerebbe se ci fosse un'area dove discutere di questo argomento. Ovviamente se venisse approvato un prezzo minimo, sarei solamente felice, visto che appartengo alla categoria che lavora con p.iva.
-
Contentissima Fanny: adesso dobbiamo definire meglio la strategia da adottare per raggiungere i nostri obiettivi. Io ritengo che il primo e più importante passo sia quello di coinvolgere il maggior numero di articolisti possibile......
Potremo per esempio raccogliere qui tutte le adesioni e poi una volta raggiunto un buon numero decidere come muoverci....
-
Volevo evidenziare anche il fatto che ci sono molti "articolisti" furbi, che fanno i copia e incolla di articoli oppure che scrivono in una maniera indegna, anche quando quello che si paga non è così da fame. Quindi vi consiglio di fare sempre gli opportuni controlli, perchè ce ne sono tanti che lavorano così.
-
Gli opportuni controlli devono essere fatti anche e soprattutto da chi chiede un servizio a prezzo irrisorio, senza domandare quale sia la competenza in materia.
Una regolamentazione giova a tutti.Sarà una tutela per tutti....
-
Giusto, io metterei dei profili per ogni articolista con: argomenti trattati, esempi di articoli scritti ecc.. Ovviamente la tariffa base di cui si parla deve anche essere diversa per ogni argomento secondo me..Chi scrive guide illustrate non può avere la paga base di uno che parla di un flirt al grande fratello.
Ripeto che a me mettere una tariffa base sembra molto banale..ad esempio una ricetta senza foto ha un prezzo, con più foto un altro ecc
E' importante poi fare entrare nel vostro gruppo solo persone selezionate, a quel punto si che si possono chiedere certe cifre.
Come ho detto prima, come fa un webmaster a pagare una persona in anticipo senza sapere se sparisce? magari gli manda l'articolo prova bellissimo e negli altri fa dei copia e incolla da libri e giornali (che tra l'altro potrebbero anche diventare violazioni dei diritti).
Se le cifre si fanno importanti non si può più dare un nick e la mail di paypal e arrivederci ma si dovrà pretendere nome, cognome e indirizzo e la persona che scrive si dovrà prendere piena responsabilità del tutto.
-
premetto che io non parlo di cifre importanti... quelle si definiscono sulla base del lavoro concreto di un articolista.
Sto parlando di un minimo di tariffa base acui attenersi sotto la quale assolutamente non scendere...
Voglio definire la base: non cifre astronomiche, ma il giusto.. Io vorrei discutere concretamente la mia idea di una tariffa base che dirò quando avremo raggiunto un buon numero.
Si potrà poi dare un valore aggiunto all'articolo a seconda dell' innovazione che può apportare nel settore in questione. Ecco perchè ritengo sia giusta la competenza...Anche per parlare di una lite al grande fratello ci vuole un certo stile che sappia attrarre il lettore.... Un articolo di gossip (che io ho sempre sottovalutato) necessita delle giuste strategie per funzionare....
-
Salve a tutti.
Comunico che la discussione è stata spostata in un'area più a tema – lì dov'era stata aperta originariamente risultava inadeguata e il suo destino sarebbe stato quello di essere chiusa o accorpata ad altri thread simili ma non identici.
L'argomento è molto caldo e sentito – come è giusto che sia – e ciò inserisce il presente tra i filoni che tendono facilmente a "prendere fuoco": sono tuttavia certo che l'alta qualità della platea di utenti abituali frequentatori di GT riuscirà a generare un dibattito costruttivo specchio della vastità e della complessità della questione, senza lesinare sugli aspetti conflittuali ma conservando come fin qui accaduto le caratteristiche di rispetto e cordialità alla base del nostro vivere il Forum.
Buon proseguimento e un grazie a Maeva per aver dato il la a questo interessante approfondimento.
-
Gentili moderatori vi ringrazio per l'attenzione
ma ho iniziato dato io il via alla discussione e l'ho messa in questa sezione non per sbaglio ma per uno scopo preciso.Si tratta di un nostro concreto impegno di articolisti, per cui a me interessa che questo appello sia letto dal maggior numero di articolisti possibile: sarebbe opportuno dunque che restasse nella sua posizione,
nella sezione cerco e offro.
E' fondamentale.
-
Salve Maeva.
Comprendo le tue ragioni e le tue lodevoli intenzioni, tuttavia mi permetto di ribattere brevemente a quanto da te osservato :
- Il Regolamento di Sezione per l'area in cui avevi inserito originariamente il thread è molto chiaro su un punto:
GiorgioTave concede agli utenti questi spazi Annunci in via Gratuita per richieste e offerte di collaborazioni di lavoro.
Il che sembrerebbe escludere discussioni "generali" o dibattiti di metodo su come impostare un lavoro o su come stilare un contratto. Ciò non di meno:
- Esiste, nella sezione suddetta, una discussione affine a quella qui iniziata, ovvero questa, in cui si è cercato di avviare un progetto concreto di tariffazione minima per le collaborazioni in ambito SEO; ivi sono state riportate non solo proposte dettagliate di prezzi e criteri di qualità, ma anche obiezioni ai metodi adottati, ai principi usati e alle finalità dell'operazione. Quel dibattito, messo in evidenza, è ancora aperto e può essere aggiornato in qualsiasi momento.
Trattandosi però di due mestieri non sempre sovrapposti (il SEO e l'articolista), veniamo al punto:
- La sezione nella quale si discute di articolisti e di tutto ciò che concerne questo mondo (compresi gli aspetti professionali, culturali ed economici) è quella in cui ci troviamo ora, indiscutibilmente; se il dibattito continuerà ad essere interessante e costruttivo come è stato fino a questo momento, puoi star certa che attirerà le visite da parte degli interessati, siano essi esperti con tariffario minimo deciso in proprio o neofiti in fase di apprendistato ancora incerti su come comportarsi.
Ciò premesso, e per concludere:
- Nulla vieta di produrre, in seno a questo thread, una bozza di progetto analoga a quella presente e in evidenza in area Annunci; quando si saranno stabilite le linee-guida del programma ? sulle quali mi sembra tu stia raccogliendo varie adesioni ? sarà certamente possibile aprire una discussione nell'area Collaborazioni in cui si potrà passare a discutere concretamente di criteri di selezione, formazione del professionista e del suo cliente, aspetti economici ecc.
Va da sé poi che ciascuno potrà scegliere di aderire o meno al vostro progetto e ai suoi principi operativi, come accade già oggi nel mercato libero di internet (anche su questi aspetti ci sono discussioni in evidenza in area Collaborazioni dove poter intervenire).
Chiudo con un'opinione personale sul tema, a riassunto della complicata vicenda qui trattata: indipendentemente dalla prassi adottata per definire onorari minimi e tabelle professionali (poc'anzi si è fatto cenno a quanto sia difficile stilare un prezzario abbastanza fedele rispetto ai mille casi possibili di scrittura e composizione di un articolo), occorre dal mio punto di vista che l'operazione culturale sia rivolta in primo luogo ad educare il cliente.
Le offerte a basso prezzo, la manovalanza disposta a scendere sotto la soglia da fame e i furbetti non saranno di certo fermati da standard comunque arbitrari ? basta pensare agli ordini professionali: quanti mentecatti e imbonitori si nascondono nelle file dei professionisti, che pure dovrebbero essere controllati dallo Stato e da organismi interni? ? né si potrà pensare di irreggimentare a viva forza un mercato che nasce molto più libero e "selvaggio" di altri: chi ci ha provato non ha ancora smesso di fallire.
Se però si riuscirà, non senza sforzo e fatica, a insegnare ai clienti la qualità e il valore di un prodotto editoriale ben realizzato (uniti al principio che la qualità costa ma sulla distanza paga sempre), allora saranno gli stessi committenti ad operare una selezione sul mercato, arginando l'invasione degli articolisti sottocosto, dei copioni e di coloro che ignorano l'ortografia o la sintassi italiana.
È in questo senso che intenderei il concetto di "battaglia culturale", in quanto gli addetti ai lavori si conoscono tra di loro e sanno giudicare piuttosto in fretta il valore di un "collega" o sedicente tale, mentre un esterno che offre lavoro potrebbe non essere in gradi di apprezzare la differenza o non saper valutare gli effetti benefici che un investimento iniziale più alto potrebbe portare.
Che ne dici?
-
portiamo questa petizione online. La metto su facebook nel mio profilo e la linko su blogger italiani. Facciamoci sentire visto che ho ricevuto offerte di 1 euro per scrivere post della lunghezza di "I promessi sposi"
-
Sono completamente d'accordo sul concetto di battaglia culturale che deve essere combattuta su due fronti
- sensibilizzazione del cliente sulla ricerca della qualità e quindi attenzione per esempio al curriculum vitae, alle esperienze, alla background culturale, (ovviamente a seconda del settore in cui ci si vuole impegnare), dell' articolista.
- Trovare un metodo efficace che possa spingere a ricercare qualità e competenza: un accordo su un prezzo base da cui partire mi sembra il primo passo volto ad ottenere invece che una livellazione, una differenziazione.
Se un cliente non troverà chi quel lavoro lo svolge a costo zero, va da sè che cercherà con maggiore impegno e differenzierà la richiesta.
Adesso le richieste vanno in una sola direzione: prezzi bassi. Io spero che un accordo su una base minima da cui partire possa portare una serie di benefici: - Richiesta di professionalità maggiore
2)Valutazione concreta della qualità e dell'efficacia dei pezzi scritti - Impegno a far si che chi non lavora bene sia smascherato
Sogno una rete che sia di qualità con siti Web, (anche piccoli) che siano in grado di offrire il giusto supporto a cosumatori consapevoli.
Noi articolisti siamo il contenuto: sono le nostre dita sulla tastiera e il nostro cervello l' anima del web.
Sogno una rete dove non ci siano siti con contenuti uno uguale all'atro, ma dove si possano trovare professionalità e competenza.La mia intenzione non è quella di stabilire standard arbitrari, ma quella di smuovere le coscienze di chi è esperto del settore:articolisti, webmaster e chi in questo mondo ci lavora.
C'è biosgno innanzitutto di una presa di coscienza del proprio valore professionale (non parlo di me, ma della categoria), del proprio peso.
Ma la mia battaglia vuole essere combattuta su due fronti un aspetto culturale fondamentale, ma vuole essere ancorata anche alla realtà, nel riuscire a trovare insieme a tutti gli articolisti che vorranno partecipare, una forma di azione concreta per poter iniziare a piccoli passi a cambiare le cose...
-
@alessiof89 said:
portiamo questa petizione online. La metto su facebook nel mio profilo e la linko su blogger italiani. Facciamoci sentire visto che ho ricevuto offerte di 1 euro per scrivere post della lunghezza di "I promessi sposi"
La mia intenzione è questa: la trovo una giusta proposta. Dobbiamo combattere con tutti i mezzi, però secondo me prima di decidere quali passi concreti fare, bisognerebbe partire da un buon numero di adesioni..
Per esempio potremmo iniziare da qui e approntare un documento. Quella della pagina su Facebook mi sembra una proposta valida, ma dovremmo impostarla bene.. ragionando e riflettendo su alcuni punti..
voi che ne dite???
-
Ciao maeva. La discussione che hai aperto è molto interessante. Mi chiedo sempre come sia possibile che ci siano articolisti che scrivono per qualche spicciolo.
Mi chiedo anche perchè (e questa domanda la giro a te) gli articolisti non scrivono per se stessi.
Mi spiego meglio: chi è appassionato di finanza considererebbe un successo poter pubblicare un proprio articolo sul Sole24Ore; quindi il prestigio è un valido motivo per scrivere per qualcun altro.
Ma se questo qualcun altro non è il Sole24Ore o una testata (parlo sempre di online) importante, perchè allora non scrivere per se stessi? Se il problema è la mancanza di conoscenza tecnica, perchè non è l'articolista ad assumere il webmaster anziché il contrario?
Il punto centrale di quello che sto dicendo è che l'importante sono le informazioni non il sito e da quì mi chiedo perchè non scrivere per se stessi.
-
@gendif said:
Ciao maeva. La discussione che hai aperto è molto interessante. Mi chiedo sempre come sia possibile che ci siano articolisti che scrivono per qualche spicciolo.
Mi chiedo anche perchè (e questa domanda la giro a te) gli articolisti non scrivono per se stessi.
Mi spiego meglio: chi è appassionato di finanza considererebbe un successo poter pubblicare un proprio articolo sul Sole24Ore; quindi il prestigio è un valido motivo per scrivere per qualcun altro.
Ma se questo qualcun altro non è il Sole24Ore o una testata (parlo sempre di online) importante, perchè allora non scrivere per se stessi? Se il problema è la mancanza di conoscenza tecnica, perchè non è l'articolista ad assumere il webmaster anziché il contrario?
Il punto centrale di quello che sto dicendo è che l'importante sono le informazioni non il sito e da quì mi chiedo perchè non scrivere per se stessi.
Ciao
La giri a me ed io ti rispondo per me: ma credo comunque di fare un discorso generale.- Chi scrive lo fa prima di tutto per sè stesso. Non puoi stare seduto sei otto ore al giorno, con lo sguardo fisso sulle parole a spremerti le meningi, cercando di tirare fuori qualcosa di originale, senza amare la scrittura. Ne trai per forza una forma di appagmento, altrimenti sarebbe impossibile.
- Tu fai il discorso di scrivere per sè, anche in un altro senso che io non colgo. Se puoi spiegarti meglio posso risponderti.
Grazie
-
Io credo che gendif intende dire: perchè se Y sa scrivere bene invece di svendersi ad X non si crea uno spazio proprio? Un blog, un sito ecc?
Una domanda simile l'ho fatta anche io ieri: perchè gli articolisti che credono fermamente nelle loro potenzialità non accettano mai il pagamanto attraverso il paid to write?
Questo potrebbe far pensare..L'articolista giustamente crede che il webmaster lo sfrutti ma quando il webmaster gli offre di inserire la pubblicità preferisce essere pagato con un fisso..
Il paid to write secondo me potrebbe risolvere tutti i problemi di questo post, scrivi bene? guadagni bene.. Il webmaster non rischia di essere fregato e l'articolista guadagna in base alle sue qualità..
Io sono convinto che gli articoli pagati con un fisso spariranno nel giro di qualche anno..